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Federico Zoppas: L’Italia è già protagonista dell’avventura della New Space Economy


«Il Cluster aerospaziale veneto AIR è un ecosistema capace di fornire un’eccellenza innovativa e promuovere collaborazioni con partner internazionali, al fine di sostenere le imprese nella loro crescita e sviluppo sui mercati globali, con un focus particolare sulla New Space Economy. Le nostre aziende si concentrano fortemente sulle tecnologie applicate a piattaforme upstream di satelliti, veicoli spaziali e robotica. Il nostro obiettivo, a lungo termine, è quello di creare una costellazione di satelliti con tecnologia sviluppata Made in Veneto». Spiega Federico Zoppas, imprenditore e presidente del Cluster Aerospaziale Veneto RIR – AIR: «L’Italia, con la sua tradizione ingegneristica e il patrimonio di esperienze maturate in missioni interplanetarie, può certamente ambire a giocare un ruolo, ed è l’unico Paese che può avvalersi di una filiera completa nel settore spaziale. La condizione è una: continuare a investire in modo strutturale in scienza, tecnologia e talenti».

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Faderico Zoppas

Presidente Zoppas, ci racconta la realtà del Cluster dell’Aerospazio veneto RIR-AIR? Da quali e quante aziende è formato? Quali sono gli obiettivi? C’è un campo in particolare in cui siete specializzati? 

La Rete Innovativa Regionale AIR, nata nel 2020, è oggi un ecosistema di 93 partner: 87 aziende con 5.500 addetti e un fatturato aggregato di 2,3 miliardi di euro, 4 università coordinate dalla Università degli Studi di Padova, il CNR – Istituto di Fotonica e Nanotecnologie e il centro di trasferimento tecnologico T2i. AIR è un riferimento italiano e internazionale per lo sviluppo di tecnologie in ambito satellitare, robotica, propulsione, cybersicurezza e crittografia quantistica. Il Cluster aerospaziale veneto AIR è un ecosistema capace di fornire un’eccellenza innovativa e promuovere collaborazioni con partner internazionali, al fine di sostenere le imprese nella loro crescita e sviluppo sui mercati globali, con un focus particolare sulla New Space Economy. Le nostre aziende si concentrano fortemente sulle tecnologie applicate a piattaforme upstream di satelliti, veicoli spaziali e robotica. In questi ambiti sono stati sviluppati payload per il telerilevamento e navigazione (UniPD, Qascom, Stellar Project), sistemi di propulsione per piccoli satelliti (T4i), telescopi mono e iperspettrali (Officina Stellare, EIE Group, Dynamic Optics), componenti di precisione per strutture meccaniche (Ecor International, Breton, Benozzi, Elle Emme, Compositex) e sistemi di bilanciamento termico (Zoppas Industries) e tecnologie innovative nel settore dell’agricoltura fuori suolo, come l’idroponica e l’aeroponica per future applicazioni spaziali (Zero). Il cluster ha inoltre sviluppato competenze avanzate nelle tecnologie di crittografia quantistica e cybersicurezza (ThinkQuantum, Qascom) per sistemi spaziali, e servizi di engineering (Novaeka, Nablawave, OBO Space, HIT09, I4X, Guizzo Space, Stam) nei quali alcune aziende del nostro territorio si distinguono come leader a livello internazionale
 
Quale è l’importanza del settore aerospaziale per il Veneto e per l’Italia?

