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Rendicontazione di Sostenibilità
LEGENDA
Link alla Relazione sulla Gestione e al Bilancio consolidato
Link interni alla Rendicontazione di Sostenibilità
Link esterni
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139
Informazioni generali 140
La sostenibilità per Eni 140
Criteri per la redazione 140
Processo e risultati dell’analisi di doppia materialità 141
Statement on due diligence 147
Il sistema normativo 148
Attività di stakeholder engagement 149
Principali categorie di stakeholder coinvolti e modalità di engagement 150
Cambiamento climatico 152
Ambiente e sistema di gestione Eni 168
Inquinamento 169
Gestione delle risorse idriche 174
Biodiversità 177
Uso delle risorse ed economia circolare 181
Tassonomia europea 184
I diritti umani per Eni 186
Forza lavoro di Eni 189
Salute & sicurezza 196
Lavoratori nella catena del valore di Eni 201
Comunità locali 205
Clienti e consumatori di Eni 211
Business conduct 215
Principi e criteri metodologici 224
Introduzione 224
Politiche: Codice Etico e sistema normativo 225
Metriche: metodologie di riferimento 227
Allegati alla Tassonomia europea 236
Content index 257
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Informazioni generali
LA SOSTENIBILITÀ PER ENI
La mission di Eni conferma l’impegno per una Just Transition come sfida strategica del settore energetico attraverso il bilanciamento tra la necessità di contribuire all’accesso universale all’energia, a fronte di un continuo aumento della popolazione mondiale e l’urgenza di contrastare il cambiamento climatico attraverso un mix energetico più sostenibile e una transizione socialmente equa. Nel riconoscere gli obiettivi della COP 21 Eni ha elaborato una strategia di decarbonizzazione dei prodotti e dei processi industriali del Gruppo che traguarda la Neutralità carbonica al 2050. La transizione energetica è una transizione anche tecnologica, che richiede capacità industriale, innovazione e collaborazione per migliorare le opportunità per le persone. In questo contesto, anche grazie al coinvolgimento degli stakeholder, Eni si impegna ad agire responsabilmente e a prevenire e minimizzare i potenziali impatti negativi sociali e ambientali su lavoratori, comunità, consumatori e fornitori che possono essere collegati alle attività tradizionali e alla transizione energetica. Nelle sue attività, Eni promuove una cultura della salute e sicurezza sul lavoro, mirata alla prevenzione dei rischi e alla protezione delle persone, inclusi dipendenti e contrattisti, e dei propri asset. Parallelamente, Eni assume un ruolo attivo nella valorizzazione del capitale umano, nel promuoverne il benessere, nella tutela dell’ambiente e nel rispetto dei diritti umani. Inoltre, Eni si impegna ad operare in maniera trasparente, contrastando i fenomeni corruttivi e collabora con i propri partner, inclusi fornitori e clienti, accompagnandoli nel percorso di sviluppo sostenibile. Infine, per contribuire al raggiungimento degli “Obiettivi di sviluppo sostenibile” delle Nazioni Unite e alla crescita dei Paesi in cui opera, Eni è impegnata nell’implementazione di progetti di sviluppo locale anche grazie ad alleanze con attori nazionali e internazionali di cooperazione allo sviluppo. Questi impegni sono
sottolineati dall’integrazione nella mission aziendale degli SDG, ai quali Eni intende contribuire, consapevole che lo sviluppo del business non possa prescindere da essi. Tale approccio è confermato anche dall’applicazione, dal 1° gennaio 2021, del Codice di Corporate Governance 2020 che individua nel “successo sostenibile” l’obiettivo guida per l’azione dell’organo di amministrazione; anche il
Modello di business dell’azienda incorpora questi principi di sostenibilità.
CRITERI PER LA REDAZIONE
La Rendicontazione consolidata di Sostenibilità 2024 di Eni (di seguito Rendicontazione di Sostenibilità o RdS) è redatta in conformità al D.Lgs. 125/2024 e agli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) includendo gli obblighi informativi previsti dall’art.8 del Regolamento UE 852/2020 (
Tassonomia Europea). Il documento è articolato secondo i temi degli standard, suddivisi nelle tre aree: ambientale, sociale e di governance; per evitare duplicazioni, la RdS rinvia ad altre sezioni della Relazione sulla Gestione per tematiche già trattate o per ulteriori approfondimenti (come riportato nella tabella di seguito e nel
Content Index, che include la lista di tutti i datapoint, i relativi cross-re-ference, l’adozione di misure transitorie, c.d. phase-in, e le informazioni derivanti da altre leggi EU). In particolare, all’interno della
Relazione sulla Gestione sono descritti il modello di business e la governance di Eni, il sistema di Risk Management Integrato e i fattori di rischio e incertezza in cui sono dettagliati i principali rischi e impatti, con le relative azioni di trattamento. La RdS, redatta su base consolidata, è approvata dal CdA ed è soggetta a revisione limitata. Per ulteriori dettagli sulle modalità di redazione (area di consolidamento, metodologie di calcolo degli indicatori, glossario ecc.) si rimanda alla sezione
Principi e criteri metodologici, in calce al documento.
TABELLA DI RACCORDO PER LE SEZIONI IN CROSS REFERENCE RICHIESTE DEGLI STANDARD ESRS RIFERIMENTO
Modello di gestione aziendale, governance e remunerazione Relazione sulla Gestione/Governance
Modello di business, strategia e Value chain Relazione sulla Gestione/Attività, Modello di Business e Strategia
Dichiarazione di due diligence Rendicontazione di Sostenibilità
Sistema di controllo interno sull’informativa di sostenibilità Relazione sulla Gestione
Attività di stakeholder engagement Rendicontazione di Sostenibilità
Modello di gestione dei rischi Relazione sulla Gestione/Risk Management Integrato
Analisi di materialità e IRO materiali Rendicontazione di Sostenibilità
Standard tematici e Tassonomia Rendicontazione di Sostenibilità
Principi e criteri metodologici Rendicontazione di Sostenibilità
Content Index Rendicontazione di Sostenibilità
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PROCESSO E RISULTATI DELL’ANALISI DI DOPPIA MATERIALITÀ
L’analisi di materialità 2024, volta all’identificazione dei temi di sostenibilità che sono più rilevanti per Eni e per i propri stakeholder, è stata aggiornata sulla base degli standard ESRS per includere le due prospettive della doppia rilevanza, attraverso: (i) l’identifica-zione degli impatti più significativi – positivi e negativi, effettivi e potenziali – generati dall’organizzazione su ambiente e persone, inclusi gli impatti sui diritti umani (c.d. prospettiva di “materialità d’impatto” o prospettiva “inside-out”); (ii) l’identificazione dei rischi e delle opportunità derivanti dai temi di sostenibilità che possono influenzare significativamente lo sviluppo, la performance e la situazione finanziaria dell’azienda, con ripercussioni nel breve, medio o lungo periodo (c.d. prospettiva di “materialità finanziaria” o prospettiva “outside-in”). Il processo di materialità di Eni ha previsto le seguenti fasi:
-
Identificazione della lista dei temi potenzialmente rilevanti connessi alle attività di Eni e alla propria catena del valore1, a monte e a valle, con un approccio top-down che ha tenuto in considerazione gli obiettivi aziendali, i riscontri forniti da analisi di benchmark e di contesto2, gli aspetti previsti dagli standard ESRS e dagli standard GRI di settore, nonché i risultati del processo di due diligence sui diritti umani ed in particolare l’aggiornamento della mappatura dei c.d. salient human rights issue3 di Eni (si veda
I diritti umani per Eni), oltre all’analisi di materialità di Eni e delle società controllate dell’anno precedente. Inoltre, per tenere conto degli interessi degli stakeholder, sono state considerate le tematiche prioritarie segnalate dalle funzioni che si interfacciano con le diverse categorie di stakeholder durante l’anno (si vedaAttività di stakeholder engagement).
-
Identificazione di impatti, rischi e opportunità (IRO) associati ai temi potenzialmente rilevanti. Per gli impatti sono state analizzate fonti pubbliche4 e coinvolti i responsabili interni,
che, grazie alla loro esperienza sui temi di competenza, hanno identificato gli impatti rispetto alle attività dell’azienda, considerando eventuali aspetti rilevanti per la catena del valore, nonché attività specifiche nelle diverse aree di business, e aree geografiche ad alto rischio di impatti negativi. Il processo di identificazione dei rischi associati ai temi potenzialmente rilevanti si avvale del più ampio processo di Integrated Risk Assessment, (si veda
Risk Management Integrato) nel quale i rischi sono identificati, analizzati e misurati in relazione al raggiungimento dei principali obiettivi di Eni. Gli esiti dell’assessment includono anche rischi riconducibili a temi ESG tra cui i rischi derivanti dalle dipendenze da risorse naturali, umane, sociali e i rischi connessi ad impatti sull’ambiente e sulle persone. Le opportunità sono state individuate con riferimento al Piano Strategico, identificando quindi iniziative effettivamente perseguite dall’azienda. -
Definizione del Modello di valutazione degli impatti, rischi e opportunità (IRO), nel quale, secondo quanto previsto dagli standard ESRS e dalla Linea Guida EFRAG sulla materialità, sono state identificate delle scale di valutazione. Tali driver sono stati definiti: (i) per la materialità d’impatto, in termini di significatività, espressa come combinazione delle valutazioni assegnate a entità, portata e natura irrimediabile (quest’ultima per gli impatti negativi) di ciascun impatto, e alla probabilità di accadimento5
-
per la materialità finanziaria, in linea con il modello di Risk Management Integrato, la valutazione dei rischi è ottenuta combinando la probabilità dei rischi con la magnitudo degli effetti, misurata sulla base di metriche quantitative e qualitative (ad esempio, rispettivamente, economico-finanziarie, basate sulla riduzione di cash flow operativo o utile netto, e reputazionali, basate sulla durata dell’effetto e sugli stakeholder coinvolti).
-
Per maggiori dettagli relativi alla catena del valore di Eni, si veda la sezione
Attività . -
Con riferimento all’analisi relativa alla value chain, si veda la sezione
Value chain e principali impatti.
-
La presente analisi di materialità, limitatamente ai temi sociali, è redatta sulla base delle attività di mappatura dei c.d. salient human rights issues, e quindi comprende gli impatti negativi potenziali relativi ai temi considerati maggiormente significativi in materia di diritti umani (si veda
I diritti umani per Eni), in linea con quanto previsto dagli strumenti internazionali di riferimento; la rappresentazione degli impatti effettivamente verificati nell’anno di rendicontazione ha luogo nelle sezioni “Azioni”, all’interno dei diversi capitoli tematici sociali. -
Ad esempio, ENCORE (piattaforma che, a seconda del settore di appartenenza, contribuisce nell’identificazione di impatti, rischi e dipendenze relative all’ambiente) e le pubblicazioni del WBCSD per il settore Oil & Gas per gli impatti ambientali e i Tool di UNEP per gli impatti sociali.
-
La probabilità degli impatti attuali non è stata valutata, in quanto l’impatto si è realizzato.
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Per entrambe le prospettive, il modello prevede valutazioni di probabilità secondo una scala da 1 a 5 e valutazioni di significatività (materialità d’impatto) e di magnitudo (materialità finanziaria) secondo scale da 1 a 5. Per le opportunità, la verifica della rilevanza è operata considerando la combinazione tra la valutazione di probabilità e la rilevanza, quest’ultima valutata mediante una scala qualitativa (definita da due livelli di rilevanza) e una quantitativa basata su livello di Capex e Opex. Relativamente alla probabilità di accadimento, si utilizza una scala bidimensionale, il cui livello più alto è associato ad opportunità inserite nel piano strategico quadriennale. L’impatto negativo legato al cambiamento climatico è stato comunque considerato rilevante sulla base del consenso scientifico riconosciuto.
-
Valutazione della significatività degli IRO. Per la materialità d’impatto la valutazione è stata effettuata dalle funzioni aziendali competenti a livello centrale tramite una piattaforma infor-matica6 che traccia il processo di valutazione. A seguire sono state coinvolte alcune principali società controllate per identificare e valutare eventuali impatti aggiuntivi specifici della loro attività/settore7. Sulla base delle valutazioni complessive, sono stati selezionati come materiali quegli impatti che, sulla base di una matrice bidimensionale che considera probabilità e rilevanza, hanno superato la soglia di materialità definita internamente (corrispondenti ai Tier 1 e 2 su un totale di 3). Per la materialità finanziaria, i rischi sono valutati in termini di probabilità e magnitudo degli effetti e rappresentati in una matrice che distingue tre aree (Tier 1, 2, 3 in ordine decrescente di rilevanza): i rischi che si trovano in Tier 1 e Tier 2 sono i principali rischi di Eni o Top Risk (si veda per maggiori dettagli il capitolo
Risk Management Integrato). Tutti i Top Risk associati ai temi potenzialmente rilevanti sono considerati rischi materiali ai fini della Financial Materiality. Le valutazioni si basano su dati e assunzioni che variano a seconda della natura del rischio e che valorizzano, ove disponibili e in base alla loro significatività, sia serie storiche degli eventi accaduti, sia stime prospettiche definite anche con il supporto di funzioni specialistiche (es. previsioni di scenari di mercato). L’ambito delle attività di valutazione dei rischi è determinato applicando specifici criteri quali-quantitativi per la selezione delle società controllate rientranti nel processo di assessment, al fine di garantire adeguati livelli di copertura degli obiettivi aziendali. La valutazione delle opportunità è un processo integrato che, oltre alle funzioni Sostenibilità e Risk Management Integrato, prevede il coinvolgimento delle strutture di Pianificazione Strategica in relazione alla coerenza con leprevisioni dei piani aziendali e con le effettive iniziative attuate o programmate. Sulla base della valutazione effettuata di rilevanza strategica ed economica, sono state considerate solo le opportunità che ricadono nel Tier 1.
-
Confronto sui risultati della materialità d’impatto emersi a valle della valutazione condotta dai referenti attraverso il coinvolgimento diretto, con incontri mirati di esperti, delle tematiche oggetto di valutazione e/o della CSRD, quali ad esempio organizzazioni internazionali impegnate sulle tematiche di sostenibilità, società di revisione/consulenza, istituzioni finanziarie.
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Definizione della lista di IRO rilevanti e calibrazione dei risultati, che prevede, sulla base delle valutazioni effettuate e, ove applicabili, delle soglie stabilite, la prioritizzazione degli impatti, rischi e opportunità rilevanti per l’azienda e l’eventuale eliminazione degli IRO non materiali. Infine, gli esiti sono stati analizzati in ottica complessiva, anche tenendo conto degli spunti emersi con gli esperti e della strategia aziendale, al fine di calibrare la lista finale degli impatti, rischi ed opportunità, qualora fosse necessario. Le risultanze dell’analisi, con riferimento in particolare agli IRO rilevanti, sono state condivise8 con il Comitato Controllo e Rischi, il Comitato Sostenibilità e Scenari ed il Collegio Sindacale e, in sede di approvazione della Rendicontazione di Sostenibilità da parte del CdA.
Nell’individuazione degli impatti, rischi, opportunità materiali sono state considerate tutte le linee di business del Gruppo per garantire un’analisi completa dell’impatto e del rischio ed è stata svolta una prima analisi degli impatti generati dalle proprie attività lungo la catena del valore (si veda la sezione
Value chain e principali impatti), che verrà ulteriormente approfondita nei prossimi anni. Inoltre, sono stati presi in considerazione gli spunti emersi dal dialogo continuo con le diverse categorie di stakeholder di Eni (si veda
Attività di stakeholder engagement). Nella tabella sono evidenziati i risultati dell’analisi di materialità associati ai temi previsti dagli ESRS9. Rispetto allo scorso anno, l’analisi di materialità è stata aggiornata tenendo conto delle richieste degli ESRS che, come indicato in precedenza, oltre ad estendere l’ambito di valutazione alle opportunità e alla value chain, definisce le metodologie di valutazione; gli esiti dell’analisi confermano un sostanziale allineamento dei temi materiali dell’anno passato. Sulla base dell’identificazione degli IRO materiali, sono stati identificati i temi e sottotemi nonché i relativi datapoint materiali degli standard ESRS, a cui viene data
-
-
Tale piattaforma permette la valutazione degli impatti da parte delle funzioni interne, con conseguente tracciabilità delle valutazioni e relative modifiche, ed al suo interno, in ottica di completezza, è stata tracciata anche la valutazione di materialità dei KPI associati alle diverse tematiche.
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Per ulteriori approfondimenti sull’eventuale connessione tra impatti rilevanti e attività/rapporti commerciali, si vedano le sezioni di descrizione degli IRO nei singoli capitoli.
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Il coinvolgimento degli organi di amministrazione e controllo è avvenuto in fase di condivisione degli IRO materiali. Il management è stato coinvolto, per gli aspetti di competenza, nei processi di valutazione degli IRO.
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Gli impatti, i rischi e le opportunità riportati in tabella sono associati ai temi proposti dagli ESRS a cui sono stati associati degli aspetti rilevanti per il business e/o per il settore (come gli aspetti di Asset Integrity per la sicurezza, la trasparenza dei pagamenti nel più ampio tema della Business Conduct e la Cyber Security come aspetto legato al tema privacy degli ESRS).
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disclosure nei capitoli tematici, dove vengono approfonditi gli impatti specifici e le connessioni con le attività e strategia. A supporto del processo di analisi di materialità sono stati definiti gli appropriati presidi di controllo in coerenza con le best practice di riferimento integrato nel complessivo sistema di controllo interno sull’informativa finanziaria e non finanziaria.
