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CdA della Alma Seges ai domiciliari


di Erika Noschese

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Agricoltura

 

Sequestri per oltre 9 milioni di euro e un intero consiglio di amministrazione agli arresti domiciliari. La Alma Seges società cooperativa nel mirino della Guardia di Finanza di Caserta che nella giornata di martedì, attraverso la Compagnia di Mondragone, ha dato esecuzione all’ordinanza del Gip di Salerno sottoponendo a misura cautelare personale 12 persone e sequestrando beni per oltre 9 milioni e mezzo di euro nell’ambito di un’indagine diretta dall’European Public Prosecutor’s Office (Eppo) di Napoli. Al centro delle investigazioni sono state le condotte di 67 soggetti e 27 società che avrebbero posto in essere uno schema fraudolento volto all’indebito ottenimento di contributi comunitari per l’agricoltura. Le complesse attività di indagine hanno fatto emergere come, tra il 2018 e il 2022, il sodalizio criminale avrebbe richiesto e ottenuto oltre 12 milioni e mezzo di euro servendosi di una società che avrebbero illegittimamente dichiarato essere una Organizzazione di Produttori, al fine di accedere ai finanziamenti ad esse riservati. Infatti, in base alle risultanze istruttorie, gli indagati avrebbero falsificato la documentazione contabile ed extracontabile per simulare fraudolentemente la conformità di questa società ai requisiti essenziali delle O.P. previsti dalla normativa comunitaria. La società del salernitano, quindi, pur non svolgendo le funzioni essenziali delle Organizzazioni di Produttori nei confronti dei propri associati, avrebbe tratto in inganno la Regione Campania, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura e l’Unione Europea, percependo indebitamente l’intero ammontare degli aiuti comunitari finanziati nell’ambito della Politica Agricola Comune (Pac). A fronte delle condotte illecite così emerse, che configurerebbero le fattispecie di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e associazione per delinquere, i militari della Compagnia di Mondragone hanno posto agli arresti domiciliari 12 soggetti e hanno sequestrato denaro e altri beni nella disponibilità degli indagati e delle società coinvolte, fino alla concorrenza di 9.660.813,89€. L’attività testimonia l’incessante collaborazione tra la Procura Europea e la Guardia di finanza nella repressione delle frodi ai danni del bilancio dell’Unione Europea, anche ricorrendo agli strumenti normativi di aggressione patrimoniale, in quanto solo il corretto impiego dei fondi pubblici favorisce la crescita produttiva ed occupazionale del Paese, mentre l’illecita appropriazione di tali risorse rappresenta un grave ostacolo allo sviluppo. Oltre sessanta le persone indagate: Andriuolo Cono, residente a Bellizzi; Andriuolo Francesco, residente a Capaccio Paestum; Andriuolo Michele di Bellizzi; Attianese Luigi, Pasquale e Salvatore, tutti residenti a Scafati; Bianchino Alessandra, Antonio, Concetta, Gennaro e Iolanda, tutti di Caserta; Cafaro Claudio, Marco e Pompeo di Eboli; Cascone Annamaria di Eboli, Cascone Antonino di Pompei; Ciasca Anna Maria Teresa di Bari; D’Ambrosio Salvatore di Caserta, Di Mauro Giuseppe di Salerno; Elia Amleto, Luigi Maria, entrambi di Taranto; Elia Raffaele di Pontecagnano Faiano; Fortunato Carlo, Marco, Renato, Sara, tutti di Battipaglia; Gaudino Mario, Stefano e Vincenzo, di Pontecagnano Faiano; Gentile Maurizio di Pontecagnano Faiano; Hesse Angelica, di Mondragone; La Brocca Alba e Letizia di Eboli; La Resta Armando di Gaeta; Laezza Francesco, Giuseppe, Mario, Nicola, Vincenzo, tutti di Afragola; Lamanna Dionisio di Polignano a Mare; Lezzi Beniamino di San Pancrazio Salentino; Lilla Onofrio e Silvestro, entrambi di Bari, Mainardi Vincenzo di Scafati; Marrone Gerardo di