Viene presentato oggi a Bologna il rapporto annuale “L’economia dell’Emilia-Romagna”.
Nel 2024 l’attività economica in Emilia-Romagna è rimasta debole, condizionata da un contesto globale caratterizzato da elevata incertezza e dall’andamento sfavorevole delle principali economie europee. Le dinamiche si sono mostrate eterogenee tra i settori: alla moderata crescita delle costruzioni e dei servizi si è contrapposta una nuova flessione nell’industria, dopo il significativo contributo fornito al valore aggiunto nella media degli ultimi due decenni.
Il quadro macroeconomico e le prospettive
L’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER), elaborato dalla Banca d’Italia, ha evidenziato per il 2024 un incremento del prodotto di appena lo 0,4 per cento, pressoché allineato alla crescita del Nord Est ma inferiore a quella del Paese. In un contesto di aumento dei consumi ancora contenuto, l’attività ha pressoché ristagnato nello scorcio dell’anno, in concomitanza con l’ulteriore indebolimento della domanda, anche per i timori legati al progressivo inasprimento delle politiche commerciali. Nonostante gli investimenti in costruzioni abbiano continuato a essere sospinti dal sostegno pubblico, l’accumulazione di capitale è stata nel complesso contenuta, riducendosi soprattutto nella manifattura, per l’elevata incertezza del contesto macroeconomico.
Nel primo trimestre dell’anno in corso, secondo gli indicatori congiunturali disponibili, la dinamica del prodotto sarebbe rimasta debole. Sulle prospettive di crescita gravano rischi al ribasso per il perdurare delle tensioni geopolitiche e per le nuove restrizioni commerciali introdotte dal governo statunitense, che possono determinare un ulteriore irrigidimento dei rapporti commerciali a livello internazionale.
Le imprese
La produzione agricola è tornata a crescere dopo la forte contrazione registrata nel 2023, su cui avevano inciso anche le alluvioni che avevano colpito diversi territori della regione. Nell’industria la produzione e il fatturato hanno segnato una flessione, frenati dalla debolezza della domanda globale, che si è riflessa in una contrazione delle esportazioni. Il calo dell’attività è stato diffuso tra i comparti della manifattura – settore di specializzazione anche di diverse aree interne regionali – specialmente fra quelli di maggiore rilievo, come la meccanica e i mezzi di trasporto. Sebbene in rallentamento, lo scorso anno è proseguita l’espansione nelle costruzioni; una dinamica più favorevole ha interessato le imprese di maggiori dimensioni, che hanno beneficiato dei lavori connessi con la realizzazione di opere pubbliche previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Nel terziario l’attività è ancora moderatamente cresciuta, sostenuta soprattutto dai servizi legati al turismo.
In un contesto di debolezza ciclica, la quota di imprese con risultati reddituali favorevoli è lievemente scesa. La liquidità aziendale è rimasta comunque elevata e, in presenza di una moderata attività di investimento, ha condizionato la domanda di nuovi finanziamenti da parte del settore produttivo.
Il mercato del lavoro
Lo scorso anno gli occupati in regione sono ancora aumentati, sebbene con un’intensità inferiore alla media del Paese, superando per la prima volta i livelli occupazionali antecedenti la pandemia; vi ha contribuito in modo esclusivo la componente maschile. Il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso, attestandosi su valori contenuti nel confronto storico. Il saldo tra assunzioni e cessazioni di posizioni di lavoro dipendente è risultato positivo ma inferiore a quello dell’anno precedente; le attivazioni nette hanno rallentato, soprattutto nell’industria, e hanno riguardato prevalentemente i contratti a tempo indeterminato.
Nei prossimi anni l’intelligenza artificiale potrebbe avere rilevanti ricadute sul mercato del lavoro, in termini sia di sostituibilità di alcune mansioni sia di complementarità con altre. Sebbene l’Emilia-Romagna presenti un’esposizione complessiva a questa tecnologia simile a quella del Paese, essa risulta meno interessata da effetti di complementarità, anche per la minore rilevanza a livello regionale del settore pubblico, mentre è più soggetta a ripercussioni legate alla sostituibilità di alcune professioni, soprattutto per i lavoratori con diploma di scuola superiore.
