Bergamo. Non sono solo i numeri a certificare che le Piccole e Medie Imprese costituiscono l’ossatura del tessuto economico bergamasco. Perché il dato da solo, 833 aziende associate con una ventina di nuovi ingressi nel 2025 che fanno della “Piccola” il gruppo più corposo in Confindustria Bergamo, servirebbe a poco se da quell’esercito di imprenditori non arrivassero pressoché quotidianamente nuove idee, nuovi stimoli, nuove testimonianze di chi a discapito delle dimensioni ridotte è capace non solo di mettersi in gioco sui mercati internazionali, ma anche di far sentire forte e chiara la propria voce.
“Creatività, innovazione e coraggio”, per riassumerla con tre concetti chiave citati dalla presidente Giovanna Ricuperati, che in apertura dell’assemblea pubblica del Comitato Piccola Industria ha speso parole d’elogio per quel ruolo di motore fondamentale del sistema che la categoria sta dimostrando di saper ricoprire.
Un merito non di poco conto, se pensiamo all’attuale contesto geopolitico nel quale sono chiamate a operare: scenari incerti, freneticamente mutevoli, i costi quasi insostenibili di materie prime ed energia, le forti incognite legate ai dazi e a continui cambiamenti di fronte del presidente Usa Donald Trump.
“Ma le nostre imprese sanno fare squadra e non c’è metafora migliore per raccontare come lavorano – ha sottolineato ancora Ricuperati – Pochi ruoli, responsabilità condivise, un clima di fiducia e strutture flessibili che consentono di andare oltre le complessità che dobbiamo affrontare. Con grande capacità di adattamento i nostri imprenditori sanno generare risposte a bisogni che cambiano ogni giorno e questa è una risorsa d’avanguardia per tutto il sistema. Anche le grandi industrie piano piano sta trasformando le proprie organizzazioni con processi più snelli, vicini alle logiche delle Pmi. E allo stesso modo le reti e le alleanze che le Poi creano tra loro possono portare queste strutture leggere ad approcciare i mercati con una solidità da grandi. Un modo di operare, un modello, che avrà sempre più una valenza strategica”.
Una metafora, quella della squadra, che è ritornata più volte nel corso dell’assemblea, sottolineando ogni volta di più come al giorno d’oggi sia ormai imprenscindibile mettere in campo azioni condivise, essenziali per la crescita.
“Le imprese, piccole o grandi che siano, sono fatte di persone e solo quando si riconoscono tutte parti di un progetto comune può accadere qualcosa di straordinario – ha ribadito Oscar Panseri, presidente della Piccola di Confindustria Bergamo – Solo allora la crescita diventa possibile, valorizzando anche tutta la filiera. Fare squadra non è uno slogan, ma un modo di essere”.
E il segreto sta nel saper declinare il concetto di squadra a ogni livello: interno all’azienda, ovviamente, ma anche guardandosi attorno, col proprio territorio e con quelli limitrofi, come Bergamo sta facendo proficuamente con Brescia.
Coinvolgere la filiera significa creare valore, lavorando fianco a fianco su progettualità condivise. Panseri porta un esempio concreto, da imprenditore: “La mia azienda (la Chimiver Panseri Spa ndr), che ha nelle pavimentazioni il proprio core business, esporta in 56 Paesi del mondo e con il 90% di imballi in plastica non poteva non interrogarsi su come ridurre l’impatto ambientale. Abbiamo immaginato che la cosa più semplice fosse coinvolgere il nostro fornitore principale, che si trova in provincia di Modena, per fare in modo che quegli imballi venissero realizzati con plastica riciclata. In prima battuta ci hanno detto di non essere in grado di accontentarci: poi hanno capito il valore che l’iniziativa poteva avere, dando impulso a una nuova fase di crescita. Oggi i nostri imballi sono quasi completamente in plastica riciclata, ma su quel progetto non abbiamo voluto l’esclusiva, consapevoli che potesse essere utili anche ad altri delle filiera”.
Ma per competere seriamente in campo internazionale non è sufficiente che la squadra sia composta dalle sole aziende. L’appello a un intervento deciso del Governo, quantomeno nel campo dell’energia e del credito, lo ha lanciato Giovanni Baroni, presidente nazionale del Comitato Piccola Industria: “Siamo di fronte a una fase cruciale, all’interno della quale ci sono problematiche che possiamo risolvere anche in autonomia. Rendiamoci conto che abbiamo dei veri e propri dazi interni. Il costo vero in Italia è la burocrazia: dall’amministrazione locale alla quantità di norme e regolamenti per avere certificazioni o partecipare ai bandi. Non chiediamo l’energia come in Usa, però ci basterebbe abbattere i differenziali che ci sono in Europa. L’elettrificazione di tutti i nostri processi sta diventando incredibile e l’energia ci serve per sopravvivere. Poi il credito, che viene erogato alle Pmi soprattutto grazie ai fondi di garanzia. Se manca quello, si fa fatica: però le proroghe arrivano su base annuale e per l’imprenditore diventa impossibile pianificare investimenti. Se è vero che le variabili esterne sono già pesanti, quantomeno abbattiamo gli ostacoli interni”.
Dal canto suo il sistema bancario, rappresentato dal condirettore generale di Bpm, Domenico De Angelis, ha confermato la volontà di sostenere azioni e progetti delle Piccole e Medie Imprese: “Finanziarle è l’attività che assorbe più capitale in assoluto – ha evidenziato – Per farlo servono persone capaci e un modello organizzativo che non si può improvvisare: sostenere le Pmi in un contesto macroeconomico come quello attuale è un business che richiede tempo, grande dedizione e profonde competenze tecniche. Siamo un Paese che non fa sconti su normative, burocrazia e contrattualistica: in queste difficoltà abbiamo molto da imparare dagli imprenditori delle Pmi, che ogni giorno deve affrontare da solo 50-60 Paesi nel mondo e deve trovare la forza di adeguarsi ogni giorno”.
La metafora dell’azienda come squadra si ribalta poi quando salgono sul palco Gian Paolo Montali, ex allenatore della Nazionale italiana di volley maschile e oggi sport advisor, e Gian Piero Gasperini, tecnico dell’Atalanta.
“Nella vita non è complicato vincere una volta sola, ma trovare il modo per continuare a vincere – ha sottolineato Montali – Se non hai la forza di cambiare, prima o poi gli avversari ti studiano e si adattano e tu inizi a perdere. Il segreto per avere sempre successo è convincere persone che non hanno nulla in comune a giocare l’uno per l’altro, a rinunciare all’individualità a vantaggio della squadra o dell’organizzazione. Lavorare per competenze, annullare le differenze: solo così si può battere il nemico numero uno, che è il tempo”.
“La squadra è il modo migliore per raggiungere il risultato – ha chiosato Gasperini – Il vincere è prima di tutto sfida con se stessi, superare i propri limiti e le proprie difficoltà, all’avversario ci si pensa in un secondo momento. Ciò che dobbiamo ricercare è il saper giocare, riconoscere il gioco, i tempi, gli spazi, i movimenti”.
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