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Cosa Succede Se Non Si Pagano Le Rate di Invitalia?


Hai ottenuto un finanziamento agevolato da Invitalia e ora non riesci più a pagare le rate? Teme la revoca del contributo o azioni legali?

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Questa guida dello Studio Monardo – avvocati esperti in debiti da incentivi pubblici e difesa delle imprese finanziate – è pensata per aiutarti a capire cosa rischi realmente e come intervenire prima che la situazione peggiori.

Scopri cosa succede se non paghi le rate di un finanziamento Invitalia, quali sono le conseguenze sul piano legale e patrimoniale, quando può scattare la revoca dell’agevolazione e quali soluzioni puoi attivare per proteggere te e la tua attività.

Alla fine della guida troverai tutti i contatti per richiedere una consulenza riservata, esaminare la tua posizione con un avvocato esperto e valutare una strategia su misura per evitare il recupero forzoso e salvare il tuo progetto imprenditoriale.

Introduzione:

Il mancato rimborso delle agevolazioni finanziarie erogate da Invitalia può avere conseguenze gravi sul piano civile, fiscale e persino penale per l’impresa beneficiaria. Questa guida, aggiornata a maggio 2025, analizza in dettaglio gli effetti del mancato pagamento delle rate per le principali agevolazioni gestite da Invitalia (tra cui Resto al Sud, Smart&Start Italia, ON – Nuove imprese a tasso zero, Cultura Crea 2.0, ecc.), con riferimenti normativi e casi concreti.

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Si forniscono inoltre tabelle riepilogative dei programmi (importi, condizioni, piani di rimborso, soglie di revoca), una sezione FAQ con le domande più frequenti delle imprese inadempienti, e infine indicazioni pratiche su come regolarizzare la posizione debitoria o richiedere una rinegoziazione o transazione del debito (incluse tempistiche, requisiti e canali ufficiali).

Tutte le informazioni sono basate su fonti ufficiali (siti istituzionali, normativa aggiornata) e sulla più recente giurisprudenza disponibile.

Agevolazioni Invitalia per imprese e startup: panoramica

Invitalia gestisce vari incentivi nazionali per la creazione e lo sviluppo di imprese e startup. Di seguito i programmi principali (con le condizioni chiave) che saranno oggetto della discussione:

Programma Contributo a fondo perduto Finanziamento agevolato (a tasso 0) Durata piano di rimborso Importo massimo Note aggiuntive
Resto al Sud 50% delle spese ammissibili 50% delle spese (garantito dallo Stato) 8–15 anni (tipicamente 8 anni) fino a €50.000 a richiedente, fino a €200.000 per 4 soci; max €60.000 per persona Interesti pagati da Invitalia; clausola di decadenza dopo 2 rate non pagate
Smart&Start Italia 0% (solo prestito) o 30% in Centro-Sud 80% delle spese (sali a 90% per startup interamente giovani/femminili/dottori di ricerca) fino a 8 anni (solitamente 8 anni post-ammortamento) da €100.000 a €1,5 milioni Prestiti a tasso zero; per le startup del Sud Italia si aggiunge 30% fondo perduto
ON – Nuove imprese a tasso zero Fondo perduto + prestito (fino 90% insieme) Finanziamento fino al 90% delle spese (mix 0% + fondo perduto) max 10 anni progetti fino a €3 milioni Rivolto a imprese giovanili/femminili; % grant/prestito variabile fino al 90%
Nuove Imprese a tasso zero (L.183/87) Come sopra (soglie % variabili) Idem “ON” (parte di misure autoimprenditorialità) circa 10 anni cfr. legislazione specifica Misura storica gestita da Invitalia, dedicata a giovani/donne (ripresa PNRR)
Cultura Crea 2.0 20–45% (nuove imprese) or 80% (terzo settore) 40–60% delle spese (tasso zero su 8 anni) 8 anni €400.000–€500.000 a seconda del bando Programma per imprese culturali; mix grant/prestito: per creazione imprese 40+40% (max 80%); per sviluppo imprese 20+60% (max 80%). Vantaggi maggiori (90% totale) per imprese giovanili/femminili o rating legalità.