Per maggiori dettagli sulle attività di business connesse agli impatti materiali e sulle relative azioni per rispondere agli IRO identificati, si rimanda agli approfondimenti sugli IRO nei singoli capitoli tematici. Per quanto riguarda gli effetti degli IRO sul modello di business e sulla strategia, si fa riferimento alle singole sezioni tematiche, dove vengono trattati, ad esempio la strategia climatica strettamente connessa al modello di business e la strategia di coinvolgimento dei fornitori per una supply chain sostenibile. Relativamente ai principali rischi strategici, industriali, di mercato e
dell’ambiente regolatorio ai quali è esposto il Gruppo, si rimanda alle sezioni
Risk Management Integrato e
Fattori di rischio e incertezza, mentre per approfondimenti sui risultati del Gruppo nel 2024, si rimanda al
Commento ai risultati economici e finanziari. Per quanto riguarda gli effetti finanziari attuali derivanti da rischi ed opportunità materiali, non si segnalano particolari effetti nell’an-no; per gli approfondimenti sugli esiti dell’impairment test e sugli accantonamenti ai fondi di bilancio, in particolare relativi ai fondi abbandono e ripristino di giacimenti esausti, bonifiche ambientali e smantellamento/rimozione di impianti industriali non competitivi nell’attuale scenario di mercato, per i quali non vi sono alternative economiche di riconversione, si veda la
Nota n.21 del Bilancio Consolidato. Inoltre, si rinvia al paragrafo dedicato alla
Tassonomia Europea per una riclassificazione degli investimenti sulla base dei criteri tecnici previsti dal Regolamento Europeo.
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I TEMI MATERIALI PER ENI E I PROPRI STAKEHOLDER
TEMA MATERIALITÀ D’IMPATTO
DESCRIZIONE DELL’IMPATTO
(+) positivo o (-) negativo (P) potenziale10 o (E) effettivo11
ORIZZONTE TEMPORALE12
CAMBIAMENTO CLIMATICO
(-) Emissioni climalteranti. (E)
INQUINAMENTO
GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE
BIODIVERSITÀ
USO DELLE RISORSE ED ECONOMIA CIRCOLARE
FORZA LAVORO PROPRIA
LAVORATORI DELLA CATENA DEL VALORE
COMUNITÀ LOCALI
CLIENTI
E CONSUMATORI
CONDOTTA AZIENDALE
ASPETTI DI INNOVAZIONE E CYBER SECURITY
(-) Rilascio di inquinanti in aria. (E)
(-) Rilascio di inquinanti nel suolo, incluso oil spill. (E) (-) Rilascio di inquinanti in acqua. (E)
(-) Consumo di acqua dolce. (E)
(-) Degrado o perdita di biodiversità (habitat, ecosistemi e specie) di servizi ecosistemici. (E)
(-) Produzione e trattamento di rifiuti. (E)
(+) Contributo alla conservazione delle risorse e beneficio ambientale tramite riconversione e riqualificazione di asset e uso di materie
prime secondarie o rinnovabili. (E)
(-) Malattie professionali e impatti sulla salute dei dipendenti. (E) (+) Iniziative di promozione della salute. (E)
(+) Impatto sul benessere dei lavoratori dovuto alle iniziative di welfare. (E)
(+) Sviluppo delle competenze dei dipendenti finalizzato alla crescita professionale. (E)
(-) Mancato rispetto dei diritti in materia di lavoro (tra cui: orario di lavoro; salari; libertà di associazione e contrattazione collettiva; sicurezza). (P)
(-) Discriminazioni sul lavoro e mancato rispetto della parità di trattamento e opportunità. (P)
(-) Violenza e molestie di natura fisica, piscologica o verbale (incluse quelle di genere). (P)
(-) Infortuni sul lavoro dei lavoratori. (E)
(-) Interruzioni del servizio e impatti sull’ambiente e sulle persone causati da incidenti (incluso Process Safety) e guasti agli asset e alle infrastrutture15. (P)
(-) Impatto sulla forza lavoro con riferimento a conversioni e trasformazioni industriali. (P)
(-) Mancato rispetto dei diritti in materia di lavoro per lavoratori nella catena del valore (tra cui: orario di lavoro; salari). (P)
(-) Limitazioni alla libertà di associazione e adesione ai sindacati; applicazione dei contratti collettivi nazionali; diritto di sciopero per i lavoratori nella catena del valore. (P)
(-) Discriminazioni sul lavoro e mancato rispetto della parità di trattamento e opportunità. (P) (-) Ricorso a forme di lavoro sotto coercizione. (P)
(-) Violenza e molestie di natura fisica, piscologica o verbale (incluse quelle di genere). (P)
(-) Sfruttamento del lavoro minorile in attività lavorative. (P) (-) Infortuni sul lavoro. (E)
(-) Malattie professionali e impatti sulla salute dei contrattisti. (P) (+) Iniziative di promozione della salute. (E)
(-) Mancato rispetto del diritto alla sicurezza in materia di occupazione (informalità dell’impiego, condizioni contrattuali non chiare, reiterati rinnovi di contratti precari). (P)
(+) Sviluppo delle comunità e del tessuto imprenditoriale locale. (E)
(-) Impatti sul godimento del diritto alla terra con ripercussioni sui mezzi di sussistenza e sui diritti economici, sociali e culturali. Spostamenti/reinsediamenti involontari e compensazioni inadeguate. (P)
(-) Riduzione dell’accesso a risorse essenziali e mezzi di sostentamento. (P)
(-) Limitazioni alla libertà di espressione e di associazione da parte degli Human Rights Defender, intimidazioni, minacce e attacchi fisici
o giudiziari quale ritorsione alle azioni di difesa portate avanti. (P)
(-) Impatti sulla sicurezza, sulla salute e sulla libertà delle comunità causati da azioni violente da parte delle forze di sicurezza, sia private che governative. (P)
(-) Violenza e molestie di natura fisica, piscologica o verbale (incluse quelle di genere). (P)
(-) Impatto sulla salute delle comunità dovuto alle attività di business. (P)
(+) Impatto sulla salute delle comunità dovuto ai progetti di community health volontari. (E)
(-) Impatti sui diritti specifici delle popolazioni indigene. (P)
(-) Esacerbare/contribuire indirettamente a gravi violazioni dei diritti umani a causa della situazione di conflitto. (P)
(+) Offerta di prodotti e servizi di qualità, decarbonizzati e in linea con le esigenze dei clienti, nel rispetto delle pratiche commerciali trasparenti e corrette, promuovendo allo stesso tempo una cultura dell’uso sostenibile dell’energia. (E)
(-) Campagne pubblicitarie non chiare o di pratiche commerciali ingannevoli o aggressive. (P)
(+) Crescita sostenibile del sistema imprenditoriale attraverso la diffusione di principi di sostenibilità. (E)
(+) Trasparenza e corretto uso delle Revenues dei governi a beneficio della popolazione locale e prevenzione dei fenomeni corruttivi. (E)
(-) Episodi di corruzione nazionale e/o internazionale accertati con sentenza passata in giudicato. (P)
(+) Attività di ingaggio istituzionale, ivi inclusa quella di advocacy, volte a valorizzare l’impegno dell’azienda nel percorso di transizione energetica. (E)
(+) Sviluppo tecnologico e innovazione del settore energetico grazie a investimenti in Ricerca e Sviluppo e brevetti. (E)17
(-) Perdita di riservatezza e/o integrità di informazioni ovvero indisponibilità dei sistemi informatici a supporto del business a seguito di un incidente di Cyber Security con possibile propagazione ai sistemi informatici di fornitori e partner. (P)18
Orizzonti temporali di riferimento di breve termine.
Orizzonti temporali di riferimento di medio termine.
Orizzonti temporali di riferimento di lungo termine.
-
Impatti potenziali: impatti che hanno una probabilità di accadimento nel breve, medio e lungo termine.
-
Impatti effettivi: impatti che si sono verificati nell’ultimo anno di reporting o si stanno attualmente verificando.
-
Gli orizzonti temporali di riferimento possono essere di breve (B), medio (M) e lungo (L) termine.
-
Per la descrizione dettagliata dei singoli rischi si veda la sezione Risk Management Integrato, all’interno della Relazione sulla Gestione.
-
Per altre opportunità di economia circolare si veda quelle citate per il Cambiamento climatico (Bioraffinazione e Sviluppo chimica da rinnovabili).
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MATERIALITÀ FINANZIARIA
RISCHI13 OPPORTUNITÀ
Climate Change (rischi fisici e di transizione) Opportunità di sviluppare prodotti e servizi a ridotto impatto emissivo e tecnologie per la mitigazione e la compensazione delle emissioni GHG:
-
Sviluppo capacità Rinnovabile
-
Punti di ricarica per veicoli elettrici
-
Bioraffinazione con Agri-feedstock
-
Sviluppo chimica da rinnovabili
-
Sviluppo progetti CCUS
-
Fusione a confinamento magnetico
Incidenti
Blowout
–
–
– Espansione del business delle bonifiche e del trattamento dei rifiuti grazie allo sviluppo tecnologico e del know-how interno in considerazione della
crescente domanda di tali servizi sul mercato14
Incidenti Blowout
Global Security Risk Rischio Biologico
Attrazione e retention di qualificate risorse umane per i nuovi business
– –
Rapporti con gli stakeholder locali Incidenti
Blowout
Assicurare accesso a nuove opportunità di business attraverso il confronto ed engagement con gli stakeholder locali ed in collaborazione con organizzazioni della società civile e istituzioni
-
Opportunità di sviluppare prodotti e servizi a ridotto impatto emissivo e tecnologie per la mitigazione e la compensazione delle emissioni GHG16.
-
Crescita della performance di sostenibilità della filiera Eni e del sistema imprenditoriale, con un ruolo di leadership di Eni grazie alla conduzione
dell’alleanza di sistema e piattaforma digitale Open-es
Cyber Security Utilizzo di collaborazioni, competenze e spunti tecnologici provenienti dall’esterno, sviluppando e potenziando internamente tecnologie per rispondere alle esigenze operative provenienti dal business
-
-
Tale impatto è stato rilevato anche nella sezione ambientale.
-
Tale opportunità è già riportata per il tema Cambiamento climatico e inserita anche qui, in quanto rivolta anche ai clienti finali.
-
L’impatto è rappresentato separatamente, in quanto le attività di ricerca e innovazione tecnologica rendono possibile l’accesso a nuove risorse energetiche, ed è quindi traversale a tutte le attività di business, ma è considerato materiale in particolare all’interno del tema Cambiamento Climatico, in linea con la bozza di standard settoriale EFRAG.
-
Rappresentato a parte per semplicità e sinteticità della rappresentazione, ma l’impatto collegato alla Cyber Security è sotteso agli aspetti sociali ed è legato al sub-sub-topic Privacy: forza lavoro, lavoratori nella catena del valore e clienti e consumatori.
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La resilienza della strategia agli IRO materiali
La valutazione della resilienza della strategia rispetto agli impatti, rischi e opportunità materiali è integrata nel processo di definizione del Piano Strategico a partire dall’elaborazione della proposta, considerando il profilo di rischio sottostante, fino all’esame da parte del CdA, che è chiamato a valutare il grado di compatibilità dei rischi con una gestione dell’impresa coerente con gli obiettivi strategici individuati. La valutazione di compatibilità dei rischi rispetto agli obiettivi strategici è supportata dalle attività di Risk Management Integrato che forniscono una visione complessiva dei principali rischi aziendali, inclusi quelli legati ai temi di sostenibilità, e della loro valutazione tenuto conto delle azioni di mitigazione attuate. Il profilo di rischio sottostante il Piano Strategico quadriennale è ulteriormente approfondito attraverso la valutazione integrata degli effetti dei rischi sugli obiettivi finanziari nonché l’analisi delle azioni di piano con efficacia di de-risking dei rischi strategici. Inoltre, nel processo di definizione del Piano strategico aziendale, vengono integrate le considerazioni in merito alle misure di mitigazione degli impatti negativi nonché gli aspetti inerenti alla perseguibilità degli impatti positivi e delle opportunità rilevanti identificate al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi preposti. Relativamente ai presidi, la Società adotta una serie di soluzioni volte a mitigare gli impatti rilevanti nonché l’esposizio-ne ai principali rischi a cui è soggetta, descritti in sintesi nel capitolo
Risk Management Integrato e nei singoli capitoli della RdS. Inoltre, in merito agli aspetti climatici, Eni conduce sia analisi di scenario dedicate, finalizzate a verificare la resilienza della strategia rispetto a impatti e rischi legati al clima, (approfondite nel capitolo
Cambiamento Climatico), sia analisi di resilienza per la
Biodiversità. Per le tematiche sociali, Eni si è dotata di processi e sistemi aziendali diDue Diligence in linea con i framework e le best practice di riferimento che consentono all’azienda di individuare e gestire gli impatti negativi potenziali legati alle proprie operazioni, alla propria catena del valore, nonché ai propri prodotti o servizi e alle proprie relazioni commerciali (si veda
I Diritti Umani per Eni).Value Chain e principali impatti
Eni è un’impresa integrata dell’energia, presente lungo tutta la catena del valore, dall’esplorazione, lo sviluppo e l’estrazione di ri-sorse19 fino alla commercializzazione di energia, prodotti e servizi ai clienti finali. Il
Modello di business di Eni coniuga l’utilizzo di tecnologie, in larga parte proprietarie, valorizzando le competenze interne ed una rete strategica di collaborazioni, con lo sviluppo di un innovativo modello satellitare, che prevede la creazione di società dedicate in grado di accedere autonomamente al mercato dei capitali per finanziare la propria crescita. Rilevanti ai fini del raggiun-gimento di tali obiettivi sono le partnership e le alleanze con gli stakeholder per assicurare un coinvolgimento nelle attività di Eni e nella trasformazione del sistema energetico. Per l’identificazione e la valutazione dei temi potenzialmente materiali per la catena del valore, per il primo anno di applicazione della Direttiva CSRD, è stata svolta un’analisi basata sulle informazioni attualmente disponibili in azienda relativamente agli impatti che si possono generare all’interno della propria Value chain. Sulla base di questi approfondimenti, data la complessità della catena del valore di un’azienda come Eni che opera in differenti aree geografiche e settori industriali, sono stati considerati quegli impatti che si verificano in modo diffuso all’interno della catena, a prescindere dal business e specifica attività. Per quanto riguarda i principali impatti della Value chain, questi sono stati identificati e analizzati, confrontandosi con le funzioni interne preposte, e attraverso il coinvolgimento di alcuni esperti esterni per quanto riguarda gli impatti, al fine di valutarne la materialità. Inoltre, per quanto riguarda la catena del valore a monte, è stato svolto un approfondimento sull’analisi di materialità e sui temi rilevanti dei principali fornitori20 attraverso l’analisi dei dati da questi dichiarati sulla piattaforma Open-es21, corroborato da un confronto con le funzioni specialistiche interne che si occupano di approvvigionamento. Tra i temi emersi22 dagli approfondimenti, sono stati selezionati quelli materiali sulla base del criterio della loro diffusione lungo l’intera filiera; tale soglia conferma i temi rilevanti già approfonditi da Eni in passato all’interno della propria reportistica. Il cambiamento climatico è stato identificato come uno dei temi centrali, con impatti sia a monte che a valle della catena di valore. In particolare: (i) a monte, le attività industriali, tenuto conto del significativo profilo energivoro/emissivo di determinate porzioni della catena di fornitura con particolare riferimento alle attività industriali upstream (come la perforazione, la produzione e la realizzazione di impianti ad alto consumo energetico ed emissivo), generano impatti emissivi; (ii) a valle, invece, gli impatti emissivi derivano principalmente dall’utilizzo dei prodotti e dei servizi venduti (Scope 3; per approfondimenti si veda il capitolo
Cambiamento climatico/Metriche). Ulteriore tema rilevante riguarda i potenziali impatti sui diritti umani dei lavoratori, inclusa la sicurezza, in particolare nelle attività di fornitura a monte caratterizzate da un elevato impiego di manodopera, come le attività manutentive, realizzative o di servizi generali, definite “labour intensive” (si veda il capitolo
Lavoratori nella catena del valore). Inoltre, il significativo coinvolgimento di grandi operatori (es. EPC Con-tractor) che presentano a propria volta importanti catene di fornitura, potrebbero generare, qualora non adeguatamente governati, potenziali impatti negativi in ambito sociale e/o ambientale. L’ampiezza e la complessità della catena del valore, interessando una pluralità di giurisdizioni, ne determinano una maggiore esposizione agli impatti derivanti dalla perdita di riservatezza delle informazioni legati ad aspetti -
Per maggiori informazioni relative alle tipologie dei ricavi, si veda
Commento ai risultati economico-finanziari. -
Fornitori afferenti al perimetro MSG Procurement titolari dei contratti di valore maggiormente significativo.
-
Piattaforma per supportare le imprese nel percorso di misurazione e crescita in ambito ESG con l’obiettivo di creare valore e benefici per l’intero tessuto imprenditoriale.
-
Tra i temi materiali per la Value Chain si segnala che dall’analisi dei dati dei fornitori strategici sulla piattaforma Open-es sono emerse le seguenti tematiche: (i) cambiamento climatico; (ii) diritti umani dei lavoratori; (iii) presidio ESG nella filiera.
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di Cyber Security e, per quanto riguarda le attività a monte, agli impatti legati ad episodi corruttivi (si veda il capitolo
Business Conduct); al contempo, considerando la catena del valore a valle, la gestione dei rapporti con i clienti implica potenziali impatti legati a campagne pubblicitarie o pratiche commerciali non chiare e le integrazioni dei sistemi di comunicazione rappresentano un fattore di rischio nei processi di gestione delle informazioni e della relativa riservatezza (si veda
Clienti e Consumatori). Per un approfondimento sulla struttura della catena del valore, si rimanda alla sezione
Attività .STATEMENT ON DUE DILIGENCE
Integrare la due diligence nella Governance, nella strategia e nel modello di business
Coinvolgere gli stakeholder Individuare e valutare gli impatti negativi
Intervenire per far fronte agli impatti negativi
Monitorare l’efficacia degli interventi e comunicare
PARAGRAFI DELLO STATEMENT
FASI DELLA DUE DILIGENCE
E S G
(a) I riferimenti E1, E2, E3, E4, E5, S1, S2, S3, S4, G1 afferiscono agli standard ambientali, sociali e di governance degli ESRS.
