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Stato d’attuazione del patto europeo migrazione e asilo


L’11 giugno, la Commissione ha pubblicato una comunicazione sullo stato di attuazione del patto sulla migrazione e l’asilo a metà percorso della sua messa a regime.  La comunicazione riporta notizie aggiornate sugli impegni assunti nel quadro del piano d’attuazione comune adottato il 12 giugno 2024,  con la finalità di gestire la fase transitoria dall’adozione del pacchetto normativo sul patto migrazione e asilo avvenuta nel giugno 2024 e la piena messa a regime entro giugno 2026 mettendo in atto le capacità giuridiche e operative necessarie.

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Il piano d’attuazione è stato articolato su dieci elementi costitutivi (vedi fig.1) che vengono puntualmente ripresi nell’analisi dello stato d’attuazione, riferendo sulle attività svolte direttamente dalla Commissione europea e dalle Agenzie europee coinvolte e quanto sviluppato dagli Stati membri in coordinamento con la Commissione.

Come risulta dalla relazione della Commissione, 25 Stati membri risultano aver trasmesso il loro piano d’implementazione. Più di un terzo di questi piani è stato reso pubblico (tra questi non risulta quello dell’Italia), mentre l’Ungheria ha comunicato la sua intenzione di non presentare alcun piano.

I risultati dello stato d’attuazione sono in sintesi sono riportati nei dieci punti seguenti:

