Un piano industriale da cestinare e rifare, perché se cade il sito di Agrate di Stmicroelectronics, con i suoi più di 5mila addetti e altrettanti nell’indotto, cade la Brianza. E se cade la Brianza cadono il sistema industriale lombardo e nazionale.
“Il punto di non ritorno è vicino”
Un allarme forte, con un’unica voce, perché, come ribadito dal sindaco di Agrate Simone Sironi a fine serata:
“Non c’è più tempo, il punto di non ritorno è vicino”.
Sala gremita ad Agrate per assemblea con lavoratori, sindacati e politici
Sala del Consiglio comunale gremita ieri sera, venerdì 13 giugno, ad Agrate per l’incontro convocato dal primo cittadino per affrontare la crisi del colosso multinazionale dei semiconduttori, che ha il suo quartier generale in paese.
Ad Agrate previsti 1.500 esuberi
L’azienda ha infatti presentato un piano di “sviluppo” che prevede fino a 5mila esuberi, tra i 1.000 e i 1.500 (e forse più) ad Agrate.
“Stmicroelectronics: passa da Agrate il futuro industriale della Lombardia e di tutto il Paese – Tutelare il lavoro, valorizzare le competenze e rilanciare lo sviluppo tecnologico del nostro territorio”, questo il tema affrontato in una sala gremita di lavoratori preoccupati per il proprio futuro.
Parigi e Roma a due velocità
Al centro, come detto, il piano industriale presentato dalla multinazionale italo-francese partecipata dai governi dei due Paesi. E qui sta il vero nodo; perché se a Parigi negli anni hanno operato per assicurare ai siti francesi il meglio della produzione di microchip, così non è stato a Roma e di conseguenza ad Agrate. E ora il conto da pagare, in termini di perdite di produzione, ricerca e sviluppo e, soprattutto, di lavoratori, rischia di essere salatissimo e irreversibile.
C’è il rischio che venga giù tutto
E per una volta la crisi e la concreta possibilità che “venga giù tutto” sembra aver compattato istituzioni, forze politiche da destra a sinistra e sigle sindacali. Tutti convinti che le strade da imboccare siano due: nell’immediato obbligare l’azienda a cestinare il piano che prevede gli esuberi (e che i vertici della multinazionale continuano a classificare come “uscite volontarie”); fare pressioni affinché il Governo italiano faccia la propria parte nella programmazione del futuro dell’azienda, a cominciare dagli investimenti e dal riequilibrio con Parigi.
Il sindaco: “Piano industriale inaccettabile, lavoriamo insieme per cambiarlo”
“Il Piano industriale presentato è inaccettabile – ha spiegato il sindaco Sironi aprendo la serata – Si parla di esuberi per centinaia, forse migliaia di persone. Numeri dietro i quali ci sono famiglie, competenze, futuro. Non possiamo restare indifferenti. Agrate deve continuare ad essere un sito di eccellenza. L’occasione di stasera è importante per assumerci, tutti insieme, un impegno preciso”.
Il delegato Rsu: “Esistenza del sito di Agrate a rischio”
Ad entrare nel merito della questione è stato poi Salvatore La Mastra, storico dipendente St e delegato sindacale.
“Il Piano industriale presentato dall’azienda al Ministero del Made in Italy il 10 aprile prevede 1.500 esuberi ad Agrate – ha spiegato – Prevede, inoltre, il trasferimento della produzione da Agrate a Singapore, in Cina e in Francia. Non prevede un ulteriore utilizzo della fabbrica Ag 300 (le piastre da 12 pollici per la produzione di microchip), appena costruita e ad oggi sfruttata solo a metà. Prevede invece un ridimensionamento della Ag 200 (piastre da 8 pollici), con anche la demolizione di un reparto. La divisione automotive nel tempo è stata polverizzata, interi reparti saranno chiusi e svuotati. E’ chiaro che davanti ad operazioni del genere l’esistenza stessa del sito di Agrate e in generale il futuro dei semiconduttori in Italia è a serio rischio”.
