Nel corso delle audizioni sulla manovra 2026, che si sono tenute nella mattinata di martedì 4 novembre in commissioni Bilancio di Camera e Senato, non sono mancati i complimenti per i risultati raggiunti, ma anche le critiche per gli aspetti ancora da migliorare.
I sindacati (Cgil, Cisl, Uil) giudicano positivamente la prosecuzione del percorso di risanamento della finanza pubblica in manovra. Ma la Cgil sottolinea che il ritorno all’austerità è stato pagato da lavoratori dipendenti e pensionati che «non solo hanno vissuto un brutale impoverimento a causa di una inflazione da profitti, lasciata completamente libera di scaricarsi sulle loro spalle, ma hanno anche subito tutto il drenaggio fiscale conseguente alla mancata indicizzazione dell’Irpef all’inflazione» ha detto il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari, nel corso dell’audizione.
La Cisl è stata particolarmente critica sulla rottamazione delle cartelle esattoriali (1,6 miliardi nel 2026), le norme in materia di pensioni e per «il mancato rifinanziamento della legge sulla partecipazione». Secondo la Uil, la manovra «presenta notevoli criticità nei capitoli relativi a fisco, pensioni e sanità, con rischi per l’esercizio di tutele e diritti delle persone» ha fatto presente Santo Biondo, segretario confederale della Uil.
Manovra non adeguata a rilanciare il sistema produttivo
Passando al lato delle imprese, per Confindustria si tratta di una legge di bilancio «sostanzialmente a saldo zero, senza impatto significativo sul pil» e «non adeguata a rilanciare la competitività del sistema produttivo».
Il direttore generale Maurizio Tarquini ha riconosciuto la «disponibilità al dialogo» del governo e la «condivisione di scelte importanti», come l’iperammortamento e la Zes unica. Tuttavia, ha sottolineato come il ddl di Bilancio «non abbia la dimensione necessaria per rilanciare la competitività delle imprese» e come serva invece «un piano industriale straordinario». Tre, secondo Tarquini, le direttrici di intervento: investimenti, competitività e contesto attrattivo.
«La manovra», ha poi proseguito Tarquini, «presenta anche alcune criticità inattese: interventi che minano l’affidamento dei contribuenti, la certezza del diritto e l’impatto positivo delle misure a sostegno degli investimenti». Tra le misure più critiche, ha evidenziato «l’inasprimento della tassazione dei dividendi infragruppo», con «l’introduzione di una tassazione piena al 24%, in presenza di partecipazioni inferiori al 10%, invece dell’1,2% effettivo attuale».
Una disciplina «dirompente anche rispetto a quello che accade oltre confine, dove si adottano analoghi sistemi di esenzione, e che cambierà radicalmente l’assetto proprietario dei gruppi italiani, penalizzando la nostra capacità di mantenere e attrarre capitali».
Inoltre, «il divieto, dal 1° luglio 2026, di utilizzare crediti d’imposta agevolativi sul modello F24 per compensare i debiti per contributi previdenziali Inps e per premi assicurativi Inail», secondo il direttore generale di Confindustria sarà «molto impattante, soprattutto per imprese con un elevato numero di dipendenti e con un livello di redditività basso, per effetto di importanti investimenti o di perdite».
Coldiretti: preoccupa la norma sulla compensazione dei crediti imposta
Nello specifico, preoccupa il mondo dell’agroalimentare italiano la norma sulla compensazione dei crediti imposta. La norma, spiega Coldiretti, «presenta per il settore agricolo due criticità: da un lato, il processo di modernizzazione del settore subirà un arresto, perché il mancato utilizzo dei crediti, anche di quelli futuri, porterà a un aumento diretto dei costi d’acquisto dei macchinari Industria 4.0». Dall’altro, «si verificheranno tensioni di carattere finanziario per le imprese che hanno già pianificato e sostenuto gli investimenti in passato, considerando i crediti maturabili quali utilizzabili». Ecco perché «serve una modifica».
Ance: assenza di misure sulla proroga del dl Aiuti sul caro materiali
A preoccupare invece il mondo dell’edilizia tricolore è «l’assenza di misure sulla proroga del dl Aiuti sul caro materiali, una problematica che se non dovesse essere risolta, rischia veramente di portare allo stallo molti cantieri pubblici».
Il tema del caro materiali, ha spiegato la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, «impatta su circa il 70% dei cantieri attualmente in attività e un terzo dei cantieri sono del Pnrr. La crescita nel 2026 si basa molto anche sul loro completamento, quindi sugli investimenti che derivano dai fondi Pnrr: la nostra preoccupazione è anche su un impatto negativo molto forte che ci potrebbe essere sulle previsioni di crescita per il 2026». Le necessità, per quanto già sostenuto dalle imprese fino al 2024-2025, «sono di 2,5 miliardi di euro: in questo momento le imprese stanno sopportando degli extra costi di tale misura, quindi è necessaria una copertura per quanto già prodotto e addirittura fatturato per il bilancio 2024, anche già tassato, oltre a una proroga della misura per il 2026».
Nello stesso comparto Confedilizia esprime una forte contrarietà nei confronti di due disposizioni contenute nel provvedimento: quella che dispone l’aumento della cedolare secca sulla prima casa data in affitto breve (dal 21 al 26%) e quella con la quale si mira ad ostacolare gli atti di rinuncia alla proprietà immobiliare, che pochi mesi fa erano stati oggetto di un’importante sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.
Il presidente della confederazione, Giorgio Spaziani Testa, ha espresso l’apprezzamento circa la proroga delle misure del 50% e del 36% – rispettivamente, per l’abitazione principale e per gli altri immobili – delle detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia. Allo stesso tempo però auspicando che si giunga al più presto a una riorganizzazione generale del sistema degli incentivi edilizi, «al fine di impostare un quadro stabile ed equilibrato – che stabilisca delle priorità sulle quali concentrare attenzione e risorse – di sostegno agli interventi finalizzati a riqualificare il nostro patrimonio immobiliare, soprattutto dal punto di vista antisismico e dell’efficientamento energetico». (riproduzione riservata)
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