Ormai ci siamo, milioni di contribuenti stanno completando la propria dichiarazione dei redditi e per molti, questa è l’occasione di recuperare quanto versato in eccesso nel corso dell’anno, mentre altri si troveranno a saldare quanto ancora dovuto. Ma la domanda più comune resta una: quando arriva il rimborso 730 IRPEF nel 2025?
La risposta cambia a seconda di diversi elementi, come la data in cui si è inviato il modello, il tipo di contribuente, e l’esistenza o meno di eventuali verifiche. Vediamo nel dettaglio cosa aspettarsi.
Come funziona il rimborso 730 e chi lo riceve
Chi ha versato più imposte del necessario può ottenere un accredito, che sarà calcolato direttamente dall’Agenzia delle Entrate in base ai dati comunicati nel modello 730. Le somme da restituire derivano da spese che danno diritto a detrazioni o deduzioni, come quelle sanitarie, scolastiche, per l’affitto o per lavori di ristrutturazione.
Il rimborso viene accreditato:
- in busta paga, se si lavora come dipendente;
- nel cedolino pensione, per chi riceve una prestazione previdenziale;
- con bonifico diretto dall’Agenzia, nei casi in cui non sia stato indicato un sostituto d’imposta.
Chi invece risulta in debito, vedrà le trattenute a partire dal mese successivo all’elaborazione della dichiarazione. È possibile anche suddividere gli importi in più rate, se si presenta il modello entro i termini previsti.
Esempio pratico:
Un lavoratore dipendente con un reddito lordo annuo di 28.000 euro ha sostenuto nel 2024 spese sanitarie per 1.200 euro e ha pagato interessi sul mutuo prima casa per 1.000 euro. Queste spese gli danno diritto a detrazioni IRPEF che abbassano l’imposta da versare. Se nel corso dell’anno ha avuto trattenute fiscali mensili più alte rispetto a quanto effettivamente dovuto, il 730 calcolerà la differenza e, ad esempio, potrà indicare un rimborso di 450 euro. Tale somma verrà accreditata nella busta paga di luglio in poi.
Cosa succede in caso di Irpef a debito
In caso di Irpef a debito questo sarà trattenuto a seconda dei casi sulla busta o dalla pensione. Chi sa già che dalla dichiarazione emergerà un importo da restituire dovrebbe agire in anticipo.
Quindi inviare il 730 nei primi mesi consente una gestione più semplice, anche in vista di eventuali suddivisioni in più rate.
Chi presenta il 730 senza sostituto invece dovrà pagare l’Irpef tramite modello F24.
1. Lavoratori dipendenti: rimborsi già da luglio
Coloro che hanno trasmesso il 730 entro il 31 maggio e risultano a credito saranno i primi a ricevere le somme spettanti. Il datore di lavoro, ricevuti i dati, provvederà a effettuare il calcolo e ad aggiornare il cedolino di luglio con eventuali accrediti o trattenute.
Questo vale anche nel caso in cui l’esito della dichiarazione comporti un importo da versare. Prima si invia la documentazione, prima si regolarizza la situazione e si ha più tempo per eventuali soluzioni a rate.
2. Pensionati: accredito posticipato ad agosto
Per chi percepisce una pensione, i tempi si allungano di circa un mese. L’INPS gestisce i conguagli partendo da agosto, sempre che la dichiarazione sia stata inviata entro maggio.
L’importo comparirà nel cedolino come un’aggiunta al netto, ma si tratta di un rimborso e non di un incremento dell’assegno mensile.
3. Rimborso 730 per disoccupati: quando arriva con la NASpI
Chi è disoccupato e percepisce la NASpI può comunque ricevere il rimborso del 730, anche senza un datore di lavoro attivo. In molti casi, infatti, è possibile indicare l’INPS come sostituto d’imposta al momento della compilazione del modello.
In questo modo, se l’INPS riceve l’esito della dichiarazione entro i tempi previsti, potrà accreditare il rimborso direttamente all’interno della mensilità NASpI, generalmente nel mese di agosto o settembre. Questa modalità è più veloce rispetto al rimborso diretto da parte dell’Agenzia delle Entrate, e consente di ricevere la somma tramite lo stesso canale con cui si percepisce l’indennità.
È importante però verificare che l’INPS risulti correttamente indicata come sostituto, altrimenti il rimborso passerà al canale ordinario con tempi più lunghi. Anche in questo caso, è utile inserire un IBAN aggiornato e intestato al beneficiario.
4. 730 senza sostituto d’imposta: tempi più lunghi
Chi presenta il 730 senza indicare un sostituto d’imposta (ad esempio disoccupati, collaboratori occasionali, lavoratori autonomi con redditi dichiarabili tramite 730) riceverà l’eventuale rimborso direttamente dall’Agenzia delle Entrate. In questi casi, l’accredito avviene tramite bonifico su conto corrente intestato al contribuente o, in assenza di coordinate bancarie, con altre modalità di pagamento (come l’emissione di un vaglia cambiario da ritirare presso gli sportelli postali).
