I temi dello sviluppo e della sostenibilità, e della necessità che sempre più giovani prendano parte ai processi d’innovazione dell’agroalimentare italiano, hanno occupato il centro della scena della seconda edizione di Agrifood Future Research, tenutosi a Salerno nella Sala Pasolini il 9 maggio 2025.
L’evento promosso dalla Camera di Commercio di Salerno e da Unioncamere si è concluso con la premiazione dei vincitori dell’Agrifood Future Award, il riconoscimento conferito agli autori di sette tesi di laurea che hanno proposto soluzioni concrete e replicabili per un’agricoltura più sostenibile, digitale e resiliente ai mutamenti climatici e di mercato in atto.
Il concorso per tesisti è nato dalla collaborazione tra Image Line® e Rural Hack, il programma di ricerca-azione e trasferimento tecnologico per il settore agroalimentare nato all’interno dell’ecosistema dell’innovazione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Nella mattinata, che ha visto presenti tra il pubblico gli studenti dell’Istituto Profagri di Salerno, sono stati introdotti i temi dei cambiamenti in atto nei mercati dell’agroalimentare, con un particolare riferimento agli assetti geopolitici, ora in profonda crisi, all’incidenza dei dazi Usa, e alla crisi climatica. Tutti fattori che incidono sul comportamento delle aziende agricole e agroalimentari. Introducendo tale contesto, il giornalista Luigi Chiariello ha inoltre ricordato come Agrifood Future, nato da un’idea di Andrea Prete, presidente Unioncamere, e del professor Alex Giordano, autore del libro “FoodSystem5.0” e coordinatore di Rural Hack, sia sempre più “un punto di riferimento perché analizza il settore sulla base dei dati”.
Per il presidente Prete “Siamo in un momento molto delicato, caratterizzato dal calo demografico, che comporta una carenza di competenze anche in ambito green” motivo per il quale “oggi è fondamentale parlare con i giovani” per indirizzarli sulle competenze necessarie al mondo dell’impresa. Non a caso il professor Giordano ha tra l’altro affermato “Abbiamo selezionato i vincitori dell’Agrifood Future Award selezionandoli tra cento tesi sperimentali, che rappresentano delle soluzioni concrete per il mondo delle imprese. E vengono premiati i sette progetti con il maggior impatto non solo sulla sostenibilità ambientale, ma anche su quella economica e sociale delle imprese sul territorio, mettendo a fuoco la capacità di utilizzo delle nuove tecnologie in agricoltura”.
Lo studio dell’Istituto Tagliacarne
È stato quindi presentato lo studio dell’Istituto Tagliacarne GRINS “Growing Resilient, INclusive and Sustainable” da parte di Debora Giannini e Lucrezia Macigno del Centro Studi Tagliacarne e di Michele Lemme dell’Università di Torino.
Lo studio ha evidenziato che su un campione di 750 imprese meridionali del settore agroalimentare quasi 9 su 10 sentono l’impatto dei cambiamenti climatici sulla propria attività, e oltre il 50% lo percepisce “abbastanza”, mentre solo l’11,2% se ne dice per nulla colpito.
L’indagine ha inoltre indagato la capacità di risposta delle imprese meridionali in termini di investimenti a queste sollecitazioni. E si appura che le imprese tra il triennio 2021-2023 e il 2024-2026 hanno sensibilmente aumentato gli investimenti green (o le previsioni di investimenti green) e sono molto più preoccupate dai rischi connessi alla transizione verso un modello aziendale più resiliente al clima, che impone con leggi e regolamenti mutamenti nell’organizzazione aziendale, meno invece dai rischi di fenomeni acuti o cronici connessi in maniera diretta al cambiamento climatico.
Non a caso lo studio conclude con una raccomandazione ai policy maker: servono norme più stringenti per incentivare le imprese ad investire nel green con le soluzioni che migliorano la redditività aziendale, mediante trasformazioni dell’organizzazione positive in direzione della sostenibilità.
Michele Lemme ha presentato anche la piattaforma Amelia, web application open source sulla sostenibilità in economia, aperta al contributo di tutti e parte del progetto GRINS, finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Green e agroalimentare, la transizione al tempo dei dazi
Spazio poi alla tavola rotonda: “Dazi, transizione green e Pmi del settore agroalimentare”. Hanno dialogato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, Albino Maggio, professore ordinario di Agronomia e Coltivazioni Erbacee dell’Università degli Studi Federico II di Napoli e referente territoriale per AgrifoodTEF, Emanuela Russo, vicepresidente Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari, e il professor Francesco Aversano, docente associato di Diritto Agrario e Alimentare presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli.
Per Realacci, nell’Italia che scommette sul proprio saper fare emergono – in un’indagine della Fondazione Symbola – le imprese che hanno investito di più sull’ambiente: “producono posti di lavoro, sono quelle che vanno meglio, esportano di più, sono sostenibili, e i posti di lavoro che assicurano sono più stabili. Ma è anche vero che le piccole imprese hanno una propensione all’utilizzo delle nuove tecnologie non inferiore alle grandi imprese”. Non a caso da una collaborazione tra le banche di credito cooperativo e Symbola è nato un progetto sulla mozzarella di bufala neutra rispetto alla generazione di anidride carbonica.
Il professor Maggio ha posto invece l’accento sul nuovo modello di business legato ai servizi ecosistemici delle produzioni agrarie. “Oggi con le moderne tecnologie posso coltivare la stessa quantità di grano stoccando più o meno CO2. Se un maggiore stoccaggio di carbonio è un servizio, questo va compensato”. Non solo, è possibile produrre pomodoro da trasformazione con il 30% di acqua in meno: “l’industria di trasformazione trae un vantaggio dalla possibilità di mettere in etichetta che il proprio prodotto sia a più basso consumo idrico, un’etichetta green amica dell’ambiente, anche se il consumo di acqua da parte del settore agricolo resta un mito da sfatare”.