Eni ha istituito da tempo molteplici processi e sistemi aziendali di gestione in ambito sociale, ambientale, climatico e di condotta di business, ispirati agli standard di settore più evoluti. Tali processi e sistemi sono integrati nella governance e nella strategia aziendale per garantire che le operazioni di Eni rispettino le normative nazionali e internazionali e promuovano pratiche responsabili nella conduzione delle proprie attività. In particolare, la due diligence human rights è
in linea con i Principi Guida delle Nazioni Unite su Imprese e Diritti Umani e le Linee Guida OCSE per le imprese multinazionali. Per quanto riguarda il dovere di diligenza con riferimento al cambiamento climatico, esso è stato solo di recente esplicitato nelle Linee Guida OCSE (OECD Guidelines for Multinational Enterprises on Responsible Business Conduct – giugno 2023); ad oggi le sue modalità di attuazione risentono dell’assenza di norme prescrittive e di best practice di riferimento23 e pertanto sono tuttora oggetto di interpretazione. In tale contesto, sulla base delle analisi svolte, Eni ritiene di essere sostanzialmente in linea con i principi espressi dall’OCSE nei termini rappresentati nel capitolo
Cambiamento climatico, fermo restando l’attenzione e il monitoraggio permanente del corpus normativo di riferimento e delle best practice per seguirne gli sviluppi. Allo scopo di agevolare la consultazione del documento, di seguito si riporta la mappatura delle informazioni fornite all’interno della RdS in merito al processo di due diligence, tenendo presente che talune attività potrebbero non essere univocamente riconducibili a una delle “fasi della due diligence” di seguito indicate.
Sezione Governance
Processo e risultati dell’analisi di doppia materialità
Il sistema normativo di Eni
Politiche (E1; E2; E3; E4; E5; S1; S2; S3; S4; G1)(a)
Attività di stakeholder engagement con paragrafi specifici nei capitoli Coinvolgimento dei lavoratori (S1), dei lavoratori della catena del valore (S2), delle comunità (S3) e dei clienti (S4)
Ambiente e sistema di gestione Eni
I diritti umani per Eni
Impatti rischi e opportunità (IRO) materiali (E1; E2; E3; E4; E5; S1; S2; S3; S4; G1)
Azioni intraprese sugli IRO materiali (E1; E2; E3; E4; E5; S1; S2; S3; S4; G1)
Target e impegni (E1; E2; E3; E4; E5; S1; S2; S3; S4; G1)
Metriche (E1; E2; E3; E4; E5; S1; S2; S3; S4; G1)
-
Le principali fonti OCSE di riferimento riguardanti la buona condotta delle imprese sono “Guida dell’OCSE sul dovere di diligenza per la condotta d’impresa responsabile” (2018), “OECD Guidelines for Multinational Enterprises on Responsible Business Conduct” (2023), “Managing Climate Risks and Impacts Through Due Diligence for RBC – a tool for Institutional Investors” (2023), “Responsible Business Conduct for Climate Action” (2024). Si tratta di un corpo normativo di soft law che enuncia principi generali e non declinati per settore, con risvolti tecnico-scientifici tuttora oggetto di studi.
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IL SISTEMA NORMATIVO
QUADRO GENERALE DI RIFERIMENTO PER IL SISTEMA NORMATIVO
STATUTO
CODICE ETICO MODELLO 231
CODICE CORPORATE GOVERNANCE
SISTEMA DI CONTROLLO CoSO REPORT INFORMATIVA FINANZIARIA FRAMEWORK
POLICY ETHICS, COMPLIANCE & GOVERNANCE (ECG)
Definiscono i valori e principi di Eni (ethics); un quadro sistematico di riferimento per l’attuazione di requisiti normativi specifici (compliance) regolamenti o framework internazionali; le regole di riferimento del governo societario (governance). Sono trasversali ai processi aziendali.
MANAGEMENT SYSTEM GUIDELINE
Definiscono le linee guida finalizzate ad un’adeguata gestione del processo di riferimento, in considerazione dei principi di riferimento specifici del processo, dei principali rischi e dei presidi di controllo individuati per mitigarli, descrivendo: (i) ruoli e responsabilità; (ii) sottoprocessi; (iii) misure di mitigazione.
GLOBAL PROCEDURE
Global Procedure: definiscono il disegno di dettaglio dei sottoprocessi in ottica end-to-end/le modalità operative relative a tematiche ECG.
Company Procedure: sono procedure emesse e applicabili a ciascuna società.
OPERATING INSTRUCTION
Operating Instruction: descrivono modalità di esecuzione di specifiche attività, metodologie e/o aspetti tecnici.DIREZIONE E COORDINAMENTO
Al fine di consentire la concreta attuazione di quanto enunciato nella mission e per garantire integrità, trasparenza, correttezza ed efficacia ai propri processi, Eni adotta regole per lo svolgimento delle attività aziendali e l’esercizio dei poteri, assicurando il rispetto dei principi generali di tracciabilità e segregazione. Tutte le attività operative di Eni sono riconducibili a una mappa di processi funzionali all’attività aziendale e integrati con le esigenze e principi di controllo esplicitati nei modelli di compliance e governance e basati sullo Statuto, sul Codice Etico24 e sul Codice di Corporate Governance, sul Modello 231, sui principi del sistema di controllo Eni sull’informativa finanziaria e di sostenibilità e sul CoSO Report Framework (Committee of Sponsoring Organizations of the Treadway Commission). Il 26 gennaio 2023 il CdA di Eni SpA ha aggiornato le linee fondamentali della Policy Sistema Normativo, a valle di un progetto di aggiornamento e revisione che ha portato ad un’evoluzione dell’architettura, degli strumenti e delle regole del Sistema Normativo in linea con le esigenze operative e di go-
verno richieste dalla strategia di Eni, basata su decarbonizzazione e contestuale garanzia di stabilità delle forniture energetiche e di sviluppo di un modello societario satellitare finalizzato alla massimizzazione del valore dei business. Si conferma un’architettura basata su 4 livelli25, combinando strumenti di direzione e coordinamento con strumenti finalizzati alla gestione dell’operatività aziendale.
Gli strumenti normativi sono pubblicati sul sistema dedicato accessibile dal sito intranet aziendale mentre quelli più rilevanti per gli stakeholder esterni, sono accessibili sul sito internet della Società. Oltre alle Policy ECG26, riferite ad alcuni temi materiali, Eni nel tempo si è dotata anche di alcuni posizionamenti pubblici, approvati dal CEO o dal CdA, su alcuni temi specifici. I contenuti sia delle Policy ECG sia dei posizionamenti sono approfonditi nei capitoli dedicati ai temi materiali a cui vengono affiancati anche i principi del corpo normativo interno (descritto in figura).
OPERATIVITÀ
-
Il
Codice Etico, rinnovato nel 2020, esprime i valori aziendali che caratterizzano l’impegno delle persone di Eni e di tutte le terze parti che lavorano con l’azienda: integrità, rispetto e tutela dei diritti umani e dell’ambiente, trasparenza, promozione dello sviluppo, eccellenza operativa, innovazione, team work e collaborazione. Tali valori supportano la Società nella definizione dell’assetto di amministrazione e controllo adeguato, nell’adozione di un sistema efficace di controllo interno e gestione dei rischi, nella comunicazione con gli azionisti e altri stakeholder.
-
Per un approfondimento del sistema normativo e delle sue componenti si rimanda alla
Relazione sul Governo Societario e gli Assetti Proprietari 2024.
-
Per approfondimenti si veda il capitolo
Politiche: Codice Etico e sistema normativo.
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ATTIVITÀ DI STAKEHOLDER ENGAGEMENT
Eni considera il coinvolgimento degli stakeholder fondamentale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, creando valore a lungo termine e riducendo al contempo i rischi d’impresa. Per questo, Eni coinvolge tutte le parti interessate per prevenire e minimizzare eventuali impatti negativi della transizione energetica. Il dialogo continuo è fondamentale anche per perseguire gli obiettivi definiti annualmente all’interno del Piano Strategico quadriennale e di lungo termine. In linea con il Codice Etico, Eni intrattiene rapporti basati su principi di correttezza, legalità, trasparenza, tracciabilità, rispetto dei diritti umani, inclusione, parità di genere e tutela dell’ambiente e delle comunità. Operando in 64 Paesi con diversi contesti socioeconomici, la comprensione delle aspettative degli stakeholder, con un’attenzione specifica ai gruppi vulnerabili, la partecipazione e la condivisione di scelte, obiettivi e risultati aziendali favoriscono rapporti solidi e di reciproca fiducia. Tale approccio risponde alla Raccomandazione del Codice di Governance, cui Eni ha aderito, secondo cui il CdA promuove, nelle forme più opportune, il dialogo con gli azionisti e gli altri stakeholder rilevanti per la Società e si fonda sui principi stabiliti, dal Consiglio stesso, nel Codice Etico e nella Politica per la gestione del dialogo con gli investitori. Il dialogo continuo con ciascuna tipologia di stakeholder avviene a tutti i livelli dell’azienda secondo responsabilità definite. In particolare, l’impegno di Eni verso la neutralità carbonica e verso una transizione energetica giusta richiede un forte coinvolgimento: (i) della
forza lavoro anche attraverso undialogo sociale adeguato e con iniziative di ascolto e programmi di reskilling e upskilling per sostenere eventuali ricollocazioni; (ii) dei
fornitori per identificare e gestire gli impatti della trasformazione energetica, supportando in particolare le piccole e medie imprese, accompagnandole nel percorso di trasformazione e nel mantenimento della competitività; (iii) delle
comunità locali nella prospettiva di contribuire a sviluppare opportunità economiche e sociali, massimizzando le ricadute positive delle attività di Eni sul territorio; (iv) i
consumatori per promuovere un consumo energetico consapevole ed efficiente e offrire soluzioni energetiche innovative. In relazione a tali gruppi di right-holder Eni ha sviluppato un modello di gestione dei
diritti umani che nel corso dell’ultimo quinquennio è stato integrato nei principali processi aziendali. Infine, a supporto della relazione con gli stakeholder locali, Eni ha adottato uno “Stakeholder Management System” (SMS), operativo a livello centrale e nelle società controllate, attraverso il quale sono mappati oltre 7.400 stakeholder, e che consente di supportare la definizione di strategie di engagement e la gestione delle richieste e delle criticità sollevate da ogni stakeholder. Nella tabella di seguito riportata si dà informazione per ogni categoria di stakeholder di come essi vengano ingaggiati, con quale obiettivo e i risultati conseguenti a questo dialogo. Tale dialogo è tenuto in considerazione nella definizione della strategia aziendale e degli
Altri impegni e target sulle tematiche ESG, nonché del modello di business.
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PRINCIPALI CATEGORIE DI STAKEHOLDER COINVOLTI E MODALITÀ DI ENGAGEMENT
CATEGORIA OBIETTIVO DELL’ENGAGEMENT OUTCOME DELL’ENGAGEMENT
PERSONE E SINDACATI NAZIONALI
E INTERNAZIONALI
COMUNITÀ FINANZIARIA
-
Instaurare un rapporto di fiducia tra la Società, i lavoratori e i
sindacati
-
Sostenere la protezione sociale dei lavoratori e il rispetto dei DU
-
Condividere i cambiamenti e sviluppo delle competenze
-
Promuovere l’equilibrio vita privata-professionale
-
Assicurare l’adeguata comprensione di:
-
scelte strategiche, driver di valore e del contesto operativo
-
performance economico-finanziaria e ESG
-
-
Raggiungimento degli obiettivi strategici
-
Up/reskilling delle competenze
-
Informazione e consultazione dei rappresentanti dei
lavoratori nei processi strategici e operativi
-
Aggiornamento delle policy interne
-
Adesione ad iniziative e campagne globali per il
benessere delle persone
-
Predisporre comunicazioni e presentazioni allineate alle aspettative della comunità finanziaria
-
Considerare il riscontro della comunità finanziaria per la messa a punto delle politiche e per il miglioramento dei rating ESG
COMUNITÀ LOCALI, COMMUNITY BASED ORGANIZATION E ORGANIZZAZIONI
PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO
-
Considerare aspettative e necessità locali e implementare progetti di sviluppo
-
Identificare potenziali impatti negativi, misure di prevenzione e mitigazione, assicurando il rispetto dei DU
-
Promuovere e sostenere il dialogo e la cooperazione attiva anche coinvolgendo le autorità
-
Instaurare relazioni e partnership forti e durature con tutti gli
attori del territorio
-
Diffusione di informazioni trasparenti delle attività Eni
-
Promozione e implementazione di Programmi di Sviluppo locale in linea con le necessità locali e i framework strategici delle Nazioni Unite, condividendo know-how e promuovendo sinergie con i principali attori di cooperazione
-
Valutazione e misurazione dello sviluppo locale attraverso l’uso di strumenti e metodologie
CONTRATTISTI, FORNITORI E PARTNER COMMERCIALI
CLIENTI
E CONSUMATORI
ISTITUZIONI NAZIONALI, EUROPEE E INTERNAZIONALI
-
Supportare i fornitori nella gestione degli impatti su persone e
l’ambiente, assicurando il rispetto dei DU
-
Promuovere la sicurezza sul lavoro lungo tutta la filiera, garantendo condizioni lavorative sicure e dignitose
-
Accompagnare i fornitori nel percorso di transizione energetica
-
Ottimizzazione della compliance in ottica due diligence anti-corruzione e DU sulle potenziali terze parti a rischio
-
Favorire la competitività della filiera attraverso l’adozione di pratiche sostenibili che rafforzino la resilienza dei fornitori nei mercati globali
-
Supportare e promuovere azioni a favore della transizione
energetica giusta
-
Creare e diffondere la cultura dell’uso sostenibile dell’energia, per consumi consapevoli ed efficienti
-
Contribuire al dibattito pubblico su temi di interesse, tra cui la transizione energetica, rappresentando la posizione aziendale
-
Creazione di partnership e membership che promuovano i business di Eni e/o il posizionamento aziendale
-
Creazione di partnership per i progetti volti a contribuire allo sviluppo socio economico e sanitario dei Paesi di presenza
-
Sostenere il dialogo trasparente
-
Identificazione, prevenzione e mitigazione dei rischi in ogni fase del processo di approvvigionamento
-
Costruzione di una filiera sicura, responsabile, innovativa e internazionale per una transizione energetica equa e sostenibile
-
Promozione di training e sensibilizzazione sulle tematiche ESG e DU
-
Promozione di relazioni commerciali incentrate sulle
esigenze del cliente
-
Fornitura di prodotti e servizi di qualità in linea con le esigenze specifiche
-
Sostegno dei clienti finanziariamente vulnerabili, in particolare i giovani
-
Rappresentazione degli interessi Eni presso le diverse istituzioni per la valutazione degli impatti di policy e norme
-
Contribuire a migliorare gli effetti e l’efficacia delle policy
-
Partecipazione alle consultazioni su proposte di policy
UNIVERSITÀ E ISTITUTI, CENTRI DI RICERCA
E HUB DI INNOVAZIONE
-
Promuovere lo sviluppo di competenze e know-how
tecnologico per garantire la transizione sostenibile
-
Attivare un ecosistema innovativo per la transizione e le nuove filiere energetiche
-
Valutare e monitorare i rischi legati alle attività di business sulla salute dei lavoratori
-
-
Sviluppo di soluzioni innovative, come la fusione a confinamento magnetico
-
Promozione di attività di ricerca scientifica
-
Sostenere il dialogo e le competenze per la transizione
ORGANIZZAZIONI DI ADVOCACY
E DI CATEGORIA, ASSOCIAZIONI CONFINDUSTRIALI
-
Supportare il business nel percorso di trasformazione e transizione energetica
-
Condividere conoscenze ed esperienze, nel percorso di
transizione energetica
-
Promuovere la discussione sulle soluzioni per la produzione energetica, ricerca e sviluppo
-
Definizione di strategie a supporto della transizione
energetica
-
Supporto alle politiche e normative globali nel contrasto
al cambiamento climatico
-
Promozione di mobilità sostenibile con carburanti alternativi e car sharing
-
Promozione di nuove tecnologie nella blue economy
-
Implementazione piattaforma Open-es
-
Promozione strategia sostenibile della Supply Chain
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MODALITÀ DI ENGAGEMENT ATTIVITÀ 2024 TEMI PRINCIPALI27
-
Incontri
-
Workshop
-
Collaborazioni
-
Iniziative di formazione e sensibilizzazione
-
Incontri di Comitati dei rappresentanti dei lavoratori/azienda
-
-
Sensibilizzazione su diversità e su policy Zero Tolerance
-
Diffusione dei Principi e Regole d’Oro della Sicurezza
-
Team building e valorizzazione dei giovani
-
Analizzati e condivisi con il management i risultati della survey per le ~5.000 risorse U36 e avviate iniziative specifiche
-
Capitale umano
-
Salute e sicurezza sul lavoro e di processo
-
Economia circolare e gestione dei rifiuti
-
Dialogo continuativo, anche con il top management, tramite la partecipazione/ organizzazione di: eventi, road-shows, conference calls, conferenze tematiche
-
Collaborazione con i rating ESG
-
Consultazioni
-
Grievance Mechanism
-
Campagne di sensibilizzazione
-
Workshop
-
Questionari e raccolta dati
-
Incontri istituzionali
-
Iniziative ed eventi sul territorio
-
Accordi di collaborazione con organizzazioni per la cooperazione allo sviluppo
-
Programmi di formazione e confronto dei fornitori su specifici temi in ambito ESG
-
Survey, assessment e monitoraggio delle
performance dei fornitori
-
Attività di sensibilizzazione sulle tematiche ESG attraverso le iniziative della Community Open-es
-
Valorizzazione best practice
-
Presentazioni trimestrali e Capital Markets Day
-
Partecipazione a road show e conferenze specializzate
-
Incontri individuali con investitori
-
Ingaggio investitori e Proxy advisor su temi assembleari
-
Ingaggio con agenzie di rating ESG per l’emissione dei rating
-
~850 fondi contattati
-
Comunicazioni periodiche su avanzamento progetti
-
Gestione di richieste e grievance
-
Attività di monitoraggio
-
Studi di baseline, studi di fattibilità, valutazioni di progetti
-
Presentazione di obiettivi e risultati
-
Collaborazioni con Agenzie delle Nazioni Unite (UNIDO, UNESCO, ILO, IOM) e organizzazioni della società civile (IRC, E4Impact, AVSI, Istituto Oikos, Medici con l’Africa Cuamm e AISPO) e Agenzie di cooperazione nazionali (AICS e USAID)
-
17 accordi firmati per iniziative di sviluppo socioeconomico e
4 per iniziative di salute delle comunità
-
Ampliamento della community di Open-es: >28.000 imprese aderenti
-
Estensione dell’applicazione del modello di due diligence dei
DU
-
Programma “Sustainable Supply Chain Finance”
-
Safety & Sustainability Award
-
Programma formativo “Open-es competenze ESG” rivolto a tutta la filiera
-
-
-
-
Performance economico-finanziaria
-
Cambiamento climatico
-
Salute e sicurezza sul lavoro e di processo
-
Biodiversità ed ecosistemi
-
Lavoratori della catena del valore
-
Sviluppo locale e accesso all’energia
-
Cambiamento climatico
-
Parità di trattamento
-
Salute delle Comunità
-
Salute e sicurezza sul lavoro e di processo
-
Cambiamento climatico
-
Diritti umani
-
Gestione responsabile delle filiere
-
Anti-corruzione
-
Con i clienti: attività di informazione tramite canali dedicati; focus group; iniziative ed eventi sul territorio
-
Con le Associazioni dei Consumatori: iniziative ed eventi sul territorio; canali dedicati
-
Incontri, tavoli di lavoro, iniziative di think tank
-
Dialogo istituzionale
-
Partecipazione a eventi, visite e iniziative di
promozione economica
-
Partnership
-
Comunicazione con canali dedicati
-
Approfondimento di scenari geopolitici ed energetici, sviluppo sostenibile e nuove tecnologie
-
Collaborazioni
-
Progetti
-
Hub
-
Accordi
-
Start-up
-
Convegni ed eventi
-
Dibattiti
-
Iniziative di formazione
-
Incontri e workshop annuali
-
Partecipazione a progetti
-
-
Mantenimento della soddisfazione dei clienti e della qualità del servizio
-
20 incontri periodici con Associazioni dei Consumatori (~500
referenti in Italia)
-
Posizionamento Eni su tematiche di interesse verso policymaker e in eventi pubblici
-
Presentazione di progetti, visite di associazioni, delegazioni istituzionali e politiche presso impianti industriali, siti operativi e centri di ricerca
-
Accordi di collaborazione
-
Elaborazione di posizionamenti e risposte alle consultazioni
pubbliche
-
Nuovo accordo quadriennale con MIT
-
Partecipazione nei principali hub di innovazione nazionale e internazionale (es. Centri Nazionali PNRR ed Ecosistemi Innovazione e Cluster Tecnologici Nazionali)
-
Lanciata prima Rete Internazionale sulla Transizione
Energetica Africana
-
8 hub di sviluppo imprenditoriale attivi in Italia e 2 all’estero
(Kenya e Congo)
-
>100 start-up innovative incubate/accelerate
-
Attività di ricerca in ambito sanitario
-
>200 imprese coinvolte in un percorso di crescita sostenibile
-
Adesione di ~10 associazioni territoriali e 3 di categorie ad
Open-es;
-
Eventi e workshop per promuovere l’utilizzo dei biocarburanti (HVO), accelerare la decarbonizzazione del settore marittimo e terrestre
-
Supporto con le associazioni di categoria ad attività in ambito di green e blue economy
-
Cambiamento climatico
-
Clienti e consumatori
-
Cambiamento climatico, transizione energetica e decarbonizzazione dell’industria e dei trasporti
-
Disciplina di settore
-
Progetti industriali strategici
-
Innovazione, digitalizzazione e Cyber Security
-
Sviluppo sostenibile
-
Salute delle Comunità
-
Diritti umani
-
Cambiamento climatico
-
Sviluppo locale e accesso all’energia
-
Salute
-
Transizione energetica
-
Mobilità sostenibile
-
Sostenibilità alle imprese
-
Sviluppo locale e accesso all’energia
-
Cambiamento climatico
-
-
-
I temi e gli aspetti prioritari per le diverse categorie di stakeholder informano il processo di materialità.