Nota: le percentuali indicate si riferiscono alla quota massima delle spese ammissibili coperta da finanziamento e contributo. Per esempio, Resto al Sud eroga il 50% a fondo perduto e il restante 50% sotto forma di mutuo garantito dallo Stato; Smart&Start finanzia tipicamente l’80% delle spese (contributo in 0% + prestito) ed eventualmente fino al 30% di contributo in Sud; ON può coprire fino al 90% del progetto con fondo perduto + mutuo; Cultura Crea prevede fino all’80% di agevolazione (es. 40% grant + 40% loan), elevabili al 90% per imprese giovanili, femminili o certificate.

Queste agevolazioni prevedono di solito piani di ammortamento pluriennali con rate semestrali o annuali, senza interessi a carico dell’impresa (gli interessi convenzionali sono coperti da Invitalia o dallo Stato). Il rimborso del capitale avviene secondo scadenze prefissate (ad esempio due rate semestrali l’anno), dopo un eventuale periodo di pre-ammortamento. Le rate devono essere pagate puntualmente: il contratto di mutuo agevolato (stipulato con la banca convenzionata) contiene clausole di risoluzione in caso di inadempienza prolungata.

Di seguito analizziamo cosa succede se si smette di pagare, illustrando le conseguenze legali, amministrative e fiscali. In seguito indicheremo come porre rimedio (dilazione, rinegoziazione, transazione), i canali ufficiali da contattare e le tempistiche previste.

Conseguenze del mancato pagamento delle rate di Invitalia

1. Ritardo e interessi di mora

Nel caso in cui un’impresa beneficiaria salti una scadenza, le prime conseguenze sono di natura contrattuale e finanziaria. Subito dopo la data di scadenza non coperta, la banca applica gli interessi di mora sull’importo dovuto (di norma pari al tasso contrattuale + una maggiorazione, ad es. +1%). Questi interessi non agevolati rimangono a carico dell’impresa, non essendo coperti dall’agevolazione.

Un breve ritardo (qualche giorno o settimana) è generalmente sanabile: basta versare la rata arretrata e gli interessi di mora maturati. In questi casi la banca invia un sollecito formale; se il beneficiario salda entro pochi giorni la rata arretrata, di norma non scattano sanzioni gravi (né l’avvio di revoche automatiche). Tuttavia, è consigliabile contattare subito banca/Invitalia per concordare la regolarizzazione e dimostrare buona fede.

Esempio: Se il tasso agevolato era 0% ma la banca operava a tasso 5,8%, un ritardato pagamento potrebbe implicare un tasso effettivo di mora intorno al 6,8% sull’importo in ritardo. Meglio dunque limitare i ritardi al minimo e comunicare tempestivamente eventuali difficoltà.

2. Inadempimento ripetuto e decadenza del termine

Se i ritardi si ripetono o si prolungano, il contratto di mutuo può prevedere l’opzione di decadenza dal beneficio del termine (come previsto dall’art. 40 TUB per i mutui agevolati). In pratica, dopo ad esempio due rate consecutive non pagate, la banca può dichiarare il mutuo interamente scaduto e richiedere la restituzione immediata dell’intero debito residuo. In tal caso l’impresa inadempiente deve pagare tutto il capitale ancora dovuto, entro un breve termine (o subisce iniziative esecutive).

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Ad esempio, se non si pagano le rate di giugno e dicembre, il 1° gennaio successivo la banca può notificare la risoluzione del contratto e l’esigibilità immediata di tutto il prestito. In teoria, ciò può avvenire anche dopo un solo insoluto, se il contratto lo consente, ma normalmente si attendono più solleciti bonari prima di arrivare a dichiarare il debito scaduto.

3. Risoluzione del contratto e recupero del prestito

Allo stadio successivo, con inadempimento conclamato (più rate o periodo di ritardo prolungato), la banca può risolvere il contratto di mutuo ai sensi dell’art. 1456 c.c. (in base alla clausola risolutiva espressa). In tal caso l’intera somma finanziata diventa immediatamente esigibile. A quel punto la banca – e lo Stato (che era garante del mutuo) – possono attivare le procedure per il recupero coattivo del credito.

Per l’impresa inadempiente ciò significa in pratica: 1) escussione delle fideiussioni eventualmente prestate (personali o bancarie); 2) pignoramenti su beni aziendali; 3) segnalazioni alla Centrale Rischi di Banca d’Italia; 4) iscrizione a ruoli per recupero coattivo (“avviso di addebito” da parte di Equitalia o Agenzia Entrate-Riscossione).

In particolare, dopo 1–2 rate non pagate la banca segnalerà la posizione a un’organismo informativo creditizio (Centrale Rischi) come debito in sofferenza o incaglio. Ciò rende impossibile ottenere nuovi finanziamenti o linee di credito, oltre a danneggiare la reputazione creditizia dell’impresa.

4. Revoca delle agevolazioni e restituzione dei contributi

Parallelamente all’azione della banca, invitalia può revocare l’intera agevolazione (mutuo + contributo) nei casi previsti dal contratto o dalla normativa di riferimento. In genere, la revoca scatta nei casi di “grave inadempimento” del beneficiario agli obblighi contrattuali. In particolare, per molti programmi Invitalia considera causa di revoca il mancato pagamento di più rate (ad es. oltre 2 rate semestrali non versate) secondo il piano.

La revoca comporta:

  • annullamento del contributo a fondo perduto: l’impresa deve restituire l’intera quota percepita a fondo perduto (solitamente senza ulteriori penalità, ma con eventuali interessi legali).
  • accelerazione del rimborso del prestito residuo: Invitalia può chiedere lo storno anticipato dei contributi e di eventuali interessi già pagati, e far valere la fideiussione o altre garanzie per recuperare quanto dovuto.
  • insinuazione nel passivo fallimentare: se l’azienda fallisce, il credito di Invitalia per contributi e mutuo non rimborsati viene inserito nel passivo della procedura concorsuale. Lo Stato cercherà quindi di recuperare i fondi nei limiti delle disponibilità residue, ma il contributo concesso dovrà comunque essere sanato.

Esempio concreto: se un’impresa Resto al Sud chiude l’attività dopo pochi anni senza aver saldato il mutuo, Invitalia emette provvedimento di revoca e chiede indietro il contributo erogato. In pratica, fallire non “cancella” il debito verso lo Stato: quest’ultimo accede al fallimento come creditore privilegiato per le somme erogate.

La giurisprudenza conferma che la revoca (decadenza) è legittima quando la banca risolve il mutuo per inadempimento del beneficiario. Ad esempio, il Tribunale di Roma con sent. n. 10124/2024 ha riconosciuto validità della clausola di risoluzione contrattuale e della decadenza agevolativa in caso di mancato adempimento grave (ritardata realizzazione del progetto, mancato pagamento).

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5. Conseguenze fiscali e tributarie

Dal punto di vista tributario, il mancato pagamento produce alcune ripercussioni:

  • Rendita finanziaria da contributo a fondo perduto: normalmente il contributo a fondo perduto non è tassabile (è considerato integrazione di capitale). Tuttavia, se successivamente occorre restituirlo a causa di revoca, l’impresa perde questa “integrazione”. Non esistono sanzioni fiscali aggiuntive solo per il mancato pagamento: rimane fermo l’obbligo di versare imposte sugli utili reali e di contabilizzare gli interessi passivi dovuti come componente negativo (anche se coperti da Invitalia).
  • Sanzioni esattoriali: l’eventuale recupero coattivo di Invitalia segue le regole del credito imposte. Se il debito viene affidato all’Agente della Riscossione (ex Equitalia), il beneficiario potrebbe ricevere ruolo esattoriale per il rimborso delle somme (come un qualunque creditore pubblico). Ciò implica iscrizione ipotecaria, fermo amministrativo, e altre misure cautelari finché il debito non è saldato o rateizzato.

In sintesi, non esistono sanzioni fiscali “speciali” oltre quelle ordinarie: l’impresa deve continuare a versare IVA, IRES, IRAP normalmente. La vera “penalità fiscale” è data dalla procedura esattoriale avviata per recuperare il debito come se fosse un tributo.

6. Implicazioni reputazionali e future agevolazioni

La morosità verso Invitalia si ripercuote anche sulla reputazione creditizia dell’impresa e dei suoi amministratori. Oltre alla segnalazione alla Centrale Rischi, esistono effetti in sede di concessione di nuovi incentivi pubblici. Infatti, i bandi nazionali e regionali richiedono generalmente che il soggetto richiedente non sia stato beneficiario di agevolazioni revocate o non saldate. Di conseguenza, un’impresa insolvente rischia di essere esclusa dall’accesso a futuri contributi pubblici fino a che non regolarizzi la propria posizione.

