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QDCA digitale, Ordini professionali e Op – Economia e politica


Dal prossimo anno tutte le aziende agricole saranno chiamate a compilare il Quaderno di Campagna dell’Agricoltore (QDCA) in maniera telematica. L’obbligo, introdotto dalla Commissione Europea con il Regolamento di Esecuzione 564/2023 e recepito dall’Italia con una serie di circolari Agea, ha come obiettivo quello di fornire a Bruxelles (e a Roma) un quadro esaustivo di come vengono gestite in Italia le aziende agricole e sarà alla base dell’erogazione dei fondi della Politica Agricola Comune.

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Agli agricoltori verranno chieste, con scadenze semestrali, una serie di informazioni, come ad esempio i trattamenti fitosanitari effettuati, le fertilizzazioni e le irrigazioni, ma anche informazioni sulle attrezzature aziendali impiegate per la distribuzione, sugli operatori che eseguono gli interventi, sulle operazioni di concia o trattamento su derrate e sui magazzini di stoccaggio dei mezzi tecnici. Insomma, una radiografia completa dell’impresa agricola.

 

La normativa prevede che a fare da tramite tra le aziende e gli organismi pagatori, come Agea, ci siano i Centri di Assistenza Agricola (Caa), in parte gestiti dalle associazioni di categoria ed in parte da associazioni di agricoltori. Saranno infatti i cinque Caa di coordinamento (Cia – Agricoltori Italiani, Coldiretti, ConfagricolturaCopagri e Unicaa) a gestire i flussi informativi gestiti da quaranta diverse sigle di Ca presenti sul territorio nazionale per poter aggiornare il fascicolo aziendale e, in definitiva, per inserire le informazioni richieste, come avviene oggi per la domanda unica.

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Da sinistra a destra: Marco Cherubino Orsini, segretario del Collegio Nazionale Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, Roberto Orlandi, presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati e Vincenzo Falconi, direttore dell’Unione Nazionale Italia Ortofrutta. Al convegno era stato invitato anche il Consiglio dell’Ordine Nazionale Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani – AgroNotizie®)

 

Gli Ordini professionali e le Organizzazioni dei Produttori si candidano per agevolare la raccolta delle informazioni in campo e durante il convegno “QDCA – Quaderno di Campagna dell’Agricoltore: quali opportunità per il 2025” organizzato a Macfrut 2025 da Image Line® lo scorso 8 maggio, hanno evidenziato quali opportunità possa rappresentare questa norma per dare valore alla qualità del made In Italy agroalimentare, e la disponibilità ad un maggiore loro coinvolgimento nell’assistenza diretta agli agricoltori.

Dal palco, tuttavia, sono emerse criticità per il mondo di periti agrari, agrotecnici e agronomi al fine di  trovare un fronte comune con il quale presentarsi a Roma.

 

 Ordini professionali con visioni simili, ma divisi…

Dal palco di Macfrut 2025, Marco Cherubino Orsini, segretario del Collegio Nazionale Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, ha espresso perplessità per l’esclusione dei professionisti dall’attività di aggiornamento di dati del Piano Colturale Grafico (Pcg), in quanto sono proprio i professionisti che operano in campo, grazie alla loro vicinanza con gli agricoltori, a sapere in tempo reale la reale consistenza delle coltivazioni aziendali; mentre vede grandi opportunità per la categoria nell’assistere gli agricoltori nel proporre i prodotti giusti da utilizzare, verificarne le caratteristiche, effettuare le registrazioni in campo e fornire i tracciati record di ogni agricoltore al rispettivo Caa di riferimento.

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Infatti, secondo Marco Cherubino Orsini i consulenti e i tecnici di campo conoscono da vicino la realtà di campagna e sarebbero i soggetti più indicati a gestire i dati che devono confluire nel QDCA, come, ad esempio, la compilazione del registro dei trattamenti, delle fertilizzazioni, delle irrigazioni e degli altri registri di campo.

 

La proposta dei periti agrari è dunque quella di prevedere la possibilità che i consulenti e i tecnici di campo possano inserire, attraverso opportuni mezzi tecnologici, alcune tipologie di informazioni, assumendosi la responsabilità del lavoro svolto.

