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Economia ligure, crescita dello 0,5% nel 2024. Export in calo del 25%


Nel 2024 l’attività economica in Liguria è cresciuta debolmente, con una percentuale di pil dello 0,5% contro un valore di poco sotto il 2% del 2024. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) elaborato dalla Banca d’Italia, nell’anno il prodotto sarebbe aumentato di un valore leggermente inferiore al dato di confronto italiano e in rallentamento rispetto al 2023. L’incertezza sull’evoluzione della domanda, alimentata anche dai conflitti in corso e dalle tensioni geopolitiche e commerciali in atto, incide sulle aspettative per i prossimi mesi, che rimangono improntate a cautela.

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Gli annunci dei dazi hanno creato scompiglio anche nell’economia ligure. Raffaella Di Donato, direttrice della sede di Genova e della Banca d’Italia, commenta i dati dell’andamento delle economia regionale prodotto ogni anno dalle varie sedi regionali della Banca centrale italiana: «Sono un’incognita non da poco sull’economia nazionale e anche quella regionale. Per una regione come la Liguria, che è votata ai traffici commerciali, i paesi di destinazione sono condizionati da quelle che sono le politiche commerciali e la situazione in atto. Sul fronte delle esportazioni si è notato per quest’anno un drastico calo verso gli Stati Uniti. Però non è solo un elemento caratterizzante della Liguria». La dinamica delle esportazioni segna un -25% soprattutto a causa delle componenti navi (-65%) e prodotti petroliferi (-16,4%). Al netto di queste componenti volatili le esportazioni sarebbero diminuite del 7,9%.

Nella media degli ultimi tre anni, le esportazioni liguri di navi e imbarcazioni sono state pari a oltre 1,9 miliardi di euro in termini nominali, un valore quasi doppio rispetto a quello registrato nella media delle regioni di confronto e pari a circa un quinto delle esportazionitotali (nelle altre regioni, invece, la cantieristica ha rappresentato meno del 3% dell’export complessivo). A sostenere le vendite liguri sono gli Stati Uniti, mercato verso il quale nel triennio considerato è stato destinato oltre il 60% delle imbarcazioni esportate (quasi il 40% nelle regioni di confronto). Le vendite della cantieristica sono scese di quasi il 65%.

Davide Revelli titolare divisione Analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia spiega: «Il quadro economico è debole, così come la domanda sia a livello nazionale sia internazionale. Siamo in una fase di normalizzazione post Covid».

Di Donato aggiunge: «Ci sono poi degli andamenti un po’ differenziati tra il comparto industriale, le costruzioni e i servizi. Per l’industria in senso stretto c’è stata una sostanziale stabilità. Nel comparto delle costruzioni, a fronte della riduzione degli effetti del super bonus, c’è un apporto positivo degli lavori pubblici stimolati dal Pnrr e invece per quanto riguarda il terziario segnaliamo una crescita, seppure marginale, ma una crescita del comparto turistico, siamo sullo 0,4%, e dei traffici mercantili». Nell’edilizia, dunque, la crescita dell’attività è proseguita anche nel 2024, rallentando però ulteriormente: le ore lavorate dichiarate alle Casse edili sono aumentate di circa il 3% rispetto all’anno precedente.

Nel 2024 il livello della produzione industriale (approssimato dal numero di ore lavorate) è cresciuto marginalmente. Il fatturato e la spesa per investimenti a prezzi costanti sono invece rimasti stabili; il processo di accumulazione del capitale ha beneficiato degli incentivi legati al programma Transizione 4.0, di cui hanno usufruito circa i due quinti delle imprese.

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Tra le criticità elencate dalla Banca d’Italia c’è proprio la debole crescita della manifattura. L’occupazione si è un po’ stabilizzata, diversamente dall’Italia, dove è cresciuta seppure marginalmente, però c’è un rovescio della medaglia: «Siamo da qualche anno su un plateau abbastanza positivo per quanto riguarda l’occupazione, quindi c’è da un punto di vista generale una tenuta. Quello che resta piuttosto debole è la domanda di finanziamenti, soprattutto dal lato delle imprese, anche se la situazione delle imprese, sia in termini di liquidità che in termini di utile, resta abbastanza positiva».

