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Le filiere dell’Agribusiness nel loro complesso rappresentano ormai la prima voce del pil italiano: considerando anche le attività a monte, come ad esempio la produzione di macchinari o la fornitura di energia, e a valle, come packaging o logistica, si arriva a 707 miliardi di euro di fatturato complessivo, e un valore aggiunto che nel 2023 valeva 74 miliardi.

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Ma è un settore che sta vivendo un periodo abbastanza complicato per cause esogene ed endogene. Alessandro Tosi, Referente Agribusiness Corporate Italy di UniCredit, ci illustra come la sua banca presidia il settore e quali sono le strategie messe in atto per sostenerlo.

L’agrifood con la tempesta dazi innescata da Trump sta vivendo una stagione complessa. Qual è la percezione di UniCredit sullo stato del settore?

Il settore agroalimentare è al centro delle tensioni tra Stati Uniti ed Europa sul tema dazi; alcuni dei prodotti maggiormente rappresentativi del Made in Italy potrebbero subire conseguenze derivanti dall’imposizione di dazi aggiuntivi con conseguenti effetti negativi sulle esportazioni. Allo stesso tempo, il prodotto italiano è molto ricercato in USA e ha una fascia di mercato alta che potrebbe sostenere un aumento dei prezzi. A oggi, l’agrifood italiano continua a essere visto come settore chiave della nostra economia e come fonte di resilienza economica; non dimentichiamo infatti che il comparto è dotato di buoni livelli di valore aggiunto e che gli imprenditori hanno tutte le capacità necessarie per aprirsi a esplorare mercati alternativi come ad esempio l’Asia, i Paesi del Golfo e l’Africa e/o incrementare la copertura di tali mercati. L’Agribusiness si conferma come un settore strategico per UniCredit, da sostenere e finanziare in modo mirato, con un approccio consulenziale che permetta alle imprese di poter cogliere tutte le opportunità. Il nostro modello di servizio prevede la presenza di gestori dedicati all’agribusiness su tutto il territorio nazionale e la conformazione paneuropea del Gruppo ci permette di essere un ponte commerciale, facendo leva in primo luogo sulle nostre 13 banche situate nel cuore dell’Europa.

Quali comparti del settore sono destinati a soffrire maggiormente questo periodo di incertezza?

Con quasi 8 miliardi di euro esportati nel 2024, l’Agrifood è uno dei settori italiani di maggior successo negli USA e per cui gli Stati Uniti rappresentano un mercato di assoluto rilievo (12% dell’export italiano); prodotti italiani di qualità come vino, olio d’oliva, pasta, formaggi e salumi presentano quote di mercato molto elevate negli USA. Da un’analisi di Prometeia, i cinque prodotti citati, insieme, valgono la metà dell’export di Agrifood italiano negli Stati Uniti e potrebbero essere destinati a una diminuzione più o meno rilevante della relativa quota di mercato. Vino e olio d’oliva sono i microsettori più dipendenti dalla domanda statunitense.

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Il periodo carico di incertezze ha aumentato spesso il rischio di credito delle aziende del comparto. È una tendenza che avete sperimentato anche voi?

Se analizziamo quanto avvenuto negli ultimi anni – tra la pandemia, l’inflazione, lo shock energetico, l’instabilità geopolitica e, più recentemente, l’introduzione dei dazi – risulta evidente come tali accadimenti abbiano contribuito a innalzare in modo continuativo la soglia di attenzione sul rischio di credito a fronte del proliferare di elementi di incertezza e di cambiamenti repentini, anche all’interno delle filiere agricole e agroalimentari. Disporre di professionisti specializzati anche nella gestione del credito per il settore agroalimentare rappresenta per noi un elemento distintivo e un punto di forza a beneficio dei clienti, in quanto ci consente di affrontare con maggiore serenità e consapevolezza le decisioni complesse che siamo chiamati a prendere quotidianamente con riferimento a questo specifico comparto. Infine, la partnership con ISMEA, Fondo di Garanzia per le PMI e SACE ha contribuito positivamente alla nostra strategia di medio-lungo termine di supporto agli investimenti da parte delle imprese del comparto.

Quali iniziative attuate a sostegno del settore e quali sono le prospettive relativamente al 2025?

Attraverso l’iniziativa “UniCredit per l’Italia”, a partire dal 2022 abbiamo erogato 35 miliardi di euro a favore di famiglie e imprese, contribuendo in modo concreto allo sviluppo dei settori strategici del Made in Italy, tra cui l’Agribusiness. Il nostro impegno verso le imprese agricole e agroalimentari è orientato a favorirne gli investimenti con particolare attenzione ai processi di adeguamento tecnologico e digitale, in un’ottica di sostenibilità ambientale e ottimizzazione del livello di competitività. Inoltre, promuoviamo attivamente la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, contribuendo così alla transizione energetica del settore primario e alla sua resilienza nel lungoperiodo. Le nostre prospettive si orientano verso un continuo e strutturato supporto al settore agroalimentare, grazie al lavoro congiunto dei nostri Specialisti e Gestori Agribusiness collocati su tutto il territorio nazionale. Il nostro impegno si concretizza anche attraverso un’intensificazione delle relazioni con alcune associazioni di categoria agricole, al fine di individuare con maggiore precisione i bisogni specifici dei territori e delle singole filiere. Parallelamente, puntiamo al rafforzamento del sostegno alle filiere produttive mediante il nostro collaudato modello Hub & Spoke, che prevede l’affiancamento diretto al capo filiera per l’identificazione di soluzioni finanziarie mirate. Queste soluzioni sono pensate per consentire alle imprese agricole e agroindustriali di raggiungere livelli qualitativi sempre più elevati, che, inevitabilmente, si traducono in un vantaggio competitivo sostenibile e in una valorizzazione più efficace del prodotto finale, sia sul mercato interno sia su quellointernazionale. In ambito di filiera, promuoviamo percorsi formativi mirati, costruiti su obiettivi condivisi con il capofiliera e calibrati sulle reali esigenze delle imprese; un esempio concreto è rappresentato dai programmi di alfabetizzazione bancaria, pensati per migliorare la comprensione dei criteri divalutazione del merito creditizio e per condividere i contenuti della documentazione da fornire alla banca. Questo approccio consente alle imprese di affrontare con maggiore consapevolezza i rapporticon il sistema finanziario, migliorando la qualità del dialogo e l’accesso al credito. Oltre al sostegno diretto alle filiere produttive, grazie ai Forum delle Economie organizzati dalla banca su tutto il territorio nazionale, promuoviamo incontri B2B strategici, invitando buyer esteri nei territori a più alta vocazione agricola. L’obiettivo è facilitare l’incontro tra domanda e offerta, creando opportunitàconcrete per le imprese agricole e agroalimentari italiane, che possono così accedere a nuovi mercati esteri attraverso l’attivazione di relazioni con controparti selezionate. Tutto ciò è parte integrante del nostro impegno per la crescita del settore.





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