 

Sulla stessa linea di principio si è schierato anche Roberto Orlandi, presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati, che ha ventilato l’ipotesi che consulenti e tecnici di campo possano utilizzare dei software in grado di dialogare con i sistemi dei Caa per l’inserimento di queste tipologie di dati.

 

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Orlandi ha però puntato il dito contro gli altri Ordini professionali, affermando che i consulenti e i tecnici di campo non hanno ad oggi alcuna possibilità di gestire informazioni direttamente nel fascicolo aziendale a causa delle storiche divisioni che ci sono tra gli Ordini stessi, diversi punti di vista che non hanno permesso, sino ad oggi, di arrivare nei tavoli di confronto a Roma con una linea condivisa. “Non siamo mai stati in grado di firmare un documento congiuntamente, ha accusato Roberto Orlandi, che si è poi rivolto ai sindacati degli agricoltori.

 

“I Caa sono una sovrastruttura unica in Europa che obbliga l’agricoltore a rivolgersi ai loro sportelli per adempiere agli obblighi amministrativi”, ha affermato Orlandi, che ha denunciato che i professionisti (agronomi, agrotecnici e periti agrari) “rischiano di essere buttati fuori dal sistema di raccolta dati promosso da Agea dai Caa di coordinamento che fanno capo alle sigle sindacali di rappresentanza agricola”.

 

La proposta che è nata dal tavolo di Macfrut 2025 è quella di proporre la creazione di sistemi informatici di interoperabilità che consentano ai professionisti (agronomi, agrotecnici e periti agrari) di affiancare gli agricoltori nella raccolta e nell’aggiornamento dei dati (sia di quelli del QDCA, ma anche dei dati legati al Piano Colturale Grafico). Questi dati, una volta verificati, verranno poi forniti al Caa di riferimento di ogni azienda agricola affinché possa procedere ad aggiornare il fascicolo aziendale nei tempi previsti dalla normativa (trenta giorni dopo la chiusura dei termini per la presentazione della domanda e al 31 gennaio dell’anno successivo).

Di questo si parlerà in occasione di un incontro che si terrà a Roma il prossimo 12 maggio.

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Preoccupazione tra le Op

A portare il punto di vista delle Organizzazioni dei Produttori (Op) ci ha pensato Vincenzo Falconi, direttore dell’Unione Nazionale Italia Ortofrutta, che rappresenta oltre la metà delle Op del comparto ortofrutta in Italia (circa centosessanta Op), che sul campo possono vantare una rete di oltre cinquecento tecnici di campo (agronomi, agrotecnici e periti agrari). Tecnici di campo che, secondo Falconi, dovrebbero essere abilitati a compilare il QDCA, in quanto vivono la realtà di campo giorno per giorno e sono dunque i soggetti meglio attrezzati per fornire dati alla Pubblica Amministrazione.

 

Vincenzo Falconi ha ricordato che nel settore ortofrutticolo, per molte produzioni, l’aggiornamento dei dati necessari alla compilazione del QDCA viene già svolto con un aggiornamento quasi giornaliero e che la maggior parte degli agricoltori non è in grado di gestire questo flusso di dati direttamente.

 

In pratica, già da anni le varie Organizzazioni di Produttori svolgono l’attività di raccolta e aggiornamento dei dati necessari al QDCA per soddisfare le esigenze delle certificazioni richieste dai propri clienti (Biologico, SQNPI, GlobalG.A.P., IFS Food, Brcgs, …). In questi casi tutti i dati devono essere disponibili al momento della raccolta e del conferimento dei prodotti alle strutture di commercializzazione e, in base alle prime esperienze condotte, i Caa oggi non sono attrezzati per farlo.

 

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In effetti sono proprio le scadenze a non collimare. Da una parte le Organizzazioni dei Produttori devono raccogliere le informazioni ed averle disponibili entro la raccolta, mentre per i Caa i dati dei QDCA devono essere forniti ad Agea due volte l’anno (trenta giorni dopo la chiusura dei termini per la presentazione della domanda e al 31 gennaio dell’anno successivo).

