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I bonus cambiano in corsa


Dal bonus giovani al bonus mamme: le agevolazioni cambiano in corsa. Se per il primo si introduce un nuovi requisiti più restrittivo, il secondo viene stravolto e si trasforma in un contributo in busta paga

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Nuovi requisiti per il bonus assunzione giovani under 35 e nuove regole per il bonus mamme: due delle principali agevolazione previste per il 2025 cambiano aspetto in corso d’opera.

Per il primo ora alle aziende è richiesto anche di dimostrare l’incremento occupazionale netto, mentre il bonus mamme si trasforma e passa da una decontribuzione ad un contributo in busta paga.

A non essere cambiato è, invece, il bonus maroni, l’incentivo al posticipo del pensionamento che diventa pienamente operativo.

In questa settimana non sono mancate le novità legate al Fisco, con l’approvazione in Consiglio dei Ministri del nuovo DL Economia e la discussione in merito agli scontrini elettronici.

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Dall’Agenzia delle Entrate è arrivata poi la guida aggiornata al bonus casa 2025.

Dal bonus giovani al bonus mamme: cosa cambia?

Una settimana ricca di novità per dipendenti e aziende. Due dei principali bonus previsti per l’anno in corso, il bonus assunzione giovani under 35 e il bonus mamme lavoratrici, cambiano aspetto e vengono ridisegnati.

Se per il bonus giovani, con l’introduzione di un ulteriore requisito per la fruizione, il cambiamento è meno evidente (ma non meno impattante), il bonus destinato alle lavoratrici madri cambia completamente, almeno per quelle con 2 figli.

Partiamo dalla prima. Dal 1° luglio si applica un nuovo requisito che le imprese interessate ad assumere giovani lavoratori e lavoratrici dovranno rispettare.

La novità annunciata dall’INPS si riferisce in particolare al bonus riconosciuto per l’assunzione di giovani nei territori fuori dalla Zes Unica Sud, quindi all’esonero contributivo da massimo 500 euro mensili.

In sostanza, per poter beneficiare dell’esonero, le imprese devono far registrare un incremento occupazionale netto, come già previsto attualmente per il bonus donne e per il bonus giovani nella Zes Unica.

Una condizione non richiesta dal decreto Coesione che ha introdotto la misura, né dal decreto attuativo ma che arriva, fanno sapere INPS e Ministero del Lavoro, dalla Commissione UE.

Nulla dovrebbe cambiare per le assunzioni già effettuate dal 16 maggio ad oggi. La novità si applica alle assunzioni poste in essere dal 1° luglio.

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A cambiare profondamente meno, poi, è il bonus mamme, in particolare l’agevolazione per le lavoratrici con 2 figli, per la quale si attende ancora da inizio anno il decreto attuativo, date le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio.

Il bonus, almeno per il 2025, viene rifinanziato ma cambia completamente: si passa da un esonero contributivo ad un contributo esentasse in busta paga dal valore di 40 euro mensili per 12 mesi.

Le lavoratrici interessate però lo otterranno a fine anno. Le somme, infatti, saranno pagate a dicembre in un’unica soluzione. L’agevolazione, invece, resta invariata per le lavoratici madri di 3 o più figli con rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Lo ha annunciato ieri la Ministra del Lavoro, Marina Calderone, nella conferenza stampa di presentazione del DL Economia che prevede questa misura ma anche la proroga della sugar tax e l’IVA agevolata per le opere d’arte.

Incentivi per non andare in pensione

Restando in tema di bonus, questa settimana l’INPS ha pubblicato le istruzioni operative per fruire degli incentivi previsti dal bonus Maroni per il posticipo del pensionamento.

In questo caso non ci sono novità, l’agevolazione resta quella confermata dalla Legge di Bilancio 2025 e che garantisce un aumento in busta paga ai lavoratori e alle lavoratrici che rinviano la pensione.

Il bonus, come noto, permette di ottenere in busta paga i contributi a carico del dipendente (il 9,19 per cento della retribuzione), rinunciando all’accredito sul proprio montante contributivo.

La novità per quest’anno è che la somma che lavoratori e lavoratrici riceveranno in busta paga non sarà tassata. Chi rimanda la pensione riceverà quindi l’intero aumento, senza decurtazioni.

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Inoltre, viene ampliata la platea di possibili beneficiari: oltre a chi matura i requisiti per la pensione con quota 103 (quindi 62 anni d’età e 41 anni di contributi) possono accedere al bonus anche i dipendenti che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, cioè 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

La prima decorrenza utile per ottenere il bonus Maroni è il 2 agosto 2025. Bisogna fare domanda sul sito INPS.

Niente scontrino per i pagamenti con POS

Sempre più vicino l’abbandono dello scontrino cartaceo per il pagamento con carta. Per tutte le spese sostenute tramite pagamenti tracciabili l’obiettivo è passare al digitale, la carta resta solo per i contanti.

Dopo le discussioni delle ultime settimane, la risoluzione approvata in Commissione Finanze alla Camera si accelera per la transizione definitiva.

L’intento è quello di limitare lo scontrino cartaceo ai soli pagamenti in contanti e di lasciare una doppia possibilità per chi paga con mezzi tracciabili: formato elettronico, come ad esempio un messaggio sul display del registratore telematico, o stampa su richiesta.

Sarà necessario, poi, prevedere anche un’evoluzione per quanto riguarda i registratori e i software utilizzati per gli scontrini. Intanto, dal 1° gennaio 2026 sarà in vigore il collegamento tra registratori telematici e POS previsto dalla Legge di Bilancio.

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La circolare del Fisco con i chiarimenti sul bonus casa 2025

In settimana, inoltre, sono arrivati gli attesi chiarimenti del Fisco sulle novità introdotte dalla Manovra per il bonus casa 2025.

Dalle ristrutturazioni fino alle spese per il risparmio energetico, nella circolare n. 8/2025 l’Agenzia delle Entrate ha delineato il quadro della situazione, in particolare sui requisiti per accedere alle detrazioni maggiorate per cui c’è lo stop alle spese sostenute da familiari conviventi e locatari.

Per il bonus ristrutturazioni, per l’ecobonus e per il sismabonus, la misura dello sconto fiscale che spetta nel 2025 è calata al 36 per cento, con un’ulteriore riduzione al 30 per cento in programma dal 2026.

Dalle restrizioni restano escluse le spese sostenute dai titolari del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento, per i lavori effettuati sulla prima casa. Ed è sulle condizioni per beneficiare della detrazione maggiorata che si sofferma la circolare dell’Agenzia delle Entrate.

Le percentuali di detrazione, quindi, passano al 36 per cento con la sola eccezione dei proprietari (o titolari di diritto reale di godimento) che effettuano lavori sulla prima casa.

Solo in presenza di questa duplice condizione i bonus casa restano al 50 per cento, ma con un perimetro particolarmente stretto.

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