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  • banca dati comune (Eurodac): elemento essenziale per la gestione comune europea delle procedure del Patto, la Commissione riferisce sugli sviluppi in coordinamento tra Commissione, Stati membri e con il supporto di eu-Lisa (agenzia europea dei sistemi informatici), al fine di rispettare la scadenza di giugno 2026;
  • un nuovo sistema per gestire la migrazione ai confini esterni dell’Ue: il 5 agosto 2024 la Commissione ha adottato una decisione d’implementazione definendo le capacità di cui gli Stati membri devono dotarsi, e il numero massimo di domande di protezione internazionale (“massimale annuo”) oltre il quale gli Stati membri non saranno obbligati ad applicare la procedura di frontiera e sta elaborando specifiche linee guida per lo screening. La Commissione precisa che gli Stati membri dovranno adottare le misure necessarie affinché sia garantito che la procedura di frontiera sia accompagnata da un meccanismo indipendente di monitoraggio dei diritti fondamentali e basarsi su un’efficace cooperazione con la magistratura. Evidenzia inoltre che la messa in pratica presenta sfide legate alla designazione di strutture e risorse umane, materiali e tecniche sufficienti per far fronte ai picchi dei flussi migratori, nonché alla fornitura di meccanismi e strumenti legali efficaci per prevenire la fuga;
  • ripensare l’accoglienza: la Commissione riferisce sui progressi da parte degli Stati membri nella riformulazione delle procedure, indicando che più della metà dei piani nazionali prevede nuovi centri di accoglienza e misure di prima integrazione come organizzazione di corsi di lingua e strutture di sostegno medico e psicologico. La Commissione raccomanda al rispetto degli standard minimi d’accoglienza previsti nel quadro delle nuove norme tenendo conto della giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea;
  • procedure eque, efficienti e convergenti: le misure in corso presso gli Stati membri comportano la revisione dei quadri normativi nazionali in linea con le nuove norme europee. La digitalizzazione dovrebbe favorire l’efficentamento dei processi e la riduzione dei relativi termini d’esame. La Commissione precisa che gli Stati membri devono garantire che le denunce di respingimento siano esaminate rapidamente per garantire il rispetto dei diritti fondamentali, tra cui il diritto di accesso alle procedure di asilo e il principio di non respingimento;
  • procedure di rimpatrio eque ed efficienti: la Commissione riferisce sulla propria adozione di una proposta di regolamento per i rimpatri avvenuta l’11 marzo 2025, precisando nel pieno rispetto dei diritti fondamentali, che dovrà essere approvata da parte del Consiglio e del Parlamento. Nel frattempo, alcuni Stati membri hanno rafforzato le misure di coordinamento delle autorità coinvolte nelle relative procedure di rimpatrio incluso l’allocazione delle risorse necessarie. Nel frattempo il coordinatore designato dall’Ue per i rimpatri sta definendo precise linee guida;
  • far lavorare la responsabilità: questo punto riguarda le regole di Dublino che stabilisce la responsabilità dello Stato membro nell’esame della domanda d’asilo. La Commissione riferisce che presenterà a luglio 2025 un nuovo quadro di regole, da definire in dialogo con gli Stati membri, per favorire cooperazione e scambio d’informazioni tra Stati membri per velocizzare le procedure. Nel frattempo l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (Euaa) ha elaborato modelli per adulti e minori non accompagnati per facilitare il tracciamento dei nuclei familiari e facilitare la determinazione della responsabilità nell’esame della domanda;
  • far lavorare la solidarietà: i meccanismi di solidarietà tra Stati membri previsti dal patto dovranno essere operativi nel primo ciclo annuale che partirà da ottobre 2025. Gli Stati membri potranno decidere tra la riallocazione (ovvero l’accoglienza di migranti dallo Stato membro di approdo al proprio Paese), o di offrire un contributo finanziario o in natura. La predisposizione del quadro dei meccanismi da adottare è in corso di elaborazione in confronto con gli Stati membri. Il rapporto annuale sulla migrazione e asilo, che la Commissione pubblicherà il 15 ottobre 2025, offrirà la base conoscitiva per definire il pool annuale di solidarietà necessario per affrontare la situazione migratoria, considerando gli Stati membri sotto più forte pressione migratoria e le relative capacità nazionali di gestione del fenomeno;
  • preparazione alle emergenze e alle crisi: la capacità di prepararsi alle emergenze deve garantire la continuità di funzionamento e la capacità di adattamento alle situazioni di crisi. A novembre 2024 l’Euaa ha definito un modello di piano d’emergenza e ha pubblicato un manuale ed esempi di buone pratiche. Al 12 aprile 2025 gli Stati membri dovevano presentare i loro piani nazionali d’emergenza. La Commissione riferisce che 22 Stati membri hanno presentato i loro piani d’emergenza, non tutti completi nel rispetto del modello dell’Euaa. Sollecitando la presentazione dei piani ancora mancanti, la Commissione evidenzia che i suddetti piani dovranno prevedere una gestione con successive revisioni e adattamenti per mantenerli adatti allo scopo, effettuando anche dei test di funzionalità;
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  • nuove salvaguardie per le persone vulnerabili e rispetto dei diritti fondamentali: la Commissione evidenzia che le nuove norme introducono misure per il monitoraggio indipendente dei diritti fondamentali durante lo screening e alle procedure di asilo alla frontiera, rafforzando le garanzie procedurali e le misure di protezione, come la consulenza legale gratuita e la messa a disposizione di informazioni, includendo disposizioni rafforzate per le persone vulnerabili o esigenze di accoglienza particolari, in particolare i minori, compresi i minori non accompagnati. La Commissione valuta che, sebbene permangano alcune lacune, i piani di attuazione degli Stati membri riflettono generalmente l’equilibrio complessivo tra diritti e obblighi e incorporano questi nuovi elementi. Allo scopo l’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) ha pubblicato a settembre 2024 specifiche linee guida per un meccanismo indipendente per i diritti fondamentali, mentre Ueaa sta elaborando il quadro procedurale con le necessarie informazioni per la messa in pratica, includendo informazioni sulle specifiche condizioni di vulnerabilità. La Commissione riporta che la maggior parte degli Stati membri ha già integrato misure nei loro piani per l’istituzione del monitoraggio con il meccanismo indipendente per i diritti fondamentali;
  • integrazione e percorsi legali per la protezione: diversi piani d’implementazione nazionali prevedono misure d’integrazione e inclusione dei migranti. La Commissione ha pubblicato in parallelo alla comunicazione uno specifico documento di lavoro che presenta le buone pratiche sui temi dell’occupazione e competenze, salute, alloggio, oltre a misure orizzontali nel quadro del piano d’azione europeo per l’integrazione e l’inclusione 2021-2027.