Aspetto positivo, per restare nell’ambito dell’industria, è la canteristica, in cui la Liguria «sta acquisendo un primato a livello italiano anche in termini non solo di valore aggiunto e di addetti, ma anche proprio di valore della produzione» sostiene la direttrice.

Sul fronte delle famiglie si registra ancora l’effetto dell’inflazione, ma non è più così negativo come negli anni precedenti: «In termini reali − chiarisce Di Donato − le retribuzioni hanno fatto segnare un aumento, seppur marginale».

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La Banca d’Italia ha registrato un calo dei depositi bancari, soprattutto quelli delle famiglie, a fronte invece di una lieve crescita per quanto riguarda le imprese, per cui resta alta la liquidità. «Però ovviamente qui c’è anche un effetto di migrazione dei depositi e quindi della liquidità verso il comparto dei titoli, in particolare i titoli di Stato, seppure cresciuti in maniera meno tumultuosa dell’anno precedente, e dei fondi comuni» puntualizza Di Donato.

Il valore dei titoli del settore privato non finanziario a custodia presso il sistema bancario ha continuato ad aumentare, riflettendo sia l’afflusso di risorse verso nuove emissioni sia l’apprezzamento delle quotazioni.

Si è attenuata la flessione dei finanziamenti bancari al settore privato non finanziario. Con riferimento alla qualità del credito, i flussi di nuove posizioni deteriorate sono rimasti sostanzialmente stabili, su livelli contenuti nel confronto storico; è diminuita l’incidenza dei prestiti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, su quelli totali.

Il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici è cresciuto in termini reali, sostenuto dall’incremento delle retribuzioni e solo parzialmente eroso dal moderato rialzo dei prezzi; ne hanno beneficiato i consumi, che in termini reali sono aumentati lievemente, in misura pressoché analoga a quanto registrato in Italia.

I prestiti di banche e società finanziarie alle famiglie consumatrici sono tornati a salire marginalmente: il credito al consumo ha continuato a crescere, contribuendo a sostenere la spesa delle famiglie; i mutui si sono leggermente ridotti, ma in misura meno intensa rispetto all’anno precedente.

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Imprese e bilanci

Nel 2024 in Liguria il tasso di natalità netto (saldo fra iscrizioni e cessazioni in rapporto alle imprese attive) è cresciuto rispetto all’anno precedente dello 0,3% (0,7 in Italia), riflettendo sia un lieve aumento del tasso di natalità sia una diminuzione di quello di mortalità. Alla minore natalità netta delle imprese liguri rispetto alla media del Paese si
associa anche una più bassa incidenza di startup innovative.

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Nel 2024 si è mantenuta su livelli ragguardevoli, e in linea con il dato dello scorso anno, la quota di aziende con una redditività positiva: secondo l’indagine Invind della Banca d’Italia, l’84% delle imprese industriali e dei servizi ha conseguito un utile.

Secondo l’analisi condotta su circa 7.500 società di capitali i cui bilanci sono presenti negli archivi Cerved, nel 2023, ultimo anno. disponibile, il rapporto tra il margine operativo lordo (Mol) e l’attivo di bilancio
si è attestato al 7,4%. Alla crescita nella manifattura e nelle costruzioni si è contrapposta la flessione nei servizi; fra le classi dimensionali d’impresa, la redditività operativa è aumentata per le piccole e le medie, mentreè calata per le grandi. Il rapporto tra il Mol e il valore della produzione, cheriflette la marginalità della gestione caratteristica, è rimasto pressoché costante (8,8%): la maggiore incidenza del costo del lavoro è stata bilanciata dai minori costi delle materie prime e dei beni intermedi, su cui ha inciso il calo dei prezzi dell’energia.
Il leverage (rapporto tra il debito e il totale di attivo di stato patrimoniale) è diminuito di 1,5 punti percentuali (al 43,1%); vi hanno contribuito il più elevato grado di patrimonializzazione e la flessione dell’indebitamento finanziario. Nonostante la riduzione delle esposizioni debitorie, il rapporto tra gli oneri finanziari e il Mol è significativamente cresciuto nel 2023, portandosi al 18,9% (dal 12,2 del 2022): l’incremento ha riflesso il rialzo dei tassi di riferimento nell’anno in esame e la quota rilevante di debito bancario a tasso variabile delle imprese. L’indicatore è salito in misura maggiore per le imprese grandi rispetto alle medie e, soprattutto, alle piccole, il cui indebitamento si è ridotto in modo più significativo.