Il settore della Space Economy sta vivendo una crescita esponenziale. Secondo il World Economic Forum, il valore globale del settore ha raggiunto i 630 miliardi di dollari e si prevede possa toccare i 1.800 miliardi entro il 2035. Questa crescita è sostenuta da oltre 103 miliardi di dollari di investimenti pubblici e da un forte incremento degli investimenti privati e tecnologici. L’Italia è protagonista di questo slancio: con un fatturato di 17 miliardi di euro e 230.000 addetti nel settore AD&S, è il sesto player mondiale e il quarto in Europa. Il comparto spaziale, in particolare, conta 7.000 addetti e 2 miliardi di euro di fatturato, ed è coinvolto nei più importanti programmi internazionali come Copernicus, Galileo, e il Programma Lunare Internazionale. Il Veneto è la quarta regione italiana per numero di imprese attive, con un contributo del 9,2% al PIL nazionale. Oltre a vantare un export da 82 miliardi di euro nel 2023, la regione ha una lunga tradizione nel campo delle scienze dello spazio, grazie a figure storiche da Galileo a Bepi Colombo, e istituzioni di eccellenza come il Centro CISAS “G. Colombo” dell’Università di Padova, classificatosi al 17° posto a livello mondiale nelle scienze dello spazio.

Dal 20 al 22 maggio si è tenuta la terza edizione dello Space Meeting Veneto 2025, meeting sulla Space economy che cresce ogni anno di importanza e presenze. Quali sono le tematiche su cui si è focalizzata quest’anno la manifestazione?

Space Meetings Veneto è reso possibile grazie all’impegno della Regione del Veneto e della Rete Innovativa Regionale AIR – Aerospace Innovation and Research, che hanno mappato e messo in connessione tutte le eccellenze del territorio per costruire un vero e proprio “ecosistema” che vede collaborare enti pubblici, università, centri di ricerca e aziende. L’edizione di quest’anno, svoltasi dal 20 al 22 maggio a Venezia, ha rafforzato il modello vincente delle prime due edizioni e introdotto quattro grandi filoni tematici; Investment Forum for Space & Aeronautics: esploreremo le opportunità d’investimento nella space economy, con la partecipazione di venture capital, fondi, agenzie spaziali e centri di ricerca. Space & UAV Suppliers Summit: una piattaforma dedicata alla supply chain della New Space Economy, con focus su satelliti, propulsione, AI, cybersicurezza e nuove tecnologie. Space & Sport: uno spazio innovativo dedicato al benessere psicofisico in ambienti estremi, materiali intelligenti, wearable tech, medicina spaziale e training. Space AgriTech & Blue Economy Expo: dedicato all’agricoltura di precisione, all’osservazione terrestre e alla tutela ambientale tramite dati satellitari, sensori, droni, intelligenza artificiale e tecnologie per la gestione delle risorse marine. L’edizione 2025 ha consolidato l’evento come riferimento globale per il settore e i numeri parlano da soli: 3500 partecipanti (3000 nel 2024), 5000 incontri B2B organizzati, 360 aziende del settore aerospazio provenienti da 25 paesi diversi (250 aziende nel 2024), 150 buyer italiani e internazionali, 25 startups europee, 180 relatori (150 nel 2024), 60 panel (50 nel 2024). 

Come Cluster aerospaziale avete delle collaborazioni con distretti aerospaziali in paesi esteri?

Come Cluster Aerospaziale del Veneto abbiamo avviato alcune relazioni con il cluster aerospaziale di Tolosa – Aerospace Valley – uno dei principali hub europei del settore. Si tratta di contatti preliminari ma promettenti, volti a esplorare possibili sinergie su tematiche comuni quali l’innovazione tecnologica, la formazione e l’internazionalizzazione delle PMI. Queste collaborazioni rappresentano per noi un’opportunità importante per favorire lo scambio di competenze, stimolare progetti congiunti e rafforzare l’integrazione delle nostre imprese nelle catene del valore europee. Il nostro obiettivo è consolidare questi rapporti e aprirci anche ad altri distretti esteri, in linea con la vocazione internazionale del settore e con il ruolo crescente che l’Italia gioca nei grandi programmi spaziali

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C’è un progetto su cui il Cluster RIR – AIR punta di più?

