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“A Parma e Reggio nessun problema per le aziende sanitarie” Reggionline -Telereggio – Ultime notizie Reggio Emilia |


BOLOGNA – In riferimento ai bilanci 2023 delle aziende sanitarie di Parma e Reggio Emilia la Corte dei conti “ha richiesto una serie di approfondimenti che le aziende hanno fornito in maniera esaustiva e documentata: la magistratura contabile ha formalmente chiuso le fasi di verifica, senza rilevare criticità significative né applicare alcun tipo di sanzione“. Lo ha sottolineato l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, Massimo Fabi, rispondendo ad una interrogazione dei consiglieri Priamo Bocchi, Alessandro Aragona, Nicola Marcello e Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia che avevano sollecitato chiarimenti dalla giunta regionale, dopo i rilievi della Corte dei conti.  Quindi, aggiunge Fabi, “a Parma e Reggio nessun problema di gestione e nessuno spreco di risorse”.

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La risposta è arrivata proprio nel giorno in cui la Commissione Sanità ha dato il via libera a tutti i bilanci delle aziende sanitarie dell’Emilia Romagna che nel 2024 hanno registrato un disavanzo complessivo di quasi 195 milioni, cifra che “la Regione provvederà anche quest’anno a coprire integralmente con risorse proprie”. Lo ha sottolineato, nell’illustrare i numeri, l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, in Commissione. I numeri sui bilanci d’esercizio 2024 delle Aziende Usl e ospedaliere della regione sono stati illustrati prima della delibera che andrà in Giunta sull’approvazione dei bilanci.

    Il disavanzo, per la Regione, è dovuto al “costante aumento dei costi, necessari per continuare a garantire, e migliorare, i livelli di cura e assistenza dei cittadini, riconoscere i rinnovi contrattuali al personale, abbattere le liste d’attesa e soddisfare la crescente domanda di servizi sanitari”. A tutto ciò “non corrisponde, però, un adeguato finanziamento a livello nazionale”.

    “Se non ci sarà un incremento sostanzioso dei fondi stanziati a livello nazionale non solo in valori assoluti ma anche rispetto al Pil – la preoccupazione espressa da Fabi a conclusione del suo intervento – non potremo stare tranquilli neppure per gli anni futuri. L’incremento dei costi sostenuti dalle Aziende sanitarie, a cui peraltro si accompagna un aumento dei ricavi, è legato alla duplice necessità di soddisfare la crescente domanda di servizi e di continuare a garantire e a migliorare l’assistenza e le cure per i cittadini dell’Emilia-Romagna e per i tanti che nella nostra regione vengono a farsi curare. Lo squilibrio – ha aggiunto l’assessore – tra il non incremento del finanziamento e la necessità, invece, di potenziare l’offerta per abbattere le liste d’attesa, a cui non sono state dedicate risorse nazionali aggiuntive, provoca inevitabilmente questi effetti. Ancora una volta la Regione Emilia-Romagna provvederà con risorse proprie all’integrale copertura del disavanzo, ma è fondamentale che il Governo faccia la sua parte”.

L’assessore entra poi nello specifico sui conti per il 2024: “La spesa del personale dipendente arriva a 3,6 miliardi, (più 86,7 milioni rispetto al 2023), la spesa farmaceutica ospedaliera a 1,4 miliardi (116 milioni in più), la spesa per dispositivi medici a 698 milioni (49,4 milioni in più), la spesa farmaceutica convenzionata a 542 milioni (25,8 milioni in più), la spesa per i vaccini a 66,6 milioni (12,6 milioni in più), mentre le spese per le prestazioni dal privato accreditato corrisponde al 5,5 per cento sul totale (13,3 milioni in più), la spesa per la medicina di base arriva a 566,6 milioni (più 24 milioni rispetto al 2023), infine si registra una flessione di 4,7 milioni sulle spese energetiche che corrispondono nel 2024 a 170,6 milioni totali”.

