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Acqua, lavoro e altro su Libero Professionista Reloaded di maggio


Online il nuovo numero de il Libero Professionista Reloaded firmato Confprofessioni, il mensile digitale di informazione e cultura dedicato al mondo delle libere professioni. Si parla della gestione sostenibile delle risorse idriche, dei paradossi del mercato del lavoro e tanto altro ancora. Eccone un assaggio.

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di Giovanni Francavilla, Confprofessioni

Il consumo di acqua in Italia supera i 9 miliardi di metri cubi. Un prelievo giornaliero pari a 424 litri pro capite che portano il nostro Paese in cima all’Europa per consumo di acqua potabile. Negli ultimi sette anni sono stati finanziati circa 280 progetti per complessivi 2,2 miliardi di euro, ma la metà dei prelievi continua a disperdersi in una rete idrica inefficiente e infrastrutture obsolete.

Senza contare che nel 2024 gli eventi estremi hanno generato danni per 9 miliardi di euro, evidenziando l’elevata vulnerabilità del territorio italiano, da sempre considerato l’hotspot dell’Europa sul Mediterraneo. E quando si chiuderanno i rubinetti dl Pnrr (gennaio 2027), la gestione sostenibile della risorsa idrica sarà uno dei nodi cruciali da affrontare per le famiglie, le imprese e l’agricoltura.

Ne parliamo nel nuovo numero de il Libero Professionista Reloaded, (leggi la rivista) che dedica la storia di copertina alla gestione sostenibile delle risorse idriche.  con gli interventi del consigliere della Corte dei Conti, Gian Luca Calvi; di Francesca Coniglio, dirigente del Masaf; di Pietro Francesco De Lotto, presidente Ccmi; di Alessandra Pesce del Crea; di Andrea Sonnino, presidente Fidaf e di Antonio Urbano dell’Anbi. Perché il futuro del Paese si gioca sulla capacità di integrare innovazione, visione strategica e governance territoriale.

1° maggio: i paradossi del lavoro

 Le celebrazioni del 1° maggio e della festa dei lavoratori ci portano a riflettere sui paradossi del mercato del lavoro in Italia dove cresce l’occupazione, ma produttività e salari restano al palo, come ci spiega Claudio Negro del Centro studi Itinerari Previdenziali. Dopo il black out del Covid abbiamo assistito infatti a una grande impennata del tasso di occupazione, con una forte accelerazione dei contratti “stabili” a discapito dei contratti a termine. Tuttavia la produzione industriale rallenta costantemente e dal 1990 ad oggi il prodotto interno lordo italiano è salito di 19 punti, contro 46 della media europea.

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La stagnazione delle attività produttive si riflette a cascata sull’immobilismo delle retribuzioni, che si traduce a sua volta in una perdita di oltre l’8% in termini di potere d’acquisto. Per fare un paragone le retribuzioni media in Francia sono aumentate dl 3,5% e in Germania del 5%. In altre parole, la competitività del nostro sistema produttivo si fonda sui bassi costi delle retribuzioni. Come accade nei Paesi in via di sviluppo. Un circolo vizioso che solo nel 2024 ha spinto 156 mila giovani con alta formazione a emigrare verso altri Paesi.

Formazione: stop alla burocrazia

C’è poi un altro aspetto critico, se non addirittura drammatico, che pende come una spada di Damocle sulle dinamiche occupazionali del nostro Paese. Con Franco Valente, direttore di Fondoprofessioni, siamo andati ad analizzare il 2° Rapporto sulla formazione continua di Fondoprofessioni e i dati che emergono fanno impallidire: un adulto su quattro presenta ridotte capacità nella lettura, nella matematica e nella risoluzione di problemi.

L’Italia sconta un grave ritardo nelle competenze cognitive rispetto alla media dei Paesi dell’Ocse e in un mercato del lavoro proiettato verso la digitalizzazione dei processi produttivi l’analfabetismo funzionale rischia di deprimere ulteriormente la competitività del sistema produttivo italiano. In questo scenario la formazione continua potrebbe contrastare il fenomeno, ma ancora troppi ostacoli normativi e amministrativi frenano l’accesso alla formazione nelle imprese, soprattutto in quelle più piccole.

Università: il dominio delle Stem

E se i Fondi interprofessionali per la formazione continua spingono per facilitare l’accesso alle attività formative, qualcosa si sta muovendo anche nelle università. L’articolo di Emanuela Griglié ci racconta come l’irresistibile avanzata dell’intelligenza artificiale stia rivoluzionando i percorsi formativi universitari. Nel 2023 i laureati in discipline scientifiche hanno superato quelli in letteratura e i corsi Stem hanno il più alto tasso di occupazione.

C’è chi – come Ernesto Galli Della Loggia, coautore del saggio “Università addio. La crisi del sapere umanistico in Italia” (Rubbettino Editore) – imputa il declino del sapere umanistico alla crisi del sistema della formazione terziaria; ma nelle università si scommette sull’integrazione tra materie umanistiche e competenze digitali. E sempre per rimanere nell’ambito digitale, insieme con il notaio Diego Apostolo, componente informatica del Consiglio Nazionale del Notariato, andiamo a scoprire che account di posta elettronica, profili social e criptovalute rientrano tra gli asset da lasciare in eredità ai propri cari, anche se in Italia e in Europa non esiste ancora una normativa chiara sull’eredità digitale.

Riforma forense: la bocciatura dell’Anf

Tra gli altri articoli pubblicati nell’ultimo numero de il Libero Professionista Reloaded segnaliamo l’intervento di Giampaolo Di Marco, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense, che giudica il testo di proposta di riforma dell’ordinamento forense presentato dal Consiglio Nazionale Forense non condivisibile nella sua impostazione generale, nel metodo e nel merito: una visione ottocentesca della professione, interamente concentrata sulla difesa in giudizio e inadeguata alle esigenze di una moderna avvocatura.

E l’analisi di Valeria Giannotta, direttore scientifico dell’Osservatorio Turchia del CeSPI (Centro Studi di Politica Internazionale), che ci conduce ad Ankara per capire come sta evolvendo la situazione politica e sociale nel Paese della Mezzaluna.

Leggi l’ultimo numero de il Libero Professionista Reloaded

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