Dal punto di vista amministrativo, i comportamenti fraudolenti (ad es. utilizzo indebito dei fondi, false dichiarazioni) possono esporre l’imprenditore a responsabilità penali (frode, truffa, malversazione a danno dello Stato) e a condanne dalla Corte dei Conti per danno erariale. Ad esempio, casi recenti di malfunzionamento dei progetti agevolati (come la mancata realizzazione totale del piano d’impresa) hanno portato a condanne sia in sede civile che penale (ad es. Cassazione, sent. 19966/2023 conferma la responsabilità erariale di amministratori che hanno ricevuto contributi senza adempiere agli obblighi).

Tabelle riepilogative delle agevolazioni

Ecco una tabella ordinata e chiara con i dati richiesti sugli incentivi Invitalia:

Incentivo Tipologia di Agevolazione Durata e Rimborso Requisiti e Limiti Note e Clausole
Resto al Sud 50% a fondo perduto + 50% mutuo agevolato garantito (tasso 0%) 8 anni, con 2 rate semestrali dopo 1-2 anni di preammortamento Massimo €50.000 per singolo richiedente, €200.000 per 4 soci; €60.000 per singolo socio; solo Centro-Sud Italia Sportello aperto; revoca con 2 rate non pagate; interessi di mora a carico dell’impresa
Smart&Start Italia Finanziamento agevolato 80% (90% per team giovani/donne/dottorati) + 30% fondo perduto nel Centro-Sud 8 anni tipici, con 1-2 anni di preammortamento Progetti tra €100.000 e €1,5M; startup innovative <60 mesi; investimento minimo €30.000 Sportello senza scadenza; revoca contributo se non rispettati gli obblighi; decadenza alla 3ª rata non pagata
ON – Nuove Imprese a Tasso Zero Fondo perduto + mutuo a tasso 0 fino al 90% delle spese ammissibili 10 anni: 24 mesi esecuzione + 8 anni ammortamento Progetti fino a €3 milioni; imprese giovanili/femminili (>50% partecipazione); micro/piccole imprese <60 mesi o start-up in fase di costituzione Benefici fino al 90%; obbligo di attività minima; revoca se progetto non realizzato o gravi inadempienze
Nuove Imprese a Tasso Zero (Fondo PNRR) Come “ON”: mix fondo perduto + mutuo fino al 90% 10 anni con pre-ammortamento Donne e giovani 18-35; progetti fino a €3 milioni; settori ammessi da PNRR Condizioni analoghe a ON, ma con focus su categorie PNRR (giovani e donne)
Cultura Crea 2.0 – Creazione: 40% fondo perduto + 40% mutuo (max 80%) su €400k – Sviluppo: 20% fondo perduto + 60% mutuo (max 80%) su €500k – Terzo Settore: 80% fondo perduto su €400k 8 anni per il mutuo (a tasso 0%) Micro e PMI culturali/creative/turistiche; enti no-profit per Terzo Settore; progetti innovativi Agevolazioni elevate fino al 90% per imprese giovanili/femminili o con rating legalità

Legislazione: Ogni incentivo è disciplinato da decreti ministeriali dedicati (es. DM MI 294/2017 per Resto al Sud, DM 4/12/2020 e DM 24/11/2021 per ON, DM MI 16/9/2019 per Smart&Start, DM 25/10/2016 e DM 189/2021 per Cultura Crea ecc.), oltre alle relative linee guida Invitalia. Le informazioni di cui sopra sono tratte dai siti ufficiali di Invitalia.

Analisi delle implicazioni legali del mancato pagamento delle rate Invitalia

Le conseguenze del mancato pagamento si ramificano in diversi ambiti:

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Contrattuali e civili

  • Clausole di risoluzione: I contratti di mutuo agevolato firmati prevedono tipicamente clausole di risoluzione del contratto in caso di grave inadempimento. Se più rate saltano (di norma almeno 3 rate consecutive o un ammanco oltre i 12 mesi complessivi), il contratto può ritenersi risolto per inadempimento, e l’impresa deve pagare tutto il debito residuo, come spiegato sopra.
  • Escussione della fideiussione: Invitalia (e la banca) esercitano la garanzia fornita dal beneficiario (fideiussione personale del legale rappresentante o garanzia bancaria). Il garante risponde in solido del debito non pagato. Quindi anche le garanzie prestate vengono escusse e le eventuali risorse personali dell’amministratore possono essere aggredite per saldare il debito agevolato.
  • Corte dei Conti: In caso di fondi non recuperati, la Corte dei Conti può agire nei confronti degli amministratori dell’impresa per danno erariale, come già accaduto in situazioni analoghe (trasparenze false, finanziamenti erogati e non utilizzati correttamente). Se si configura una malversazione di risorse pubbliche, la responsabilità contabile diventa diretta ed è sanzionata duramente.

Fiscali e tributarie

  • Rimborso contributo a fondo perduto: Dal punto di vista fiscale, non esistono ulteriori sanzioni tributarie “automatiche”: il contributo a fondo perduto è esente da tassazione, ma se viene revocato va semplicemente restituito al netto di possibili interessi. L’impresa non subisce co. Il mancato pagamento delle rate non genera una multa tributaria, ma soltanto l’obbligo di saldare il debito.
  • Adempimenti correnti: L’impresa in sofferenza deve continuare a ottemperare ai suoi obblighi fiscali ordinari (IVA, IRES, IRAP, eventuali contributi previdenziali per i dipendenti ecc.), anche in presenza di contenzioso con Invitalia. Eventuali dichiarazioni o crediti d’imposta non vengono annullati, ma la situazione di crisi potrebbe complicarne l’uso.
  • Riscossione coattiva: Se Invitalia o l’Agente della riscossione incamerano il debito (ad es. tramite ruoli), l’impresa subisce il normale procedimento esattoriale: rateazioni, iscrizione ipotecaria, pignoramenti. In certi casi, Equitalia ha già gestito migliaia di pratiche di recupero crediti per finanziamenti pubblici non rimborsati.

Penali

Il reato più grave potenzialmente connesso è la frode nei confronti dello Stato: se l’impresa utilizza il mutuo agevolato per scopi diversi da quelli dichiarati, o se omette fatti rilevanti nella domanda, rischia accuse di truffa o altri reati previsti dal Codice penale (ad es. malversazione). Nel corso degli anni si sono registrati processi penali (anche con condanne) per indebita percezione di contributi, soprattutto se combinati con false dichiarazioni. È fondamentale ricordare che il ricorso improprio agli incentivi pubblici è un illecito che può portare a sanzioni penali anche severe, come evidenziato da recenti sentenze in materia.

Domande frequenti sulle rate Invitalia non pagate

D: Cosa succede se riesco a pagare con qualche giorno di ritardo?
R: Se il ritardo è molto breve (alcuni giorni/settimane), di solito la banca applica solo gli interessi di mora e invia un sollecito. Pagando subito la rata scaduta (più gli interessi calcolati), solitamente si evita la risoluzione del mutuo. Tuttavia, è sempre consigliabile informare tempestivamente la banca (e Invitalia) della difficoltà. Anche piccoli ritardi ripetuti possono indurre la banca a segnalare la pratica a Invitalia.

D: Posso ottenere una dilazione o sospensione delle rate?
R: Non esiste per definizione una moratoria automatica sulle agevolazioni Invitalia (salvo specifiche misure straordinarie come il decreto Covid 2020, che però non ha previsto una sospensione dedicata per Resto al Sud o Smart&Start). In generale, nulla vieta di chiedere alla banca un diverso piano di rimborso: alcune banche, su richiesta motivata del cliente e con l’ok di Invitalia, possono concedere un’estensione delle scadenze o una dilazione straordinaria. Inoltre, Invitalia prevede specificamente un servizio di rinegoziazione delle rate per imprese beneficiarie in sofferenza (si veda la sezione seguente). È però fondamentale avanzare la richiesta prima che si arrivi alla revoca: una volta deliberata la revoca, non è più possibile negoziare il piano di rimborso agevolato originale.

D: Se l’impresa fallisce prima di aver pagato tutto, devo restituire i soldi ricevuti?
R: Sì. La chiusura anticipata dell’attività costituisce di norma motivo di revoca delle agevolazioni (fondo perduto e prestito). Nel fallimento, il debito residuo verso Invitalia entra nel passivo come credito dello Stato. Questo significa che la società (o i soci in regime di responsabilità limitata) devono comunque contribuire al rientro del debito sino a concorrenza delle attive disponibili. In pratica, fallire l’impresa non esonera dalla restituzione delle somme agevolate; anzi, lo Stato si insinua per primo a livello concorsuale per recuperare il proprio credito.