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ALLEGATI
Cambiamento climatico
POLITICHE E GOVERNANCE28
[FASE 1 DELLA DUE DILIGENCE]
Eni esprime il proprio impegno nel contrastare il cambiamento climatico nella mission e in differenti politiche aziendali, tra cui il Codice Etico, nonché attraverso la definizione di una strategia di decarbonizzazione (per dettagli si rimanda al paragrafo
Strategia di decarbonizzazione). Come esplicitato nella mission, Eni “sostiene concretamente una transizione energetica socialmente equa, con l’obiettivo di preservare il pianeta, e promuove l’accesso alle risorse energetiche in maniera efficiente e sostenibile per tutti”.
Nel
Codice Etico si afferma che “Eni è determinata a contribuire positivamente al raggiungimento dei Sustainable Development Go-als, sostiene una transizione energetica low carbon e socialmente equa ed è tra i firmatari del Paris Pledge sostenendo gli obiettivi contenuti nell’Accordo di Parigi. Il nostro impegno nella lotta ai cambiamenti climatici include soluzioni innovative volte a ridurre l’impat-to delle nostre operazioni mediante un uso efficiente delle risorse naturali, la tutela della biodiversità e della risorsa idrica, e supportando azioni di mitigazione e di adattamento nei contesti locali in cui operiamo. Siamo inoltre impegnati nella ricerca di soluzioni tecnologiche che riducano l’impatto dei nostri prodotti e privilegino un approccio circolare”. Eni promuove la propria condotta responsabile lungo la catena del valore. In particolare, chiede ai propri fornitori di impegnarsi nella salvaguardia dell’ambiente, nell’ottimizzazio-ne dell’uso delle risorse e nel contribuire al raggiungimento degli obiettivi di efficienza degli impianti e di riduzione delle emissioni, supportando così l’impresa nello sfidante percorso verso la Neutralità carbonica. Per approfondimenti, si veda il
Codice di Condotta dei Fornitori. Nell’ambito delle attività di advocacy, Eni dialoga con i policymaker sia direttamente che indirettamente attraverso le associazioni di categoria, contribuendo attivamente, con la propria esperienza di società internazionale dell’energia, alla definizione di strategie e norme mirate a promuovere il percorso verso la Neutralità carbonica, approfondito nel paragrafo
Trasparenza e Partnership. La strategia di decarbonizzazione è parte integrante della strategia d’impresa di Eni e trova attuazione anche tramite un sistema strutturato di Corporate Governance, in cui CdA e AD hanno un ruolo centrale nella gestione dei principali aspetti legati al cambiamento climatico. Il CdA, in particolare, esamina e approva, su proposta dell’AD, il Piano Strategico che include il piano quadriennale, il piano di medio-lungo termine, i target industriali di business, nonché i risultati economico-finanziari e gli obiettivi di sostenibilità, tra cui gli obiettivi di decarbonizzazione. Inoltre, il Comitato Sostenibilità
e Scenari (CSS) è il comitato endoconsiliare che svolge funzioni istruttorie, consultive e propositive relative a processi, iniziative e attività tese a presidiare l’impegno di Eni per uno sviluppo più sostenibile lungo la catena del valore. Per gli argomenti approfonditi dal CSS nell’anno e per altri dettagli sul ruolo degli Organi, si rimanda al paragrafo
Governance. L’effettiva realizzazione della strategia aziendale è supportata dalla Politica sulla Remunerazione Eni attraverso sistemi di incentivazione rivolti agli Amministratori, ai Direttori Generali, ai Dirigenti con responsabilità strategica e agli altri Exe-cutive Manager29: a) il Piano di Incentivazione di Lungo Termine, di tipo azionario, prevede specifici obiettivi di sostenibilità ambientale e transizione energetica (peso complessivo del 35%), articolato su traguardi connessi ai processi di decarbonizzazione e transizione energetica (20% Emissioni nette GHG upstream Scope 1 e 2 equity e 15% Capacità di produzione di biojet fuel); b) il Piano di Incentivazione di Breve Termine è anch’esso strettamente connesso agli obiettivi di trasformazione strategica di Eni, includendo un obiettivo di sostenibilità ambientale che si focalizza sulla riduzione di emissioni nette GHG upstream Scope 1 e 2 equity in coerenza con il Piano di Incentivazione di Lungo Termine, con un peso pari al 20% per l’AD e per il management, con pesi definiti in base alle responsabilità attribuite; per dettagli si rimanda allaRelazione sulla Politica di Remunerazione 2025 e sui compensi corrisposti 2024. A supporto del monitoraggio e della rendicontazione degli obiettivi di decarbonizzazione incorporati nel Piano Strategico, Eni ha sviluppato e integrato nel corpo normativo interno specifiche procedure che definiscono, in linea con i principali standard internazionali, le modalità di rendicontazione delle emissioni (per maggiori informazioni, si rimanda alla sezione
Metriche). Infine, per supportare il percorso di transizione energetica intrapreso da Eni, l’assetto organizzativo continua a evolvere insieme alla strategia di lungo termine, garantendo al tempo stesso coerenza con la mission aziendale. In tal senso, va letta anche la riorganizzazione del 2024 che ha raggruppato le attività di business in tre strutture: (i) Transition & Financial a cui fa capo l’elaborazione e l’implementazione della strategia economica e finanziaria di Eni e a cui riferiscono Plenitude ed Enilive; (ii) Global Natural Resources che gestisce il portafoglio upstream Oil & Gas, lo sviluppo dei business della CCS e degli agri-hub. Inoltre, controlla il business Power Generation & Marketing e le attività del Trading;
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Industrial Transformation focalizzata sull’accelerazione delle
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attività di trasformazione industriale della Chimica (Versalis), sulla riconversione del downstream tradizionale (Raffinazione) e sull’evo-luzione delle attività di risanamento ambientale (Eni Rewind).
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Per i riferimenti relativi al Codice Etico si veda
Il sistema normativo, mentre per il sistema normativo interno, si veda
Principi e criteri metodologici/Politiche. -
Circa 300 risorse manageriali critiche per il business.
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SCHEMA DI RICONCILIAZIONE DELLA DUE DILIGENCE CLIMATICA
Gli strumenti e le prassi di Eni relativi alla tematica del cambiamento climatico sono inquadrabili nelle fasi di due diligence individuate dalle Linee Guida OCSE per le imprese multinazionali sulla condotta responsabile d’impresa (2023) e dalle Linee Guida OCSE sul dovere di diligenza (2018), come di seguito rappresentato:
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Integrare il dovere di diligenza nella governance, nella strategia e nel modello aziendale: Eni esprime il proprio impegno al contrasto al cambiamento climatico nella mission aziendale e attraverso differenti politiche aziendali, in particolare il Codice Etico. Eni ha definito una strategia di decarbonizzazione per traguardare la Neutralità carbonica al 2050 che è parte integrante della strategia d’impresa e trova attuazione anche tramite un sistema strutturato di Corporate Governance. L’impegno a contrastare il cambiamento climatico è, inoltre, inserito tra gli indirizzi che guidano le performance del management attraverso la Politica sulla Remunerazione. Infine, Eni promuove la propria condotta responsabile nelle relazioni lungo la catena del valore e nelle attività di advocacy, i cui principi cardine sono riportati nel codice di condotta dei fornitori e nell’Assessment of Industry Associations’ Climate Policy Positions; per approfondimenti si rimanda al paragrafo Politiche e Governance.
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Individuare e valutare gli impatti negativi: Eni si è dotata di strumenti e processi interni atti a individuare le fonti di emissioni GHG. Sulla base di tale censimento, Eni costruisce un inventario emissivo rendicontando le emissioni e stabilendo un ordine di priorità d’intervento per la loro mitigazione, tenendo conto anche del dibattito climatico esterno; per approfondimenti si rimanda alle sezioni Impatti legati ai cambiamenti climatici e Metriche.
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Intervenire per far fronte agli impatti negativi: Al fine di contribuire alla riduzione delle emissioni GHG dell’impresa e della sua catena del valore, Eni ha definito un percorso verso la Neutralità carbonica al 2050 che si compone di una serie di obiettivi annunciati pubblicamente, con tappe intermedie che porteranno progressivamente all’azzeramento netto degli indicatori Net GHG lifecycle emissions Scope 1, 2 e 3 e Net Carbon Intensity associati al ciclo di vita dei prodotti energetici venduti. Per dettagli si rimanda a Strategia di decarbonizzazione. Inoltre, riconoscendo il valore dell’azione collettiva nel contrastare il cambiamento climatico, Eni promuove azioni combinate multiset-toriali e a livello globale. A tal fine, Eni collabora con diversi attori, tra cui il mondo accademico, la società civile, le istituzioni e le imprese, per identificare e promuovere azioni volte a favorire la transizione energetica; per dettagli si rimanda al paragrafo Partnership per la Decarbonizzazione.
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Monitorare l’efficacia degli interventi: Il monitoraggio dell’andamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni GHG segue un ciclo strutturato che include la pianificazione strategica, l’assegnazione di obiettivi legati alla remunerazione del management e il monitoraggio semestrale degli indicatori per analizzare eventuali gap e ripianificare le priorità per il ciclo successivo (si veda Metriche).
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Comunicare: Eni comunica in maniera completa e trasparente le informazioni connesse ai temi climatici, sulla base degli obblighi di legge in termini di informativa di sostenibilità, nonché seguendo le principali linee guida volontarie e best practice di disclosure climatica. Inoltre, Eni svolge un esercizio di monitoraggio permanente sullo sviluppo delle normative di soft e hard law relative al tema climatico, finalizzato a valutare la tenuta dei propri strumenti e il loro eventuale adeguamento; per dettagli si rimanda al paragrafo Trasparenza nella Disclosure.
IMPATTI, RISCHI E OPPORTUNITÀ CONNESSI AI CAMBIAMENTI CLIMATICI
Impatti legati ai cambiamenti climatici
(vista inside-out)
[FASE 2 DELLA DUE DILIGENCE]
Il processo svolto da Eni per individuare i propri impatti legati ai cambiamenti climatici ha considerato riferimenti scientifici30, normativi e Linee Guida31, dai quali emerge che la stima delle emissioni GHG è il criterio indicato per valutare l’impatto negativo dell’impresa verso l’esterno. Consapevole della necessità di una risposta collettiva alla
sfida globale della decarbonizzazione, Eni è da tempo impegnata in un percorso di riduzione delle emissioni GHG verso il traguardo della Neutralità carbonica al 2050. Ispirandosi alle raccomandazioni dei principali standard internazionali e alle best practice di settore32, Eni ha implementato procedure interne per l’identificazione delle sorgenti emissive e delle metodologie per il calcolo delle emissioni di GHG dirette e indirette a livello bottom-up, partendo dalle valutazioni degli operatori dei singoli siti industriali che vengono poi successivamente consolidate a livello centrale. Grazie alla mappatura della componente emissiva legata alle attività di oltre 600 società, in 64 Paesi, Eni ha definito un inventario per le emissioni GHG effettive dirette e indirette. Al fine di rendere il processo di raccolta e controllo dei dati
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La posizione prevalente della comunità scientifica individua nelle emissioni GHG la causa dei cambiamenti climatici, riconoscendo in ogni caso che non vi sia un rapporto lineare tra emissioni GHG e gli impatti dei cambiamenti climatici. Cfr. AR6 IPCC e, ad esempio, Rial et al., 2004; Trudinger, and Enting, 2005; Millar et al., 2017.
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Come, ad esempio, quanto indicato nella sezione “Obbligo di informativa relativo all’ ESRS 2 IRO-1”, paragrafo 20, comma a) dell’ESRS E1.
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WBCSD/WRI GHG Protocol Initiative e la IPIECA/API/IOGP Petroleum industry guideline for reporting greenhouse gas emissions 2011.
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solido e strutturato, sono state implementate specifiche procedure e adeguati presidi di controllo. L’impatto emissivo del Gruppo è valutato anche a livello prospettico stimando le emissioni GHG potenziali sulla base del Piano Strategico definito fino al 2050. Per ulteriori dettagli si rimanda alle sezioni
Metriche e
Metriche: metodologie di riferimento.PROCESSO DI PRIORITIZZAZIONE DEGLI IMPATTI EMISSIVI
Dai primi anni 2000 Eni si è dotata di un inventario emissivo contenente informazioni funzionali (es. breakdown geografico, di business, di tipologia di sorgente) volte a identificare gli ambiti di intervento prioritario anche alla luce dei principali trend del dibattito climatico esterno. A titolo di esempio, le decisioni prese nei consessi internazionali (es. COP)33, gli scenari energetici e climatici e gli studi internazionali delle Nazioni Unite , tra cui i rapporti scientifici pubblicati dall’IPCC, forniscono indicazioni in merito alle principali leve di decarbonizzazione utilizzabili (si veda
Scenari delle principali organizzazioni internazionali). In particolare, dall’analisi del contesto esterno emerge l’orientamento a focalizzare le azioni sulla riduzione delle emissioni Scope 1 e 2, su interventi per i quali esistono margini di mitigazione tecnologicamente traguardabili e sulla riduzione delle emissioni di metano, gas serra con un potere climalterante34 più alto dell’anidride carbonica e per il quale esistono già soluzioni economicamente e tecnicamente perseguibili. Sulla base di queste evidenze e dell’analisi del proprio inventario emissivo, fin dal 2015 Eni si è dotata di una serie di obiettivi volti a migliorare le performance relative alle emissioni GHG dei propri asset, con un focus specifico sul metano e sul flaring. Tali obiettivi sono stati rilanciati nel corso degli anni: da un lato, è aumentato il numero di indicatori di riferimento, dall’altro, sono stati adottati obiettivi sempre più sfidanti e ambiziosi. A partire dal 2020, Eni ha definito un percorso e obiettivi specifici per raggiungere la Neutralità carbonica al 2050, riferita all’intero ciclo di vita dei prodotti energetici venduti; per dettagli si rimanda alla sezione
Strategia di decarbonizzazione. Il processo di individuazione, valutazione e prioritizzazione degli impatti emissivi viene aggiornato e modificato con cadenza annuale; negli anni tale processo ha, inoltre, registrato un progressivo affinamento, in linea con il maturare delle evidenze scientifiche e con la crescita della consapevolezza climatica a livello internazionale.
