Cgil: torna l’austerità. La Cisl ritiene “positivo che prosegua il risanamento della finanza pubblica per uscire dalla procedura di deficit eccessivo”, ma resta critica su rottamazione e pensioni
Manovra, il Servizio bilancio del Senato: maggiori informazioni su effetti Irpef
Sulla riduzione della seconda aliquota Irpef per i redditi del secondo scaglione prevista dalla manovra andrebbero fornite «maggiori informazioni» sui parametri considerati per la «quantificazione degli effetti di minor gettito attesi, in relazione alle platee riguardanti il numero dei contribuenti che complessivamente rientreranno nel secondo scaglione Irpef». È quanto rileva il Servizio bilancio del Senato nel dossier di documentazione sulla manovra. Sempre relativamente al taglio dell’Irpef, nel documento il Servizio bilancio nota anche la necessità di «indicazioni in merito agli Isa delle platee interessate» ed «elementi informativi» sui criteri adottati nella stima del minore gettito da addizionali regionali e comunali a partire dal 2027. Ma nel dossier vengono chieste informazioni aggiuntive anche su diversi altri temi. Ad esempio, sugli affitti brevi i tecnici osservano: «sarebbe utile fornire una rappresentazione degli effetti della misura anche successivamente al triennio considerato, valutando se l’assunzione che il 90% della platea di unità immobiliari continui ad avvalersi delle piattaforme per esigenze di semplificazione e rapidità delle transazioni possa essere una ipotesi stabile o soggetta ad una certa variabilità». Sulla norma sulle accise dei carburanti, poi, si osserva: «per i profili di quantificazione, si rileva che la relazione tecnica, pur fornendo una serie di informazioni circa la metodologia usata per determinare gli effetti finanziari della disposizione, non specifica i dati e gli elementi utilizzati per la stima, pertanto non risulta possibile effettuare una valutazione circa la quantificazione delle maggiori entrate previste». Per quanto riguarda l’iper e super ammortamento, nel dossier si evidenzia che la relazione tecnica, «pur illustrando la metodologia di stima e fornendo i risultati della stessa, non esplicita altre informazioni quali, in particolare, l’aliquota media netta per imposte dirette. Al fine di consentire una verifica della stima effettuata andrebbero pertanto forniti gli ulteriori dati di dettaglio». Informazioni aggiuntive vengono chieste anche sul Fondo per i contenziosi: «sarebbe necessario – si legge nel dossier – acquisire informazioni circa i contenziosi nazionali ed europei cui è destinato il fondo e delucidazioni sui criteri di stima adottati nella quantificazione».
Confagri: manovra lavori sugli incentivi agli investimenti
Bene la proroga al 2026 dell’esonero Irpef dei redditi dominicali e agrari, la detassazione di rinnovi contrattuali e dei premi di produttività, come anche il rinvio della sugar tax e il rifinanziamento della Nuova Sabatini. Forti criticità, invece sul fronte degli incentivi agli investimenti. Lo ha fatto sapere Confagricoltura audita nelle Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera, nell’ambito dell’esame della Legge di Bilancio 2026 e del Bilancio pluriennale 2026-2028. In particolare, con il ritorno dell’incentivo agli investimenti 4.0 nella formula del super e iper ammortamento, escludendo lo strumento del credito d’imposta, per Confagri «si arresta il percorso virtuoso che aveva caratterizzato gli ultimi anni e che aveva permesso l’innovazione tecnologica e digitale del settore agricolo». Discorso analogo anche per la mancata proroga del credito d’imposta per gli investimenti delle imprese nella Zes, Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno, garantita invece per tutti gli altri settori. «Al limite della incostituzionalità» anche la previsione del divieto di compensazione dei crediti d’imposta con i debiti contributivi a partire dal 1 luglio 2026. Confidando in un superamento di queste criticità, Confagri auspica, anche la stabilizzazione delle misure di garanzia del fondo Pmi gestito Medio credito centrale per favorire l’accesso al credito delle imprese. Occorre, quindi, rafforzare il tessuto imprenditoriale agricolo e agroalimentare attraverso strumenti mirati allo sviluppo e al ricambio generazionale. Come anche politiche pubbliche incisive per favorire l’innovazione e l’accesso al credito, valorizzando anche la finanza alternativa e, non ultimo, favorire l’aggregazione tra imprese, spesso troppo piccole, per migliorare la capacità di investimento e rafforzare la competitività sui mercati internazionali.
Cia: manovra è batosta per agricoltura
«Una manovra così è una batosta per l’agricoltura, vanificando il credito d’imposta per il settore. Non c’è niente nella legge di Bilancio 2026 che aiuti davvero il comparto, a cominciare dall’art. 26 che impedisce la compensazione dei crediti di imposta con i contributi previdenziali e assistenziali, di fatto principale occasione di recupero per le imprese agricole». A dichiararlo, annunciando emendamenti, è il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, in audizione al Senato, davanti alle commissioni Bilancio riunite. Cia scrive in una nota che «l’approccio di questa manovra, tradisce chiaramente un patto con gli agricoltori prima incentivati ad ammodernare, e quindi a investire, ma poi lasciati senza possibilità vera di recuperare le spese. Oltretutto nella legge di Bilancio – aggiunge la rappresentanza agricola -, è insufficiente per il comparto anche il nuovo credito d’imposta, previsto per investimenti in beni strumentali per il settore (art. 96). Nell’apprezzare gli intenti del Governo su tale misura, si sottolineano – commenta Cia – le esigue risorse finanziarie stanziate, appena – sottolinea l’organizzazione – oltre i 2 milioni di euro, nonché – specifica – il carico burocratico e gli eccessivi adempimenti necessari alla sua attuazione. La nostra agricoltura – afferma il presidente Fini – è al palo. Servono interventi più concreti, strategici e di lungo periodo per aiutare un settore sotto pressione. Apprezziamo le proroghe fiscali in manovra, quella dell’esenzione dal pagamento dell’Irpef agricola, come dall’accisa sul gasolio per le attività nei campi, ma serve più coraggio da parte delle istituzioni per dare una sferzata ai conti agricoli, sempre più segnati dagli alti costi di produzione e dall’instabilità commerciale».
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