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“I giovani vogliono un ambiente di lavoro positivo e flessibile, i contratti vanno migliorati”


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C’è una differenza sostanziale tra l’ambiente di lavoro desiderato dai giovani e quello che la maggior parte delle aziende propongono. In questo aspetto risiede una delle cause della difficoltà di reperimento e, successivamente, di valorizzazione del personale, soprattutto per le imprese piccole e medie. Mario Cardoni, direttore generale di Federmanager, sarà uno degli ospiti della tavola rotonda dell’assemblea generale di Confapi Industria Piacenza, che si svolgerà lunedì 9 giugno alla Sala dei Teatini, a partire dalle 17.45. Con l’associazione di categoria dei manager italiani, Confapi, che rappresenta soprattutto il mondo delle piccole e medie imprese, già da qualche anno intrattiene un rapporto di collaborazione con l’obiettivo di creare le condizioni per agevolare la crescita delle Pmi attraverso la managerializzazione.

Il tema delle risorse umane sarà al centro della 21esima assemblea di Confapi Industria Piacenza. Come sottolinea il direttore Andrea Paparo, “trovare persone, trattenerle e valorizzarle è la sfida della competitività e della sopravvivenza delle aziende, soprattutto in un momento di crisi demografica come quello che stiamo vivendo”. Il profilo più difficile da trovare è quello dei tecnici specializzati: un esempio è rappresentato dal settore dell’automotive. “La transizione dal motore a scoppio all’elettrico ha richiesto figure nuove rispetto a prima”, dice Paparo. La difficoltà a reperire personale è, osserva Cardoni, “un tema più ampio che non riguarda solo le Pmi, ma che certamente nelle Pmi è più critico. Abbiamo un mercato del lavoro ancora molto lacunoso, un problema di skill mismatch tra offerta e domanda acutizzato dalla scarsità dell’offerta di profili Stem rispetto a una domanda delle aziende che spinge particolarmente sul digitale. Il sistema educativo va reindirizzato e orientato maggiormente verso le opportunità che offre il mercato”.

L’AZIENDA, UN AMBIENTE DI LAVORO POSITIVO E FLESSIBILE – “C’è l’esigenza, soprattutto per i più giovani e particolarmente difficoltosa per le Pmi – prosegue il direttore di Federmanager – di una promozione attiva dell’azienda come ambiente di lavoro positivo e flessibile, ricco di opportunità di crescita professionale, migliorando al contempo le condizioni contrattuali, retributive del personale e investendo su politiche di welfare aziendale che rendano l’azienda più attrattiva e competitiva sul mercato del lavoro. Parallelamente vanno promossi percorsi di formazione continua e riqualificazione del personale in forza (up-skilling e re-skilling) in particolare sulla sfera del digitale, anche per le figure con maggiore anzianità. La competizione da questo punto di vista è ormai globale e i nostri giovani sempre più spesso guardano oltreconfine. Una curva demografica preoccupante continuerà ad aggravare questo trend negativo. Si somma a quanto detto la ben nota complessità normativa e burocratica del mercato del lavoro italiano che rende il processo di assunzione e gestione del personale più oneroso e complicato, in particolare per le Pmi che hanno strutture amministrative ridotte. È un percorso arduo che passa attraverso un investimento importante sulle competenze, a partire da quelle manageriali, e un cambiamento culturale dell’imprenditore orientato al c.d. Management Generativo, inteso come mentalità in grado di esprimere idee e progetti realmente innovativi e AI friendly“.

La collaborazione tra Confapi Industria e Federmanager ha generato un Contratto collettivo nazionale del lavoro “unico nel genere, che disciplina tre figure manageriali – spiega Mario Cardoni – il classico dirigente, che ha una diffusione contenuta in termini numerici in queste realtà quasi sempre a carattere familiare e con bilanci che fanno fatica a sostenerne il costo; il quadro superiore, una figura di nuova introduzione che ne riconosce lo status manageriale con costi più sostenibili; infine, per le più piccole, la figura del professional, un ruolo di carattere consulenziale. In sostanza un abito su misura per la diversa necessità”. “Attraverso la nostra bilateralità – spiega – abbiamo costruito una serie di strumenti di welfare che tutelano il manager come persona sul piano dell’assistenza sanitaria e della previdenza complementare, oltre a una serie di coperture di carattere assicurativo, cui si sono aggiunti nel tempo gli strumenti utili sul piano professionale: formazione e politiche attive. I nostri obiettivi prioritari sono quello di rendere ancora più efficace l’attività dei nostri enti e di promuovere in modo più diffuso la figura del quadro superiore che riteniamo possa essere di maggiore attrattività”.

