TRENTO. Un “botta e risposta” destinato a non concludersi con lo scambio di dichiarazioni (a suon di post sui social), dai contenuti decisamente forti, con annessa qualche provocazione e una visione diametralmente opposta della situazione.
I protagonisti dello scambio sono il segretario trentino della Cgil Andrea Grosselli e l’assessore provinciale a turismo, artigiano, commercio (tra le altre deleghe) Roberto Failoni.
Durissima l’accusa di Grosselli, che parla di “fallimento totale delle politiche economiche leghiste”, altrettanto pesante la replica di Failoni, che sciorina i dati del Rendiconto Inps 2024, affermando che il segretario della Cgil fa “chiacchiere da bar” e “anziché riconoscere questi risultati (quelli elencati dall’assessore riguardanti l’occupazione in Provincia di Trento, ndr), preferisce manifestare per la “flotilla”.
“La manifattura non è il pilastro dell’economia. E i contributi a pioggia non esistono più – aveva scritto il segretario trentino della Cgil sui propri canali ufficiali -. L’assessore Failoni mente sapendo di mentire. Ogni anno le imprese trentine beneficiano di quasi 90 milioni di euro di sgravi Irap a pioggia, privi di ogni minima selettività che premiano anche le aziende che non innovano, che non investono, che non aumentano i salari, che non stabilizzano i dipendenti precari, che non crescono. Inoltre tra 2021 e 2024 i cosiddetti “bandi qualità” hanno garantito quasi 200 milioni di contributi alle piccole imprese del commercio e del turismo che non hanno nessun impatto sull’innovazione e sulla crescita dimensionale e si concentrano solo sul mattone ampliando così la rendita in un settore che in questi anni è cresciuto in redditività senza aumentare significativamente né i salari, né la produttività. Il più recente bando Olimpiadi è la fotocopia di quelli vecchi e non ha alcuna selettività tanto che si incentivano anche l’acquisto di armadi, tavoli e letti delle stanze d’albergo. Uno scandalo”.
Poi l’attacco diretto all’assessore provinciale, accusando la Giunta di elargire contributi a pioggia con l’unico scopo di “cercare voti tra la miriade di colleghi titolari di microimprese che puntano su rendita e sussidi pubblici”.
“La verità che Failoni nasconde – queste le parole di Groselli – è che la pratica dei contributi a pioggia ha un unico scopo: cercare voti tra la miriade di colleghi titolari di microimprese che puntano su rendita e sussidi pubblici. Tra l’altro le strategie di Failoni e della Giunta Fugatti non stanno neppure incidendo sulla crescita economica. Infatti ormai il Pil del Trentino sale solo delle zero virgola. Nel 2023 per esempio l’Italia è crescita dell’1% mentre la stima Istat per la nostra provinciale è ferma allo 0,2%. Ecco la prova del fallimento totale delle politiche economiche leghiste”.
La risposta dell’assessore Roberto Failoni non è tardata ad arrivare, a suon di dati Inps: “In Trentino si paga molto meglio della media italiana” e “la differenza la fanno proprio le imprese trentine che investono e creano più valore”.
“Il segretario della Cgil del Trentino Andrea Grosselli – afferma l’assessore provinciale – continua a raccontare che le nostre politiche economiche sarebbero solo “contributi a pioggia” che non hanno effetto su salari, occupazione e crescita. E’ ora di rispondere con i dati veri, quelli appena pubblicati dall’Inps nel Rendiconto sociale provinciale 2024. Secondo la Cgil le imprese trentine del terziario pagano troppo poco i propri lavoratori ma, se guardiamo i dati Inps del Trentino confrontati con la media italiana, emerge un quadro ben diverso: le retribuzioni nelle attività di alloggio e ristorazione nel nostro territorio sono significativamente più alte rispetto alla media nazionale, sia per le donne (65,4 contro il 54,9 nel rapporto Retribuzione/Reddito medio giornaliero) che per gli uomini (83,1 contro 65,6). Anche il commercio trentino (dettaglio e ingrosso) retribuisce meglio della media italiana. E’ evidente che il turismo (uno dei motori dell’economia trentina) traini tutti i settori del terziario: in Trentino si paga molto meglio della media italiana. E ricordo che i Ccnl sono nazionali, quindi la differenza la fanno proprio le imprese trentine che investono e creano più valore. Certo, questi valori sono più bassi rispetto a quelli delle attività manifatturiere, ma è anche corretto specificare che questi dati si basano su una macrocategoria molto ampia che va dagli alberghi fino alle mense aziendali”.
E, a stretto giro di posta, Failoni invita il segretario trentino a leggere i dati Inps e non a fare “chiacchiere da bar” anche se “la Cgil anziché riconoscere questi risultati preferisce manifestare per la “flotilla”, paralizzando le città e creando danni agli stessi lavoratori”.
“E sa qual è il paradosso, segretario Grosselli? Le retribuzioni delle attività manifatturiere trentine sono inferiori alla media italiana. Ciò significa che essere sopra la media nazionale, come nel caso dei settori dell’alloggio, della ristorazione e del commercio, non è per nulla scontato. Detto questo sarebbe fin troppo facile ricordare al Segretario della Cgil che il Trentino – dopo 7 anni di Governo Fugatti – è ai massimi storici per tasso di occupazione (71,2%, ben 9 punti percentuali sopra la media italiana) e che anche il tasso di disoccupazione è sceso ulteriormente al 2,7%, ai minimi di sempre. Ma chiaro, la Cgil, anziché riconoscere questi risultati, preferisce manifestare per la “flotilla” – con il suo Segretario Landini in prima fila – paralizzando le città e creando danni agli stessi lavoratori, mentre altri (come Trump) hanno davvero contribuito a far avanzare la pace. Ritornando in Trentino come Giunta provinciale noi continueremo a lavorare e portare avanti politiche efficaci che garantiscono risultati concreti e duraturi per il mercato del lavoro. Le piccole e medie imprese del terziario sono uno dei motori dell’economia trentina, creano occupazione e tengono vive le nostre comunità. I Bandi Qualità, gli sgravi Irap e i diversi incentivi alle Pmi funzionano. Lo dicono i dati Inps, non le chiacchiere da bar. Caro Grosselli, prima di parlare di “fallimento delle politiche economiche”, legga il Rendiconto Sociale Inps 2024. I numeri raccontano un’altra storia”.
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