 

“Come Op non vogliamo avere un ruolo passivo in questo processo, rischiando di subìre le lentezze e gli eventuali errori generati da altri soggetti”, ha dichiarato Falconi, che ha anche ricordato come le Op abbiano rapporti commerciali con soggetti molto esigenti, come le sigle della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) e gli ispettori degli enti di certificazione.

“I dati devono essere univoci(i dati forniti agli ispettori e ai clienti delle Op devono essere gli stessi che vanno ad Agea per tramite dei Caa, Ndr) e raccolti direttamente da chi produce e valorizza la produzione agricola sui mercati”.

 

Che cosa prevede il QDCA e come non fare errori

Cerchiamo ora di capire meglio che cos’è il QDCA. Il Quaderno di Campagna dell’Agricoltore è uno strumento digitale obbligatorio che, a partire dal primo gennaio 2026, ogni impresa agricola italiana sarà tenuta a compilare per documentare in modo dettagliato e tempestivo tutte le attività svolte in campo.

 

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Non si tratta di una semplice formalità burocratica, ma di un sistema centrale per la trasparenza e la tracciabilità dell’intero comparto agricolo, che permette alle autorità italiane ed europee di verificare il rispetto delle norme previste dalla Politica Agricola Comune e dalle normative nazionali.

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Nel QDCA dovranno essere registrate numerose informazioni, tra cui:

  • Trattamenti fitosanitari effettuati, con l’indicazione delle sostanze utilizzate, dei dosaggi, delle date e delle colture trattate.
  • Fertilizzazioni, specificando il tipo di fertilizzante impiegato, le quantità, le date e le modalità di distribuzione.
  • Interventi irrigui, compresi i volumi d’acqua e le tecniche utilizzate.
  • Finanziamenti personali e aziendali

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  • Operazioni colturali, come semina, trapianto, raccolta, lavorazioni meccaniche, diserbo, sfalcio, eccetera.
  • Dati relativi al personale e ai mezzi impiegati in azienda.
  • Gestione del magazzino dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti.

 

Questo patrimonio informativo, raccolto con cadenza molto ravvicinata (in certi casi anche settimanale), rappresenta una vera e propria radiografia dell’azienda agricola, utile non solo ai fini normativi, ma anche per la gestione strategica dell’impresa.

 

In questo contesto, strumenti digitali come QdC® – Quaderno di Campagna®, sviluppato da Image Line®, si rivelano fondamentali. Non si tratta solo di un gestionale per l’agricoltura, ma di una piattaforma integrata che consente agli agricoltori di registrare con semplicità e precisione tutte le attività richieste dal QDCA, riducendo il rischio di errori e garantendo la conformità normativa.

 

Il software effettua controlli automatici sulle informazioni inserite, avvisando l’utente in caso di dati mancanti, incongruenti o non conformi alle normative vigenti. Questo permette all’agricoltore di evitare sanzioni. Come sottolineato da Ivano Valmori, ceo di Image Line® e direttore responsabile di AgroNotizie® durante l’incontro, “se sbagli a compilare il registro e ti autodenunci, i controlli arrivano. QdC® – Quaderno di Campagna® serve a prevenire questi errori prima che diventino un problema”.

 

QdC® – Quaderno di Campagna® dialoga direttamente con il Caa di riferimento, semplificando la trasmissione dei dati verso il fascicolo aziendale e, successivamente, verso Agea Coordinamento. In questo modo, l’agricoltore può adempiere agli obblighi normativi in modo agile, mantenendo al tempo stesso il controllo sulle proprie informazioni.

 

Chi preferisce può farsi assistere da consulenti, tecnici, rivenditori o cooperative, ma la responsabilità dei dati resta sempre in capo all’agricoltore. Per questo è cruciale dotarsi di strumenti che supportino la gestione corretta e consapevole delle informazioni.

 

AgroNotizie® e QdC® – Quaderno di Campagna® sono marchio registrati da Image Line® Srl Unipersonale



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