Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Calato il sipario dopo oltre 40 anni di storia, si spegne la ‘certezza’


Si chiude l’era del motore Fire nello stabilimento Stellantis: i sindacati chiedono certezze sul futuro Dopo oltre quarant’anni e più di 23 milioni di unità prodotte, termina ufficialmente a Termoli la produzione del motore Fire, uno dei simboli dell’industria automobilistica italiana. Un passaggio epocale per lo stabilimento Stellantis, che segna la fine di un modello storico, ma apre anche interrogativi sul futuro produttivo e occupazionale del sito. Secondo Fim-Cisl e Uilm-Uil, la chiusura del reparto dedicato al Fire rappresenta un momento delicato della transizione industriale. Le capacità tecnologiche e professionali dello stabilimento restano elevate, ma il percorso verso l’elettrico e l’implementazione dei nuovi progetti – come il motore GSE (erede diretto del Fire) e la futura Gigafactory – procedono con ritardi e incertezze. I sindacati evidenziano come le attuali produzioni non siano sufficienti a garantire piena occupazione e chiedono un confronto urgente con il nuovo amministratore delegato di Stellantis già entro luglio. L’obiettivo è ottenere l’assegnazione di almeno due nuovi prodotti, considerati indispensabili per dare continuità industriale e occupazionale allo stabilimento. Nel frattempo, resta alta l’attenzione anche sul piano degli investimenti promessi e sul rischio che il sito molisano venga progressivamente marginalizzato all’interno delle strategie del gruppo. Per Marco Laviano (Fim-Cisl):
«Il motore Fire rappresenta una vera e propria bandiera tecnologica per l’industria automobilistica italiana: uno dei maggiori successi del gruppo, con milioni e milioni di vetture equipaggiate non solo in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo. È evidente che, dopo oltre 40 anni di onorata carriera, sapevamo che prima o poi sarebbe arrivata la sua fine. Ma ciò non toglie che la chiusura del reparto storico lascia un segno profondo.
Il motore Fire avrebbe dovuto avere, già molti anni fa, un degno successore, capace di raccoglierne l’eredità. Invece, la transizione tecnologica e la fusione industriale hanno messo fortemente in discussione le capacità produttive dello stabilimento di Termoli.
Questa transizione, a nostro avviso, non sta seguendo il percorso virtuoso auspicato dall’Europa. Termoli ha perso capacità produttiva, ma non ha perso tecnologia, né competenze, né leadership: questo lo dicono i mercati, non solo i lavoratori.
Oggi Stellantis è in grande difficoltà nelle scelte di strategia industriale sulle motorizzazioni più evolute, mentre il mercato spinge fortemente verso l’elettrico. Il motore GSE – che rappresenta l’erede diretto del Fire, anche conosciuto come FireFly – potrebbe essere rilanciato come prodotto di punta, capace di riposizionare il gruppo nel mercato automobilistico italiano e internazionale. Questo è il momento per fare scelte coraggiose e responsabili.» Francesco Guida (Uilm-Uil): «Si chiude un capitolo importante nella storia dello stabilimento di Termoli. Il motore Fire, prodotto in oltre 23 milioni di unità, ha rappresentato un pilastro industriale, garantendo lavoro a migliaia di persone e creando ricchezza per il Molise e per tutto il Paese. Dietro quel motore c’erano uomini e donne altamente specializzati, che con il loro lavoro hanno contribuito allo sviluppo del territorio.
Ora guardiamo avanti, consapevoli che serve garantire un futuro più sereno a tutti i lavoratori. È per questo che abbiamo chiesto un incontro urgente con il nuovo amministratore delegato di Stellantis: ci auguriamo che possa tenersi già nel mese di luglio. L’obiettivo è discutere del lancio di nuovi prodotti, perché allo stato attuale le produzioni in corso non sono sufficienti a garantire occupazione per tutti. Il cambio generazionale da solo, previsto per il prossimo anno, non sarà sufficiente: abbiamo bisogno di almeno altri due nuovi modelli per assicurare stabilità produttiva e occupazionale. Restiamo in attesa di capire cosa ne sarà del progetto Gigafactory e di quali ricadute avrà sul nostro territorio». «A Termoli si chiude un capitolo importante della storia industriale italiana, con l’uscita di scena dell’ultimo motore Fire. Ma il problema non è la fine di un ciclo produttivo, è l’assenza di un futuro certo per quello stabilimento», dichiara Roberto Gravina, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e coordinatore nazionale Enti Locali. «Lo stabilimento Stellantis di Termoli avrebbe dovuto vivere una nuova stagione attraverso la realizzazione della Gigafactory. Un progetto annunciato nel 2021 come strategico e che oggi, invece, è bloccato da mesi, sospeso tra silenzi e rinvii. In tutto questo tempo, il Governo Meloni ha scelto di restare alla finestra, senza proporre soluzioni e senza nemmeno tentare di difendere un investimento fondamentale per il Mezzogiorno e per l’industria automobilistica italiana». Gravina sottolinea come, in parallelo alla fine della produzione Fire, sia stato annunciato l’avvio della produzione del nuovo cambio ibrido nel 2025. «Un segnale, ma del tutto insufficiente, come da noi sostenuto sin dall’inizio. Non può bastare a garantire piena occupazione, né a compensare le prospettive occupazionali legate a un progetto ambizioso come la Gigafactory. Servono politiche industriali lungimiranti, non contentini». «Noi del Movimento 5 Stelle – continua Gravina – non ci siamo mai limitati alla denuncia. Sia in Consiglio regionale che in Parlamento e al Parlamento europeo, abbiamo presentato proposte chiare per rilanciare il progetto: dalla compartecipazione pubblica al capitale di Acc a un piano energetico di supporto alle imprese, fino alla richiesta di un piano industriale definito, legato a investimenti su ricerca, innovazione e abbattimento dei costi di produzione». «Nei prossimi giorni – annuncia – depositeremo nuove iniziative istituzionali, in Regione, a Roma e a Bruxelles. Chiediamo al Governo Meloni di uscire dall’ambiguità e chiarire una volta per tutte se ha intenzione di sostenere davvero la Gigafactory di Termoli. Perché questo progetto non può essere lasciato spegnere nel silenzio generale, dopo anni di promesse e annunci. E perché i lavoratori non possono essere lasciati in balia dell’incertezza».

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese