Risparmi energetici del 60-80%, riduzione dello spazio rack fino all’80% e tagli alle emissioni di CO₂ pari a quasi 200 tonnellate all’anno: questi non sono solo traguardi in termini di sostenibilità bensì veri e propri interventi di riduzione dei costi. Per le aziende, ogni kilowattora risparmiato si traduce in una diminuzione delle spese operative, liberando budget da reinvestire in innovazione. Modernizzando la propria infrastruttura con l’adozione di strategie ibride multicloud, le aziende ottengono una riduzione significativa dei costi generali, migliorando al contempo agilità e resilienza.
Sostenibilità: una leva strategica per il business
La crescente diffusione dell’IA e dell’IA generativa e di altri carichi di lavoro data-intensive ha generato nuove esigenze per le infrastrutture IT. Questi tipi di carichi di lavoro richiedono una maggiore potenza di elaborazione con un conseguente aumento del consumo di energia e delle esigenze di raffreddamento. La possibilità di allocare le risorse dinamicamente negli ambienti multicloud ibridi – garantendo che i carichi di lavoro vengano eseguiti nel luogo più efficiente – è fondamentale sia per la gestione dei costi che per la sostenibilità.
Secondo lo studio Future Enterprise Resiliency and Spending Survey di IDC (Wave 8, settembre 2024), l’80% delle aziende che sta investendo nella modernizzazione dei data centre indica l’efficienza energetica e di raffreddamento come un fattore critico. Con l’aumento dei costi dell’energia elettrica e l’inasprimento delle normative sulla sostenibilità a livello globale, l’ottimizzazione delle infrastrutture è diventata una priorità assoluta per CIO e responsabili IT.
L’80% delle aziende che sta investendo nella modernizzazione dei data centre indica l’efficienza energetica e di raffreddamento come un fattore critico
Il ritorno sull’investimento di un’infrastruttura sostenibile
Esempi reali evidenziano l’impatto finanziario e operativo derivante dell’adozione di un modello ibrido multicloud. IDC ha intervistato una media company globale che si trovava ad affrontare una crescente complessità infrastrutturale, l’aumento dei costi operativi e un maggiore consumo energetico dovuto a un ambiente on premise frammentato. Nell’ambito della sua strategia di trasformazione digitale, l’azienda è passata a un modello di cloud ibrido, consolidando l’infrastruttura e ottimizzando la distribuzione dei carichi di lavoro.
Passando da 72 a soli 14 rack server distribuiti in due data centre, l’azienda ha abbattuto il consumo energetico del 75% – generando un risparmio annuale di migliaia di euro. Questo snellimento dell’infrastruttura ha avuto un impatto diretto sul conto economico, liberando capitale per investimenti strategici. Inoltre, la maggiore efficienza nella gestione dei carichi di lavoro ha permesso di eliminare spese cloud non necessarie, rafforzando ulteriormente la sostenibilità economica della modernizzazione.
Trasformazioni di questo tipo evidenziano il ruolo centrale della gestione intelligente del cloud nel migliorare l’efficienza. Le analisi basate sull’IA e l’automazione stanno diventando elementi fondamentali per le aziende che puntano a coniugare sostenibilità e agilità operativa, garantendo che i carichi di lavoro siano collocati in modo ottimale tra ambienti on premise e cloud, ottimizzando le prestazioni e riducendo al minimo lo spreco di risorse.
Rafforzare la sostenibilità e l’agilità nel settore pubblico
Anche un’azienda del settore pubblico europea ha affrontato con successo questa transizione, migrando da un’infrastruttura on premise a un modello cloud-first. Questo cambiamento ha permesso di modernizzare le operations IT, generando benefici concreti sia sul piano ambientale sia su quello operativo.
Consolidando e ottimizzando i carichi di lavoro nel cloud, l’azienda ha ottenuto una riduzione del consumo energetico pari al 60,3%, evitando quasi 200 tonnellate di emissioni di CO₂ all’anno, oltre a un sensibile abbattimento dei costi operativi. Questo calo nei consumi energetici si è tradotto direttamente in bollette elettriche più contenute e risparmi infrastrutturali a lungo termine, dimostrando come gli sforzi in ambito sostenibilità possano diventare un efficace motore di efficienza economica.
Oltre all’impatto ambientale, la migrazione ha rafforzato anche l’agilità operativa. L’azienda è in grado di allocare dinamicamente le risorse di calcolo, garantendo una distribuzione efficiente dei carichi di lavoro in base alla domanda, evitando sprechi energetici non necessari. Inoltre, operando in un ambiente cloud ibrido e sicuro, l’ente ha mantenuto la conformità con le rigide normative sulla sovranità dei dati, assicurando che le informazioni sensibili rimanessero protette all’interno dei confini geografici stabiliti.
Questa trasformazione evidenzia il ruolo sempre più centrale della gestione intelligente del cloud nel coniugare sostenibilità, prestazioni e conformità, offrendo un modello virtuoso per tutte le realtà del settore pubblico che intendono ottimizzare la propria infrastruttura riducendo al contempo l’impronta di carbonio.
Ottimizzare i carichi di lavoro per una maggiore efficienza
Uno dei principali vantaggi del modello multicloud ibrido è la capacità di ottimizzare dinamicamente il collocamento dei carichi di lavoro. Le infrastrutture tradizionali on premise costringono spesso le aziende a sovradimensionare le risorse con un conseguente spreco energetico e basso utilizzo. Con un approccio ibrido, invece, i carichi di lavoro possono essere spostati in tempo reale e senza interruzioni tra ambienti on premise, cloud pubblico ed edge in base alle esigenze.
Questa flessibilità aumenta l’efficienza e consente di ridurre i rischi associati alla “cloud repatriation”. Diverse aziende hanno infatti riscontrato la necessità, in alcuni casi, di riportare i carichi di lavoro dal cloud pubblico all’infrastruttura on premise a causa di requisiti normativi, esigenze legate alla sovranità dei dati o valutazioni legate ai costi. Una strategia ibrida multicloud garantisce che queste transizioni possano avvenire in modo fluido senza compromettere la continuità operativa.
Automazione e gestione intelligente
Oltre al collocamento dei carichi di lavoro, automazione e visibilità svolgono un ruolo centrale nelle strategie di sostenibilità. Molte aziende affrontano il fenomeno del cloud sprawl, ovvero della proliferazione incontrollata dei servizi e delle risorse cloud, che comporta costi infrastrutturali non tracciati e un utilizzo inefficiente delle risorse. Secondo l’IDC 2024 State of FinOps Survey, il 74% degli intervistati desidera una maggiore visibilità sulla spesa cloud, classificando fino al 30% dei costi come “sprechi”.
Vista la natura dinamica degli ambienti cloud, le aziende hanno bisogno di soluzioni che offrano una visione unificata dell’infrastruttura multicloud ibrida. Le tecnologie che integrano analisi intelligenti basate sull’IA per ottimizzare il consumo energetico e automatizzare l’allocazione delle risorse stanno guadagnando sempre più attenzione.
Il futuro dell’IT enterprise: un equilibrio tra prestazioni e obiettivi ESG
Secondo IDC, entro il 2026 il 60% delle grandi aziende richiederà strategie di neutralità carbonica nei propri processi di approvvigionamento IT, in netto aumento rispetto al 40% del 2023. Questo dato evidenzia la crescente convergenza tra gli obiettivi ESG (ambientali, sociali e di governance) e le decisioni in ambito IT.
L’infrastruttura multicloud ibrida rappresenta per le aziende un approccio sostenibile e pronto per il futuro alla modernizzazione. Le imprese che effettuano il collocamento intelligente dei carichi di lavoro, il consolidamento dei data center e l’automazione non solo riducono le emissioni ma abbattono i costi. In un contesto in cui le pressioni normative e i prezzi dell’energia sono in continuo aumento, modernizzare l’infrastruttura IT oggi significa ottenere un vantaggio competitivo anche sul piano finanziario, garantendo sostenibilità e redditività nel lungo periodo.
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