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Economia e gestione delle imprese


Capitalizzazione e autonomia finanziaria:​

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La capitalizzazione si manifesta in due obiettivi: soddisfare il fabbisogno di investimenti e

farlo con un’adeguata copertura tra capitale proprio e capitale di terzi.​

L’indice di autonomia finanziaria indica quanto del totale degli investimenti è coperto da

capitale di rischio.

●​ Settori a basso rischio: Un fornitore di acqua pubblica, per esempio, ha una

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domanda stabile e rischia poco, quindi può permettersi un’autonomia finanziaria più

bassa.

●​ Settori ad alto rischio: Al contrario, un’impresa in un settore altamente competitivo,

come il mercato della tecnologia, dovrà avere un capitale di rischio maggiore, poiché

il rischio di perdite è più elevato.

Confronto con altre imprese:​

Per valutare se l’impresa ha una capitalizzazione adeguata, si può fare un confronto con

altre imprese simili.

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●​ Se l’indice di autonomia finanziaria di un settore è del 30%, l’impresa dovrebbe

essere su un livello simile.

●​ Se è troppo basso, l’impresa è a rischio e il proprietario deve garantire una

capitalizzazione adeguata, altrimenti l’impresa potrebbe affrontare difficoltà nel lungo

periodo.

Un proprietario può essere adeguato per una fase dell’impresa, ma non per un’altra. Ad

esempio, un piccolo proprietario può gestire l’impresa da solo, ma con la crescita

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dell’impresa, potrebbe dover cercare nuovi soci o vendere l’impresa. Se non lo fa, l’impresa

potrebbe diventare meno competitiva.

Nomina e legittimazione del vertice aziendale:​

Il proprietario, che assume il rischio economico dell’impresa, è responsabile di scegliere chi

gestisce l’impresa. Se il proprietario non è in grado di fare questa scelta, o sceglie male,

l’impresa soffrirà.

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●​ Un esempio comune si verifica nella successione familiare, dove un figlio o un

nipote potrebbe non essere in grado di gestire l’impresa correttamente, con

conseguenze negative.

La scelta del manager è delicata, e a volte la decisione è influenzata dalla fiducia

personale, ma deve essere basata sulle competenze. Alcune imprese usano consulenti

esterni per scegliere i migliori candidati, ma alla fine la decisione spetta al proprietario. Se il

proprietario non supporta il manager scelto, l’impresa rischia di perdere la sua direzione.

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Orientamento strategico:​

La nomina di un amministratore è cruciale per le decisioni strategiche. La legittimazione del

vertice aziendale implica non solo la scelta del manager, ma anche la definizione delle

condizioni economiche, come la remunerazione, che spesso dipende dai risultati. Una

buona remunerazione può incentivare la performance dell’impresa.

Il proprietario deve anche orientare l’impresa, definendo gli obiettivi e le priorità. Se non è

chiaro su cosa vuole dall’impresa, l’imprenditore potrebbe interpretare il proprio ruolo

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autonomamente, portando a decisioni che non sono in linea con gli interessi della proprietà.

●​ Ad esempio, se un proprietario entra in un settore competitivo, deve essere

consapevole dei rischi e dell’impegno necessario. L’imprenditore dovrà quindi gestire

quel rischio con una strategia operativa adeguata.

La funzione di orientamento strategico implica anche la definizione delle aree in cui l’impresa

opererà, poiché il rischio dipende dalle scelte fatte. È il proprietario a decidere in quale

settore operare, mentre l’imprenditore implementa la strategia.

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●​ L’orientamento strategico deve essere chiaro e deve stabilire le priorità per l’impresa.

Il proprietario deve fissare obiettivi chiari e l’imprenditore dovrà lavorare per

raggiungerli.

La proprietà deve definire gli obiettivi e le priorità, mentre l’imprenditore deve implementare

le strategie per raggiungere tali obiettivi. La proprietà deve essere consapevole dei rischi

associati alle sue scelte, affinché l’impresa operi in modo efficace e competitivo.

Aumento di Capitale e Struttura di Controllo Aziendale

L’aumento di capitale in un’impresa può essere realizzato in vari modi. Un esempio

significativo è Spotify, che nel 2017 ha effettuato un aumento di capitale non per risolvere

necessità finanziarie, ma per consentire ai soci di maggioranza di mantenere il controllo

della società. In questo caso, l’importo dell’aumento è stato limitato per preservare la quota

di controllo dei soci di maggioranza. Un altro esempio riguarda la società San Lorenzo, dove

l’aumento di capitale è stato strutturato combinando diritti di opzione per i soci esistenti con

nuove emissioni di azioni destinate ai nuovi soci.

Un elemento chiave nella gestione aziendale è la nomina e la revoca dei vertici. Il

proprietario dell’impresa ha il diritto di nominare i responsabili della gestione aziendale, ma

se i risultati non soddisfano le aspettative o le decisioni prese non sono in linea con gli

obiettivi, può procedere alla loro revoca. Se le scelte dei vertici sono coerenti con le strategie

aziendali, invece, il proprietario può sostenerli.

