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Passaporto Digitale di Prodotto: 4 opportunità per le aziende


L’introduzione del Passaporto Digitale di Prodotto rappresenta una sfida per molte aziende, ma anche un’opportunità concreta per innovare in chiave sostenibile e trasparente

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Con 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno nell’Unione Europea, l’industria tessile si contraddistingue per l’impatto ambientale. Per questo, l’UE ha introdotto una serie di regolamentazioni a sostegno della trasparenza e della sostenibilità della catena di approvvigionamento: tra queste, il Regolamento europeo Ecodesign per prodotti sostenibili (ESPR) prevede che, a partire dal 2024, tutti i prodotti venduti nell’Unione Europea dispongano di un Passaporto Digitale di Prodotto (DPP). Si tratta di un’iniziativa volta a fornire informazioni essenziali sulla composizione e l’origine dei materiali, sull’impatto ambientale dei capi e sulle modalità di gestione del prodotto a fine vita, in un’ottica di crescente trasparenza verso i consumatori sostenuta – pur con le relative semplificazioni – anche dalla recente entrata in vigore del cosiddetto Decreto Omnibus.

Se implementare questo tipo di tracciamento può risultare difficile per quei brand del settore fashion che operano ancora secondo supply chain poco trasparenti, allo stesso tempo fornire tali informazioni può aprire a vantaggi competitivi importanti.

In tale contesto, Lectra – protagonista nelle soluzioni per l’Industria 4.0 nei settori fashion, automotive e arredamento, in collaborazione con Lutz Walter, Segretario Generale di Textile ETP (European Technology Platform for the Future of Textiles and Clothing), ha identificato le opportunità offerte dal Passaporto Digitale di Prodotto.

L’industria della moda sta attraversando la trasformazione più significativa degli ultimi decenni. Il passaggio da un settore non regolamentato a uno regolamentato implica che le aziende debbano ripensare il modo in cui gestiscono i dati, le catene di approvvigionamento e la conformità normativa. Chi saprà cogliere questo cambiamento avrà un vantaggio competitivo”, spiega Lutz Walter, Segretario Generale di ETP.

Le opportunità dell’adozione del Passaporto Digitale di Prodotto per le aziende

  1. Stare al passo con le nuove esigenze dei consumatori

Da tendenza di nicchia, la moda sostenibile sta diventando un valore chiave per un numero crescente di consumatori, sempre più attenti e informati. Negli ultimi anni, infatti, gli utenti hanno iniziato a mostrare una maggiore sensibilità verso tematiche legate all’impatto ambientale e alla tracciabilità nella produzione dei capi d’abbigliamento. Inoltre, si aspettano di ricevere informazioni dettagliate non solo sui materiali utilizzati, ma anche sulla riparabilità dei capi e sulle possibilità di riciclo quando questi non sono più utilizzabili.

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Questa consapevolezza si riflette in scelte d’acquisto più responsabili, orientate verso brand che adottano pratiche etiche, materiali eco-compatibili e processi produttivi trasparenti. Un recente report di PwC, ad esempio, mostra che i consumatori sono disposti a pagare in media il 9,7% in più per prodotti sostenibili.

Senza prove concrete che dimostrino la provenienza dei capi e la loro sostenibilità, dunque, i brand rischiano di perdere quote di mercato. Ecco allora che l’adozione di criteri di tracciabilità come quelli previsti dal Passaporto Digitale di Prodotto può migliorare la fiducia dei consumatori e tradursi in reali opportunità di business.

  1. Miglioramento delle pratiche di CSR 

Fornendo dati tracciabili e accessibili su ogni fase del ciclo di vita di un capo (dalla provenienza delle materie prime ai processi di produzione, trasporto, utilizzo e fine vita), il Passaporto Digitale di Prodotto consente ai brand di identificare con maggiore precisione le aree critiche della propria filiera e di intervenire con azioni mirate.

Questo livello di trasparenza facilita l’adozione di pratiche più etiche, come la selezione di fornitori certificati e il rispetto dei diritti dei lavoratori. Inoltre, favorisce la fornitura di informazioni personalizzate e dettagliate, consentendo di evidenziare l’impegno anche dal punto di vista sociale e migliorando, in ultima analisi, la CSR delle aziende.

  1. Gestione dei dati ottimizzata

Supply chain frammentate rendono tipicamente difficile la raccolta a monte dei dati, tuttavia oggi è necessario basarsi proprio su di essi per essere conformi alle regolamentazioni UE. Si pensi solo al fatto che ogni capo deve avere un’identità digitale unica e tracciabile, accessibile tramite QR code, NFC o chip RFID integrati nelle linee di produzione.

Standard elevati di integrità e interoperabilità dei dati sono fondamentali per garantire la qualità e l’utilizzo efficace delle informazioni. Per questo, strumenti come il Passaporto Digitale di Prodotto diventano una leva per promuovere quei livelli di innovazione necessari per la modernizzazione dei sistemi di gestione della supply chain e per garantire la sicurezza delle infrastrutture digitali che vi stanno alla base.

  1. Nuova spinta all’innovazione tecnologica, a tutti i livelli 

Oltre a migliorare gli aspetti tecnici, per rispettate le nuove regolamentazioni è altrettanto necessario formare i team interni, coinvolgendo fornitori e stakeholder in un’ottica che integri le diverse tecnologie dell’Industria 4.0, come cloud, AI e IoT, nei processi quotidiani.

Ecco, quindi, che il Passaporto Digitale di Prodotto diventa non solo uno strumento di conformità, ma un asset strategico che coinvolge tutti gli attori della catena del valore. La collaborazione tra brand, fornitori e fornitori di tecnologia sarà essenziale per implementare con successo la normativa e sfruttarne i benefici: si tratta di fornire ai brand gli strumenti per soddisfare i requisiti di sostenibilità e costruire relazioni più solide e affidabili con clienti e partner della catena del valore, inclusi rivenditori, servizi di riparazione e riciclo.

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“Ogni azienda dovrebbe chiedersi chi sarà il responsabile del Passaporto Digitale di Prodotto all’interno della propria organizzazione. Non si tratta di un compito che riguarda unicamente i team che si occupano di conformità, ma di una responsabilità che richiede leadership trasversale, coinvolgendo sviluppo prodotto, IT e marketing”, prosegue Lutz Walter.

  1. Ottimizzazione della catena del valore circolare

Gli investimenti tecnologici permetteranno a tutti gli attori della value chain di tracciare il ciclo di vita del prodotto, dalla materia prima al riciclo finale.

Promuovendo trasparenza, integrazione dei dati e circolarità, il Passaporto Digitale di Prodotto può creare nuove opportunità per rafforzare la fiducia, aumentare la fedeltà dei consumatori, ottimizzare i processi produttivi e trasformare la moda da un’industria lineare a una circolare.

“Aspettare non è un’opzione. Entro il 2028, tutti i prodotti tessili venduti nell’UE dovranno essere conformi. Ciò significa che le aziende devono agire ora”, conclude Lutz Walter.

“Alla luce dei requisiti del DPP, le organizzazioni hanno un forte incentivo a iniziare subito questa trasformazione tecnologica. Mappare le catene di fornitura, definire strategie per la corretta gestione dei dati e scegliere i partner tecnologici più all’avanguardia oggi significa non solo rispettare le normative future, ma anche ottenere vantaggi strategici significativi: ottimizzazione dei processi, maggiore trasparenza e creazione di valore”, commenta Philippe Ribera, Vice President of Innovation di Lectra. “Gli investimenti di oggi genereranno valore a lungo termine per i brand, i clienti e l’ambiente”.



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