Eboli; Marzano Fabrizio e Federica di Giugliano in Campania; Migliore Rosa di Caserta; Nappo Rosa di Pontecagnano Faiano; Noschese Guglielmo Francesco e Maria, entrambi residenti a Battipaglia; Pastore Francesco e Mario, entrambi di Battipaglia; Pezone Antonio, Giuseppe di Caserta; Pignataro Antonio di Pagani; Rago Carlo e Mariano, residenti uno a Pontecagnano e l’altro a Battipaglia; Romano Antonio di Eboli; Romano Antonio di Casal Velino; Russo Giuseppe, residente a Pontecagnano Faiano; Santin Angela di Salerno; Talenti Vitantonio di Bari; Valcalcer Giuliano e Massimiliano, entrambi residenti a Battipaglia; Valente Aristide di Portici. Sono, invece, 27 le società coinvolte: Almasages società cooperativa di Eboli; Sviluppo Agricolo Bianchino di Fondi; Pomoidea Scarl di Angri; Cooperativa agricola Supremia Scarl di Scafati; F.lli Valcalcer società agricola di Pontecagnano Faiano; Agricola Ma.Cri. società cooperativa di Montecorvino Pugliano; Noschese Srl società agricola di Battipaglia; Lamanna Dionisio società agricola Roberta Sas di Bari; Azienda agricola Sino società agricola Arl di Polignano a Mare; Egiziaca società agricola di Giugliano in Campania; Crocus società agricola di Signoriello Maria Cristina e C.Sas di Napoli; Rago società cooperativa Agricola; La Rugiada Srl società agricola di Eboli; società agricola La Contadina di Eboli; società agricola Verdesca di Carlo e Renato Fortunato S.s di Battipaglia; Apirene Puglia società agricola Srl di Pulsano; società agricola La Ginestra Srl di Pulsano; Azienda Agricola di Lilla e Giuliani Srl di Polignano a Mare; azienda agricola Maira S.s di Polignano a Mare; Agrimondo Scarl di Pagani; Pignataro& Mainardi di Bernalda; Cooperativa agricola Santa Maria di Scafati; Il Sole del Cilento Srl-società agricola di Andriuolo di Bellizzi; La Fasanara srl di Pastore Mario di Battipaglia e società agricola Green Company di Santin Angela & C Snc di Fisciano. Secondo l’accusa gli indagati, tutti membri del consiglio di amministrazione di Alma Seges e titolari di alcune delle imprese agricole devono rispondere dell’accusa di associazione per delinquere in quanto si associavano tra loro per commettere una serie indeterminata di truffe aggravate per erogazioni pubbliche in danno dell’Unione Europea, come si evince dall’ordinanza. Promotore e organizzatore il legale rappresentante del Consiglio di amministrazione di Alma Seges, Aristide Valente che nel 2021 ha dato vita alla società cooperativa per ottenere il riconoscimento di Op, coordinando poi l’attività dei singolo soci, producendo – secondo l’ordinanza – falsa documentazione contabile ed extracontabile, dissimulando fraudolentemente il mantenimento dei requisiti essenziali di organizzazione di produttori consentendo alla società ebolitana di ottenere, in qualità di Op, contributi comunitari in agricoltura, i cosiddetti fondi Feasr, per un totale di 12.550.813,89 tra il 28 giugno 2018 e l’11 giugno 2024. Stesse accuse rivolte a Pasquale e Salvatore Attianese, consiglieri del consiglio di amministrazione: il primo per anni è stato presidente del CdA della Pomoidea e secondo l’accusa ben conosceva il modus operandi per ottenere i contributi mentre il secondo, figlio di Pasquale, è stato cogestore ed è accusato di aver prodotto falsa documentazione. Accuse che, come detto, valgono per tutti i membri del CdA della Op ebolitana che avrebbe aumentato il volume della produzione commercializzata ai danni di Ue, Agea e Regione Campania dai quali avrebbero ottenuto “l’ingiusto profitto derivante da finanziamenti, pari al 4.1% del valore della produzione commercializzata dalla Op, in relazione ai progetti di programma operativi della Regione Campania per il settore relativo alla produzione agricola”, come emerge dall’ordinanza.



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