Rischi e opportunità climatiche per l’impresa (vista outside-in)
L’analisi di doppia materialità di Eni si completa con l’individuazione e la valutazione del rischio e delle opportunità climatiche. Il rischio connesso al cambiamento climatico identifica la possibilità che si verifichino modifiche di scenario/condizioni climatiche che possono generare rischi di transizione (di mercato, normativi e legali, tecnologici e reputazionali) e rischi fisici (acuti e cronici) sui business di Eni nel breve, medio e lungo periodo. Vengono altresì considerati i rischi connessi all’implementazione delle azioni strategiche pianificate. Le opportunità riscontrate fanno riferimento alla possibilità di sviluppare prodotti e servizi a ridotto impatto emissivo, nonché tecnologie per la mitigazione e la compensazione delle emissioni GHG. Il processo per identificare e valutare i rischi connessi al clima è parte del Modello di
Risk Management Integrato, come descritto nel paragrafoProcesso e risultati dell’analisi di doppia materialità. Questo processo assicura la rilevazione, il consolidamento e l’analisi dei rischi Eni e supporta il CdA nella verifica di compatibilità del profilo di rischio con gli obiettivi strategici, anche in ottica di medio-lungo termine, monito-rando l’evoluzione dei rischi principali e delle azioni di de-risking. I rischi, incluso il climate change, sono valutati considerando sia la probabilità di accadimento sia gli effetti sugli obiettivi quantitativi e qualitativi di Eni che si verrebbero a determinare in un dato orizzonte temporale al verificarsi del rischio; tali rischi sono inoltre rappresentati su matrici che ne consentono il confronto e la classificazione per rilevanza. Su questa scala, il cambiamento climatico è considerato per Eni un top risk.
ANALISI DEGLI SCENARI
L’individuazione dei rischi di transizione e fisici e delle opportunità climatiche di Eni è supportata anche da un’approfondita analisi degli scenari climatici. Nel contesto internazionale esistono attualmente molteplici scenari, elaborati da numerosi analisti, organizzazioni, energy company e consulenti di settore, che seguono logiche di costruzione differenti e costruiscono un range di possibili evoluzioni per il sistema energetico futuro, partendo da mix diversificati di leve, tecnologie, ipotesi sull’evoluzione delle abitudini di consumo e di policy. Tali percorsi hanno lo scopo di indicare una possibile direzione futura fornendo un quadro di riferimento anche per orientare al meglio gli indirizzi e le scelte di policy. Eni analizza diversi percorsi futuri con mix eterogenei di soluzioni e traguardi. Tra questi, un ruolo di particolare rilievo è svolto dai percorsi rappresentati da IEA e IPCC.
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Ad esempio, la decisone (1/CMA.5) adottata durante la COP28 (2023) dove si è verificato i progressi per il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi e individuato misure e best practice e opportunità per i Paesi nella revisione dei propri Nationally Determined Contribution (NDCs).
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È la capacità di un gas di persistere nell’atmosfera per un determinato arco temporale. Per maggiori dettagli si veda
Metriche: metodologie di riferimento.
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SCENARI DELLE PRINCIPALI ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI
L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) elabora tre scenari energetici: (i) Stated Policies – STEPS a politiche approvate e un incremento della temperatura atteso di 2,4°C nel 2100 (probabilità del 50%); (ii) Announced Pledges – APS che traguarda, nei tempi annunciati, gli obiettivi Net Zero dichiarati dai singoli Paesi con un incremento della temperatura atteso di 1,7°C nel 2100 (probabilità del 50%); (iii) Net Zero Emissions – NZE che impone l’azzeramento delle emissioni nette @2050 consistente con il contenimento dell’in-cremento della temperatura a 1,5°C con overshoot limitato35 (probabilità del 50%). Tali previsioni, partono da alcune ipotesi comuni, riguardanti l’evoluzione del contesto demografico ed economico previsti continuare a crescere rispettivamente al +0,7% e +2,7 medio annuo tra il 2023 e il 2050. Nello specifico nello scenario NZE36, di cui IEA fornisce dettagli numerici solo su scala globale, la decarbonizzazione del sistema energetico è resa possibile da un ricorso crescente a elettrificazione e rinnovabili intermittenti (la cui quota sul mix di generazione elettrica passa dal 13% attuale a circa il 75% @2050), un miglioramento dell’efficienza energetica, una rapida evoluzione tecnologica (CCUS, BECCS e DACS) ed un’evoluzione delle abitudini di consumo verso standard di maggiore sostenibilità. In termini di mix energetico, nello scenario NZE si assiste ad una sostanziale riduzione del ruolo delle fossili il cui peso sul mix mondiale passa da poco meno dell’80% attuale a poco meno del 15% al 2050, a fronte di una domanda energetica in decrescita del -0,5% medio annuo tra il 2023 e il 2050. In tale contesto, le emissioni nette di CO2del comparto energetico – previste per costruzione azzerarsi al 2050 – tra il 2019 e il 2030 sono previste ridursi del 30%. Tale calo deriva in prima battuta dalla riduzione del ricorso su scala globale al carbone (la fonte a maggior impatto ambientale), le cui emissioni si riducono del 42% (vs. un calo atteso del consumo del -40%), seguito dal petrolio (emissioni CO2– 28% vs. calo del consumo del -21%) e in misura più contenuta dal gas naturale (emissioni CO2
-14%, vs. calo consumo del -15%). Complessivamente, il calo delle emissioni del comparto Oil & Gas tra il 2019-2030 è prossimo al
-23% a fronte di una riduzione complessiva del consumo delle due fonti del -18%.
L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), nel suo ultimo report (AR6, 2021), propone 5 narrative possibili per lo sviluppo della popolazione e dell’economia mondiale chiamati SSP (Shared Socioeconomic Pathways) che, combinati con i 7 percorsi di concentrazioni delle emissioni GHG, anche detti RCP37 (Representative Concentration Pathways), definiscono gli scenari climatici. Questi ultimi, sono raggruppati in 8 categorie (C1-C8)38 in base all’incremento di temperatura al 2100 associata a ciascuno scenario. In particolare, nella categoria C1 sono raggruppati 97 scenari che consentono di limitare l’aumento della temperatura media globale entro 1,5°C senza o con overshoot limitato (azzeramento delle emissioni nette in un arco temporale che varia dal 2030 al 2100, a seconda dello scenario) (probabilità >50%). Gli scenari in tale gruppo sono basati su percorsi di sviluppo sostenibile SSP139 o intermedio SSP240 e su una bassa concentrazione di emissioni GHG – RCP 1.9. Questi scenari prevedono percorsi di decarbonizzazione del sistema energetico che, pur adottando leve e tecnologie simili a quelle utilizzate dallo scenario IEA NZE, ne propongono combinazioni diverse. Ad esempio, l’elettrificazione, in questi percorsi, non necessariamente prevede il ricorso quasi esclusivo alle rinnovabili intermittenti, ma può derivare anche da un utilizzo crescente del nucleare. In questi scenari, inoltre, il valore mediano della riduzione di energia primaria attesa a livello globale tra il 2019-2030 da carbone è prossimo al 75%, laddove per petrolio e gas è attesa essere prossima al 10%. Infine, nella categoria C8 sono raggruppati 29 scenari che prevedono un raddoppio delle emissioni GHG globali rispetto ai livelli del 2015 e un aumento della temperatura media globale di oltre 4°C. Quest’ultimi descrivono il potenziale incremento nella frequenza e nell’intensità di alcuni fenomeni meteoclimatici acuti e cronici (es. ondate di calore, precipitazioni intense, riduzione dei ghiacciai, etc.). Il trend socioeconomico sottostante a questi scenari è SSP541, che viene combinato con una concentrazione alta di emissioni GHG – RCP 8.5.
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L’overshoot è il superamento temporaneo di un determinato livello di riscaldamento globale, come ad esempio 1,5°C. L’overshoot implica un picco della temperatura, seguito da una diminuzione del riscaldamento globale, ottenuta attraverso la rimozione antropogenica di CO2 che supera le emissioni residue di CO2 a livello globale (fonte: glossario IPCC “Special Report: Global warming of 1.5°C”). Esistono due tipologie di overshoot: “limitato” si riferisce al superamento del riscaldamento globale di 1,5°C fino a circa 0,1°C, “elevato” si riferisce ad un superamento di 0,1°C-0,3°C, in entrambi i casi per un periodo di diversi decenni (fonte: “Climate Change Synthesis Report” IPCC, 2023).
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World Energy Outlook 2024.
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Gli RCP (Representative Concentration Pathways) sono scenari che includono serie temporali di emissioni e concentrazioni di tutti i GHG, aerosol e gas chimicamente attivi, nonché l’uso del suolo/copertura del suolo. Il termine “rappresentativo” indica che ogni RCP fornisce solo uno dei tanti possibili scenari che potrebbero portare a specifiche caratteristiche di forzante radiativo (W m-2). Il termine “percorso” sottolinea che non solo i livelli di concentrazione a lungo termine sono di interesse, ma anche la traiettoria seguita nel tempo per raggiungere quel risultato (fonte: Glossario IPCC).
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Le categorie vanno da emissioni molto basse (C1) a emissioni molto elevate (C8), con categorie intermedie che limitano il riscaldamento globale a soglie di temperature diverse: C2 a 1,5°C dopo un alto overshoot; C3-C4 a 2°C; C5 a 2,5°C; C6 a 3°C; C7 a 4°C (fonte: “Climate Change Synthesis Report” IPCC, 2023).
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SSP1, “percorso della sostenibilità”, si caratterizza per un’elevata attenzione alla sostenibilità, uno sviluppo inclusivo, ridotte disuguaglianze economiche e sociali ed una protezione per l’ambiente (fonte: IPCC Focal Point for Italy).
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SSP2, “percorso intermedio”, è rappresentata dai modelli di sviluppo storici continuando per tutto il XXI secolo (fonte: IPCC Focal Point for Italy).
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SSP5, “percorso di crescita rapida”, si caratterizza da una rapida crescita economica e un’economia ad alta intensità energetica, basata sui combustibili fossili, con conseguenti sfide significative per il clima (fonte: “Climate Change Synthesis Report”, IPCC, e IPCC Focal Point for Italy).
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Rischi di transizione
Il contesto in cui Eni opera è influenzato in maniera rilevante dagli impegni globali per il raggiungimento della neutralità carbonica e il possibile cambiamento delle preferenze dei consumatori che potrebbero determinare una diminuzione strutturale della domanda di idrocarburi nel medio-lungo termine e un aumento dei costi operativi del settore Oil & Gas. Le incertezze sull’andamento della domanda e sulla fattibilità/redditività delle tecnologie di decarbonizzazione rendono le decisioni di investimento a lungo termine rischiose. Inoltre, la crescente attenzione del dibattito pubblico al
cambiamento climatico e lo scrutinio sempre più rigoroso da parte di vari stakeholder potrebbero comportare difficoltà di accesso al mercato dei capitali e mettere in discussione la “license to operate” delle società Oil & Gas. Per l’analisi approfondita di contesto per singolo driver o eventi di transizione (di mercato, normativi e legali, tecnologici e reputazionali) si rimanda alla sezione
Fattori di rischio e incertezza. Si riporta in tabella una sintesi dei principali rischi individuati da Eni sulla base dei principali eventi di transizione.EVOLUZIONE DEL MERCATO
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Incertezza sullo sviluppo dei mercati per nuovi prodotti;
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Cambiamento delle preferenze dei consumatori (es. declino della domanda globale di idrocarburi).
TEMI NORMATIVI E LEGALI
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Introduzione di nuovi obblighi di disclosure climatica;
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Incertezza sull’evoluzione del framework normativo con potenziali impatti sulla strategia di lungo termine;
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Procedimenti in materia di climate change e greenwashing.
EVOLUZIONE TECNOLOGICA
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Redditività e rischi specifici di tecnologia per la transizione;
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Ritardi nello sviluppo delle tecnologie e delle filiere tecnologiche necessarie a rispondere ai target di decarbonizzazione;
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Mancato presidio di tecnologie che si rivelano importanti ai fini della transizione.
REPUTAZIONE
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Deterioramento dell’immagine del settore a fronte di accuse di greenwashing;
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Deterioramento dell’appeal del settore/azienda per talent attraction & retention;
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Minore attrattività del settore nei confronti degli investitori/finanziatori e potenziale rischio disinvestimento.
In risposta a queste tendenze emergenti, Eni individua azioni di trattamento (si veda
Risk Management Integrato) al fine di minimizzare i rischi. Nello specifico, Eni valuta le potenziali variabili che possono incidere sui costi operativi, come i prezzi del carbonio, e monitora la resilienza della strategia agli scenari di transizione (si veda scenario IEA NZE,Scenari delle principali organizzazioni internazionali).
INTERNAL CARBON PRICING
Eni nel 2024 ha utilizzato un meccanismo di internal carbon pricing (shadow price) per valutare la propria esposizione economi-
co-finanziaria al rischio dell’introduzione di sistemi di carbon pricing nei Paesi in cui opera. Il rendimento dei principali progetti di investimento viene testato utilizzando una sensitivity ad un valore di internal carbon pricing, pari a 45 $/ton CO2eq. (termini reali nel 2021), poi aggiornato ad un tasso d’inflazione del 2% anno. Eni applica l’internal carbon pricing per i progetti sviluppati in Paesi che non sono dotati di meccanismi di carbon pricing obbligatori42. I risultati sono esaminati dal CdA sia nella fase preliminare di autorizzazione del singolo investimento (Final investment decision
– FID), rientrante nelle soglie ad esso riservate, che successivamente durante il monitoraggio annuale dei progetti.
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Qualora la legislazione vigente del Paese preveda espressamente una carbon tax, tale prezzo viene incluso nel base case e non si procede al calcolo della sensitivity.
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RESILIENZA DELLA STRATEGIA AGLI SCENARI DI TRANSIZIONE
I processi aziendali di pianificazione strategica e di selezione/ monitoraggio degli investimenti hanno l’obiettivo di identificare le azioni per massimizzare il valore degli attivi del Gruppo considerando i rischi e le opportunità della transizione energetica. In tale ambito, con cadenza regolare, vengono definiti i piani di azione/ spending per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione a breve, medio e lungo termine sulla base di una serie di assunzioni base case circa la velocità di trasformazione del sistema energetico e le conseguenti ricadute sui prezzi. Il progress verso i target è oggetto di sistematico controllo e reporting. Uno degli strumenti utilizzati a consuntivo per assistere il management nella comprensione del grado di esposizione di Eni al rischio di transizione è l’analisi di sensitività dei valori degli asset Oil & Gas a scenari di prezzi alternativi rispetto al base case. L’analisi verifica la variabilità dei valori patrimoniali e il possibile rischio di distribuire utili non realizzati in presenza di scenari di stress: (i) taglio lineare del
-10% dei prezzi degli idrocarburi in tutti gli anni delle proiezioni di flussi di cassa; (ii) incremento di un punto percentuale del tasso di attualizzazione (WACC adjusted) per la determinazione dei valori attuali netti degli attivi in ciascun Paese di attività; (iii) assunzione delle proiezioni di prezzi degli idrocarburi e di costi della CO2dello scenario IEA Net Zero Emission 2050 (NZE 2050)43. Per maggiori
dettagli sull’analisi e rispettivi risultati, si veda la
Nota 15 del Bilancio Consolidato.Rischi fisici
I rischi fisici derivanti dai cambiamenti climatici possono essere determinati da singoli eventi (acuti) o da cambiamenti di lungo periodo (cronici) dei fenomeni climatici. Questi possono avere delle implicazioni finanziarie per le imprese, come danni diretti ai beni e impatti indiretti dovuti all’interruzione delle proprie operazioni e di quelle lungo la catena del valore, con conseguente perdita di risultato e cash flow e incremento dei costi di ripristino e manutenzione, compresi gli effetti sulla catena di fornitura. Eni ha definito una metodologia per valutare l’esposizione ai rischi fisici degli asset di proprietà44 e dei principali asset di terzi che fanno parte della catena del valore e la cui indisponibilità può causare ripercussioni sull’operabilità degli asset Eni. Ai fini dell’individuazione e la valutazione degli eventi climatici avversi e dell’evoluzione dei rischi fisici, Eni utilizza lo scenario IPCC SSP5 – 8.5, poiché scenario limite caratterizzato da un aumento della temperatura maggiore di 4°C entro il 2100 rispetto ai livelli pre-industriali (si vedano gli scenari IPCC categoria C8
Scenari delle principali organizzazioni internazionali). I principali pericoli legati al clima che Eni utilizza sono stati individuati a partire dalla tabella “classificazione dei pericoli legati al clima”45 ed in relazione alla loro applicabilità rispetto alla tipologia degli asset Eni.
ACQUA
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Innalzamento del livello
del mare
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Stress idrico
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Siccità
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Forti precipitazioni
(pioggia e grandine)
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Inondazione (costiera fluviale e pluviale)
VENTI
TEMPERATURA
MASSA SOLIDA
Rispetto ai rischi fisici sopraelencati, Eni sviluppa un esercizio di stress test sull’attuale portafoglio di asset su un orizzonte temporale di lungo periodo (20/30 anni). Tale valutazione è
svolta con cadenza annuale ed è oggetto di continuo miglioramento, anche per rispondere alla futura evoluzione ed accuratezza dei modelli previsionali.
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Scenario riportato nel World Energy Outlook 2024, IEA-OECD.
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Si utilizzano le coordinate geografiche di ciascun asset Eni per valutare in maniera puntuale le metriche quantitative delle proiezioni dei differenti eventi naturali nei siti di presenza Eni.
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Regolamento delegato UE 2021/2139 della Commissione – Appendice A.
