Nel pomeriggio di ieri, 16 maggio, una delegazione del Dipartimento Agricoltura regionale del partito UDC della Puglia è stata ricevuta presso la Prefettura della provincia BAT dal Viceprefetto Vicario, Dott. Sergio Mazzia. L’incontro è stato richiesto per rappresentare i gravi disagi e le criticità che affliggono il comparto agricolo.
La delegazione, composta dal Commissario provinciale Dr.Antonio Lattanzio, dal Coordinatore Regionale agricoltura Dr.Giulio Capobianco e dal Coordinatore enti locali Dr.Giuseppe Scaiola, ha formalmente avanzato la richiesta di convocazione di un Tavolo istituzionale. L’obiettivo è affrontare, in un confronto aperto con forze politiche, sociali e rappresentanze istituzionali regionali, nazionali ed europee, le numerose emergenze del settore agricolo.
Il Dott. Mazzia, anche a nome della Prefetta, Dott.ssa Silvana D’Agostino, ha manifestato piena disponibilità ad avviare una verifica delle criticità esposte, al fine di individuare percorsi risolutivi da sottoporre alle sedi competenti.
Documento di programmazione per il Settore Agricolo
L’agricoltura rappresenta un pilastro fondamentale per l’economia, la sicurezza alimentare e la salvaguardia ambientale, ma il settore sta affrontando una crisi sistemica senza precedenti. Gli agricoltori, già schiacciati da dinamiche di mercato avverse, normative eccessive e impatti del cambiamento climatico, vedono aggravarsi le loro difficoltà per la mancanza di politiche di supporto adeguate. Questo documento intende evidenziare i principali problemi e avanzare richieste concrete per un intervento immediato, a tutela del settore e delle comunità rurali.
Gli agricoltori sono vittime delle speculazioni sui mercati internazionali, che comprimono i prezzi dei prodotti agricoli ben al di sotto dei costi di produzione.
La mancanza di una regolamentazione efficace amplifica l’insicurezza economica dei produttori.
La normativa sulle aree depresse e svantaggiate va reintrodotta con urgenza in maniera da assicurare un equilibrio socio economico per le aziende che subiscono maggiori disagi nella gestione d’impresa.
In questo ambito andrebbe sollecitato un intervento normativo adeguato ed efficace per prevenire gli effetti disastrosi della invasione dei cinghiali nelle aree produttive.
Eccesso di adempimenti burocratici:
L’agricoltura è ostacolata da una burocrazia opprimente e da normative spesso sovrapposte tra livello comunitario, nazionale e regionale. Questo quadro normativo frammentato non solo genera confusione, ma accresce i costi amministrativi per gli imprenditori agricoli.
Cambiamento climatico e condizioni meteorologiche avverse:
Eventi estremi come siccità, gelate e alluvioni causano danni irreparabili ai raccolti e alle infrastrutture agricole. L’assenza di adeguati strumenti normativi e di piani di prevenzione lascia gli agricoltori soli ad affrontare queste emergenze.
Obbligo del seme certificato:
La normativa che impone l’uso esclusivo di seme certificato penalizza gli agricoltori, privandoli della possibilità di utilizzare il seme auto-prodotto dai loro raccolti. Questa restrizione aumenta i costi di produzione e riduce l’autonomia degli imprenditori agricoli.
Abbandono del territorio e mancata attuazione dell’articolo 15 della legge 228/2001:
La mancata implementazione dei contratti diretti con gli agricoltori per la manutenzione delle aree demaniali, degli scoli d’acqua e delle infrastrutture territoriali ha portato a un progressivo degrado ambientale. Questa situazione contribuisce in modo significativo ai disastri provocati da eventi climatici estremi, aggravando i rischi idrogeologici e penalizzando le aree rurali.
Richieste specifiche e Misure economiche straordinarie:
Creazione di un fondo di emergenza per le crisi agricole e sollecitare la definizione del risarcimento dei danni da Xylella.
Introduzione di incentivi fiscali per alleviare il peso economico sulle aziende agricole.
Accesso facilitato al credito per sostenere investimenti in innovazione e resilienza climatica.
Semplificazione e armonizzazione normativa:
Eliminazione delle sovrapposizioni tra normative nazionali e comunitarie, con la creazione di un quadro regolatorio unico e snello.
Riduzione degli adempimenti burocratici attraverso l’introduzione di un unico punto di riferimento per gli agricoltori.
Tutela dai rischi climatici:
Implementazione di infrastrutture per la gestione sostenibile delle risorse idriche con progetti che prevedono il recupero delle acque piovane che si perdono in mare.
Installazione di impianti dissalatori in armonia con l’ambiente per soddisfare le richieste dei territori.
Libertà d’uso del seme auto-prodotto:
Riconoscere il diritto degli agricoltori a utilizzare il seme derivante dai propri raccolti.
Eliminare vincoli normativi sul seme non certificato, promuovendo sistemi di controllo semplici per garantire qualità e tracciabilità.
Attuazione dell’articolo 15 della legge 228/2001:
Attivare contratti diretti tra le amministrazioni pubbliche e gli imprenditori agricoli per la manutenzione del territorio.
Stanziare fondi dedicati alla gestione del verde, alla pulizia degli scoli d’acqua e alla prevenzione del dissesto idrogeologico.
Incentivare le aziende agricole che partecipano a progetti di manutenzione, rafforzando il loro ruolo come custodi del territorio.
Sui valori regolati, legati ai pagamenti diretti del primo pilastro della PAC, si CHIEDE :
- Adeguamento al costo della vita e alle crisi di mercato in quanto gli attuali livelli di sostegno non coprono l’aumento dei costi di produzione, né offrono un reddito adeguato per gli agricoltori, soprattutto in un contesto di inflazione e crisi economica.
- Equità tra Stati membri: Spingere per una maggiore convergenza nei pagamenti diretti tra Stati membri, considerando che gli agricoltori italiani ricevono spesso meno rispetto ai colleghi di altri Paesi UE.
- Valorizzazione dei produttori locali: Chiedere premi più alti per le coltivazioni e produzioni che rispettano standard elevati di qualità, sostenibilità ambientale e benessere animale, per premiare gli imprenditori agricoli virtuosi.
Proporre una revisione della PAC di medio termine, poiché i fondi del primo pilastro sono regolati su base pluriennale e richiedono modifiche politiche a lungo termine.
Chiediamo infine,un intervento immediato e coordinato da parte dello Stato italiano e dell’Unione Europea. È indispensabile riconoscere agli agricoltori il loro valore strategico, garantendo loro gli strumenti necessari per affrontare le sfide attuali e future. Salvaguardare l’agricoltura significa proteggere l’intera comunità, l’ambiente e il futuro del nostro Paese.
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