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Formenti: la nautica italiana deve essere un sistema coeso e sostenibile


PressMare ha intervistato in esclusiva Piero Formenti, da poco eletto Presidente di Confindustria Nautica. È il primo espresso dal comparto della piccola nautica, ma si è posto subito con una visione profondamente industriale, ampia e inclusiva del settore. Dopo 17 anni di impegno nell’Associazione e una lunga esperienza in ambito europeo con EBI – European Boating Industry, è la federazione europea che rappresenta gli interessi dell’industria della nautica da diporto presso le istituzioni dell’Unione Europea – Piero Formenti raccoglie da Saverio Cecchi il testimone della presidenza di Confindustria Nautica in un momento chiave per la filiera italiana.

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Saverio Cecchi a conclusione del mandato da presidente di Confindustria Nautica

La sua elezione segna l’inizio di un mandato orientato a rafforzare la partecipazione interna, promuovere l’etica e fare del rispetto delle regole una bandiera sul mercato, e costruire un’unità d’intenti tra tutte le anime del comparto: cantieristica, componentistica, servizi, portualità e charter. Una visione che mette al centro la filiera nella sua interezza, consapevole del ruolo forte e propulsivo della grande industria, anche temi strategici come la formazione, la sostenibilità, l’internazionalizzazione e il valore sistemico del Salone Nautico di Genova.

L’Assemblea elettiva di Rapallo, che lo ha nominato, è stata una prova di forza, unità e visione, che ci ha colpito, diversa da altre adunanze e appuntamenti vari spesso solo autocelebrativi, che affollano il calendario. Non per il numero di aziende partecipanti alla due giorni, che ha superato le 300, non per l’ascolto della politica, sempre forte, e delle istituzioni pubbliche e confindustriali presenti in platea, tante.

Ma per la capacità di analisi, di disegnare politiche concrete per il settore, di confronto con i massimi livelli dei decisori pubblici (giustamente sono stati proiettati gli interventi di Giorgia Meloni al Salone di Genova 2023 e all’Assemblea dei Soci 2024) e, non ultima, l’eccellenza rappresentata dalla Struttura, che il DG Marina Stella ha chiamato all’applauso degli associati.

In questa intervista esclusiva rilasciata a PressMare, Formenti illustra le sue priorità, il metodo di lavoro improntato sulla collegialità, e le sfide più urgenti che attendono la nautica italiana nei prossimi anni.

Piero Formenti durante il discorso programmatico da presidente di Confindustria Nautica

PressMare – Formenti, la sua è la prima presidenza espressa dal settore della piccola nautica: un segnale forte di inclusione, specie in un momento storico in cui proprio la piccola nautica sembra essere il comparto che subisce maggiormente congiuntura e mercato. Come si può concretamente costruire l’unità tra piccola e grande industria?

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Piero Formenti – L’unità fra Grande e Piccola industria nautica credo sia nei fatti, per il motivo che ha già detto lei: l’elezione del primo presidente in assoluto espresso da quest’ultima. L’industria dei superyacht è un volano a favore di tutto il settore e, al contempo, tutte le componenti della filiera – motori, accessori, porti, servizi e brokeraggio, noleggio e locazione, reti vendita – sono anelli imprescindibili di una catena che non può essere disgiunta. Questo deve essere patrimonio comune di tutti ed è la base del ragionamento che ho portato agli Associati.

PM – Presidente, uno dei pilastri presenti nel suo discorso d’insediamento è la “partecipazione diffusa”. Come pensa di favorire una maggiore adesione anche tra le aziende più piccole o meno rappresentate in Confindustria Nautica?

PF – Il fatto di rappresentare tutta la filiera della nautica, con 9 Assemblee e Consigli di settore che costituiscono l’articolazione dell’Associazione, è un valore unico che solo Confindustria Nautica ha. Sono questi gli strumenti di una partecipazione capillare, attraverso la quale qualsiasi azienda ha la possibilità di concorrere alla politica associativa, a cominciare dal Piano per la nautica 2025-29 da portare al Governo.

Piero Formenti, al centro, assieme ai vice presidenti di Confindustria Nautica – da sinistra: Vincenzo Poerio, Fabio Planamente, Alessandro Gianneschi e Marco Monsurrò

PM – Ha parlato chiaramente di etica commerciale e rispetto delle regole come elementi distintivi per Confindustria Nautica. Quali azioni concrete intende promuovere per combattere la concorrenza sleale?

PF – Confindustria Nautica ha dei filtri all’ingresso e, mi consenta, anche questi costituiscono una nostra peculiarità. Altri “paletti” li troviamo nel rigoroso regolamento per esporre al Salone Nautico Internazionale di Genova, anch’essi un unicum. Da qui dobbiamo partire per affermare ancor più risolutamente e anche con proposte normative, che etica e concorrenza leale devono essere la battaglia del Paese, anche al di fuori del nostro perimetro.

PM – Ritiene che il mercato percepisca già l’appartenenza a Confindustria Nautica come una “certificazione di qualità”?

PF – Ritengo di si, poi ci sarà sempre qualcuno che si accontenta del prezzo, senza chiedersi se viene realizzato con manodopera irregolare, evasione fiscale, materiali non omologati CE ed altre cose che pure vediamo in giro. Per questo richiamo le istituzioni preposte a ridurre gli sproporzionati e ricorrenti controlli sui diportisti, per concentrarsi sulle aree grigie del mercato.

PM – Ha citato la necessità di promuovere tutta la filiera: ci può anticipare che tipo di iniziative promozionali ha in mente per motori, componentistica, portualità e charter?