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RESILIENZA DEGLI ASSET AI RISCHI FISICI
CLIMATE-RELATED
Una volta definiti i rischi fisici associati agli asset di Eni (rischio inerente), viene eseguita una valutazione delle mitigazioni o barriere esistenti, sia di carattere fisico che in termini di sistemi o procedure in essere. In seguito, per ciascun asset viene valutato il rischio residuo. In presenza di un livello di rischio residuo elevato, Eni mette in atto differenti tipologie di azioni: (i) per rischi cronici (es. water stress), sono pianificate ed eseguite attività di monitoraggio con eventuale successiva definizione e follow up di un piano di intervento; (ii) per rischi acuti, è attivato il processo di asset integrity46 che può condurre alla definizione e attuazione di un piano di adattamento. Dalle analisi di rischio fisico condotte nel 2024 sugli asset produttivi di Eni e sui principali asset della catena del valore, è emerso che il portafoglio Eni risulta sostanzialmente resiliente ai rischi fisici connessi al cambiamento climatico. Le ragioni principali della resilienza complessiva a livello di portafoglio degli asset Eni sono riconducibili: (i) alla resilienza intrinseca degli asset stessi (già progettati con criteri di design stringenti rispetto al verificarsi di eventi naturali estremi); e (ii) alla diversificazione geografica del portafoglio asset.
Opportunità climatiche
Se da un lato gli eventi di transizione possono comportare dei rischi, dall’altro possono offrire delle opportunità, la cui realizzazione richiede una rigorosa disciplina nell’allocazione del capitale e un attento processo di pianificazione strategica. Le opportunità sono identificate a partire dal Piano Strategico, selezionando quelle già effettivamente perseguite dall’azienda. Per approfondimenti sul processo d’individuazione e valutazione delle opportunità di sostenibilità, tra cui quelle climatiche, si veda il paragrafo
Processo e risultati dell’analisi di doppia materialità . Eni, per cogliere le opportunità, sta integrando il proprio modello di business con soluzioni connesse alla transizione energetica, quali la crescita delle rinnovabili e di network EV attraverso Plenitude e lo sviluppo della bioraffinazione attraverso Enilive (si veda il capitolo
Enilive e Plenitude). Dall’altro lato Eni sta attuando soluzioni volte a ridurre il proprio impatto emissivo e quello di terzi, come ad esempio lo sviluppo di progetti CCUS (si veda capitolo
CCS e Agri). Inoltre, Eni continua a investire in R&S con progetti che puntano su tecnologie all’avanguardia come la fusione magnetica. Per lo sviluppo di tali opportunità, Eni si è dotata di una nuova organizzazione aziendale (si veda
Politiche e Governance) e ha messo in atto la realizzazione di un modello satellitare47, riducendo l’impegno finanziario per la crescita dei nuovi business ed esplicitando il loro valore di mercato.STRATEGIA DI DECARBONIZZAZIONE
[FASE 3 DELLA DUE DILIGENCE]
Piano di decarbonizzazione
Eni sta affrontando le sfide poste in essere da un contesto energetico sempre più complesso e in rapida evoluzione con una strategia che punta alla riduzione progressiva dell’impatto emissivo direttamente e indirettamente associato all’attività di impresa, offrendo al contempo i prodotti energetici richiesti dai propri clienti. Tale approccio coniuga esigenze di: (i) sostenibilità ambientale; (ii) sicurezza degli approvvigionamenti, ovvero la capacità di contribuire ad assicurare la disponibilità ininterrotta di risorse energetiche sufficienti ad alimentare le attività umane e a garantire il soddisfacimento dei bisogni essenziali; (iii) equità energetica, da intendersi come la possibilità dei cittadini di accedere in maniera equa e non discriminatoria a energia adeguata, affidabile ed economica. In risposta a tali sfide, Eni è da tempo impegnata nella riduzione delle proprie emissioni GHG dirette ed è stata tra i primi del settore ad aver definito, a partire dal 2016, una serie di obiettivi volti a migliorare le performance relative alle emissioni GHG degli asset operati; inoltre, dal 2020 ha definito un percorso verso la Neutralità Carbonica che si esplicita attraverso una serie di obiettivi, con tappe intermedie, che porteranno progressivamente all’azzeramento netto (Net Zero) al 2050 degli indicatori Net GHG lifecycle emissions Scope 1, 2 e 3 e Net Carbon Intensity, associati al ciclo di vita dei prodotti energetici venduti. Le tappe di tale percorso sono state identificate sulla base di un esercizio di prioritizzazione delle differenti azioni basato sia su analisi interne che su quanto proposto dai principali scenari internazionali che mirano alla Neutralità Carbonica al 2050 per mantenere, a livello globale, l’aumento di temperatura entro 1,5°C al 2100. Pur nei limiti del confronto, la struttura di questo percorso, in termini di leve e obiettivi di riduzione delle emissioni, risulta sostanzialmente compatibile a tali scenari. Per approfondimenti si vedano gli scenari IPCC categoria C1 e IEA NZE nei paragrafi
Scenari delle principali organizzazioni internazionali;
Principali obiettivi di riduzione delle emissioni GHG;
Leve di decarbonizzazione. Nell’ambito della riduzione delle emissioni GHG Scope 1 e Scope 2, Eni ha deciso di focalizzarsi in primis sul settore Upstream, per il quale risultano già disponibili soluzioni tecnologicamente consolidate ed economicamente percorribili; le emissioni che non sono attualmente riducibili, vengono volontariamente compensate attraverso crediti di carbonio di alta qualità48. Eni ha definito obiettivi di azzeramento netto delle emissioni GHG Scope 1 e 2 per il solo settore Upstream al 2030 (Net Zero Carbon Footprint Usptream) e per tutta Eni al 2035 (Net Zero Carbon Footprint Eni) e un obiettivo di azzeramento netto delle emissioni GHG Scope 1, 2 e 3 associate al ciclo di vita dei prodotti energetici venduti al 2050, sia in termini assoluti (Net Zero GHG Lifecycle Emissions) che di intensità (Net Zero Carbon Intensity49). La strategia di decarbonizzazio-
-
Il processo di asset integrity viene applicato da Eni a tutti i propri asset per garantire la corretta progettazione e adeguata costruzione con i materiali più idonei, applicare il massimo rigore nell’operatività degli impianti e attuarne la corretta dismissione, gestendo anche i rischi residuali nel rispetto della sicurezza delle persone, la salvaguardia dell’ambiente e della reputazione.
-
Si veda la pagina Eni.com
Il modello Satellitare di Eni: un approccio distintivo.
-
Certificati secondo standard del mercato volontario riconosciuti a livello internazionali e che sono accompagnati da certificazioni addizionali per attestare anche i benefici socio-am-bientali delle attività di progetto (si veda paragrafo
Compensazioni e rimozioni delle emissioni GHG).
-
Tutti gli obiettivi di azzeramento netto delle emissioni GHG sono calcolati in quota equity.
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BILANCIO DI ESERCIZIO
ALLEGATI
159
ne di Eni verso la Neutralità Carbonica, che include l’impegno a ridurre le emissioni connesse principalmente all’utilizzo dei prodotti venduti, contribuisce anche a promuovere la decarbonizzazione della catena del valore (riducendo le emissioni Scope 3). Eni punta allo sviluppo di nuovi business ad alto potenziale legati alla transizione energetica attraverso la creazione di società indipendenti in grado di accedere al mercato dei capitali con una loro autonomia, così da poter finanziare la propria crescita rivolgendosi a investitori specializzati.
PRINCIPALI OBIETTIVI DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI GHG
In continuità con gli impegni sinora dichiarati e dato il contesto normativo ancora in evoluzione, Eni ha scelto di rappresentare il proprio percorso verso la Neutralità carbonica attraverso obiettivi basati su
indicatori definiti su perimetro equity50. Gli indicatori Lifecycle (Net GHG Lifecycle Emissions e Net Carbon Intensity) sono contabilizzati attraverso l’adozione di una metodologia sviluppata nel 2020 in collaborazione con esperti indipendenti, che considera tutti i prodotti energetici venduti, inclusi gli acquisti da terzi, e tutte le emissioni che essi generano lungo l’intera filiera. Tale metodologia è ispirata alla rendicontazione secondo gli standard internazionali (GHG Protocol51, IPIECA52). Rispetto ai propri obiettivi, Eni stima sia il quantitativo di emissioni GHG ridotte, di anno in anno, rispetto alla baseline definita dall’impresa con riferimento al 2018, sia la riduzione prospettica delle emissioni GHG alla luce degli obiettivi definiti dall’impresa nel proprio Piano di decarbonizzazione (si veda la sezione
Metriche del presente capitolo, e sezione metodologica nel capitolo conclusivo
Principi e criteri metodologici).
BASELINE
RISULTATI
IL PERCORSO VERSO LA NEUTRALITA’ CARBONICA
2018
2024
% vs.
b e
aselin
2024 2025 2030 2035 2040 2050
Net carbon footprint upstream
SCOPE 1+2 PERIMETRO EQUITY (MtCO2eq.)
15
6,8
-55%
v
s. 2018
-50%
-65%
NET ZERO UPS
Net carbon footprint Eni
SCOPE 1+2 PERIMETRO EQUITY (MtCO2eq.)
37,4
23,6
-37%
vs. 2018
NET ZERO ENI
Net GHG lifecycle emissions
SCOPE 1+2+3 PERIMETRO EQUITY (MtCO2eq.)
505
395
-22%
vs. 2018
-35% -55%
-80%
NET ZERO
Net carbon intensity
SCOPE 1+2+3 PERIMETRO EQUITY (gCO eq./MJ)
68
65,2
-4%
vs. 2018
-15%
-50%
NET ZERO
2NET CARBON FOOTPRINT UPSTREAM, Scope 1+2: rappresenta le emissioni GHG Scope 1+2 associate delle attività upstream operate da Eni o da terzi contabilizzate su base equity e al netto di crediti di carbonio principalmente da Natural Climate Solutions e da applicazione di soluzioni tecnologiche. Nel 2024, l’indicatore è in riduzione di circa il 25% rispetto al 2023, guidato principalmente dalle azioni di ottimizzazione nella gestione operativa e dalle attività progettuali volte alla generazione dei crediti di carbonio. Inoltre, nel 2024 il target di raggiungimento del -50% rispetto al 2018, è stato superato con una riduzione di circa il 55%. Il percorso è in linea con il raggiungimento dell’obiettivo net zero Carbon Footprint Upstream al 2030.
NET CARBON FOOTPRINT ENI, Scope 1+2: rappresenta le emissioni GHG Scope 1+2 associate delle attività operate da Eni o da terzi contabilizzate su base equity e al netto di crediti di carbonio principalmente da Natural Climate Solutions e da applicazione di soluzioni tecnologiche. Nel 2024, l’indicatore è in riduzione di circa il 10% rispetto al 2023, guidato principalmente dalle azioni di ottimizzazione nella gestione ope-
rativa e attività progettuali volte alla generazione dei crediti di carbonio. Rispetto al 2018, l’indicatore è in riduzione di circa il 37% in linea con il raggiungimento dell’obiettivo net zero Carbon Footprint Eni al 2035. NET GHG LIFECYCLE EMISSIONS, Scope 1+2+3: rappresenta le emissioni GHG Scope 1+2+3 associate alla filiera dei prodotti energetici venduti da Eni, incluse produzioni proprie e acquisti da terzi, contabilizzate su base equity e al netto di crediti di carbonio da Natural Climate Solutions e da applicazione di soluzioni tecnologiche. Nel 2024, l’indicatore è in lieve riduzione (-0,8%) rispetto al 2023, guidato principalmente dal settore raffinazione. Rispetto al valore di baseline, le emissioni si sono ridotte di circa il 22%.
NET CARBON INTENSITY, Scope 1+2+3: L’indicatore è calcolato come rapporto tra le Net GHG Lifecycle Emissions e il contenuto di energia dei prodotti energetici venduti da Eni, contabilizzate su base equity. Nel 2024, l’indicatore è in lieve riduzione (ca. 0,5%) grazie al minor impatto emissivo del mix di portafoglio. Rispetto al valore di baseline, l’indice si è ridotto di circa il 4%.
-
I target sono definiti su base equity e presentano pertanto un perimetro differente da quello definito dalla reportistica richiesta da CSRD-ESRS. Per maggiori dettagli sulla riconciliazione dei perimetri si rimanda al paragrafo
Metriche. -
WBCSD/WRI GHG Protocol Initiative, A Corporate Accounting and Reporting Standard.
-
Estimating petroleum industry value chain (Scope 3) greenhouse gas emissions. Overview of methodologies, IPIECA – 2016.
160
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LEVE DI DECARBONIZZAZIONE
Le leve e tecnologie di decarbonizzazione individuate da Eni nel proprio Piano di decarbonizzazione interessano in maniera trasversale i diversi business di Eni e vengono adottate e modulate in maniera mirata e con orizzonti temporali che tengono conto della maturità tecnologica e commerciale delle singole soluzioni. Dal 2018 al 2024, Eni ha implementato azioni che da un lato hanno permesso una riduzione delle emissioni Scope 1+2, connesse alle proprie operazioni, agendo prioritariamente su flaring e metano e interventi di efficienza energetica (si veda sezione
Obiettivi per la riduzione delle emissioni di metano e flaring nel business Upstream e
Consumo di energia e mix energetico), che permettono una riduzione dei consumi di fonti fossili, e dall’altro hanno contribuito alla riduzione delle emissioni lungo la catena del valore (Scope 3), sfruttando in particolare le sinergie tra le attività tradizionali con i business legati alla transizione, azioni di portafoglio e beneficiando di una riduzione dei volumi di gas approvvigionato via pipeline. Eni ha inoltre avviato un processo di valorizzazione dei business della transizione al fine di promuovere soluzioni volte alla riduzione dell’intensità carbonica dei prodotti e servizi offerti, focalizzandosi sulla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (tramite la società Plenitude che nel 2024 ha raggiunto 4,1GW di capacità installata da rinnovabili, registrando un tasso di crescita annuo superiore al 30%), sulla produzione di biocarburanti (tramite Enilive che detiene una capacità di bioraffinazione pari a 1,65 MTPA beneficiando anche della sua presenza a livello internazionale) e sul servizio di cattura e stoccaggio della CO2(CCS) per terze parti. Oltre a proseguire con queste azioni, in ottica futura, le iniziative previste da Eni per la riduzione delle emissioni Net GHG Lifecycle Emissions Scope 1+2+3 nel percorso che porterà alla Neutralità Carbonica sono:
PRINCIPALI LEVE DI DECARBONIZZAZIONE2018 505
MtCO2eq.
Net Zero
UPSTREAM
MIDSTREAM DOWNSTREAM
CCS
OFFSETS-
nel Downstream lo sviluppo dei biocarburanti offre un’opportunità di conversione e di ridimensionamento dell’attuale capacità di raffinazione tradizionale di Eni, contribuendo in modo significativo alla
decarbonizzazione del trasporto hard-to-abate ovvero aviazione, trasporto marittimo e trasporto pesante. Dopo la conversione di Porto Marghera (2014) e di Gela (2019), nel 2024 è stato dato avvio anche alla conversione del sito di Livorno. Eni ha un obiettivo di oltre 5 milioni di tonnellate di capacità di produzione di biocarburanti entro il 2030 e l’opzionalità per la produzione di SAF di oltre 2 milioni di tonnellate;
-
una maggiore integrazione tra Upstream e Midstream permette di focalizzare il portafoglio gas su progetti equity LNG, con un beneficio in termini emissivi. Migliori performance in termini di efficienza e una crescita progressiva della componente gas inclusi i conden-sati sul totale della produzione (oltre il 60% al 2030 e il 90% dopo il 2040) contribuiscono a contenere l’aumento delle emissioni derivanti dalle produzioni upstream;
-
la CCS è una leva di decarbonizzazione che rappresenta un’oppor-tunità sia per ridurre le emissioni delle proprie attività sia come servizio per supportare la decarbonizzazione delle attività industriali di terzi. Nel 2024 è stata avviata la fase 1 di Ravenna e sta continuando il processo che porterà all’approvazione di Hynet nel Regno Unito nella prima metà del 2025. Sempre nel 2025, Eni lancerà una nuova società satellite di cattura e stoccaggio del carbonio. La capacità totale di stoccaggio al 100% (gross capacity) stimata ad oggi è di circa 3 miliardi di tonnellate con l’obiettivo di raggiungere una capacità gross di reiniezione annua di CO2di oltre 15 MTPA prima del 2030, in aumento fino a circa 40 MTPA dopo il 2030 per superare i 60 MTPA dopo il 2050 (per maggiori informazioni si veda la sezione
CCS e Agri); -
infine, è prevista la compensazione delle emissioni residue attraverso offset principalmente da Natural Climate Solutions (NCS) che nel 2050, anno di Net Zero, si manterranno pari a 25 MtCO2eq. al di sotto della soglia del 10%, indicata dagli standard ESRS (si veda sezione
Compensazioni e rimozioni delle emissioni GHG).
Relativamente al contributo dell’Intensity, Eni è impegnata a espandere
la propria offerta di soluzioni lower carbon, come le rinnovabili, al fine di
MtCO2eq.
2030
~330
MtCO2eq.
2050
0
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161
incrementare la produzione di nuove opzioni energetiche che combinate alla riduzione graduale delle emissioni assolute determinano un calo dell’intensità emissiva del proprio portafoglio (si veda sezione
Metriche del presente capitolo). La velocità dell’evoluzione di tale trasformazione e il contributo relativo di ogni leva dipenderanno da una serie di variabili, tra cui l’andamento del mercato, lo scenario scientifico-tecno-logico e la normativa di riferimento.