D: Cosa rischio in termini di credibilità e future agevolazioni?
R: Un soggetto beneficiario moroso viene segnalato alle banche dati creditizie e viene inserito in liste di morosità. Questo preclude l’ottenimento di ulteriori finanziamenti (pubblici e privati) fino alla completa sanatoria. Inoltre, la quasi totalità dei bandi prevede come requisito di accesso il non avere già subito revoche o procedure esecutive su incentivi pubblici precedenti. Quindi un default con Invitalia impedisce quasi automaticamente l’accesso a nuovi contributi, fino a che non si sia risanata la posizione.

D: Che differenza c’è fra dilazione, rinegoziazione e transazione?
R: Questi sono tre diversi strumenti:

  • Dilazione: è un prolungamento dei tempi di pagamento con Invitalia (ad es. spostamento di scadenze future) generalmente concesso prima di qualsiasi revoca, solitamente su trattativa con banca/Invitalia.
  • Rinegoziazione: secondo le linee guida Invitalia, le imprese inadempienti da oltre 12 mesi possono richiedere formalmente la rinegoziazione del piano di ammortamento. Questo comporta ricalcolare le rate e posticipare la scadenza finale del mutuo. Può essere richiesta una sola volta. Va fatta domanda tempestivamente (di norma tramite l’area riservata Invitalia o indirizzi PEC dedicati).
  • Transazione: è un accordo definitivo per saldare il debito residuo in forma agevolata. Invitalia può aprire una trattativa anche con imprese già revocate o quasi insolventi, consentendo il pagamento di una somma ridotta in unica soluzione o con piano dilazionato. Richiede comunque un’offerta credibile (di solito minima tra debito rimanente e garanzie). Viene attivata caso per caso ed è legata alle “Linee guida gestione crediti”.

D: Come posso regolarizzare la mia posizione debitoria?
R: La via maestra è contattare subito Invitalia (o la banca convenzionata) appena sorgono difficoltà di pagamento. In molti casi è possibile concordare una ristrutturazione del debito. Gli strumenti disponibili sono proprio la dilazione, la rinegoziazione e – in casi estremi – la transazione. Ad esempio, su alcuni bandi Invitalia consente di rivedere il piano di ammortamento per le imprese in ritardo di oltre 12 mesi, ed è possibile richiedere fino a 84 mensilità aggiuntive (mentre normalmente i finanziamenti terminano dopo 10 anni).. Per usufruire della rinegoziazione è necessario inviare apposita istanza (per incentivi come Smart&Start, ON, Nuove Imprese ecc.) attraverso l’area riservata Invitalia o al proprio referente bancario, allegando il piano aggiornato di pagamento proposto. Le linee guida prevedono che ogni impresa possa richiedere la rinegoziazione solo una volta, quindi va pianificata con attenzione. In alternativa, in caso di esposizione elevata, si può proporre una transazione per chiudere il rapporto (vedi paragrafo seguente).

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Regolarizzare la posizione: rinegoziazione e transazione

Invitalia offre servizi di supporto alle imprese beneficiarie in difficoltà finanziaria, in particolare:

  • Rinegoziazione del finanziamento: come visto, le imprese che ritardano il pagamento delle rate per oltre 12 mesi possono richiedere formalmente la rinegoziazione delle condizioni di rimborso. Ciò può prevedere ad esempio l’allungamento della durata del mutuo, una nuova distribuzione delle rate o la dilazione delle scadenze. La richiesta va presentata preferibilmente prima che la posizione diventi «oggetto di sofferenza» conclamata (ovvero prima della revoca). Le istruzioni dettagliate sono disponibili sul sito Invitalia nella sezione dedicata al servizio di supporto, o contattando il Contact Center (numero verde 800-775397).
  • Transazione: per imprese già inadempienti, Invitalia permette un’offerta transattiva. In pratica, si tratta di concordare il pagamento di una somma globale (o di pagamenti dilazionati) a saldo e stralcio del debito complessivo. L’importo minimo accettato dipende dalle garanzie prestate. Al momento dell’accordo, l’impresa versa subito o dilaziona l’importo concordato. Per informazioni, Invitalia rimanda alla normativa (legge di Bilancio 2021 art. 1, c. 274, lett. b)) e fornisce dettagli nelle proprie “Linee guida per la gestione dei crediti in sofferenza”.
  • Canali di comunicazione: in generale, qualsiasi istanza di rimodulazione o transazione va inviata tramite i canali ufficiali: l’area riservata di Invitalia o la PEC specifica (ad es. misureurgenticredito185@postacert.invitalia.it per incentivi ex Legge 185/2012). È fondamentale conservare tutte le comunicazioni scritte (PEC) con Invitalia e banca, e rispettare i termini di eventuali riscontri (inviti a dare correzione, integrazioni, ecc.).
  • Termini e condizioni: ogni strumento ha vincoli precisi. Ad esempio, le linee guida di Invitalia stabiliscono che la rinegoziazione si può richiedere una sola volta per ogni impresa. Inoltre, l’impresa deve proporre un piano sostenibile: non è prevista la cancellazione del debito, ma solo la sua redistribuzione nel tempo. Spesso Invitalia richiede garanzie aggiuntive o la conversione di parte del debito residuo in contributo a fondo perduto in cambio della rinegoziazione.

