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“Serve un nuovo patto sociale per sostenere davvero madri e padri”


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In occasione della Festa della Mamma che si celebra ogni anno la seconda domenica di maggio, la Cisl Romagna alza la voce con forza per le madri lavoratrici del territorio. “La sfida quotidiana nel conciliare vita professionale e familiare è sempre più ardua, un equilibrio precario che rischia di crollare sotto il peso di un sistema di tutele ancora insufficiente, sia a livello pubblico che, troppo spesso, nel tessuto delle nostre aziende. Ma la responsabilità non può e non deve ricadere unicamente sulle spalle delle madri”, afferma Francesco Marinelli, segretario generale della Cisl Romagna.

“È inaccettabile che, anche in Romagna, terra di eccellenze e di progresso, troppe madri si trovino di fronte all’amara scelta di abbandonare il proprio lavoro per la mancanza di un sostegno concreto. Questa non è una battaglia solitaria delle donne, ma una ferita per l’intera comunità – afferma Marinelli -. Per ogni madre costretta a lasciare il proprio impiego, perdiamo competenze vitali, professionalità costruite con impegno e investimenti formativi che il nostro Paese ha sostenuto. E non possiamo ignorare il ruolo cruciale che i padri devono e vogliono svolgere nella crescita dei propri figli”.

I numeri, purtroppo, confermano questa dolorosa realtà: a livello nazionale, oltre 61.000 donne (rapporto annuale di Save the Children intitolato Le Equilibriste – La maternità in Italia 2023) hanno dovuto rinunciare al proprio lavoro dopo la nascita di un figlio, spesso schiacciate dai costi proibitivi dell’assistenza all’infanzia o dalla rigidità di un mercato del lavoro ancora sordo alle esigenze genitoriali. Anche in Romagna, il peso dei costi di cura dei figli incide pesantemente sui bilanci familiari. Ma è fondamentale sottolineare che la cura dei figli non è e non può essere un compito esclusivo delle madri.

Se da un lato apprezziamo gli interventi pubblici, come le agevolazioni regionali finanziate dal Fondo Sociale Europeo Plus e il “Bonus Asilo Nido” nazionale, per la CISL Romagna ritiene che sia auspicabile un coinvolgimento più attivo anche da parte del mondo delle imprese, attraverso strumenti di welfare aziendale. E parallelamente, è necessario un profondo cambio di mentalità a livello sociale e culturale.

“Le nostre aziende sono chiamate a svolgere un ruolo sempre più responsabile e proattivo. Non si tratta solo di un atto di responsabilità sociale, ma di una scelta strategica lungimirante – sottolinea Marinelli -. Le imprese che investono nel benessere delle famiglie dei propri dipendenti non solo attraggono e fidelizzano i migliori talenti, ma registrano anche un aumento della produttività e una significativa riduzione del turnover. In Romagna esistono, fortunatamente, realtà virtuose che offrono orari flessibili, servizi di babysitting convenzionati, contributi concreti per le rette degli asili o la possibilità di telelavoro per i genitori. Ma queste esperienze positive sono ancora troppo isolate. E queste misure devono essere pensate e promosse attivamente anche per i padri, incentivando una reale condivisione delle responsabilità genitoriali.”

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“Il welfare aziendale rappresenta una leva sempre più cruciale per colmare le lacune di un sistema pubblico che fatica a rispondere adeguatamente alle esigenze delle famiglie e per garantire una reale parità di opportunità tra uomini e donne nel mondo del lavoro – continua -. Programmi mirati, congedi parentali estesi e realmente fruibili anche dai padri e voucher per l’infanzia, sono strumenti concreti che, se adottati su larga scala, possono migliorare significativamente la qualità della vita delle famiglie e favorire una maggiore inclusione femminile nel mercato del lavoro. Ma tutto ciò deve andare di pari passo con un cambio culturale profondo, che superi gli stereotipi di genere e riconosca appieno il ruolo paritario dei padri nella cura e nell’educazione dei figli. Non possono essere solo le madri a farsi carico del peso della conciliazione”.

“In questo scenario – aggiunge Marinelli – è fondamentale che tutte le forze politiche pongano la famiglia al centro delle priorità, traducendo questo impegno in misure concrete e strutturali. Ciò significa, in primo luogo, potenziare il sostegno economico attraverso un assegno unico universale più efficace e detrazioni fiscali realmente eque. Parallelamente, servono politiche strutturali per la natalità, con incentivi mirati, supporto alla genitorialità e un piano nazionale per la casa che risponda alle esigenze dei nuclei familiari.”

“Non possiamo più permettere che la maternità sia vissuta come un freno, una penalizzazione inaccettabile. Serve un sistema integrato, una sinergia virtuosa tra pubblico e privato, che riconosca appieno il valore insostituibile delle madri lavoratrici, fornendo loro gli strumenti reali per poter scegliere senza dover rinunciare – ribadisce con forza il segretario della Cisl Romagna -. Ma è altrettanto fondamentale promuovere attivamente la paternità responsabile e la condivisione equa delle responsabilità familiari. La maternità non può e non deve essere considerata un lusso, ma un diritto fondamentale che deve essere protetto e valorizzato. Solo così potremo costruire una società romagnola più equa, più giusta e, in definitiva, più produttiva per tutti, dove uomini e donne abbiano le stesse opportunità di realizzazione personale e professionale.”

“Questa Festa della Mamma diventi dunque un’occasione non solo per celebrare l’amore e la dedizione delle madri, ma anche per riflettere sulle ingiustizie strutturali che ancora oggi ostacolano il loro percorso professionale e sulla necessità impellente di un cambio di mentalità che coinvolga attivamente i padri nel ruolo di co-genitori – conclude -. Un messaggio chiaro e forte che, dalla Romagna, chiama a raccolta istituzioni, imprese e l’intera società civile per un cambio di passo decisivo. È ora di agire, insieme, perché la genitorialità è un valore condiviso, non un fardello esclusivo”.



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