BRINDISI – Due potenziali acquirenti sono interessati allo stabilimento brindisino di EuroApi, ma la prospettiva di una riorganizzazione del lavoro, figlia di un calo delle commesse, preoccupa i sindacati. Il futuro del polo farmaceutico di Brindisi è stato al centro di un tavolo che si è svolto presso la prefettura di Brindisi. Il prefetto Luigi Carnevale ha accolto l’amministratrice delegata di EuroApi Italia, nonché direttrice della sede di Brindisi, Francesca Colella, che resterà in carica fino al prossimo 14 novembre, oltre ad altri figure di spicco della multinazionale, giunte dalla Francia.
Presenti anche i rappresentanti territoriali e nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, una rappresentanza di Confindustria e un rappresentante del comitato Sepac (task force per le emergenze occupazionali) della Regione Puglia. Alcuni lavoratori hanno atteso l’esito dell’incontro in piazza Santa Teresa. Per la giornata di domani è prevista un’assemblea della Rsu (rappresentanza sindacale unitaria). Fra due giorni si svolgerà un’assemblea sindacale generale.
“Massimo impegno nell’individuare soluzioni per il rilancio sul mercato”
“Nell’evidenziare l’importanza strategica dello stabilimento Euroapi di Brindisi nel mercato chimico-farmaceutico – si legge in una nota della prefettura – i vertici aziendali francesi hanno garantito il massimo impegno nell’individuare soluzioni progettuali per il rilancio della competitività sul mercato e la salvaguardia dei livelli occupazionali, anche mediante la produzione di nuovi prodotti farmaceutici”.
“Il prefetto – fa sapere ancora la prefettura – nel ribadire l’importanza di preservare un presidio industriale strategico per l’area brindisina, quale è Euroapi Italy srl, ha confermato la massima disponibilità del tavolo istituito in prefettura a favorire un proficuo prosieguo del confronto tra le parti a sostegno delle imprese e dei lavoratori”.
Un’offerta già presentata
Da quanto si apprende da fonti sindacali, uno dei due soggetti interessati al sito avrebbe già presentato un’offerta economica. Il management di Euroapi, ad ogni modo, starebbe vagliando l’affidabilità di entrambi i (potenziali) compratori. Questi, fra l’altro, oltre a visionare lo stabilimento, avrebbero già incontrato il comitato Sepac, che avrebbe dato piena disponibilità a sostenere l’azienda con ulteriori finanziamenti, oltre a quelli già ricevuto negli anni scorsi, nell’ottica di un rafforzamento degli insediamenti industriali in tutta la regione. Al contempo il rappresentante della task force avrebbe ribadito che a fronte di accordi di programma firmati con la Regione e di fondi europei ricevuti, l’azienda non potrà modificare i livelli occupazionali.
Filctem Cgil: “Organico ritenuto troppo elevato”
C’è il timore, infatti, che si vada incontro a un calo della produzione. “Oltre alla vendita – dichiara Antonio Frattini, segretario regionale della Filctem Cgil – c’è la volontà di ottimizzare le attività, mettendo mano all’organizzazione del lavoro”. Attualmente i lavoratori diretti del sito brindisino sono 230, di cui 200 a tempo indeterminato e circa 30 con contratti di somministrazione. “Si tratta di lavoratori – spiega Frattini – che stanno lì da 12 anni. Bisognava stabilizzarli, ma non lo hanno mai fatto”. Si aggirerebbe sulla stessa cifra (230) anche il numero di indiretti, per un totale di circa 460 unità.
“L’organico – spiega ancora Frattini – è ritenuto troppo elevato, in funzione delle attività da svolgere. EuroApi ha infatti perso dei clienti che garantivano dei principi attivi importanti. Quindi devono mettere mani all’organizzazione del lavoro”. Questo potrebbe comportare lo stop a una serie di attività, fino a giugno 2026. “Hanno detto – dichiara Frattini – che alcune produzioni non si faranno più”.
Femca Cisl: “Non si perda neanche un posto di lavoro”
Marcello De Marco, segretario della Femca Cisl, parla di un “incontro per grandi linee deludente”. “Scopriamo oggi un impianto strategico per la proprietà di cui però – afferma il sindacalista – ne è stata dichiarata la cessione entro il 2026. L’azienda ha ammesso di aver perso clienti importanti proprio per un calo di fiducia del sito sui mercati negli ultimi tempi, che noi imputiamo esclusivamente alle scelte aziendali sbagliate fatte negli anni”.
“Produzioni come la rifaximina e la spiramicina che da domani verranno meno – prosegue De Marco – non potranno essere di certo sostituite nei volumi dai sali di vitamina B 12. La situazione a nostro avviso resta di grande preoccupazione dato che l’azienda ha già dichiarato uno sbilanciamento numerico in termini di personale diretto all’interno del sito. Vi è dunque la seria possibilità che un ragionamento su una eventuale ristrutturazione cominci già prima di aver portato a termine la cessione dello stabilimento. Noi ribadiamo con forza – afferma ancora il segretario della Femca – l’impossibilità di perdere su questo territorio anche un solo posto di lavoro, sia esso diretto che somministrato”.
Uiltec: “Incontro insoddisfacente”
“La Uiltec – dichiara Carlo Perrucci, segretario Uiltec Puglia e coordinatore di Brindisi – valuta insoddisfacente l’incontro perché il management aziendale non ha dato garanzie né sulla vendita, né sulla produzione per il 2026 né tanto meno sul mantenimento degli attuali assetti occupazionali”.
“L’incontro quindi – afferma il sindacalista – non ha risposto alle nostre perplessità a causa della persistente mancanza di chiarezza e di iniziative concrete per riconquistare la fiducia dei clienti e dei lavoratori. Non sono state presentate soluzioni efficaci per modificare la negatività del sistema produttivo, e la focalizzazione sull’alleggerimento organizzativo preoccupa maggiormente. Continueremo a monitorare la situazione e a chiedere impegni chiari e trasparenti per la tutela dei posti di lavoro e il rilancio del sito”.
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