OBIETTIVI PER LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI METANO E FLARING NEL BUSINESS UPSTREAM (ASSET OPERATI E COOPERATI)
Le azioni di riduzione delle emissioni di metano e flaring sono una parte fondamentale della strategia di decarbonizzazione di Eni e contribuiscono in maniera concreta alla riduzione delle emissioni dirette Scope 1. Con un approccio che ha interessato prioritariamente il settore Upstream, Eni ha definito un obiettivo di mantenimento al 2025 dell’intensità emissiva di metano entro la soglia dello 0,2%, ritenuta dal settore indice di una gestione operativa con emissioni di metano prossime allo zero53, ed ha aderito all’iniziativa Aiming For Zero lanciata da OGCI per l’eliminazione delle emissioni di metano dai propri asset entro il 2030. Eni ha definito un obiettivo di riduzione dell’80% delle emissioni fuggitive di metano (rispetto al 2014 – anno di base) entro il 2025. Tale obiettivo è già stato raggiunto nel 2019 grazie all’implementazione di campagne LDAR (Leak Detection
And Repair54) svolte annualmente sugli asset gestiti da Eni. Eni ha progressivamente implementato un sistema di monitoraggio per misurare l’entità delle emissioni di metano nei suoi asset (per le attività a supporto dei nostri partner si veda sezione
Partnership per la Decarbonizzazione). Nei propri siti Eni ha sviluppato diverse metodologie e soluzioni tecnologiche per identificare, quantificare e infine ridurre le emissioni di metano. Le campagne LDAR coprono la totalità degli asset gestiti da Eni e sono eseguite su base annuale anche attraverso tecnologie ottiche. Eni è stata riconosciuta come Gold Standard Reporting nell’ambito del programma Oil & Gas Methane Partnership (OGMP 2.0), come riportato nel Rapporto 2024 dell’Osservatorio internazionale sulle emissioni di metano (IMEO), pubblicato dal UNEP. Inoltre, negli ultimi anni, Eni ha dedicato uno sforzo crescente all’identi-ficazione e all’implementazione di iniziative per mitigare il gas flaring. Ad oggi, esempi di questi progetti si trovano in Congo, Libia ed Egitto, dove le maggiori barriere logistiche, operative e di mercato hanno finora limitato la valorizzazione del gas associato. In tale ambito Eni sta avanzando verso l’obiettivo di zero routine flaring atteso nel corso del 2025 per le attività operate. Per le attività cooperate, il raggiungimento del target è legato al completamento dei progetti in Libia attualmente atteso nel corso del 2026. Infine, una parte fondamentale della strategia Eni sul metano è la collaborazione con altri operatori del settore e organizzazioni internazionali (si veda sezione
Partnership per la Decarbonizzazione del presente capitolo).
INTENSITÀ EMISSIVA DI METANO
(%)
EMISSIONI FUGGITIVE DI METANO
(kt CH4)116
FLARING DI ROUTINE
(Mld Sm3)1,7
0,43%
-96%
-56%-84%
0,7
0,07%
2014 2024
Operato Cooperato Operato+Cooperato
2014
Operato5
2024
Cooperato
2014
Operato
2024
Cooperato
TARGET
Ben al di sotto di 0,2% @2025
-80% di riduzione @2025
Zero routine flaring
@2026VALUTAZIONE DELLE EMISSIONI LOCKED-IN
Le emissioni locked-in sono una stima delle emissioni GHG collegate ad asset e operazioni considerati non compatibili con un futuro lower carbon. Qualora tale scenario si verificasse durante la vita utile degli asset di un’impresa, questo potrebbe comportare una svalutazione degli asset a più alta intensità emissiva. Eni monitora le sue potenziali emissioni locked-in derivanti dai principali asset e progetti, mantenendo una prospettiva di medio-lungo termine
attraverso il piano strategico e valutando i progressi verso il percorso di neutralità carbonica. Nell’Upstream, Eni adotta un approccio che tiene in considerazione il valore economico e l’intensità emissiva degli asset. Nello specifico, viene data priorità agli investimenti nelle risorse in produzione e nell’esplorazione di aree adiacenti agli asset/ infrastrutture esistenti. Eni continuerà ad approcciare l’esplorazione con un modello che si basa sulla crescita organica e diluizione delle quote di partecipazione in scoperte a elevato potenziale e
-
-
L’impegno “Near-Zero methane” dell’OGDC (O&G Decarbonization Charter – COP 28 UAE) è definito come intensità emissiva di metano inferiore allo 0,2%.
-
Attività di monitoraggio e rilevazione delle perdite di metano, e successiva riparazione.
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ridotti time to market e con una piena valorizzazione dei margini derivanti dalle produzioni equity. Questa analisi considera anche la potenziale intensità emissiva associata alle riserve per garantire che la produzione rimanga allineata con gli obiettivi di riduzione delle emissioni nel medio e lungo termine. Nel Downstream, Eni punta a migliorare l’efficienza delle proprie operazioni e a integrare nella sua offerta i prodotti lower carbon anche attraverso la conversione della capacità di raffinazione tradizionale. Inoltre, Eni valuta la resilienza del proprio portafoglio per mitigare i rischi associati agli stranded asset e applica un internal carbon pricing per garantire che i nuovi investimenti siano coerenti con gli obiettivi di decarbonizzazione; per dettagli si rimanda al paragrafo
Rischi di transizione.
CAPITAL ALLOCATION
Eni riconosce la necessità di garantire una transizione del sistema energetico che avvenga in modo ordinato attraverso una sostituzione graduale dei combustibili fossili con energia lower carbon.
L’evoluzione verso un portafoglio di prodotti lower carbon sarà supportata da una progressiva crescita della quota di investimenti destinati allo sviluppo di nuove soluzioni energetiche e servizi a supporto della transizione. Nel medio-lungo termine, Eni prevede di ridurre gradualmente la quota di spesa dedicata alle attività Oil & Gas, con il phase-out progressivo degli investimenti in attività o prodotti ad alta intensità di carbonio. Per gli investimenti 2024 relativi all’esplorazione, sviluppo e produzione di idrocarburi si veda la
Nota 12 del Bilancio Consolidato55; nel 2024, la spesa per i progetti lower carbon è stata di €2,6 miliardi (oltre il 20% della spesa). Inoltre, si rimanda alla sezione relativa alla
Tassonomia Europea per una riclassificazione di questi importi secondo i criteri più stringenti definiti dal regolamento europeo. Nel prossimo quadriennio 2025-2028, Eni prevede di destinare oltre il 30% della spesa in progetti lower carbon, pari a circa €13 miliardi. Di seguito il dettaglio delle risorse pianificate per le differenti azioni di decarbonizzazione a supporto del Piano di decarbonizzazione.SPESA(a)
Unità di misura 2024 2025-28
Valore totale (miliardi di €)
2,6
13
Generazione elettrica da fonti rinnovabili
1,0
4,1
Riduzione delle emissioni GHG
0,4
2,5
Bioraffinerie e biofeedstock
0,5
2,8
Sviluppo portafoglio retail
0,3
1,2
Ricerca per attività Lower Carbon
0,1
0,8
Economia circolare e Altre iniziative (inc. riciclo, chimica bio, NCS e Venture Capital)
0,3
1,6
(a) Le voci in tabella sono incluse nella Nota integrativa del bilancio consolidato Eni 2024, nelle voci in
Nota 14 “Attività Immateriali” e in
Nota 30 Costi – “Acquisti, prestazioni di servizi e costi diversi” del Bilancio consolidato.Oltre il 40% della spesa in programma per il 2025-28 è allineata alla Tassonomia UE. Rispetto a tale regolamento, la previsione di spesa al 2028, si differenzia comprendendo anche gli interventi effettuati in joint venture, tutte le spese che contribuiscono alla riduzione delle emissioni (ad esempio interventi di efficienza energetica e di abbattimento del flaring di routine) e quanto a supporto dello sviluppo della customer base Plenitude.
BREVETTI ED INNOVAZIONE
L’innovazione è parte integrante del Codice Etico di Eni, con l’impegno ad acquisire competenze tecnologiche d’avanguardia. In particolare, il tema dell’innovazione è fortemente legato agli aspetti climatici e, nel
quadriennio 2025-2028, l’azienda ha stabilito il target di mantenere il 70% della spesa R&S su temi relativi alla decarbonizzazione. Per il 2024, l’impegno economico di Eni in attività di ricerca scientifica e sviluppo tecnologico ammonta a €178 milioni, di cui circa €145 milioni destinati al percorso di riduzione dell’impronta carbonica dei processi, all’economia circolare, allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla fusione a confinamento magnetico. Tale spesa include, in particolare, le tematiche di bioraffinazione, della chimica e della produzione di energia da fonti rinnovabili (incluse le biomasse), dello stoccaggio energetico, della cattura, del trasporto, stoccaggio e riutilizzo della CO2, della riduzione dell’impronta carbonica dei processi, e della produzione di idrogeno verde.
RICERCA & SVILUPPO
Unità di misura 2024 2023
Spesa in R&S(a) (M€)
178
166
di cui: relative alla decarbonizzazione
145
135
Domande di primo deposito brevettuale (numero)
39
28
di cui: depositi sulle fonti rinnovabili
23
14
(a) Le voci in tabella sono nella
Nota 14 “Attività Immateriali” . -
La società è esclusa dagli indici di riferimento UE secondo l’articolo 12, paragrafo 1, lettere da e) a g), e paragrafo 2, del Regolamento Delegato (UE) 2020/1818 della Commissione.
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COMPENSAZIONI E RIMOZIONI DELLE EMISSIONI GHG
Eni sostiene lo sviluppo di progetti volti alla generazione di crediti di carbonio nel mercato volontario per la compensazione delle emissioni GHG residuali altrimenti non ridotte, monitorandone la qualità e l’inte-grità. Eni intende utilizzare crediti di carbonio per raggiungere l’obiettivo Net Zero al 2050 per Net GHG lifecycle emissions e Net carbon intensity (Scope 1+2+3), dopo aver ridotto il 90-95% (come indicato dagli ESRS) delle emissioni GHG di filiera. Al momento, la maggior parte dei crediti di carbonio utilizzati da Eni derivano da progetti che mirano a realizzare la conservazione degli ecosistemi naturali e, pertanto, riducono le emissioni di CO2potenzialmente rilasciate in atmosfera. La strategia di Eni prevede di incrementare progressivamente la componente di crediti derivanti dai cosiddetti progetti Carbon Dioxide Removal (CDR), ovvero attività che catturano la CO2direttamente dall’atmosfera (es. ripristino di ecosistemi o incremento di stock di CO2nel suolo con opportune pratiche agricole). I crediti di carbonio utilizzati da Eni sono certificati secondo gli standard del mercato volontario riconosciuti a livello internazionale, quali il Verified Carbon Standard (VCS) di Verra o il Gold Standard (GS). Inoltre, i crediti sono accompagnati da una certificazione addizionale, quale, ad esempio, il Climate Community & Biodiversity Standards (CCBS) o il Sustainable Development Verified Impact Standard (SD VI-Sta) che ne attesta i benefici socio-ambientali (es. conservazione della biodiversità, sviluppo economico e miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali). Nel 2019 Eni ha avviato le prime attività di Natural Climate Solutions (NCS)56. Si tratta di progetti per la protezione, la gestione sostenibile del territorio e il ripristino di ecosistemi naturali; queste iniziative conservano gli habitat in cui vivono piante e animali, aumentano la resilienza e le capacità di adattamento dei sistemi ambientali al cambiamento climatico e promuovono lo sviluppo sosteni-
bile locale. I primi progetti promossi da Eni erano inquadrati nello schema “Reducing Emissions from Deforestation and forest Degradation” (REDD+), definito e promosso dalle Nazioni Unite. A questi si stanno aggiungendo iniziative di promozione dell’Agricoltura e della Gestione del suolo Sostenibili (Sustainable Agriculture and Land Management -SALM)57. In questo ambito, Eni ha avviato un primo progetto in Kenya, il Makueni Agroforestry Carbon Project (MACP), che si svilupperà su un’a-rea target di 40.000 ettari, porterà benefici socioeconomici (es. stabilizzazione del reddito degli agricoltori) per circa 100.000 persone locali e contribuirà alla riduzione dell’erosione del suolo e al miglioramento della produttività e della fertilità delle terre agricole. L’applicazione di soluzioni tecnologiche rappresenta un’ulteriore leva di compensazione delle emissioni residue. Dal 2018, la società ha avviato il programma “Eni for Clean Cooking” per lo sviluppo di progetti che promuovono l’introduzio-ne di sistemi di fornelli migliorati che garantiscono la riduzione del consumo di biomassa legnosa con l’obiettivo di migliorare le condizioni di salute delle persone e di promuovere la conservazione delle foreste58. Il programma è stato avviato in Congo, Mozambico, Angola, Ruanda, Tanzania e Costa d’Avorio, raggiungendo, dall’inizio delle iniziative, circa 1,5 milioni di persone59. La diffusione industriale dei sistemi di clean cooking consente anche di promuovere lo sviluppo dell’imprenditoria e dell’economia locale (i.e. produzione e distribuzione di fornelli). Nel corso del 2024, Eni ha aderito alla “Clean Cooking Declaration: Making 2024 the pivotal year for Clean Cooking”, promossa dalla IEA in occasione del Summit sull’Africa, per accelerare l’accesso universale a sistemi di cottura più moderni. In aggiunta all’attività di sviluppo progettuale descritta, Plenitude si approvvigiona di crediti di carbonio principalmente tramite acquisti sul mercato volontario, in accordo ai medesimi standard di certificazione utilizzati da Eni. Di seguito si riportano i dettagli relativi ai crediti di carbonio annullati60 nel 2024 e quelli futuri previsti61.
CREDITI DI CARBONIO ANNULLATI
Unità di misura 2024
Totale (MtCO2eq.)
5,9(a)
Crediti da riduzione (%)
100
Crediti da rimozione
0
di cui: rimozione biogenica
0
di cui: rimozione tecnologica
0
Crediti verificati secondo lo standard VERRA
100
Crediti da progetti in EU
0
Crediti oggetto di corresponding adjustment secondo l’art.6 del P.A.
0
(a) Crediti che derivano dai progetti sostenuti da Eni SpA e che sono stati annullati a febbraio 2025. Inoltre, nel 2024 Plenitude ha acquistato 3,1 MtCO2eq. (verificati da Gold Standard e da Verra) associati alle forniture di gas compensato, di cui:
(i) 0,3 MtCO2eq. che rappresentano la differenza fra i crediti di carbonio stimati e consuntivati del quarto trimestre del 2023 ed annullati ad ottobre 2024; (ii) 2,8 MtCO2eq. che rappresentano la stima di acquisto di crediti di carbonio per il 2024, che sarà finalizzata nel corso del 2025. Di questi, 1,8 MtCO2eq., legati al consumo di gas fatturato da gennaio a settembre 2024, sono stati compensati a febbraio 2025. La restante parte stimata 1 MtCO2eq., relativa al consumo di gas fatturato da ottobre a dicembre 2024, verrà invece compensata entro ottobre 2025. I suddetti crediti sono utilizzati per la compensazione delle emissioni per gli indicatori Net Carbon Footprint Scope 1+2 (Eni/UPS) e Net GHG Lifecycle Scope 1+2+3.
CREDITI DI CARBONIO PREVISTI
Unità di misura 2030 2040 2050
-
Le Natural Climate Solutions sono soluzioni per il climate change basate sulla natura. Si basano sulla capacità della natura di rimuovere e immagazzinare il carbonio dall’atmosfera. (Fonte: Natural Climate Solutions Alliance, NCSA, 2022).
-
Tra le azioni afferenti alla categoria SALM si cita l’utilizzo di pratiche agricole in grado di aumentare la componente di carbonio organico nel suolo e l’integrazione di specie arboree
nelle colture agricole.
-
Il programma Eni for Clean Cooking prevede il progressivo passaggio a fornelli a induzione nelle aree urbane e a pirolisi nelle aree rurali, che promuovono l’utilizzo degli scarti agricoli.
-
Sono inoltre in corso di valutazione l’espansione in altri Paesi dell’Africa Sub-Sahariana e Asia.
-
Si intende l’azione di cancellare o annullare i crediti di carbonio nel registro telematico che li contiene, in modo che tali crediti non possano essere ulteriormente trasferiti o utilizzati per la compensazione delle emissioni (i.e. no double counting).
-
Solo una quota dei crediti previsti in cancellazione negli anni target deriva da accordi contrattuali già oggi esistenti.
164
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ALLEGATI
METRICHE62
[FASE 2 E 4 DELLA DUE DILIGENCE]
Metriche GHG (Scope 1, 2 e 3)
Eni rendiconta le proprie emissioni GHG coerentemente con i principali standard internazionali e best practice di settore. In linea con i requisiti ESRS, le emissioni Scope 1 e Scope 2 sono rendicontate includendo nel perimetro di consolidamento le società controllate (consolidate integralmente) e, in quota, sia le attività in joint operation (incorporate e non) consolidate sia le attività afferenti ad iniziative minerarie gestite da operating company. Inoltre, per gli asset operati, le emissioni sono rendicontate al
100%. Le emissioni Scope 3 sono rendicontate, in accordo con la classificazione fornita dal GHG Protocol e secondo gli standard metodologici disponibili di settore, in accordo con criteri di significatività e comprendono le emissioni associate alla catena del valore delle attività di Eni. In aggiunta alle metriche sopra descritte, Eni rendiconta le emissioni per una serie di ulteriori indicatori (“Entity Specific”) utilizzati per tracciare le performance operative e i progressi nel percorso verso la Neutralità Carbonica al 2050. Per maggiori dettagli sulle metodologie di rendicontazione adottate, l’analisi di materialità delle fonti emissive ed altri aspetti gestionali connessi alla contabilizzazione dei gas serra, si rimanda alla sezione dedicata (si veda
Metriche: metodologie di riferimento).EMISSIONI GHG SCOPE 1 E 2
Unità di misura
2024
2023
Trend 2024 vs. 2023(c)
Totale (ESRS)
di cui consolidato(a)
Totale (ESRS)
di cui consolidato(a)
Emissioni GHG Scope 1
Emissioni GHG dirette Scope 1 (MtCO2eq.)
31,1
27,4
32,3
27,9
-4%
di cui: CO2equivalente da combustione e da processo
25,3
22,9
26,5
23,5
-5%
di cui: CO2equivalente da flaring
3,6
2,5
3,9
2,7
-8%
di cui: CO2equivalente da venting
2
1,9
1,7
1,6
17%
di cui: CO2equivalente da emissioni fuggitive di metano
0,2
0,1
0,2
0,2
-9%
Percentuale di emissioni GHG Scope 1 coperta da sistemi (%) regolamentati di scambio di quote
58
–
57
–
1%
Emissioni GHG Scope 2
Emissioni GHG Scope 2 location-based(b) (MtCO2eq.)