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PF – Nel rispetto del programma e di quanto dicevo prima, dovranno essere innanzitutto gli Associati, tramite le Assemblee di settore a rappresentarci esigenze ed eventualmente proposte.

PM – Il suo mandato dà continuità al lavoro svolto anche in ambito internazionale. Quali saranno le priorità nei rapporti con EBI, ICOMIA e le istituzioni UE?

PF – Siamo storicamente molto presenti e lo vogliamo essere ancora di più, come anche la congiuntura internazionale richiede. Grazie al peso, accresciuto, della grande cantieristica l’Italia è guardata in un altro modo. Penso sia giusto un adeguato grado di responsabilità e coinvolgimento.

Giorgia Meloni al Salone Nautico di Genova

PM – Come valuta oggi il livello di ascolto delle istituzioni italiane verso la nautica da diporto? E quali strumenti vuole rafforzare per aumentare il peso politico del settore?

PF – Eredito una grande attenzione da parte della Presidenza del Consiglio e di alcuni Ministeri, o di enti fondamentali, come l’Agenzia delle Dogane. Ma il primo punto del Piano per la nautica è la diffusione del valore del settore a tutti i livelli di tutte le amministrazioni. Cassa Depositi e Prestiti ha appena diffuso un report, ripreso dal Sole24Ore, da cui risulta che tutto l’export della cantieristica navale italiana ammonta a 9,1 miliardi di euro, ebbene il 47% è fatto da imbarcazioni e navi da diporto. Non credo lo sappiano in molti, neanche in Parlamento. Poi sicuramente vorrei interrompere quello che non posso non definire l’assordante silenzio di Agenzie delle Entrate sul leasing nautico. Non so se il ministro Giorgetti e il vice ministro Leo sono stati informati che la modifica normativa che lo ha depotenziato è costato all’erario milioni di euro di IVA versata in altri Paesi UE.

PM – Ci può anticipare alcune delle Milestone che ritiene strategiche per costruire il Piano della Nautica 2025–2029?

PF – Sono sei e costituiscono l’ossatura del Piano, i cui contenuti andranno riempiti dagli Associati. Oltre alla diffusione del Valore industriale, economico e occupazionale della nautica e del suo indotto turistico, al centro ci sono Formazione tecnica e Cultura del mare. Rilevo che le imprese Usa e UK hanno perso quota di mercato proprio per aver perso la manodopera nautica specializzata e per questo ho individuato una specifica delega di Vicepresidenza. Poi la pre-condizione operativa per qualsiasi impresa: la Semplificazione normativa legata alla competitività fiscale, quindi Innovazione tecnologica e transizione, ma entrambe ‘sostenibili’ anche per le imprese”, e l’Internazionalizzazione connessa alla Sorveglianza del mercato.

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Il Salone Nautico di Genova

PM – Ha definito il Salone di Genova un “valore associativo condiviso”. Come immagina la sua evoluzione nei prossimi anni?

PF – In questi anni si è lavorato – e vogliamo continuare a lavorare – nella direzione di un Salone di riferimento per unità fino a 40 metri, che rappresenti anche tutta la filiera della componentistica, dei servizi, dei porti e delle attività connesse. Il rinnovamento della piattaforma infrastrutturale, l’apertura della Città, i collegamenti veloci con Milano che spero siano disponibili nell’arco del 2026 vanno in questa direzione. Confido che la nuova compagine politica che si è avvicendata in Comune continui a vedere il valore strategico anche per il territorio.

PM – Che ruolo avranno le fiere regionali nel nuovo assetto promozionale? È previsto un maggiore coordinamento tra eventi locali e quello nazionale?

PF – Attraverso un sistema di patrocini, un calendario unico che evita sovrapposizioni e una presentazione alla stampa condivisa in occasione del Salone Nautico di Genova, credo che abbiamo fornito alle fiere regionali una casa comune dove confrontarsi, promuoversi e coordinarsi. È un tema di cui mi sono fortemente occupato da vice presidente. Tale impostazione va implementata e ancor più strutturata in una visione di sistema.

La Fiera Nautica di Sardegna, uno dei saloni nautici regionali patrocinati da Confindustria Nautica

PM – L’accordo con RINA per la misurazione ESG è uno strumento concreto. Qual è l’obiettivo a breve termine di questo progetto e come verrà supportato dalle strutture dell’Associazione?

PF – Pochi se ne rendono conto, ma i temi ESG, anche indirettamente, come ad esempio per i fornitori, stano entrando ed entreranno sempre più anche nei processi delle PMI. È compito di un’Associazione di categoria aiutare le imprese, in particolare quelle meno attrezzate, ad adeguarsi. L’accordo con il RINA è importante perché sono l’unica realtà che ha messo a punto degli indicatori specifici per le aziende nautiche.

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PM – Esiste un progetto di collaborazione con scuole tecniche, ITS o università per orientare i giovani verso i mestieri della nautica?

PF – Proprio a questi fini ho indicato un Vice Presidente con delega a Formazione e cultura del mare, che ha anche un’esperienza specifico in questo campo. Circa l’orientamento, abbiamo iniziato una collaborazione con Sviluppo Lavoro Italia perché possano essere la nostra voce nelle scuole e presso gli studenti.

PM – Ha concluso il suo intervento dicendo: “È il momento di scelte coraggiose e innovative”. Può anticiparci qual è, secondo lei, la prima decisione “coraggiosa” che questa Confindustria Nautica dovrà prendere?

PF – La prima è già presa, attraverso un profondo rinnovamento del vertice che non è assolutamente un giudizio sul passato, cui va tutto il mio riconoscimento, ma la strada aperta a nuove idee, contributi ed esperienze.

©PressMare – riproduzione riservata


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