Con l’approvazione del Decreto Fiscale il 12 giugno 2025, il Governo ha introdotto un pacchetto di misure che tocca da vicino il lavoro di professionisti, studi associati, imprese e consulenti fiscali. Il provvedimento mira a semplificare alcuni adempimenti, chiarire fattispecie reddituali controverse e posticipare le scadenze di pagamento. In questo contributo esaminiamo le novità con un taglio pratico, indicando le implicazioni applicative e suggerendo strategie operative utili per i soggetti coinvolti.
1. Proroga dei versamenti… ma solo per alcuni
Il differimento al 21 luglio 2025 (e al 20 agosto con 0,4% di maggiorazione) per i soggetti ISA e forfetari è una misura che agevola la gestione della liquidità, specie per chi lavora in settori stagionali o a parcelle irregolari.
Cosa fare subito:
- Ricalcolare gli acconti alla luce dei dati 2024 entro la fine di giugno.
- Comunicare la proroga a tutti i clienti che operano in regime forfettario o soggetti a ISA, suggerendo una pianificazione personalizzata dei flussi finanziari.
- Valutare eventuali ravvedimenti su periodi precedenti sfruttando il margine temporale ottenuto.
La misura lascia esclusi i contribuenti in regime ordinario, in contrasto con l’esigenza di equità. Chi assiste contribuenti misti dovrà spiegare questa discrasia con molta chiarezza.
2. Spese estere: deducibilità senza tracciabilità, ma con documentazione rafforzata
L’estensione della deducibilità alle spese per viaggio, vitto e alloggio sostenute all’estero anche senza mezzi tracciabili rappresenta una svolta importante per i professionisti che operano su scala internazionale o seguono clienti esteri.
Ricadute operative:
- È essenziale conservare documentazione probatoria dettagliata: ricevute, prenotazioni, e-mail, ordini di servizio.
- Per le STP o associazioni professionali, va chiarito il legame funzionale tra la trasferta e l’attività esercitata da ciascun socio.
- I consulenti legali e tributari sono chiamati a rivedere la policy interna sui rimborsi per prestazioni all’estero.
Attenzione: l’agevolazione non riguarda le spese di rappresentanza, che restano vincolate alla tracciabilità. Serve dunque una chiara classificazione delle spese nei report mensili per evitare contestazioni.
3. Rimborso spese fuori dall’imponibile: vantaggi immediati per i forfetari
Dal 2025, i rimborsi di spese sostenute in nome e per conto del cliente non rilevano più fiscalmente per i professionisti in regime forfetario.
Implicazioni dirette:
- Maggiore agibilità nell’accettare incarichi con anticipo spese.
- Riduzione del rischio di fuoriuscita dal regime per superamento del tetto massimo.
- Necessità di formalizzare per iscritto la delega e il nesso funzionale tra spesa e incarico.
Sarà utile dunque per chi se ne occupa predisporre una clausola contrattuale ad hoc per disciplinare i rimborsi fuori fattura, specificando che l’intervento è su richiesta del cliente, senza aggravio per il professionista.
4. Chiarimenti su plusvalenze e redditi finanziari: revisione dei modelli dichiarativi
Due chiarimenti molto attesi:
- Le plusvalenze da cessione di partecipazioni in STP sono da qualificarsi come redditi diversi, non più reddito da lavoro autonomo.
- Interessi e dividendi percepiti nell’ambito dell’attività professionale sono da considerarsi redditi di capitale.
Cosa cambia per gli operatori:
- Revisione dei quadri reddituali da utilizzare in dichiarazione (quadro RT anziché RE o LM).
- Analisi preventiva della fiscalità in caso di recesso o liquidazione di quote in STP.
- Consulenza mirata su investimenti finanziari in capo a professionisti e studi.
Questo evita errori costosi, come doppie imposizioni o errati limiti di deducibilità, ed è uno strumento importante anche in chiave di pianificazione patrimoniale e successoria.
5. IVA: split payment e reverse charge, attenzione alla doppia velocità
Dal 1° luglio 2025:
- Non si applica più lo split payment alle operazioni con società FTSE-MIB.
- Il reverse charge si estende ai trasporti/logistica, creando nuove complicazioni operative.
Consigli pratici:
- Aggiornare tempestivamente i software contabili per gestire i due regimi.
- Verificare la corretta qualificazione del cliente (società FTSE-MIB o no) ai fini IVA.
- Predisporre checklist interne per identificare correttamente le operazioni soggette a reverse charge.
6. Terzo settore: regime fiscale agevolato dal 2026
L’abolizione del vincolo di autorizzazione UE all’applicazione del regime fiscale del Terzo Settore è una novità positiva, anche se tardiva.
Cosa fare entro fine anno:
- Verificare lo status dell’ente nel RUNTS.
- Valutare la convenienza del regime agevolato rispetto all’attuale.
- Aggiornare statuti e regolamenti per garantire la conformità.
7. Considerazioni finali: un decreto utile ma non risolutivo
Il Decreto Fiscale 2025 rappresenta un passo avanti su alcuni fronti tecnici, ma non colma le lacune sistemiche del rapporto fisco-contribuente:
- Le novità sono frammentarie, spesso transitorie.
- L’apparente semplificazione si accompagna a nuove aree grigie interpretative.
- Il sistema resta costoso da gestire e imprevedibile sul medio termine.
Per i professionisti del diritto tributario e per chi assiste PMI e partite IVA, il decreto è uno strumento da maneggiare con attenzione, integrando rapidamente le novità nei modelli di consulenza fiscale. La sfida è sempre la stessa: fare chiarezza dove la norma semplifica solo in apparenza.
Vuoi ricevere aggiornamenti costanti?
Salva questa pagina nella tua Area riservata di Diritto.it e riceverai le notifiche per tutte le pubblicazioni in materia. Inoltre, con le nostre Newsletter riceverai settimanalmente tutte le novità normative e giurisprudenziali!
Iscriviti!
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link