Un caso di fallimento inaspettato, riportato dal Corriere della Sera, riguarda una società che,

nonostante anni di successo e il ruolo di leader globale, ha dichiarato bancarotta a causa di

una gestione inadeguata del servizio di consegna. Questo caso evidenzia come una cattiva

gestione, anche in presenza di ottimi risultati iniziali, possa portare a crisi aziendali.

A New York, un altro esempio ci mostra come i cambiamenti nelle abitudini quotidiane

influenzano le imprese. A Manhattan, molti appartamenti non sono dotati di cucine complete,

ma solo di spazi per scaldare cibo, poiché la maggior parte degli abitanti preferisce ordinare

da asporto. Di conseguenza, i ristoranti si concentrano soprattutto sul servizio di cibo da

asporto, che rappresenta il 90% del loro fatturato.

Un ulteriore esempio riguarda il diritto di impugnare le delibere societarie. Nel caso della

società di Chiara Ferragni, un socio ha contestato la valutazione contabile e minacciato di

impugnare la delibera in tribunale, dopo una forte diminuzione dei ricavi dell’impresa,

passando da 14 milioni nel 2022 a soli 2 milioni nel 2024. Questo caso illustra come le

differenze nelle valutazioni aziendali e la gestione delle perdite possano provocare conflitti

tra i soci, anche in presenza di una minoranza.

Funzioni del Proprietario

Il proprietario di un’impresa svolge tre funzioni principali: la nomina dei vertici aziendali, la

definizione della strategia e il monitoraggio delle performance. La nomina dei vertici deve

rispettare le normative legali e assicurare che i responsabili siano scelti in base alle

competenze, supportandoli nelle loro decisioni quando queste sono in linea con gli obiettivi

aziendali. L’orientamento strategico, d’altro canto, implica la definizione di obiettivi aziendali,

la gestione dei rischi e la visione a lungo termine. Infine, il monitoraggio delle performance

assicura che le strategie siano coerenti con gli scopi prefissati.

Gli interessi che spingono un proprietario a investire in un’impresa sono per lo più di natura

economica, con l’obiettivo di generare utili. Tuttavia, in alcuni casi, i proprietari possono

perseguire obiettivi di tipo sociale, come nel caso delle imprese non profit, dove l’obiettivo

principale non è il ritorno economico diretto, ma il miglioramento del benessere collettivo.

Nel contesto strategico, il proprietario è chiamato a definire i livelli di rischio che l’impresa è

disposta a correre, in base alla stabilità o dinamismo del settore. Mentre il proprietario

definisce la strategia, la gestione operativa spetta all’imprenditore, che implementa le

decisioni strategiche.

Differenti Tipologie di Controllo Aziendale

Il controllo di un’impresa varia a seconda della struttura proprietaria. In un’impresa

unipersonale, il proprietario detiene il 100% dei diritti di voto, esercitando un controllo

assoluto. Questa forma di controllo permette una gestione snella ma può incontrare difficoltà

nel supportare la crescita dell’impresa, poiché ogni aumento di capitale deve essere

finanziato personalmente dal proprietario.

Nelle public company, il controllo è frammentato tra molti soci, ciascuno con quote di

capitale relativamente piccole. In questo caso, il controllo non dipende dai singoli soci, ma

dal management, che non rischia il proprio capitale, poiché la proprietà è distribuita tra tanti

azionisti. Sebbene il capitale di rischio sia più facile da raccogliere, il controllo può risultare

più complesso, con il management che può essere sostituito se le performance aziendali

sono insufficienti.

Un’altra forma di controllo è quella a maggioranza relativa, in cui uno dei soci ha una quota

significativa, ma non assoluta, del capitale. In questo caso, il socio può esercitare il controllo

sull’impresa se gli altri soci non sono in grado di accordarsi. Un esempio di controllo

congiunto avviene attraverso i patti di sindacato, dove soci con quote diverse si accordano

per esercitare un diritto di voto unificato, permettendo anche ai soci con quote minori di

influire sulle decisioni aziendali.

Tipologie di Controllo e Governance

Quando il controllo è concentrato in un piccolo gruppo di soci o in un singolo soggetto, la

governance è generalmente più chiara e le decisioni aziendali più coerenti. Tuttavia, in

contesti di proprietà dispersa, come nelle public company, la gestione può diventare più

difficile, poiché le decisioni richiedono una coordinazione tra molti soci, ognuno con una

quota di voto proporzionale al proprio investimento.

La frammentazione del capitale e la dispersione dei diritti di voto possono comportare

difficoltà nella gestione, con il rischio che alcuni soci agiscano in modo divergente. Quando il

controllo è esercitato da un gruppo di soci, pur senza una maggioranza assoluta, può

risultare più fluido, ma la gestione strategica può essere influenzata da interessi contrastanti,

creando difficoltà nell’allineare la visione per l’impresa.

Soggetto imprenditoriale (essenziale per comprendere il funzionamento di un’impresa)

Ogni impresa si basa su tre assetti fondamentali: il proprietario, l’imprenditore e il sistema

operativo. Questi tre elementi sono interrelati e devono essere coerenti tra di loro per

garantire il successo dell’impresa. Un buon punto di partenza per lo studio dell’impresa è

chiedersi quali siano le peculiarità di ciascun assetto: le caratteristiche





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