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Agevolazioni per la Zes Unica, scaduti i termini il 30 maggio, anche per il 2025 sara boom di richieste ?


Il 30 maggio è scaduto  il termine ultimo per presentare la comunicazione relativa agli investimenti da realizzare dal 1° gennaio al 15 novembre 2025 nell’ambito della Zona Economica Speciale (ZES) Unica per il Mezzogiorno. In questa fase è richiesto esclusivamente l’invio della domanda per accedere alle agevolazioni ZES Unicanon è necessario allegare l’intera documentazione progettuale. Si tratta di una comunicazione preliminare, utile a prenotare il credito d’imposta e posizionarsi tra i beneficiari potenziali. C’è grande attesa per capire se anche per quest’anno si ripeterà i numeri record registrati nel 2024. La finestra di adesione (dal 12 giugno al 12 luglio 2024) ha infatti registrato un vero e proprio boom di domande, presentate da 16.064 imprese, per un valore di 9,45 miliardi, a fronte di risorse stanziate per soli 1,8 miliardi di euro. Le richieste sono state cinque volte superiori alla dotazione finanziaria. Secondo il rapporto stilato dalla corte dei conti per quanto riguarda invece il 2025  dal 1° gennaio al 9 aprile 2025, risultano pervenute 260 domande di autorizzazione unica e sono stati rilasciati 164 provvedimenti. I dati comunicati permettono di individuare anche un miglioramento nel tempo di gestione delle istanze accolte nel corso del 2024. In particolare, nel corso del 2024, le autorizzazioni (relative anche a istanze presentate nel corso del 2022 e del 2023) sono state accordate entro un termine medio di 98,5 giorni di calendario, mentre i provvedimenti positivi relativi alle sole istanze depositate dal 1° marzo 2024 sono stati rilasciati con il tempo medio di 53,7 giorni. Per quanto riguarda il credito di imposta Zes, sempre sulla scorta dei dati della Struttura di missione, secondo la Corte dei Conti «allo stato, è possibile rilevare che la maggiore quota degli investimenti si è registrata in Campania, con una percentuale del 35,74%»: quanto alle altre regioni, seguono nell’ordine la Sicilia con il 21,38%, la Puglia con il 18,5%, la Calabria con l’8.77% (900 strutture, con un valore medio degli investimenti pari a 382mila euro), e poi a scendere Sardegna, Abruzzo, Basilicata e, ultima, Molise.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Le regole sono ormai note: il decreto-legge 124/2023 ha definito le condizioni per accedere al credito d’imposta, a partire dal limite minimo di 200.000 euro per ciascun programma di investimento, fino all’elenco delle spese ammissibili – tra cui macchinari, impianti, attrezzature, e anche terreni e immobili, purché nel limite del 50% del valore complessivo dell’investimento.

Alla fine dell’anno, le risorse stanziate dal bilancio statale si sono rivelate persino superiori al fabbisogno: oltre 933 milioni di euro non utilizzati, a conferma di un margine di copertura ampio e rassicurante. Per l’anno in corso, il Governo ha stanziato 2,2 miliardi di euro. Un importo in linea con quanto allocato nel 2024, che induce a pensare che anche per quest’anno le imprese potranno ottenere

In primo luogo dalla coerenza tra lo stanziamento previsto e le risorse effettivamente utilizzate lo scorso anno. Inoltre, la normativa attuale prevede che, in caso di attribuzione parziale, Stato e Regioni possano intervenire con risorse integrative per garantire il credito pieno. A rafforzare questa prospettiva vi sono anche le dichiarazioni pubbliche del Commissario Unico ZES, Giosy Romano, che ha più volte ribadito l’impegno a garantire alle imprese il massimo beneficio possibile.

La ZES Unica, istituita dal 1° gennaio 2024, ha unificato le precedenti 8 ZES del Sud Italia., comprendendo le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Le imprese operanti in queste aree possono accedere al credito d’imposta per investimenti produttivi, in continuità con le misure introdotte nel 2024, e la misura 2025 è supportata da un budget di 2,2 miliardi di euro, con accesso tramite doppia finestra comunicativa (comunicazione originaria e integrativa).

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Possono accedere al credito d’imposta tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dalla dimensione e dal regime contabile, a condizione che siano localizzate o si insedino nelle ZLS o nella ZES Unica. Sono inclusi anche soggetti non residenti con stabile organizzazione in Italia. Sono invece escluse:

  • le imprese in stato di liquidazione o scioglimento;
  • le imprese in difficoltà secondo il Reg. (UE) 651/2014;
  • soggetti operanti nei settori: siderurgico, carbonifero, trasporti (con eccezioni), energia, telecomunicazioni, credito e assicurazioni.

Ai fini dell’individuazione del settore di appartenenza, deve tenersi conto del codice attività, compreso nella tabella ATECO 2025, riferibile alla struttura produttiva presso la quale è realizzato l’investimento oggetto dell’agevolazione richiesta.

Il credito d’imposta si applica a investimenti:

  • facenti parte di un progetto di investimento iniziale come definito all’art. 2, punti 49, 50 e 51, del Reg. UE n. 651/2014;
  • relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nelle ZLS, nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti

Sono ammessi anche:

  • investimenti avviati nel 2024 e conclusi nel 2025 (solo per spese sostenute dal 1° gennaio);
  • acconti fatturati dall’8 maggio 2024 e riferiti a investimenti nel periodo ammissibile. (v. Provv. n. 153474 del 27 marzo 2025).

L’intensità dell’agevolazione varia in funzione della localizzazione e della dimensione dell’impresa, nel rispetto della Carta degli Aiuti a finalità regionale 2022–2027.

In linea generale, la misura massima consentita è stabilita, per le grandi imprese:

a) nel 40% dei costi sostenuti in relazione agli investimenti ammissibili, realizzati nelle regioni Campania, Puglia (con esclusione degli investimenti sub c), Calabria e Sicilia;

b) nel 30% dei costi sostenuti in relazione agli investimenti ammissibili, realizzati nelle regioni Molise, Basilicata e Sardegna;

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c) nel 50% e nel 40% per gli investimenti realizzati nei territori individuati ai fini del sostegno del fondo per una transizione giusta nelle regioni, rispettivamente, Puglia e Sardegna;

d) nel 15% dei costi sostenuti in relazione agli investimenti ammissibili, realizzati nelle zone assistite dell’Abruzzo che rientrano nella Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.

Tali percentuali sono aumentate di 10 punti per le medie imprese e di 20 punti per le piccole imprese.

Maggiorazioni sono previste per investimenti in tecnologie STEP (Strategic Technologies for Europe Platform – v. Reg. UE n. 2024/795 che prevede un incremento di aiuto di 5 punti percentuali).

La Legge di Bilancio 2025 ha eliminato il precedente divieto di cumulo. È ora espressamente ammessa la cumulabilità tra credito d’imposta ZLS/ZES e il bonus Transizione 5.0, per investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024, nel rispetto dei limiti previsti e del non superamento dell’intensità massima di aiuto.


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