IMPRESE E AI – “L’intelligenza artificiale, per meglio definire computazionale – rileva Mario Cardoni – ci porta nella fase matura della digitalizzazione, un passaggio ineludibile e destinato a cambiare in profondità il nostro modo di vivere. Si fonda su dati, algoritmi, hardware di elevata capacità e potenza di calcolo ed è, fondamentalmente, una nuova forma di mediazione tra l’essere umano e la realtà in grado di catturare e mettere a lavoro energia cognitiva disponibile nelle società avanzate. Dove ci porterà è presto dirlo ma sarebbe profondamente sbagliato cercare di evitarla; è invece necessario che diventi la migliore alleata dell’intelligenza umana”.

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Secondo i dati Istat 2024, ricordati dal direttore di Federmanager, in Italia le aziende con almeno dieci dipendenti che hanno introdotto una applicazione di AI sono ancora l’8%, quelle che ne hanno adottato più di una scendono al 5%. Ciò vuol dire che ancora l’intelligenza artificiale non ha ancora un effetto tangibile. L’introduzione di tecnologie innovative, compresa l’AI, non è così agevole perché prevede tre fasi: la prima è l’adozione della tecnologia, poi l’implementazione nei processi produttivi e infine la valutazione dei risultati. È evidente che le grandi imprese sono organizzate per acquisire applicazioni innovative mentre nella maggioranza delle Pmi, che rappresentano l’ossatura del nostro sistema produttivo, mancano strumenti e competenze tipicamente manageriali. La priorità è quella di creare le condizioni culturali ed economiche per agevolare e incentivare adeguatamente l’inserimento di queste figure professionali”.

RISORSE UMANE: PRIORITÀ E PROSPETTIVE FUTURE – “Abbiamo scelto di dedicare la nostra assemblea a questo tema – sottolinea il direttore di Confapi Industria Piacenza Andrea Paparo – perché è la questione più rilevante che ci viene posta quotidianamente dai nostri imprenditori: trovare persone, trattenerle e valorizzarle è diventata la prima vera sfida della competitività. Non è più solo un tema di produttività, ma di identità aziendale e coesione sociale”. “Per noi l’assemblea è sempre un momento importante – sottolinea il presidente di Confapi Industria Piacenza Giangiacomo Ponginibbi – e lo è perché ci offre l’opportunità di confrontarci: da sempre l’obiettivo non è solo quello celebrativo, ma semmai quello di dare voce alle esigenze reali delle nostre imprese, metterci a confronto come del resto facciamo anche grazie alle numerose iniziative portate avanti durante l’anno”.

IL PROGRAMMA – Dopo l’intervento del presidente Ponginibbi, è prevista una tavola rotonda coordinata dal giornalista Michele Rancati sul tema “Risorse umane: priorità e prospettive future”. Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di Coesione, aprirà il confronto con un intervento dedicato alle leve offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il rafforzamento del capitale umano, soprattutto nei territori produttivi come l’Emilia-Romagna. Giovanni Paglia, assessore al Lavoro della Regione Emilia-Romagna, porterà il punto di vista dell’amministrazione regionale in materia di politiche attive, servizi per l’impiego e misure di sostegno a imprese e lavoratori nei momenti di transizione. Tiziano Treu, professore emerito di diritto del lavoro all’Università Cattolica di Milano, già ministro del Lavoro e presidente del Cnel, rifletterà sulla necessità di aggiornare il quadro normativo, tutelando i diritti ma anche promuovendo la dinamicità del mercato. Maurizio Sacconi, già ministro del Lavoro e oggi presidente dell’Associazione Amici di Marco Biagi, offrirà un punto di vista esperto e pragmatico sulle politiche da mettere in campo per garantire competitività, inclusione e sostenibilità nel lavoro. Dal versante manageriale interverrà Mario Cardoni, direttore generale di Federmanager, che proporrà una riflessione sui bisogni formativi e di aggiornamento delle figure apicali nelle aziende. Infine Davide Bollati, presidente del Gruppo Davines, impresa parmense riconosciuta a livello internazionale per l’approccio sostenibile e innovativo nel settore della cosmetica, porterà la testimonianza concreta di un’azienda che ha fatto della cultura d’impresa e del benessere dei collaboratori un pilastro competitivo. In chiusura, il consueto momento dedicato alla premiazione di undici aziende associate, simbolo di impegno, crescita e radicamento nel territorio.





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