Interviene il presidente Giancarlo Muzzarelli sulle risorse statali: “Nel tempo gli stanziamenti statali sono diminuiti al netto dell’inflazione e rispetto al prodotto interno lordo, c’è uno stato di precarietà nelle finanze pubblica. Positivo l’impegno della Regione Emilia-Romagna per chiudere in pareggio i bilanci in sanità”.

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Maria Costi (Partito democratico) parla di “manovra regionale corposa, serve però lo stesso impegno anche a livello nazionale, la Regione Emilia-Romagna copre in toto il disavanzo delle aziende sanitarie, l’obiettivo è quello di continuare migliorare il sistema, con particolare attenzione al personale sanitario”.

Per Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) “il 2024 anno critico per il nostro sistema sanitario, 195 milioni di deficit, una cifra esorbitante, inevitabilmente ci saranno ripercussioni dirette sui servizi”. La consigliera entra nello specifico: “I numeri indicano difficoltà diffuse, i bilanci delle aziende descrivono un disastro finanziario, c’è una gestione poco oculata, manca la capacità di controllo sui costi”. Conclude: “Coprire il disavanzo scelta obbligata, soluzione tampone che non risolve i problemi, serve una visione per il futuro”.

Valentina Castaldini (Forza Italia) sui bilanci: “Un buco di 194 milioni coperto dalla Regione Emilia-Romagna, è stato chiesto ai cittadini un sacrificio importante, ora però serve capire quale sarà la direzione per la sanità emiliano-romagnola, c’è preoccupazione”.

Priamo Bocchi (Fratelli d’Italia): “Nessuno minaccia la sanità pubblica ma serve maggiore efficienza, da Meloni meno tagli che in passato, emergono invece criticità sui bilanci delle aziende sanitarie, evidenziate anche dai controllori, serve lavorare per contrastare le inefficienze”.

Anche per Nicola Marcello (Fratelli d’Italia) “il governo nazionale non ha colpe, l’incremento dei fondi statali in sanità rispetto al passato è innegabile, serve invece lavorare sulle inefficienze, a partire dall’Ausl della Romagna con incrementi su alcune voci di bilancio incomprensibili”.

Per Raffaele Donini (Partito democratico) “il sistema sanitario regionale, con i suoi problemi, è tra i più avanzati in Italia, grazie soprattutto all’impegno del nostro personale sanitario, i costi del sistema sono maggiori rispetto agli introiti, la Regione Emilia-Romagna interviene per salvare il sistema sanitario regionale nella sua sostenibilità, inadeguato invece l’impegno statale sulla sanità, le risorse nazionali sono insufficienti”.

Per Elena Ugolini (Rete civica), sempre sui bilanci in sanità, “ci sono punti oscuri, ad esempio sull’aumento delle consulenze, serve trasparenza”. La consigliera cita poi il piano nazionale esiti: “C’è un ampio margine di miglioramento sulla gestione del tumore al colon retto, gli indicatori ci dicono che c’è una varianza spaventosa nei diversi territori, solo il 50 per cento delle operazioni viene eseguita in laparoscopia, anche la mortalità da zona a zona varia dallo 0 al 3 per cento”.

Per Paolo Trande (Alleanza verdi sinistra) “bene gli aumenti contrattuali per il personale sanitario, sui farmaci innovativi stessa cosa”. Prosegue sul tema energia: “Utile efficientare l’impiantistica negli edifici”. Il consigliere sui fondi statali: “Sul fondo sanitario nazionale mancano almeno 34 miliardi, le Regioni ne chiedono almeno 5 in più all’anno, inevitabile che il privato occupi sempre più gli spazi del pubblico, serve invece puntare sulla medicina territoriale”. Conclude rispondendo ad Ugolini: “Sul colon retto in Emilia-Romagna, a cinque anni dall’operazione, per la mortalità i dati sono i migliori in Italia”.

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Per Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) “utile, come in altre nazione, riservare più risorse al sistema sanitario, c’è difficoltà ad aumentare il numero dei sanitari”.

 



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