0,8
0,7
0,7
0,7
5%
Emissioni GHG Scope 2 market-based(b)
0,9
0,9
0,9
0,9
-6%
-
Il valore, riportato in questa colonna, si riferisce alle società consolidate, come richiesto dagli standard ESRS (E1-6 50a). La differenza tra il valore totale, calcolato secondo la metodologia ESRS, e le società consolidate si riferisce alle attività operate non consolidate (così come richiesto dal requisito degli ESRS E1-6 50b). Nel 2024 le Emissioni GHG Scope 1 operate non consolidate sono pari a 3,6 MtCO2eq.
-
Le Emissioni GHG Scope 2 location-based e market-based operate non consolidate sono pari a 0,03 MtCO2eq. (così come richiesto dal requisito degli ESRS E1-6 50b).
-
I trend e i valori totali riportati in tabella sono stati calcolati utilizzando un maggior numero di cifre decimali non riportate in tabella.
EMISSIONI GHG SCOPE 3 E ALTRI INDICATORI
Unità di misura 2024 2023 Trend(d)
Emissioni GHG Scope 3 rilevanti
Categoria 11. Utilizzo dei prodotti venduti(a) (MtCO2eq.)
181,0
173,7 4%
Emissioni GHG totali
Emissioni GHG totali location-based
212,8
206,8 3%
Emissioni GHG totali market-based
212,9
207,0 3%
Indicatori Entity Specific – Equity
Net Carbon Footprint upstream (Scope 1+2)
6,8
9,0 -25%
Net Carbon Footprint Eni (Scope 1+2)
23,6
26,2 -10%
Net GHG Lifecycle Emissions (Scope 1+2+3)(b)
395
398 -1%
Net Carbon Intensity (Scope 1+2+3)(b) (grammi di CO2eq./MJ)
65,2
65,6 -1%
Indicatori Entity Specific – 100% Operato
Emissioni GHG dirette Scope 1(c) (MtCO2eq.)
21,2
22,7 -6%
Emissioni GHG indirette Scope 2 location-based
0,6
0,6 +4%
Emissioni dirette di metano Eni (Scope 1) (migliaia di tonnellate di CH4)
16,0
16,6 -3%
di cui: fuggitive upstream
1,7
2,0 -15%
Intensità emissiva di metano upstream (%)
0,09
0,10 -10%
Volume di idrocarburi inviati a flaring (miliardi di Sm3)
0,84
0,89 -6%
di cui: di routine Upstream
0,12
0,24 -51%
-
Categoria 11 del GHG Protocol – Corporate Value Chain (Scope 3) Standard. Stimate sulla base della produzione upstream venduta in quota Eni in linea con le metodologie IPIECA. Le emissioni delle sole società consolidate ammontano a 137,2 MtCO2eq. nel 2024.
-
Emissioni GHG associate al ciclo di vita (lifecycle) dei prodotti energetici venduti da Eni. Per maggiori informazioni si veda la
Metriche: metodologie di riferimento. -
L’indicatore si riferisce alle attività consolidate operate (ossia una quota parte delle emissioni facenti capo a società consolidate, come richiesto dal riferimento degli standard ESRS E1-6 50a) nonché alle attività non consolidate ma operate. A differenza dell’indicatore totale ESRS, sono pertanto escluse le emissioni relative alle società consolidate non operate. Per le viste di settore si veda
Andamento Operativo. -
I trend riportati in tabella sono stati calcolati utilizzando un maggior numero di cifre decimali non riportate in tabella.
-
-
-
Per la metodologia e area di consolidamento si veda il capitolo
Principi e Criteri Metodologici.
ENI RFA 2024
RELAZIONE SULLA GESTIONE
BILANCIO CONSOLIDATO
BILANCIO DI ESERCIZIO
ALLEGATI
165
Rispetto alla nuova modalità di presentazione dei dati con il perimetro richiesto dalla CSRD, le emissioni Scope 1 ammontano a 31,1 MtCO2eq., in riduzione di circa il 4% rispetto al 2023 principalmente nel settore Exploration and Production (calo legato alle cessioni di asset in Nigeria e in Congo ed alla realizzazione di progetti di valorizzazione del gas in Congo), e nel settore raffinazione in seguito a riassetto impiantistico e manutenzione. Si evidenzia che del totale consolidato (27,4 MtCO2eq.), 9,8 MtCO2eq. (ossia il 36%) non si riferiscono ad asset operati da Eni. Le emissioni Scope 2 sono in lieve aumento in vista location based, mentre risultano in calo nella vista market based per effetto dell’incremen-
to del ricorso alle garanzie di origine (principalmente in Versalis). Le emissioni Scope 3 categoria 11 (utilizzo prodotti venduti) ammontano nel 2024 a 181 MtCO2eq. e risultano in lieve aumento (+4%) in linea con l’aumento della produzione venduta Upstream. Le emissioni nette lifecycle Scope 1, 2 e 3 di Eni (395 MtCO2eq.) sono in lieve riduzione rispetto al 2023; la riduzione rispetto al 2018 (base year) ammonta a circa 110 MtCO2eq. (-22%). Valorizzando, inoltre, il contributo nel 2024 della commercializzazione di LNG, energia elettrica rinnovabile e biocarburanti in termini di emissioni potenzialmente evitate63 si otterrebbe un ulteriore saving di circa 13 MtCO2eq64.
9,1
1,9
2,0
MtCO2eq. evitate attraverso la vendita di LNG di Eni nel 2024, nell’ipotesi che il gas sostituisca
combustibili fossili più emissivi (olio, carbone) nella fase di generazione dell’energia elettrica
MtCO2eq. evitate attraverso la vendita di energia elettrica prodotta da rinnovabili di Eni nel 2024, nell’ipotesi che spiazzi emissioni associate al mix elettrico medio nel Paese di generazione
MtCO2eq. evitate attraverso le produzioni vendute di biocarburanti di Eni nel 2024, considerando un saving emissivo di circa l’80% rispetto al valore medio del combustibile fossile di riferimento
RICONCILIAZIONE TRA PERIMETRO INDICATORI “ENTITY SPECIFIC” E METRICHE CSRD
Il progresso di Eni verso il percorso di neutralità carbonica al 2050 è monitorato attraverso una serie di indicatori rendicontati su perimetro equity, differente rispetto alle metriche riportate in tabella secondo perimetro CSRD. In particolare:
-
Gli indicatori Net Carbon Footprint Equity (Scope 1+2) includono, rispetto agli indicatori CSRD, anche il contributo delle società JV/Colle-gate non operate e non consolidate, conteggiate in quota; di contro, per tutte le realtà consolidate integralmente, nonché per le ulteriori realtà operate da Eni, i dati sono conteggiati su base equity, proporzionalmente alla quota di partecipazione o al revenue interest.
-
L’indicatore Net GHG Lifecycle Emissions (Scope 1+2+3) è costruito, rispetto alle metriche CSRD, secondo una vista equity based e considerando per le emissioni Scope 3 un perimetro più esteso che comprende anche i prodotti energetici acquistati da terzi (es. gas naturale prodotto da terzi e venduto da Eni). L’indicatore può essere riconciliato con i dati CSRD modificando le emissioni 1-2 come sopra descritto (al netto del contributo del settore chimico) e sottraendo le componenti emissive Scope 3 dei business mid-down-stream (esclusi i crediti di carbonio utilizzati per compensare tali emissioni).
-
-
Le emissioni evitate sono emissioni che sarebbero state rilasciate se una particolare azione o intervento non avesse avuto luogo; talune emissioni possono essere evitate utilizzando un prodotto o un servizio più efficiente e/o meno emissivo (ad esempio utilizzando energia rinnovabile invece di fonti fossili – vedasi WBCSD, 2023) con conseguenti minori emissioni di terzi.
-
1) LNG: ~9,1 MtCO2eq. – Nel calcolo del saving emissivo sono state considerate le share di gas destinate al settore power nei Paesi di vendita. Per tutte le fonti fossili analizzate (carbone, olio e LNG) si fa riferimento alle emissioni della sola fase di generazione di energia elettrica. Elaborazione sulla base dei dati IEA (Energy Balance 2024, Emission Factors 2021) ed Enerdata. 2) Rinnovabili: 1,9 MtCO2eq. – I fattori di emissione rappresentativi utilizzati sono stati elaborati sulla base dei dati IEA (Emission Factors 2024). 3) Biocarburanti: 2,0 MtCO2eq. – Il saving emissivo medio è stato calcolato come rapporto tra le emissioni associate alle quantità di biocarburanti HVO vendute nel 2024 e riportato nei certificati di sostenibilità e il valore del carburante fossile di riferimento definito nella direttiva RED III (pari a 94 gCO2eq./MJ). Non è incluso nel calcolo il contributo delle produzioni relative alla bioraffineria di Chalmette in Louisiana.
166
ENI RFA 2024
RELAZIONE SULLA GESTIONE
BILANCIO CONSOLIDATO
BILANCIO DI ESERCIZIO
ALLEGATI
Consumo di energia e mix energetico65
Gli interventi di efficienza energetica effettuati nell’anno consentono un risparmio effettivo di energia primaria rispetto ai consumi di baseline di oltre 308 ktep/anno derivanti principalmente da progetti in ambito upstream (oltre 82%), con un beneficio in termini di riduzione di emissioni pari a circa 778 mila tonnellate di CO2eq. Se si considerano anche le emissioni Scope 2, ovvero derivanti da energia elettrica e termica acquistate, il risparmio netto di CO2derivante da progetti di
energy saving sale a circa 816 mila tonnellate di CO2eq. Nel 2024, i consumi totali di energia di Eni (pari a 92,7 milioni di MWh) registrano una riduzione del 3% rispetto al 2023 per la contrazione dei consumi di energia fossile, in particolare per il calo di consumo di gas naturale legato alla cessione di Nigerian Agip Oil Co Ltd. I consumi di energia rinnovabile (pari a 587.259 MWh) registrano un aumento del 62% rispetto al 2023, per i maggiori acquisti di energia elettrica coperta da garanzie di origine e l’incremento dei consumi di energia da biomasse.
ENERGY CONSUMPTION MIX
Unità di misura
2024
2023
Operato
Operato
Consolidato non operato
Consumo totale di energia (MWh)
92.738.602
32.150.544
95.227.735
Consumo totale di energia fossile
92.151.343
32.077.325
94.865.743
Consumo di carburante da petrolio allo stato naturale e prodotti petroliferi
22.658.539
21.435.813
Consumo di carburante proveniente da gas naturali
67.054.303
71.165.300
Consumo di carburante da altre risorse fossili
331.591
194.506
Consumo di elettricità, calore, vapore e raffreddamento acquisiti o acquistati da fonti fossili
2.106.910
2.070.123
Consumo totale di energia rinnovabile
587.259
73.219
361.992
Consumo di carburante da fonti rinnovabili, compresa la biomassa (comprendendo anche i rifiuti
industriali e urbani di origine biologica, biogas, idrogeno rinnovabile ecc.)
355.385
336.017
Consumo di elettricità, calore, vapore e raffreddamento acquisiti o acquistati da risorse rinnovabili
215.999
9.750
Consumo di energia rinnovabile non combustibile, autoprodotta
15.875
16.225
ENERGY PRODUCTION
Unità di misura 2024
2023
Indicatori Entity Specific – Equity
Capacità installata da fonti rinnovabili
(MW)
3.851
3.056
Capacità di bioraffinazione
(milioni di tonnellate/anno)
1,65
1,65
Produzioni vendute di biocarburanti
(migliaia di tonnellate)
982
635
Produzione di energia da fonti rinnovabili(a)
(GWh)
4.665
3.984
Indicatori – Operato
Produzione di energia non rinnovabile
(MWh)
28.240.065
32.591.215
(a) Il dato si riferisce alla realtà Plenitude.
-
I dati del 2023 relativi alle realtà consolidate non operate da Eni (ma da terzi) non sono presentati poiché, in passato, i dati venivano aggregati con una metodologia differente e
quindi non sarebbero comparabili.
ENI RFA 2024
RELAZIONE SULLA GESTIONE
BILANCIO CONSOLIDATO
BILANCIO DI ESERCIZIO
ALLEGATI
167
TRASPARENZA E PARTNERSHIP
Trasparenza nella Disclosure
[FASE 5 DELLA DUE DILIGENCE]
Eni comunica le informazioni connesse ai temi climatici, secondo gli obblighi di legge in termini di informativa di sostenibilità, e adottando come riferimenti le principali linee guida volontarie e best practice di disclosure climatica, tra cui le Linee Guida OCSE per la vista inside-out e TCFD per la vista outside-in. Eni supporta la definizione di best practice per una disclosure completa ed efficace in materia di climate change. Un esempio è l’adesione di Eni al programma Oil & Gas Methane Partnership (OGMP 2.0) per il quale nel 2024 è stata riconosciuta come Gold Standard Reporting, come indicato nel Rapporto 2024 dell’Osser-vatorio internazionale sulle emissioni di metano (IMEO) pubblicato da UNEP. Questo riconoscimento sottolinea l’efficacia della strategia di decarbonizzazione di Eni nel misurare le emissioni di metano con l’o-biettivo finale di ridurle e mitigarle. Nel corso del 2024, Eni ha condotto un’ampia campagna di misurazione del metano a livello mondiale. Una task force multidisciplinare dedicata ha supervisionato le attività, con un significativo supporto e impegno da parte di tutte le aree geografiche Eni, delle società di joint venture e dei partner. In un’ottica di miglioramento continuo della rappresentazione del proprio operato verso l’esterno, Eni nel 2024 ha deciso di ampliare la disclosure sugli sforzi per la riduzione emissioni di metano pubblicando per la prima volta un report dedicato. La trasparenza nella rendicontazione connessa al cambiamento climatico, insieme alla strategia messa in atto dall’azien-da, hanno permesso ad Eni di essere valutata positivamente da parte dei principali rating ESG e benchmark climatici (si veda
Rating ESG, Capital Market Update). Nell’ambito delle attività di advocacy, Eni condivide il proprio posizionamento sul cambiamento climatico e i temi di strategia climatica correlati (si veda
Business Conduct).Partnership per la decarbonizzazione
[FASE 3 DELLA DUE DILIGENCE]
Eni collabora e dialoga da tempo con il mondo accademico, la società civile, le istituzioni e le imprese per favorire la transizio-
ne energetica attraverso la generazione di nuove conoscenze, la condivisione di best practice e la valorizzazione di iniziative in grado di creare contemporaneamente valore per l’azienda e per i suoi stakeholder. Eni è membro fondatore dell’Oil & Gas Methane Partnership (OGMP) dell’UNEP, dell’Oil and Gas Climate Initiative (OGCI) e dei Methane Guiding Principles (MGP) partecipando attivamente a gruppi di esperti, come IPIECA e IOGP. Inoltre, Eni è firmataria dell’Oil & Gas Decarbonization Charter (OGDC)66, un’ini-ziativa chiave lanciata alla COP28 con l’obiettivo di far convergere il settore verso azioni trasparenti e concrete per ridurre le emissioni, tra cui il metano e il flaring. A supporto degli impegni presi, Eni ha aderito al fondo fiduciario Global Flaring and Methane Reduction (GFMR), iniziativa avviata dalla Banca Mondiale, volta ad aiutare Governi e operatori nazionali ad eliminare le emissioni di metano e il routine gas flaring entro il 2030; per maggiori dettagli si veda il
Methane Report (2024). Queste collaborazioni hanno contribuito a sviluppare best practice per il monitoraggio delle emissioni di metano, la rendicontazione e la verifica e a promuovere l’impiego di nuove tecnologie per il monitoraggio e la riduzione delle emissioni in tutto il settore, ad esempio attraverso il Climate Investment fondato da OGCI. Eni ha inoltre firmato accordi di collaborazione con le compagnie petrolifere nazionali (NOC) e partner in joint venture, tra cui EGAS, Sonatrach e SOCAR, con l’obiettivo di condividere la propria esperienza nella gestione e riduzione delle emissioni di metano. Eni sviluppa partnership con le imprese energivore per lo sviluppo e la diffusione di soluzioni lower carbon. In tale ambito, Eni ha preso parte al “Patto per la Decarbonizzazione del Trasporto Aereo” (PACTA), un’iniziativa promossa insieme ad Aeroporti di Roma che riunisce rappresentanti delle istituzioni, stakeholder di settore, associazioni di categoria e del terzo settore con l’obiettivo di definire una roadmap per la decarbonizzazione del settore del trasporto aereo al 2050. Infine, Eni sviluppa soluzioni innovative insieme a università e start-up, come la fusione a confinamento magnetico, una fonte di energia che potrebbe rivoluzionare il mondo dell’energia con tecnologie a minori emissioni.
-
Alla COP28, più di 50 compagnie si sono unite all’OGDC, di cui circa 30, per la prima volta, hanno sottoscritto l’impegno di raggiungere il Net Zero entro il 2050 per le emissioni GHG Scope 1 e 2, traguardare il Near Zero delle emissioni di metano e azzerare il routine gas flaring entro il 2030, oltre all’impegno a rendicontare sulle riduzioni ottenute.
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Disclaimer
Eni S.p.A. published this content on June 18, 2025, and is solely responsible for the information contained herein. Distributed via Public Technologies (PUBT), unedited and unaltered, on June 18, 2025 at 07:25 UTC.
Eni S.p.A è un’azienda globale dell’energia ad elevato contenuto tecnologico, presente lungo tutta la catena del valore: dall’esplorazione, sviluppo ed estrazione di olio e gas naturale, alla generazione di energia elettrica da cogenerazione e da fonti rinnovabili, alla raffinazione e alla chimica tradizionali e bio, fino allo sviluppo di processi di economia circolare. Eni S.p.A estende il proprio raggio d’azione fino ai mercati finali, commercializzando gas, energia elettrica e prodotti ai mercati locali e ai clienti retail e business, a cui offre anche servizi di efficienza energetica e mobilità sostenibile. Attraverso competenze consolidate, tecnologie, diversificazione geografica e delle fonti, alleanze per lo sviluppo e innovativi modelli di business e finanziari Eni S.p.A continua a generare valore, rispondendo alle sfide del trilemma energetico.
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