Le famiglie
Dopo la sostanziale stabilità dell’anno precedente, nel 2024 il reddito reale delle famiglie residenti è tornato a crescere, sostenuto dalle condizioni ancora favorevoli sul mercato del lavoro e dai rinnovi contrattuali, nonché dalla minore inflazione. I prezzi al consumo hanno infatti significativamente rallentato nello scorso anno, per effetto delle componenti legate all’abitazione, alle utenze e ai prodotti alimentari. Nonostante l’incremento dei redditi reali, i consumi sul territorio regionale sono solo lievemente cresciuti, frenati dal clima di forte incertezza che ha favorito l’accumulo di risparmio. L’indebitamento delle famiglie ha accelerato, sospinto soprattutto dalla componente dei mutui per l’acquisto di abitazioni, che hanno beneficiato del progressivo ribasso dei tassi di interesse, in un contesto di ripresa delle contrattazioni sul mercato residenziale. Il credito al consumo ha confermato la tendenza espansiva degli ultimi anni.
Il mercato del credito
Nel 2024 i prestiti al settore privato non finanziario hanno continuato a contrarsi, sebbene con un’intensità minore rispetto all’anno precedente. L’elevata liquidità e la diffusa incertezza hanno contenuto la domanda di nuovi finanziamenti bancari da parte delle imprese, soprattutto per finalità di investimento. Le condizioni di offerta al comparto produttivo sono rimaste improntate alla prudenza.
Pur restando su livelli contenuti nel confronto storico, il flusso di nuovi crediti deteriorati in rapporto ai finanziamenti in bonis ha mostrato un lieve peggioramento, concentrato nelle imprese. Anche il tasso di ingresso in arretrato, che misura l’incidenza dei crediti con irregolarità meno gravi nei rimborsi, ha evidenziato alcuni segnali di tensione, specialmente per le aziende più piccole e per quelle delle costruzioni. Per le famiglie, invece, la quota di mutui con ritardi o sospensioni nel pagamento delle rate si è significativamente ridotta.
La finanza pubblica decentrata
La spesa primaria complessiva degli enti territoriali, in rapporto alla popolazione, si è attestata nel 2024 su valori superiori a quelli medi delle Regioni a statuto ordinario; vi si associa un livello qualitativo del contesto istituzionale tra i più elevati in Italia. Come per l’anno precedente, la spesa è cresciuta nella componente corrente e, soprattutto, in quella in conto capitale, anche in connessione con la graduale attuazione del PNRR. Secondo i dati più recenti, i fondi del Piano destinati a interventi da effettuare in regione superavano i 10 miliardi di euro. Una quota rilevante delle risorse è finalizzata alla realizzazione di lavori pubblici, per i quali sono state aggiudicate gare per 2,6 miliardi e avviati o conclusi cantieri per il 60 per cento dei bandi assegnati. Le imprese emiliano-romagnole hanno intercettato risorse significative del Piano partecipando anche a gare per lavori fuori dal territorio regionale.
L’innovazione e il trasferimento tecnologico
L’innovazione rappresenta un fattore determinante per la crescita economica; essa riflette molteplici dimensioni, tra cui la diffusione delle tecnologie digitali, la qualità della formazione e del capitale umano, nonché l’efficacia del trasferimento tecnologico alle imprese.
Secondo il regional innovation scoreboard della Commissione europea, l’Emilia-Romagna si colloca nel panorama italiano tra i territori a più forte capacità di innovazione, seppure presenti ancora ritardi da colmare nel confronto internazionale. Il posizionamento favorevole rispetto al Paese è da ricondursi al maggior grado di digitalizzazione, soprattutto nelle attività di impresa, e alla più elevata qualità della formazione e della ricerca universitaria in ambito scientifico. È inoltre attivo a livello regionale un sistema di cooperazione tra centri di ricerca, enti pubblici e tessuto produttivo volto a favorire il trasferimento tecnologico alle imprese, nonché la nascita di start up innovative, anche di matrice accademica.
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