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Nuovo presidio economico italiano in Libia | Forum


Il Forum economico italo-libico, previsto dal 24 al 26 giugno a Bengasi, rappresenta per l’Italia una tappa decisiva nel rilancio della propria presenza imprenditoriale in Libia, in particolare nella regione della Cirenaica, attualmente protagonista di una significativa ripresa economica e infrastrutturale. Nicola Colicchi, presidente della Camera di commercio italo-libica, appena tornato da Bengasi per concludere i dettagli organizzativi dell’evento dove sono attese cento imprese, ha dichiarato ad Agenzia Nova che l’evento è «il punto di arrivo da una parte e di partenza dall’altra di un percorso avviato ormai da tempo».

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Il percorso citato da Colicchi vede una fondamentale tappa politica nella visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Bengasi il 7 maggio 2024, unica leader europea ad aver fatto ufficialmente visita alla città libica, «seguita poi da missioni istituzionali di alto profilo come quelle dei ministri Adolfo Urso e del viceministro Edmondo Cirielli». Secondo il presidente della Camera di commercio, «il Forum economico sarà il battesimo delle relazioni imprenditoriali tra Italia e Cirenaica», una regione descritta come caratterizzata da «una grande effervescenza imprenditoriale, con Bengasi che oggi è tutto un cantiere aperto». Colicchi ha osservato come le imprese libiche stiano realizzando progetti infrastrutturali rapidamente, attirando investimenti significativi da attori internazionali come Turchia, Russia e Cina.

L’importanza strategica del Forum emerge chiaramente dalle parole di Colicchi: «È fondamentale che le imprese italiane inizino a stabilire una presenza strutturata», soprattutto in un contesto che vede già affermarsi competitor internazionali. La Turchia, ha rilevato, è presente massicciamente, mentre la Russia sta sorprendendo per la propria capacità di inserirsi in maniera rilevante a livello imprenditoriale: «Credevo che l’interesse russo fosse prevalentemente geostrategico, ma stanno investendo concretamente nel tessuto imprenditoriale», ha detto Colicchi.

Il Forum è strutturato in stretta collaborazione con l’ambasciata d’Italia a Tripoli e il consolato generale a Bengasi, con l’obiettivo di promuovere incontri B2B accuratamente preparati, assicurando «che gli interlocutori siano già reciprocamente validi, con obiettivi e materie comuni ben definite». Tra i settori prioritari individuati dal Fondo per la ricostruzione e lo sviluppo della Libia, guidato da Belgassem Haftar, principale partner dell’evento, vi sono infrastrutture, sanità, gestione delle risorse idriche, logistica portuale e sviluppo sostenibile. Tra le aziende italiane che hanno confermato la loro presenza figurano Renco per il settore sanitario, Todini per le infrastrutture e Termomeccanica per la gestione delle risorse idriche.

Colicchi ha rivelato inoltre che sarà annunciata l’apertura di un ufficio della Camera di commercio a Bengasi, con il compito di operare in stretta relazione con le rappresentanze imprenditoriali locali: «Stiamo lavorando in grande sinergia con le istituzioni libiche», ha spiegato, aggiungendo che l’obiettivo principale è «creare collaborazioni stabili tra le piccole e medie imprese italiane e quelle libiche, per sviluppare un tessuto imprenditoriale comune, condividendo tecnologie ed esperienze per affrontare insieme i mercati africani già raggiunti dalla Libia».

Secondo Colicchi, lo sviluppo economico rappresenta anche il miglior strumento per stabilizzare politicamente la Libia: «Quando le comunità cominciano a beneficiare di un’economia integrata, è più facile ricomporre anche le fratture politiche interne». A tal riguardo, ha espresso l’auspicio che «ci sia una riunificazione del Paese con elezioni rapide», considerando fondamentale «un’azione diplomatica accompagnata da una forte iniziativa di sviluppo economico».

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Il rafforzamento della presenza italiana in Libia si inserisce in uno scenario segnato da una forte competizione internazionale. Oggi più che mai è fondamentale non restare indietro. «L’Italia deve rafforzare i suoi legami con la Libia per evitare di perdere ulteriormente terreno rispetto a competitor come Turchia e Russia», ha dichiarato ad Agenzia Nova il deputato Ettore Rosato (Azione), vicepresidente del gruppo parlamentare di amicizia Italia-Libia. Una posizione condivisa anche dal senatore Marco Scurria (Fratelli d’Italia), presidente dello stesso gruppo, che ha definito il Forum di Bengasi «un passo decisivo per riportare gli investitori italiani nel Paese».

L’interesse italiano è stato ulteriormente confermato durante la recente celebrazione della Festa della Repubblica tenuta al consolato generale d’Italia a Bengasi. Oltre 450 partecipanti, tra autorità libiche, rappresentanti istituzionali e imprenditori, hanno preso parte all’evento. Il console generale Francesco Saverio De Luigi ha sottolineato che «la presenza italiana in Cirenaica è in forte crescita, come dimostrato dagli oltre 4.000 visti rilasciati nel 2024 e dalla ripresa dei voli diretti con Roma, segno tangibile di normalizzazione e rilancio».

L’ambasciatore italiano a Tripoli Gianluca Alberini, presente a Bengasi per l’occasione, ha ricordato che l’Italia rimane «il primo partner commerciale della Libia, con un interscambio di oltre 8,6 miliardi di euro nel 2024», ribadendo l’impegno italiano verso una «Libia unificata e prospera». Alberini ha espresso soddisfazione per «il ritorno dell’insegnamento della lingua italiana nelle scuole pubbliche libiche» e per «l’assegnazione di 100 borse di studio per studenti libici nel 2025, il numero più alto dell’intera rete diplomatica italiana».

La visione strategica che ispira il Forum economico di Bengasi punta non soltanto su obiettivi economici immediati, ma anche sulla costruzione di relazioni stabili e durature che possano rappresentare un pilastro per la stabilità futura del Paese. «Vorrei sottolineare la necessità di creare relazioni e collaborazioni stabili fra le nostre piccole e medie imprese e le loro, in maniera tale da creare un comune tessuto imprenditoriale che si scambi esperienze e tecnologie e vada assieme alla ricerca e caccia nei mercati che già la Libia sta raggiungendo», ha concluso Colicchi.





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