Occhiuto: “Mancanza di vigilanza e investimi usati per dismettere”
Concetti ripresi dai rappresentanti provinciali delle principali sigle sindacali.
“Questa azienda è partecipata da due governi, italiano e francese, a due velocità – ha sottolineato Pietro Occhiuto, segretario Fiom Cgil di Monza e Brianza – Veloce a Parigi, lenta a Roma. Il Governo italiano ha favorito scelte sbagliate, non ha vigilato, ha buttato soldi. Investimenti, ed è questo il paradosso, che vendono utilizzati dal management per dismettere attività e dichiarare migliaia di esuberi”.
Vacca: “Incompetenza del management e Governo silente”
“I numeri di questi anni ci parlano di una storia di incompetenza del management – ha aggiunto Enrico Vacca, segretario Mb di Fim Cisl – Il fatturato di St nel 2023 è stato di 17 miliardi di dollari, con previsione di 20 miliardi nel 2025. Ed invece il 2024 ha chiuso con 13,3 miliardi. Incapacità e approssimazione di chi guida l’azienda che ora si vogliano scaricare sui lavoratori. Con la presa in giro di definire gli esuberi “uscite volontarie”. E se i volontari non ci sono? E’ ora che il territorio faccia sentire, unito e compatto, la propria pressione. E’ ora che i ministri Urso e Giorgetti si assumano le loro responsabilità”.
“Mancanza di lungimiranza” e “Rischio di un dramma sociale”
“Oggi affrontiamo una crisi che viene da lontano – ha sottolineato Michele Solimando per Usb Lombardia – Paghiamo la mancanza di investimenti e lungimiranza. Nulla è stato fatto dai governi dei vari colori politici”.
“Rischiamo il dramma sociale”, ha ribadito Giuseppe Cacace della Uilm.
E ad un’unità di intenti da parte delle sigle sindacali sembra corrispondere, finalmente, anche un fronte comune da parte dei rappresentanti politici e delle istituzioni.
Il senatore Magni: “Occorre fare rete”
“E’ indispensabile fare rete – ha ribadito il senatore Tino Magni di Alleanza Verdi e Sinistra – Tutte le istituzioni, a partire dalla Regione, devono fare pressioni sul ministro Giorgetti”.
L’onorevole Peluffo: “I ministri Giorgetti e Urso intervengano”
“Qui c’è in ballo il sistema Paese, scelte di politica industriale – ha aggiunto l’onorevole Pd Vinicio Peluffo – E’ ora che i ministri Urso e Giorgetti incomincino a parlarsi tra loro e con la Regione”.
In Regione fronte comune, “Ma non deve restare solo sulla carta”
Regione Lombardia che per la verità ha già trovato al suo interno un’unità d’intenti attraverso un ordine del giorno, presentato dai consiglieri Onorio Rosati e Gigi Ponti, rispettivamente di Alleanza Verdi e Sinistra e Pd, approvato da tutte le forze politiche e sostenuto dalla Giunta.
“Facciamo in modo che questa dichiarazione d’intenti non resti solo sulla carta – ha insistito Ponti – Il Piano industriale va rimesso in discussione. Impegnando il Governo, con l’intervento della Regione e intercettando, nell’immediato, le operazioni di smantellamento dei reparti di Agrate prima che diventino irreversibili”.
La posizione della Regione: “Investimenti non possono produrre esuberi”
A ribadire la posizione di Regione Lombardia in chiusura di serata è stato Carlo Bianchessi, dirigente dell’Unità Organizzativa Competitività e Sostenibilità di Imprese:
“Regione è consapevole della strategicità dei due siti St della Lombardia, Agrate e Cornaredo. E’ chiaro che il problema sta nel management, perché il fatto che un investimento in innovazione tecnologica produca esuberi è un controsenso inaccettabile. Peraltro in un momento in cui l’azienda, e il sito di Agrate in particolare, sta lavorando a pieno regime”.
Insomma, è ora di remare tutti nella stessa direzione, cercando di risalire la corrente, sperando che non sia già troppo tardi.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link