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l’istruzione tecnico-professionale conquista le famiglie


Negli ultimi anni il panorama dell’istruzione secondaria di secondo grado in Italia sta vivendo una trasformazione significativa.

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Se da un lato, i licei continuano a essere la scelta prevalente per le famiglie italiane (con il 55,99% delle iscrizioni per l’anno scolastico 2025/2026), dall’altro, si registra un rinnovato interesse verso gli istituti tecnici e professionali.

Un cambiamento in parte determinato dalla recente riforma della filiera formativa tecnologico-professionale “4+2”, voluta dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Il modello 4+2: novità e obiettivi

Il modello “4+2” rappresenta una novità sostanziale nel sistema formativo italiano, un modello innovativo per un nuovo rapporto con il lavoro che consiste in quattro anni di istruzione tecnica o professionale, seguiti da due anni di formazione presso un ITS Academy (Istituto Tecnico Superiore), garantendo così un accesso diretto a competenze altamente tecnico-specialistiche sempre più richieste dal mondo del lavoro.

L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato, contrastare la dispersione scolastica, dall’altro, favorire l’occupabilità giovanile in settori strategici per lo sviluppo industriale e tecnologico del Paese.

I dati più recenti confermano che la riforma ha intercettato una domanda reale da parte delle famiglie con un trend di iscrizioni in crescita che risulta essere il triplo in un anno. Gli studenti iscritti al primo anno della filiera “4+2” sono passati da 1.669 nell’anno scolastico 2024/2025 a ben 5.449 per il 2025/2026: un incremento superiore al 226%. Anche il numero delle scuole autorizzate a offrire questi percorsi è cresciuto significativamente, da 180 a 396

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istituti, con un totale di 628 percorsi formativi attivati. Numeri che mostrano un’accoglienza estremamente positiva, non solo da parte degli studenti, ma anche da parte delle scuole e del tessuto produttivo territoriale.

Una formazione che risponde alle esigenze del mondo del lavoro

La crescita trova spiegazione anche nell’evoluzione di un’offerta didattica più flessibile e mirata. I nuovi percorsi non si limitano a un aggiornamento curricolare, ma sono pensati per rispondere a esigenze specifiche dei settori del mondo del lavoro locale e nazionale. Informatica, meccatronica, energie rinnovabili, logistica, legno e arredo, design navale e nautico, enogastronomia, turismo e salute sono solo alcuni dei settori coinvolti. Grazie alla collaborazione tra scuola, imprese e ITS Academy, i giovani possono sviluppare competenze tecniche avanzate senza rinunciare a una solida preparazione culturale e trasversale.

Un segnale importante è il progressivo riequilibrio nella percezione sociale degli indirizzi tecnici e professionali storicamente considerati “di serie B” rispetto ai licei, che oggi, invece, tornano a essere visti dalle famigliecome scelte pragmatiche e strategiche. Il tasso di occupazione dei diplomati ITS supera l’80% entro l’anno dal conseguimento del titolo, una percentuale difficilmente eguagliabile da altri percorsi. Le famiglie lo sanno e orientano sempre più le scelte dei figli verso un’istruzione di livello superiore pratica che consenta loro di costruire un futuro lavorativo stabile e qualificato.

Una svolta culturale a favore dell’istruzione tecnico-scientifica

Il successo della filiera “4+2” è anche la conferma di una svolta culturale. Il nostro Paese, a lungo sbilanciato verso un modello liceale generalista, sembra, finalmente, avviarsi verso una maggiore valorizzazione dell’istruzione tecnico-scientifica. Un segnale culturale che, come ha sottolineato il Ministro Valditara, va verso “una filiera professionalizzante di eccellenza che risponde ai bisogni del sistema economico-produttivo e valorizza le attitudini dei giovani”.

Insomma, una scuola più moderna e orientata all’occupazione.

Se il trend verrà confermato anche nei prossimi anni, la riforma potrà ridisegnare in profondità l’intera architettura dell’Istruzione secondaria in Italia. La sfida sarà, ora, consolidare il modello, rafforzando il legame tra scuole, ITS e imprese, e investendo nella formazione dei docenti e nella qualità degli ambienti di apprendimento. I numeri delle iscrizioni dicono già molto: quando la scuola sa innovare e guardare al futuro, le famiglie rispondono.

Filiera Tecnico-Professionale “4+2” vs licei: dati e tendenze

I dati rappresentati sotto riflettono, da un lato, la distribuzione delle iscrizioni, dall’altro, il panorama educativo in evoluzione, con un’evidente crescente attenzione verso percorsi formativi che combinano teoria e pratica, in linea con le esigenze del mercato del lavoro.

Filiera Tecnico-Professionale “4+2”

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  • Iscrizioni: Le iscrizioni al primo anno della filiera “4+2” sono più che triplicate, passando da 1.669 a 5.449 studenti.
  • Espansione: Il numero di scuole autorizzate a offrire questo percorso è aumentato da 180 a 396, con 628 percorsi attivati
  • Licei: rimangono la scelta predominante, con il 55,99% delle iscrizioni, in lieve aumento rispetto al 55,63% dell’anno precedente;
  • Istituti Tecnici: Registrano una leggera flessione, passando dal 31,66% al 31,32%;
  • Istituti Professionali: Mantengono una quota stabile, attestandosi al 12,69%.

Tendenze regionali

  • Licei: preferiti nel Centro-Sud, con il Lazio al 69,48%, seguito da Molise (62,52%) e Sicilia (61,63%);
  • Istituti Tecnici: prediletti nel Nord-Est, con il Veneto al 39,81%, Friuli Venezia Giulia al 38,90% e Lombardia al 36,35%;
  • Istituti Professionali: maggiore incidenza in Emilia-Romagna (17,34%), Veneto (15,00%) e Lombardia (14,02%);

Focus sugli indirizzi

Istituti Professionali: “Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera” rimane l’indirizzo più scelto (3,94%), seguito da “Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale” (2,01%). Wikipedia+2TGCOM24+2Wikipedia+2

Licei: lo Scientifico si conferma il più scelto con il 13,53%, seguito da Linguistico (8,01%) e Scienze Umane (7,46%); TGCOM24+1Avvenire+1

Istituti Tecnici: nel settore economico, “Amministrazione, Finanza e Marketing” è il più richiesto (9,12%). Nel settore tecnologico, “Informatica e Telecomunicazioni” guida le preferenze (5,35%).



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