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Cybersicurezza, NIS 2 come vantaggio competitivo


Cybersicurezza al centro della strategia d’impresa. È questo l’approccio suggerito da Cefriel nel nuovo instant paper “Comprendere la complessità della NIS2 per trasformarla in vantaggio competitivo”. Un’analisi approfondita e pratica su come affrontare la Direttiva Nis 2 non come un vincolo, ma come una leva per diventare aziende più resilienti, innovative e appetibili per partner e clienti. Secondo l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn), sono circa 20mila le imprese italiane interessate, appartenenti a settori essenziali e importanti, tra pubblico e privato.

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La normativa europea – entrata in vigore nel 2023 e la cui attuazione in Italia si estende fino al 2026 – rappresenta un passaggio decisivo nel rafforzamento della resilienza digitale. Un quadro articolato di obblighi, scadenze e controlli, pensato per uniformare le difese cyber dei Paesi membri, garantendo standard minimi ma ambiziosi di protezione dei sistemi critici. In questo contesto, Cefriel evidenzia come la consapevolezza normativa possa evolversi in maturità strategica.

Oltre la cybersicurezza: Nis 2 come opportunità

Nel paper firmato da esperti di cybersecurity come Massimiliano Colombo, Andrea Guerini, Mauro Lomazzi e Domenico Orlando, Cefriel evidenzia un approccio pragmatico alla compliance, pensato per essere sostenibile, proporzionato e calibrato sulla reale esposizione al rischio delle organizzazioni. Il cuore del messaggio è chiaro: essere compliant non è solo un obbligo, ma un vantaggio competitivo.

Le imprese che investono in sicurezza informatica aumentano la propria affidabilità, si tutelano da interruzioni operative, proteggono i dati e guadagnano fiducia da parte degli stakeholder. Come osserva Alessandro De Biasio, ceo di Cefriel, “la cybersicurezza non è più una questione solo tecnica, ma una leva strategica. Investire oggi significa costruire il valore e la reputazione dell’impresa di domani”.

Obblighi normativi e tempistiche: roadmap alla conformità

La Direttiva Nis 2 si applica a due categorie principali: i soggetti essenziali e i soggetti importanti, operanti in settori strategici come energia, trasporti, sanità, finanza, infrastrutture digitali e pubblica amministrazione. L’ambito di applicazione si estende a grandi e medie imprese, nonché a enti pubblici che offrono servizi critici per il funzionamento del Paese.

L’attuazione della norma avviene in fasi successive. Una prima scadenza è stata fissata a febbraio 2025, con l’obbligo di registrazione sulla piattaforma dell’Acn. A questa seguiranno altre tappe chiave, tra cui luglio 2025 e ottobre 2026, quando sarà completato il quadro regolatorio.

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L’importanza di agire per tempo è cruciale. Come sottolinea il paper, l’approccio alla compliance deve essere strategico e continuo, basato su una valutazione precisa del rischio, sulla governance della sicurezza e sulla definizione di un piano d’azione sostenibile e graduale.

Il metodo Cefriel: dalla gap analysis alla consulenza

Uno degli elementi di maggiore valore del lavoro di Cefriel risiede nel metodo proposto per accompagnare le organizzazioni in questo percorso. Si parte da una gap analysis – ovvero la valutazione dello scarto tra le misure di sicurezza esistenti e quelle richieste dalla normativa – per arrivare a un piano d’azione operativo, adattato alla struttura e al budget dell’impresa.

La consulenza è di tipo trasformativo, in quanto coinvolge non solo l’adeguamento tecnico, ma anche il ripensamento della cultura aziendale in ottica di cyber resilience. Le imprese vengono supportate nella definizione e nell’implementazione di misure correttive, nella revisione delle policy interne e nella scelta delle tecnologie più adeguate.

Non mancano le indicazioni su best practice internazionali, già adottate in altri Paesi Ue, che possono essere replicate anche in Italia, tenendo conto delle specificità normative, settoriali e dimensionali.

Cultura della cybersicurezza e governance aziendale

Uno degli aspetti più critici evidenziati da Cefriel è la necessità di un forte coinvolgimento del top management. La Direttiva Nis 2 richiede un cambio di paradigma: la sicurezza non è più demandata esclusivamente all’IT, ma diventa responsabilità trasversale, che tocca strategia, operations e relazioni con terze parti.

Il ruolo dei board è centrale nel fornire le risorse, nel definire le priorità e nell’integrare la cybersecurity all’interno della mission e dei processi aziendali. Solo attraverso una governance strutturata, è possibile affrontare le sfide della digitalizzazione sicura, tutelando asset critici, reputazione e competitività.

Il nuovo approccio richiesto dalla direttiva si basa su valutazione continua del rischio, responsabilità direzionale, protezione della supply chain digitale e gestione degli incidenti. Tutti aspetti che impongono un’evoluzione anche culturale, oltre che tecnologica.

Cybersicurezza e banda ultralarga: un binomio per l’innovazione

Non si può parlare di cybersicurezza senza considerare l’infrastruttura digitale su cui si regge l’intero ecosistema. L’evoluzione della banda ultralarga è il fondamento per un’Italia più connessa e digitale, ma anche più esposta.

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Con l’aumento della capacità trasmissiva e l’adozione di tecnologie come 5G, IoT e cloud computing, la superficie di attacco si espande, rendendo essenziale la protezione dei nodi infrastrutturali. In questo contesto, la compliance alla Nis 2 diventa una condizione abilitante per la trasformazione digitale, soprattutto per chi vuole operare in settori regolati o gestire dati sensibili.

Investire in cybersecurity, quindi, non è un costo ma un fattore abilitante, capace di generare valore e garantire continuità operativa in uno scenario sempre più esposto a minacce e vulnerabilità.

Perché il tempo per agire è adesso

La pubblicazione del paper Cefriel arriva in un momento cruciale. Con la roadmap ormai tracciata, le aziende non possono più attendere. Il rischio di sanzioni, danni reputazionali e interruzioni operative è reale. Ma lo è anche l’opportunità di distinguersi come organizzazioni sicure, evolute e pronte a raccogliere le sfide del mercato globale.

La Nis 2 non è una normativa qualsiasi: rappresenta un cambio di passo radicale nel modo in cui l’Europa intende affrontare la sicurezza informatica, coinvolgendo imprese, pubbliche amministrazioni e operatori infrastrutturali in un disegno strategico di lungo periodo.



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