La Commissione annuncia nelle conclusioni che la prossima relazione di attuazione sarà pubblicata nell’ottobre 2025 nell’ambito della prima relazione annuale sulla migrazione e l’asilo e che entro fine anno sarà presentata una strategia per la gestione della migrazione a lungo termine per l’Europa. Nel contempo, con questa comunicazione, la Commissione anticipa alcuni dati di rilievo come riportati dall’agenzia Frontex: nel 2024 il numero di arrivi irregolari registrati alle frontiere esterne dell’Ue è stato di 240mila, con un calo del 37% rispetto al 2023. La Commissione indica che i partenariati avviati con Paesi terzi hanno contributo al risultato e sostiene che, visti i risultati, l’Unione deve continuare a costruire e ampliare tali partenariati in modo reciprocamente vantaggioso per ridurre gli arrivi irregolari, potenziare l’Alleanza globale per contrastare il traffico di migranti, rafforzare la cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione, promuovere la mobilità dei talenti attraverso i partenariati per i talenti e fornire protezione ai rifugiati sfollati nei Paesi terzi, anche attraverso il reinsediamento e l’ammissione umanitaria.

L’Ue al vertice Onu sugli oceani

 Dal 9 al 13 giugno si è tenuto a Nizza la conferenza delle Nazioni sugli oceani partecipata in apertura dai anche dai presidenti Costa e von der Leyen.

Il presidente del Consiglio europeo António Costa è intervenuto al vertice ricordando gli impegni recenti assunti dall’Unione, e precisamente le conclusioni del Consiglio del 20 marzo 2025 in cui il Consiglio europeo ha chiesto, anche nella prospettiva del vertice di Nizza, un rialzo del livello d’ambizione compresa la ratifica accelerata dell’accordo ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare sulla conservazione e l’uso sostenibile della diversità biologica marina nelle aree situate al di fuori della giurisdizione nazionale (accordo Bbnj). Il presidente ha riportato che nelle ultime due settimane sette Stati membri e l’Unione hanno provveduto alla ratifica.

Nel successivo discorso, Costa ha rimarcato: dobbiamo agire a livello multilaterale. Sostenendo le Nazioni Unite, perché solo a livello multilaterale possiamo affrontare le questioni globali che affliggono l’umanità. E siamo qui per affermare il nostro sostegno agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, al raggiungimento del Patto per il Futuro e all’iniziativa Un80 di riforma delle Nazioni Unite.

 Intervenuta anche la presidente Ursula von der Leyen, che ha ricordato nel suo intervento d’apertura la recentissima adozione del patto europeo sugli oceani (vedi punto 3 della rubrica Europa del 10 giugno), ha informato sul lancio dei primi dati dell’osservatorio del gemello digitale dell’oceano che aveva annunciato tre anni fa alla conferenza sugli oceani di Brest, sottolineato gli impegni dell’Ue per dimezzare l’inquinamento da plastica e nutrienti nei prossimi cinque anni, e per il ripristino del 20% degli ecosistemi marini e costieri previsto nella legge europea sul ripristino della natura, gli impegni nel destinare sovvenzioni a progetti di resilienza comunitaria e alla pesca su piccola scala come priorità, l’impegno a costruire una forte alleanza per gli oceani sulla dimensione globale annunciando investimenti per un miliardo di euro in 50 progetti nel mondo.

Consulta la rassegna dal 9 al 15 giugno

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di Luigi Di Marco



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