Questa procedura richiede più tempo rispetto a quella con sostituto. Anche se la dichiarazione viene inviata entro maggio, i primi rimborsi vengono solitamente erogati a partire da dicembre, e non si esclude che in presenza di controlli o importi elevati possano slittare ulteriormente, fino ai mesi del 2026. Per accelerare, è utile indicare correttamente l’IBAN al momento dell’invio del modello.
Colf e badanti: rimborsi fino a 1.300 euro dall’Agenzia delle Entrate
Anche colf, badanti e collaboratori domestici possono presentare il modello 730 e ottenere un rimborso, nonostante non abbiano un sostituto d’imposta. In questi casi, l’importo spettante viene erogato direttamente dall’Agenzia delle Entrate, normalmente a partire da dicembre.
Chi lavora nel settore domestico ha diritto a recuperare fino a 1.200–1.300 euro, grazie a:
- il trattamento integrativo (ex bonus Renzi), pari a 1.200 euro annui per chi ha un reddito compreso tra 8.174 e 15.000 euro;
- il bonus “tredicesima” o “di Natale”, pari a 100 euro circa, spettante a chi ha un reddito tra 15.001 e 28.000 euro.
Questi importi non vengono riconosciuti in busta paga, perché il datore di lavoro domestico non agisce come sostituto d’imposta. Per questo motivo, la dichiarazione dei redditi è indispensabile per ottenerli. Chi non presenta il 730, perde il diritto al rimborso.
È fondamentale inserire un IBAN corretto e intestato al lavoratore al momento dell’invio del modello, oppure registrarlo online per ricevere l’accredito senza ulteriori ritardi.
Come comunicare l’IBAN per ricevere il rimborso
Per chi presenta il 730 senza sostituto o desidera ricevere il rimborso tramite accredito bancario, è fondamentale indicare l’IBAN in modo corretto. Ci sono due opzioni:
1. Inserimento diretto nel modello 730
Durante la compilazione del 730 precompilato o ordinario, è possibile inserire l’IBAN nella sezione relativa alle modalità di rimborso. L’IBAN deve essere intestato al dichiarante. Attenzione a non commettere errori, perché un codice errato può bloccare il pagamento.
2. Registrazione dell’IBAN sul sito dell’Agenzia delle Entrate
Se non è stato indicato nel 730 o si vuole aggiornarlo, si può registrare o modificare il proprio IBAN online:
- Accedere al sito www.agenziaentrate.gov.it
- Entrare nella propria area riservata tramite SPID, CIE o CNS
- Selezionare “Profilo utente” e poi “IBAN per accrediti”
- Inserire o modificare l’IBAN e confermare l’operazione
Il conto deve essere intestato o cointestato al contribuente.
Slittamenti: cosa può ritardare il rimborso
Alcune situazioni comportano un’attesa più lunga:
- rimborsi superiori a 4.000 euro;
- segnalazioni da parte dell’Agenzia che richiedono controlli;
- assenza del sostituto d’imposta nella dichiarazione.
In questi casi, le somme potrebbero arrivare nel corso dell’inverno, o anche nei primi mesi del 2026.
Blocco per chi ha debiti fiscali
Esiste una norma che prevede il blocco dei rimborsi per chi ha pendenze aperte con il Fisco, con compensazione automatica. Al momento, però, il meccanismo non è attivo, poiché manca il provvedimento necessario per farlo partire. Per quest’anno, dunque, nulla cambia.
Leggi anche: Blocco rimborsi Irpef in caso di debiti con il Fisco
Per concludere ecco una tabella di riepilogo chiara e sintetica delle tempistiche di rimborso del 730 IRPEF 2025, suddivisa per categoria:
Categoria | Condizione | Tempistica di rimborso | Note |
---|---|---|---|
Lavoratori dipendenti | 730 inviato entro il 31 maggio | Luglio 2025 | Rimborso in busta paga tramite il datore di lavoro |
Pensionati | 730 inviato entro il 31 maggio | Agosto 2025 | Accredito nel cedolino della pensione tramite INPS |
Disoccupati (con NASpI) | INPS indicato come sostituto d’imposta | Agosto–Settembre 2025 | Rimborso versato insieme alla NASpI |
Senza sostituto d’imposta | Nessun sostituto indicato nel 730 | Da dicembre 2025 in poi | Accredito diretto dall’Agenzia delle Entrate, possibile slittamento al 2026 |
Tutti i casi | Importo superiore a 4.000 €, controlli o anomalie | Rinvio possibile a fine 2025 / 2026 | Ritardi per verifiche dell’Agenzia o documentazione da esaminare |
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