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Software per la rendicontazione green – Dimensione Pulito


Una delle tematiche di maggiore attualità nel settore del cleaning professionale è sicuramente rappresentata dall’impatto delle politiche green e l’implementazione delle nuove tecnologie legate alla sostenibilità. L’innovazione è in grado svolgere, anche in questo settore, un ruolo sempre più pregnante nel processo di transizione ecologica, sia dal punto di vista della digitalizzazione che della sinergia tra le nuove tecnologie e le procedure di lavoro. Del trend innovativo fanno parte anche i software e gli strumenti per quantificare emissioni e impatto ambientale delle attività della pulizia professionale, sempre più diffusi e sempre più importanti da saper utilizzare nel contesto delle gare d’appalto pubbliche. Ne abbiamo parlato con Paolo Fabbri, presidente di Punto 3, società che cura lo sviluppo di strategie di sostenibilità per le imprese, in occasione del convegno digitale CleaningPiù, all’interno della sessione “Il cleaning tra presente e futuro” moderata dal giornalista Maurizio Pedrini.

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«Soprattutto negli ultimi anni, vedo un proliferare dell’utilizzo di software per la stima e la quantificazione dell’impatto ambientale associato a eventi di vario tipo, come ad esempio eventi sportivi, anche di grande richiamo, come le ultime Olimpiadi – esordisce Fabbri – vedo anche la forte volontà di gestire e rendicontare al meglio l’indicatore spesso più richiamato all’interno di quelle che sono le varie norme afferenti alla sostenibilità nei vari settori: mi riferisco chiaramente all’anidride carbonica (CO2). Quando questa tendenza viene calata all’interno del settore del cleaning, tutto viene effettivamente riferito a quanto viene esplicitamente richiesto all’interno di quello che è l’elemento forse ancora più trainante e significativo del settore, cioè le richieste che le stazioni appaltanti rivolgono al mercato, e in particolar modo alle imprese di pulizia, all’interno di una gara d’appalto pubblica. In questo contesto, il proliferare di software che si osserva anche nel settore della pulizia professionale rappresenta un elemento positivo perché essi permettono di gestire dati in modo molto più veloce e accurato rispetto ad altri strumenti di raccolta e di generazione di indicatori».

Usare gli strumenti giusti

«Bisogna però tenere presente – prosegue Fabbri – che, nel momento in cui ci si trova all’interno di una di una gara d’appalto dove la stazione appaltante richiede, invece che una stima della CO2 emessa dal servizio di pulizia, per esempio una Carbon Footprint secondo lo standard ISO 14067, non è possibile utilizzare un software che stima le emissioni di CO2 ma è necessario utilizzare una metodologia di calcolo della Carbon Footprint che segue specifiche metriche tecniche e che prevede l’utilizzo di altri software riconosciuti a livello internazionale. Questo significa che si possono creare molteplici strumenti di rendicontazione di emissioni, ma è necessario anche capire come utilizzarli all’interno della gara d’appalto, sulla base di quelle che sono le richieste esplicitate all’interno della legge di gara dalla stazione appaltante. Viceversa, se ci si trova di fronte a una stazione appaltante che premia l’appaltatore il quale, attraverso la sua offerta tecnica, dimostra di scegliere prodotti, attrezzature e macchinari che riducono i principali carichi ambientali associati al servizio di pulizia, rendendo quindi utile una stima delle emissioni di CO2, calcolare una Carbon Footprint del servizio di pulizia secondo la ISO 14067 diventa un percorso non consigliabile, perché è costoso e necessita di tempo e di investimenti importanti. Inoltre, non è detto che questo sforzo venga riconosciuto in modo adeguato da parte della stazione appaltante. Oggi il settore del cleaning, come altri ambiti legati agli appalti pubblici, si trova certamente ad avere a disposizione strumenti sempre più accurati per la valutazione della sostenibilità. Però, un progettista di un’impresa di pulizia deve essere in grado di scegliere lo strumento che in quella gara d’appalto gli permette di essere più performante rispetto ai concorrenti».

Scegliere consapevolmente

«Non è possibile individuare a priori quali strumenti a disposizione nel settore del cleaning siano i migliori – spiega Fabbri – tutto dipende dalle richieste della stazione appaltante. Nella mia attività, mi trovo sempre più spesso a supportare gli uffici legali delle imprese di pulizia proprio nel capire se effettivamente le stazioni appaltanti hanno gestito al meglio l’applicazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) o gli altri elementi di sostenibilità richiesti in gara d’appalto. Questo ci fa capire come la corretta applicazione degli elementi di sostenibilità ai sensi del Codice degli Appalti diventa un elemento molto importante, ma allo stesso tempo molto pericoloso. Se si dichiara in fase di gara di caratterizzare la propria offerta con determinati elementi di sostenibilità, ma poi in fase di elaborazione dell’offerta si forniscono alla stazione appaltante informazioni non chiare e non quantificabili, si rischia di non essere premiati, o comunque che a fronte dell’aggiudicazione della gara questa venga poi impugnata dai propri concorrenti. Io credo che stiamo vivendo una fase un po’ particolare e delicata, soprattutto nel settore del cleaning, dove ho sempre notato una grandissima attenzione nei confronti della sostenibilità ambientale. La cosa più importante è essere in grado di capire qual è lo strumento di sostenibilità che può essere più utile all’interno di una data gara, che non è detto sia poi lo stesso software che permetterà di vincere la gara d’appalto successiva».

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«Il tutto – prosegue Fabbri – deve essere anticipato da una profonda conoscenza della normativa di riferimento sulle gare d’appalto pubbliche e anche delle esigenze espresse nella legge di gara da parte della stazione appaltante. Senza questa analisi preliminare il rischio che si corre è di formulare un’offerta tecnica che non soddisfa le esigenze della stazione appaltante, o comunque di esporre la propria azienda a contenziosi successivi all’aggiudicazione. L’attenzione nella scelta dello strumento di sostenibilità più opportuno diventa quindi l’elemento imprescindibile in un momento in cui l’offerta di strumenti che valutano la sostenibilità è molto elevata».





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