Emanuela Russo, vicepresidente Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari, ha sottolineato il ruolo dei tecnologi alimentari nelle industrie alimentari, quali primi attori delle politiche di sostenibilità e di transizione ecologica: “anche perché molte di queste consentono alle industrie di economizzare sui costi, ad esempio mediante il riuso delle acque di lavaggio dei frutti o degli ortaggi”. L’ultima frontiera è la riduzione del peso del packaging, per limare i costi di trasporto, anche in termini di minori emissioni climalteranti, come nel caso delle bottiglie di vetro per il vino sempre più sottili e più leggere.
Il professor Aversano, docente associato di Diritto Agrario e Alimentare, ha invece evidenziato come la legislazione in questi anni abbia rafforzato la tutela del made in Italy, soprattutto facendo leva sulle Denominazioni di Origine, anche se oggi è meno enfatizzato il concetto di sicurezza alimentare e si punta di più sulla sostenibilità. In questo quadro, reso complesso dalle nuove politiche protezionistiche, “Bisogna venire incontro ad un modello di commercio frutto di incroci commerciali, perché sui dazi è il momento di rivedersi tutti intorno ad un tavolo per ridiscutere tutto”.
I vincitori dell’Agrifood Future Award
Il pomeriggio è stato dedicato al talento dei giovani con la premiazione dei vincitori dell’Agrifood Future Award: sette tesi di laurea che hanno proposto soluzioni concrete e replicabili per un’agricoltura più sostenibile, digitale e resiliente. Agrifood Future Award è il riconoscimento nato per valorizzare le migliori tesi di laurea magistrale incentrate sull’innovazione sostenibile dei sistemi agroalimentari.
Un premio promosso da Image Line® in collaborazione con Rural Hack, con la direzione scientifica del professor Alex Giordano, e con una commissione scientifica di 16 esperti e ricercatori che quest’anno ha voluto premiare non solo l’eccellenza scientifica, ma anche il valore collettivo delle soluzioni proposte.
“Ogni progetto selezionato – ha spiegato Cristiano Spadoni di Image Line® – ha potenzialità concrete di impatto su imprese, territori e comunità. Soluzioni che parlano al presente ma guardano al futuro. In linea con lo spirito di tutta questa giornata, la nostra convinzione è che l’innovazione non sia solo questione di tecnologie avanzate, ma soprattutto di relazioni tra soggetti diversi: università, imprese, enti locali come le camere di commercio (e non solo), imprenditori, agricoltori, tecnologi, cittadini. È per questo che il criterio ‘valorizzazione della cooperazione’ ha avuto un peso specifico maggiore nella valutazione delle tesi: è stato moltiplicato per 1,5, fino a valere 15 punti su 60 complessivi”.
Agrifood Future Award è stato assegnato a:
- Enrico Giovanella “Visualizzazione di danni su pere causati da Halyomorpha halys mediante analisi multivariata di immagini iperspettrali nel vicino infrarosso”
- Michele Gullino “The application of a low cost depth camera and neural network for sizing apple fruits”
- Beatrice Danesi “Exploiting vineyard variability through selective harvesting of a white grape variety”
- Leonardo Nitti “Development of a Machine Learning algorithm to detect diseases in vineyard”
- Federica Amato “Artificial Intelligence for detection and prevention of mold contamination”
- Chiara Tezza “Identificazione molecolare del microbiota coltivabile di vite e ricerca di rizobatteri con attività di promozione della crescita delle piante”
- Lamiaa Chab “Nexus of renewable energy, agriculture, and forestry: synergies and challenges for a sustainable energy transition”.
Nello speciale curato da AgroNotizie® sono riportati gli approfondimenti dedicati ad ognuno degli studi presentati.
Un nuovo libro, a breve disponibile in open access sui siti web di Image Line®, Rural Hack e Agrifood Future, ha raccolto le tesi e ulteriori riflessioni sul futuro dell’agrifood, riportando anche apposite tabelle di matching che consentono di comprendere come le analisi condotte e le applicazioni sviluppate potranno essere accolte e tradotte in pratica dagli attori delle diverse filiere, dal pomodoro alla vite per uva da vino.
La chiusura dell’evento è stata affidata a uno sguardo al futuro: quello proposto da EIT Food e dalla Commissione Europea che, con la Vision for European Agri-Food Systems by 2040, tracciano le linee guida per un settore agroalimentare equo, rigenerativo e connesso ai territori. Le testimonianze di Barbara De Ruggieri, Università degli Studi di Bari, e Davide De Nicolò, Tecnopolis, in quanto manager dell’Hub italiano di EIT Food, hanno rimarcato l’impegno promosso sul territorio italiano per garantire accesso alla conoscenza, supporto al ricambio generazionale e creazione di network di innovazione.
Infine, la professoressa Carmela Santarcangelo, dirigente del ProfAgri, una scuola che rappresenta un vero fiore all’occhiello per l’innovazione nel mondo della formazione agraria in Italia, ha invitato tutti i partecipanti a creare ulteriori sinergie con il mondo della formazione per portare le conoscenze dalla ricerca alla scuola, e dalla scuola al campo.
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L’evento Agrifood Future è organizzato da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Salerno. L’evento ospita al suo interno l’Agrifood Future Award, un premio per le tesi di laurea promosso da Rural Hack e Image Line®
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