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Come l’AI supporta l’antimafia – Agenda Digitale


Al giorno d’oggi cresce sempre di più il numero di imprese controllate direttamente o indirettamente dalla criminalità organizzata, tra i settori più ad alto rischio ci sono l’edilizia, l’immobiliare, il manifatturiero e la gestione dei rifiuti. Con l’avvento dell’AI sono stati sviluppati sistemi predittivi attraverso i quali è possibile controllare le finanze delle organizzazioni criminali, i loro movimenti e di conseguenza coadiuvare la giustizia nella lotta alla criminalità.

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Ad esempio, di recente l’Università di Padova ha sviluppato un peculiare sistema predittivo in grado di identificare, in termini di rischio, la probabilità che un’azienda sia legata alle organizzazioni criminali.

Interdittive antimafia, cosa dice la legge

Lo Stato negli anni ha cercato di contrastare tale fenomeno anche attraverso l’adozione e l’utilizzazione dell’istituto giuridico delle interdittive antimafia ossia una serie di misure disciplinate dal D.lgs. n. 159/2011 e ss. mm. ii. (Codice Antimafia) teleologicamente preordinate a prevenire le infiltrazioni mafiose sul mercato al fine di impedire alle imprese destinatarie di tali misure, di contrarre con la PA o di ricevere erogazioni pubbliche, per garantire ed assicurare una reale e corretta tutela della concorrenza.

Le predette misure, trovano la scaturigine della loro applicazione su un quadro meramente indiziario basato sul potere discrezionale del Prefetto, il cui obiettivo è quello di anticipare l’azione di prevenzione alla lotta alla criminalità, anche se non sempre si sono rivelate pienamente efficaci.

Al di là di tale comunque non idilliaca situazione di fatto e di diritto propria dell’istituto delle interdittive antimafia, va, però, – sempre con riferimento specifico al complesso del contrasto alla criminalità organizzata – segnalato che ad oggi lo Stato, possiede un’arma in più da utilizzare, rispetto al passato, per far fronte alla lotta alla criminalità organizzata: l’intelligenza artificiale.

Ai per l’antimafia, il progetto dell’Università di Padova

L’algoritmo progettato dall’Università veneta, infatti, si occupa di analizzare le condanne per associazione a delinquere di stampo mafioso, ed al contempo, di verificare se i soggetti condannati siano o meno soci, azionisti, dirigenti, fornitori o clienti abituali di una o più società oggetto di probabile attenzione malavitosa.

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Una volta individuata la società di riferimento, il sistema analizza il suo asset per vedere se all’interno della stessa sussistono delle anomalie.

Gli indici che vengono presi in considerazione sono:

  • un aumento improvviso del fatturato;
  • un giro d’affari troppo elevato rispetto al numero di dipendenti;
  • un direttore troppo giovane e poco qualificato;
  • la presenza di amministratori legati ad aziende fallite o radiate.

L’ambizioso obiettivo che si pone questo nuovo sistema di IA è quello di fornire agli operatori economici un indicatore del c.d. “grado di mafiosità” di un potenziale partner, cliente o fornitore, nonché di avviare ulteriori controlli nel momento in cui la soglia di allarme dovesse risultare elevata.

Come funziona il modello

Si tratta di un processo simile a quello del sistema Know Your Customer (KYC), che viene utilizzato dalle banche per verificare l’identità della propria clientela al precipuo fine di ridurre il proprio rischio finanziario e di reputazione.

Va, inoltre preliminarmente specificato che l’indicato modello predittivo non è liberamente accessibile visto che tratta dati sensibili e può essere utilizzato soltanto previo acquisto di licenza. Tale sistema è molto utile in quanto consente un accesso agevolato ad informazioni di rilevanza primaria da cui scaturiscono dati oggettivi e concreti che vengono elaborati in maniera agile e veloce da un algoritmo, il quale consente di raggiungere notevoli risultati in un lasso di tempo estremamente contenuto.

Le conseguenze

I dati che vengono trattati con tale sistema di IA, se messi a disposizione delle Prefetture, possono essere utilizzati come sonoro campanello d’allarme nei confronti delle imprese che presentano variabili sospette, e possono, in ragione di ciò costituire un autentico grimaldello per aprire il campo ad una serie di indagini e valutazioni; in buona sostanza contribuiscono a determinare un ulteriore valido presupposto per l’applicazione delle interdittive antimafia.

Ai e antimafia, l’accordo di InfoCamere e Prefetture

In questa direzione è andata InfoCamere, la quale ha stipulato con le Prefetture un protocollo di intesa volto a consentire agli Uffici del Governo l’accesso ai propri sistemi di intelligenza artificiale al fine di poter assicurare la pronta consultazione di determinati tipi di informazioni riguardanti le imprese sulle quali sono insorti sospetti di possibili infiltrazioni mafiose.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale applicato all’immensa mole di informazioni possedute da InfoCamere, può rivelarsi un ottimo sistema per:

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  • scovare le aziende che hanno passivi così pesantida superare il capitale investito;
  • sapere se queste aziende siano entrate in contatto con altre aziende in qualche modo collegatea soci “attenzionati”;
  • verificare la sussistenza di indicatori di bilancio dai quali si possa evincere un’attività di fatturazione sospetta.

Una volta avuto l’accesso a tutte queste informazioni, le Prefetture, tramite l’impiego delle forze dell’ordine potranno effettuare dei controlli più approfonditi sulle aziende considerate ad alto rischio.

Ai e antimafia per gli appalti

L’impiego dell’IA si sostanzia infatti molto utile tutte le volte che le aziende si propongono di lavorare per gli enti pubblici e partecipano a bandi e/o a gare d’appalto.

In quest’ultimo caso i controlli effettuati tramite i sistemi di intelligenza artificiale potrebbero indicare preventivamente quale azienda sia affidabile e quale no, e far partire nei confronti delle imprese ad alto rischio una serie di ulteriori verifiche, all’esito delle quali decretare se l’azienda interessata debba venire esclusa da eventuali bandi o gare.

L’intelligenza artificiale si rivela, quindi, uno strumento prezioso che se utilizzato nel modo giusto può essere un’eccellente arma nella lotta alle mafie. La predetta tecnologia può infatti arricchire notevolmente il panorama delle interdittive antimafia poiché fornisce alle Prefetture dei dati oggettivi e quindi non prettamente indiziari.

Ciò rappresenta una vera e propria svolta visto e considerato che il panorama normativo attuale pone le sue fondamenta sulla discrezione del Prefetto e su elementi meramente indiziari. Chiaramente la presenza di dati oggettivi estrapolati con i sistemi di IA non determina, però, ex se, l’emissione automatica delle interdittive nei confronti dell’impresa interessata, giacché la valutazione finale in ordine alla irrogazione della misura interdittiva spetta, in ogni caso, al Prefetto, ma, di sicuro, si pone quale elemento in più per far partire delle indagini approfondite e monitorare costantemente le attività dell’azienda medesima.

L’uso dell’IA in questo settore non può che essere una grande opportunità per la nostra Giustizia, la quale deve sfruttare le nuove tecnologie per stare al passo coi tempi per non piegarsi di fronte a un nemico che adotta sempre nuove e più sofisticate strategie per eludere la legge e conseguire i propri propositi.



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