È sempre più evidente la necessità di accelerare il processo di digitalizzazione del Paese. Questa dimensione, nel percorso di trasformazione verso modelli organizzativi, produttivi e di servizi più agili e flessibili, rappresenta oggi un bisogno primario per imprese, cittadini e Pubblica Amministrazione. Inoltre, colmare i gap prodotti dal digital divide presenti sui territori vuol dire contribuire al loro sviluppo economico, sociale e culturale.
È proprio sul tema della riduzione del digital divide che, attraverso l’esecuzione del Piano Italia 5G del PNRR, siamo impegnati come INWIT, in RTI con Tim e Vodafone, a portare le nostre torri, equipaggiate con il 5G degli operatori, in 1.385 aree bianche, dove la connettività mobile non era disponibile e non sarebbe rientrata nei normali piani di investimento, in quanto aree a fallimento di mercato.
Piano Italia 5G: caratteristiche territoriali delle aree coperte dal progetto
Tra queste aree, quasi 400 corrispondono a piccoli borghi e circa 250 ad aree montane, ma rientrano anche 400 aree protette, 20 comuni ricadenti in siti patrimonio UNESCO, oltre 30 borghi più belli d’Italia, circa 30 Bandiere Arancioni e oltre 25 Bandiere Blu.
La caratteristica principale del Piano Italia 5G del PNRR è la puntualità dell’intervento realizzativo dell’infrastruttura (stazione radio base). Sono previsti infatti, pixel precisi del territorio da coprire con un raggio circoscritto (circa 200 metri), coincidenti con le aree in digital divide e risultanti dalle dichiarazioni degli operatori in sede di consultazione pubblica attivata da Infratel.
Ogni altra localizzazione dell’infrastruttura al di fuori dell’area individuata dal bando di Infratel risulterebbe infatti non conforme con i requisiti vincolanti e quindi non sarebbe considerata idonea ai fini dell’obiettivo di riduzione del digital divide e, conseguentemente, del raggiungimento delle milestone del PNRR.
Stato di avanzamento dei lavori del Piano Italia 5G ad aprile 2025
A oggi sono oltre 240 le torri realizzate e più di 380 sono in lavorazione[1], un risultato sostanzialmente in linea con la milestone del PNRR.
Tuttavia, l’iter realizzativo non è sempre facile o rapido: se si considera che dei 7.896 Comuni Italiani oltre 5mila hanno meno di 5mila abitanti, si può comprende come questi spesso operino sottorganico o in assenza di competenze adeguate, digitali, tecniche e giuridiche.
Anche per questi motivi, delle 500 torri per le quali sono stati presentate le richieste di autorizzazione a fine 2024, circa il 45% (200) hanno subito opposizioni di varia natura. Di questi siamo poi riusciti a risolvere 130 casi, ma con tempi medi di risoluzione di 181 giorni. Quasi il triplo rispetto ai 67 giorniprevisti dalla normativa nazionale per l’ottenimento dei permessi.
Ostacoli normativi e regolamentari locali
Tali opposizioni si fondano su regolamenti comunali spesso non conformi alle disposizioni del Codice delle Comunicazioni elettroniche (CCE), norma primaria e speciale che dovrebbe sovrascrivere qualsiasi altra norma secondaria. Ciò accade poiché non sussiste un automatismo nel recepimento delle semplificazioni adottate a livello nazionale da parte delle amministrazioni locali e i regolamenti comunali sono spesso antecedenti alle modifiche normative sopraggiunte nel tempo e ora contenute nel Codice (CCE). In particolare, i regolamenti comunali in questione limitano l’installazione in aree circoscritte del territorio, spesso coincidenti con i soli cimiteri o discariche, e comunque incompatibili con l’esigenza di copertura dei territori in digital divide.
Contenziosi amministrativi e tempi di realizzazione
Tutto ciò genera contenziosi contro dinieghi e regolamenti comunali ostativi e non allineati alla normativa nazionale. Nel 95% dei casi saranno poi TAR e Consiglio di Stato a riconoscere la validità della norma nazionale e del nostro operato, sanzionando i regolamenti comunali, ma tutto ciò avviene con una perdita di tempo enorme (6/9 mesi) e con costi crescenti, che gravano non solo sulle aziende ma anche sulla collettività. Ciò comporta che per la costruzione di una nuova torre occorrono tra 7 e 10 mesi, dei quali solo il 20% è tempo speso per i lavori realizzati, mentre il resto è legato alla localizzazione del sito e all’ottenimento delle autorizzazioni.
Percezione pubblica delle infrastrutture digitali
Si tratta di un dato paradossale, se si pensa che la quasi totalità degli italiani, ovvero il 94% (indagine Istituto Piepoli 2024), è consapevole del valore che le infrastrutture digitali creano per il territorio e la collettività in cui sono presenti. L’84% degli italiani, peraltro, è favorevole alla costruzione di infrastrutture digitali. Sempre secondo questo sondaggio, lo sviluppo e l’ammodernamento delle infrastrutture digitali è considerato molto importante e gli investimenti in queste infrastrutture sono considerati una priorità, in particolare tra i giovani laureati e nelle località isolate/rurali. Gli italiani (con un gradimento del 50%) indicano la rete digitale al terzo posto tra le infrastrutture in termini di priorità di investimenti per l’Italia.
Impatto economico delle infrastrutture Inwit
Le infrastrutture digitali mobili e multi-operatore di INWIT, peraltro, generano un impatto positivo sulla filiera e nel Paese. Secondo un recente studio di impatto realizzato per INWIT da The European House Ambrosetti, tenendo conto dell’attivazione economica lungo l’intera filiera, l’azienda ha prodotto un impatto complessivo sul PIL italiano di circa 1,3 miliardi di euro nel solo 2024 e un impatto cumulato nel periodo 2020-2024 pari a 5,3 miliardi di euro. Per quanto riguarda il contributo all’occupazione, nel 2024 INWIT ha sostenuto un totale di circa 3.200 posti di lavoro in Italia, con un moltiplicatore occupazionale pari a 9,7x: per ogni dipendente diretto, vengono attivati ulteriori 8,7 posti di lavoro lungo le filiere economiche collegate.
Collaborazione istituzionale per il superamento degli ostacoli
Per questo è fondamentale continuare nel percorso di dialogo con sindaci e amministratori locali, con i quali abbiamo un rapporto di costante collaborazione e arrivare a un cambio di passo. In particolare, abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con UNCEM (Unione Nazionale Comuni, Comunità ed Enti Montani), grazie al quale stiamo lavorando in maniera proficua con il suo Presidente Marco Bussone per migliorare la connettività dei territori. Un altro protocollo è stato sottoscritto con ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Infratel e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale. Con il Dipartimento della Presidenza del Consiglio abbiamo incontrato oltre 650 tra Sindaci e Assessori dei comuni interessati per la presentazione del Piano Italia 5G del PNRR.
Note
[1] Fonte dati: Infratel/Connetti Italia: https://connetti.italia.it/it/piano/5g/
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