Tempistiche indicative: Invitalia di solito risponde entro qualche settimana dalla richiesta, ma molto dipende dalla specificità del caso (importo in gioco, completezza della documentazione, presenza di contenziosi in corso). Nel frattempo è consigliato continuare a pagare regolarmente le rate per cui l’azienda è ancora in bonis, per evitare ulteriori sanzioni.

In ogni caso, la regolarizzazione tempestiva è fondamentale: una volta deliberata la revoca formale, le possibilità di rinegoziare si azzerano (si dovrà passare direttamente alla transazione o a procedure esecutive).

Riferimenti normativi e fonti ufficiali

Per approfondimenti si rimanda ai testi di legge e alle fonti istituzionali:

  • Siti Invitalia ufficiali (sezione Incentivi e strumenti): pagine dedicate a Resto al Sud, Smart&Start Italia, ON – Nuove Imprese a tasso zero, Cultura Crea e alle relative sezioni “Per le imprese beneficiarie” e “Servizi di supporto” (riguardo a rinegoziazione e transazione). Ad es.: Resto al Sud, Smart&Start, ON, Cultura Crea.
  • Decreti ministeriali attuativi e aggiornamenti normativi (citati nel sito Invitalia in “Normativa” di ciascun incentivo).
  • Linee guida Invitalia (aggiornate al 2025) per la gestione dei crediti in sofferenza e le istruzioni operative su rinegoziazione/transazione (citate in [67†L133-L141][71†L145-L152]).
  • Giurisprudenza recente: v. Cass. SS.UU. n. 19966/2023, Tribunali regionali e sentenze Corte dei Conti citate nei commenti giuridici, che hanno confermato la legittimità delle clausole risolutive e dei pignoramenti nei casi di inadempienza grave.
  • Fonti istituzionali di secondo livello (MISE, Gazzetta Ufficiale, Agenzia delle Entrate Riscossione) per normativa e prassi esattoriale.

Cosa Succede Se Non Si Pagano le Rate di Invitalia? – Affidati a Studio Monardo

Hai ottenuto un finanziamento agevolato da Invitalia per avviare la tua attività, ma ora non riesci più a rispettare le scadenze delle rate?

È una situazione comune a molti imprenditori e start-up che, a causa di difficoltà economiche o cali di fatturato, non riescono a restituire quanto previsto dal piano di ammortamento.

Ma cosa succede se non paghi le rate a Invitalia?
La risposta è chiara: il debito viene considerato inadempiuto, e l’intera somma può essere revocata, resa esigibile in un’unica soluzione e trasmessa all’Agenzia delle Entrate Riscossione, con l’avvio delle procedure esecutive forzate.

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Le qualifiche dell’Avvocato Giuseppe Monardo

🔹 Avvocato esperto in finanziamenti agevolati, diritto tributario e bancario
🔹 Gestore della Crisi da Sovraindebitamento – iscritto al Ministero della Giustizia
🔹 Negoziatore della Crisi d’Impresa – abilitato ex D.L. 118/2021
🔹 Fiduciario OCC – Organismo di Composizione della Crisi
🔹 Coordinatore nazionale di legali e consulenti esperti in contenzioso con enti pubblici e ristrutturazione del debito

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Conclusione

Non pagare le rate di Invitalia non è una condanna, ma ignorare la situazione può trasformarsi in un problema grave, anche personale.

Affidarsi all’Avvocato Giuseppe Monardo significa agire subito, tutelare la tua attività, bloccare le esecuzioni e trovare una via d’uscita legale e sostenibile.

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