La nostra Rete si è recentemente aggiudicata il bando per il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo della Regione Veneto grazie al progetto SATCO, abbreviazione per “Satellite Cognitivo Riconfigurabile”.  Il bando, che fa parte della programmazione FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) 2021-2027, prevede l’erogazione di 1,9 milioni di euro, di cui 1 milione a fondo perduto e vede coinvolte 6 aziende (Qascom – che ha promosso il progetto – Dwave; IRCA – Zoppas Industries; Officina Stellare; Stella Project; T4i) e 2 università (Università degli Studi di Padova e Università Ca’ Foscari di Venezia). L’obiettivo a lungo termine è quello di creare una costellazione di satelliti con tecnologia sviluppata Made in Veneto. Questa costellazione, a differenza dei sistemi attuali, sarà in grado di adattarsi al contesto e di fornire servizi su richiesta per diverse applicazioni, riconfigurandosi in base a quanto osservato ed imparato, sfruttando le più moderne tecniche dell’intelligenza artificiale alle necessita, nei seguenti ambiti: Comunicazione, anche dove o quando i cellulari non hanno campo; Osservazione della Terra; Monitoraggio delle emergenze climatiche e supporto alla gestione della crisi; Controllo del traffico marittimo e aereo. In ambito aeronautico la rete AIR è stata una delle prime regioni italiane a partecipare al progetto “Crescere Insieme” avviato da Leonardo Elicotteri e mirato alla qualificazione di nuovi fornitori italiani per la fornitura di sottoinsiemi critici nella propria filiera produttiva.  All’interno di tale iniziativa Leonardo investirà risorse interne per ciascuna azienda partecipante allo scopo di qualificare le stesse per le future forniture. Alle imprese aderenti e qualificate è richiesto di cofinanziare le attività, avvalendosi di risorse interne o di strumenti di finanziamento regionali. Isoclima è stata la prima azienda in assoluto ad avviare un progetto in tale ambito sulle superfici trasparenti e Zoppas Industries sta finalizzando il progetto sui sistemi di deicing elettrico.

La Presidente Giorgia Meloni e il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, hanno discusso alla Casa Bianca di difesa e spazio con un occhio particolare alle missioni su Marte. Crede che l’Italia potrà sviluppare a breve qualche missione non solo sul pianeta Rosso ma anche sulla Luna magari immaginando che il prossimo astronauta a toccare il suolo lunare possa essere un italiano?

Il rafforzamento della cooperazione tra Italia e Stati Uniti in ambito spazio e difesa è un segnale importante, che conferma il ruolo strategico del nostro Paese nei grandi programmi internazionali. L’interesse condiviso verso la Luna e Marte è il riflesso di una visione comune sul futuro dell’esplorazione spaziale. L’Italia ha già dimostrato di saper contribuire in modo sostanziale: siamo protagonisti in Artemis – il programma guidato dalla NASA per il ritorno dell’uomo sulla Luna – con tecnologie sviluppate da industrie e centri di ricerca italiani, come i moduli abitativi e i sistemi di supporto vitale. Tuttavia, come emerso dalle conferenze dello Space Meetings Veneto 2025, è importante sottolineare che i grandi programmi spaziali stanno entrando in una fase di revisione complessiva, legata ai nuovi indirizzi della nuova amministrazione Trump. Si prospettano razionalizzazioni, riallocazioni di budget e una ridefinizione delle priorità, che potrebbero avere impatti significativi su missioni già in corso e su quelle future. In questo scenario globale in evoluzione, l’Europa potrebbe invece entrare in una fase di rilancio. Il rapporto Draghi sottolinea chiaramente la necessità di rafforzare la capacità tecnologica e industriale europea nei settori strategici, tra cui lo spazio. E la prossima ministeriale ESA, insieme all’aumento degli investimenti nazionali e comunitari, potrebbe rappresentare un momento di svolta per rafforzare l’autonomia e la competitività dell’Europa in questo campo Quanto a Marte, si tratta di una sfida di lungo termine, che richiederà investimenti scientifici, tecnologici e diplomatici. L’Italia, con la sua tradizione ingegneristica e il patrimonio di esperienze maturate in missioni interplanetarie, può certamente ambire a giocare un ruolo anche lì ed è l’unico Paese che può avvalersi di una filiera completa nel settore spaziale. La condizione è una: continuare a investire in modo strutturale in scienza, tecnologia e talenti.

Silvio Mellara



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