Occupazione

Dopo il rallentamento registrato l’anno precedente, nel 2024 l’occupazione in Liguria si è stabilizzata: all’incremento dei lavoratori autonomi è corrisposto un marginale calo di quelli dipendenti. Pur rimanendo positive, le assunzioni nette sono diminuite in tutti i principali settori; tra le forme contrattuali, sono aumentate leggermente le nuove posizioni a tempo indeterminato. Il tasso di disoccupazione si è ridotto, come pure la partecipazione al mercato del lavoro; è sceso ulteriormente il ricorso agli strumenti di integrazione salariale.

Terziario, turismo sostenuto dagli stranieri

Il turismo quest’anno è cresciuto dello 0,4% soprattutto per effetto della componente straniera più che di quella italiana, «però non dobbiamo dimenticare sia che in Liguria c’è stato un decennio di forte espansione dell’attività turistica, sia che ancora oggi in termini di valore aggiunto e di addetti la Liguria segna una posizione di assoluta preminenza rispetto al confronto italiano, quindi l’andamento congiunturale va inquadrato in una situazione di più lungo contesto».

I pernottamenti si sono incrementati leggermente nella provincia di Imperia e nella città metropolitana di Genova, a fronte di un moderato calo nello spezzino e di una sostanziale invarianza nel savonese. Secondo l’Indagine sul turismo internazionale della Banca d’Italia, nel 2024 la spesa degli stranieri in regione è aumentata di circa il 3% rispetto all’anno precedente.

Tra il 2013 e il 2023 le presenze e gli arrivi in regione sono aumentati rispettivamente del 22 e del 37% (19 e 29 in Italia). La permanenza media è scesa da 3,5 a 3,1 notti; tale calo è risultato di poco superiore a quello osservato in Italia (da 3,6 a 3,4 notti).

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Leggero calo delle compravendite nel mercato immobiliare (-0,4%) a fronte invece di un lieve aumento dei prezzi, però anche qui il mercato immobiliare non ha avuto quest’anno un grosso stacco rispetto agli andamenti precedenti.

I passeggeri in transito nei porti liguri sono calati (-6,1%), soprattutto nel segmento delle crociere (-10,9%). Malgrado le persistenti incertezze nello scenario economico internazionale, i traffici mercantili marittimi hanno ripreso ad aumentare (+0,8%), seppure in misura contenuta; la componente containerizzata ha mostrato maggiore dinamismo, beneficiando degli accresciuti flussi di transhipment indotti dalla riorganizzazione dei servizi e delle rotte dovuta alle perduranti tensioni nel Mar Rosso.

La finanza pubblica decentrata

Nel 2024 la spesa degli enti decentrati liguri è cresciuta, sia nella componente corrente sia, soprattutto, in quella in conto capitale, che ha beneficiato anche delle risorse attribuite nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). I fondi assegnati risultano superiori alla media italiana in rapporto alla popolazione e concentrati soprattutto nei progetti relativi alle infrastrutture per la mobilità sostenibile (missione 3) e alla rivoluzione verde e transizione ecologica (missione 2). Con specifico riferimento alle opere pubbliche finanziate dal Piano, alla fine del 2024 la quota dei lavori avviati o conclusi risultava leggermente superiore alla media nazionale.



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