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Brassicacee, l’innovazione varietale cresce nelle Marche


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L’introduzione di nuove varietà può essere una decisione strategica per le aziende agricole, soprattutto se permette di differenziare la produzione e ridurre gli scarti. È quello che sta avvenendo nell’azienda agricola sperimentale di Jesi (AN) dell’AMAP con il progetto “Valutazione di campo delle caratteristiche quali-quantitative e dell’adattabilità alle condizioni dei territori marchigiani di nuove varietà di brassicacee“. Le varietà in questione sono cavolfiore e broccoli sprouting (broccoli da ricacci): il progetto prevede di migliorarne la resa quantitativa e i parametri qualitativi, oltre a individuare varietà con una migliore resistenza/tolleranza a patogeni, parassiti e fisiopatie.

I partner
La realizzazione del progetto, attivato nel 2024 e attualmente in corso, è stata resa possibile grazie alla proposta di AOP Gruppo Vi.Va., che ha interpretato la richiesta dell’OP Codma con sede nel territorio marchigiano a Fano (PU). Per le attività sperimentali, l’unità operativa coinvolta è stata “Marche Agricoltura e Pesca- Agenzia per l’innovazione nel settore agroalimentare e della pesca (AMAP).” Il coordinamento generale delle attività di ricerca e la realizzazione delle azioni di divulgazione sono stati affidati a Ri.Nova, che svolge un ruolo centrale nel trasferimento delle conoscenze e dei risultati alle imprese agricole coinvolte.

Il progetto in dettaglio
L’attività sperimentale condotta sul cavolfiore ha previsto il confronto tra cultivar già presenti nei campi dei soci dell’OP Codma e varietà di nuova introduzione o poco diffuse sul mercato. Questo confronto ha permesso di valutare le differenze agronomiche e qualitative tra le diverse cultivar, al fine di individuare quelle più promettenti da introdurre nelle aziende agricole associate. Inoltre, grazie alla possibilità di effettuare trapianti in epoche precoci (fine luglio e primi d’agosto), è stato possibile testare varietà a ciclo più breve e maggiore precocità, valutando così rese, qualità del prodotto e adattabilità alle condizioni pedoclimatiche locali.

© RI.NOVA Soc. CoopFoto fornite da Ri.Nova

Per quanto riguarda i broccoli sprouting, si tratta di una specie ancora poco diffusa sul mercato italiano, presente solo in quantità limitate e in aree ristrette. L’introduzione di questa coltura nel territorio marchigiano rappresenta quindi un’interessante opportunità di diversificazione per le aziende agricole locali. Dal punto di vista agronomico e commerciale, il broccolo sprouting si presenta come una coltura sostenibile e versatile: è infatti possibile utilizzare sia i fioretti sia il gambo, riducendo gli scarti e valorizzando al massimo la produzione.

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Le fasi della sperimentazione
Per la prova sperimentale sono state scelte 15 varietà di cavolfiore bianco e 7 varietà di broccolo sprouting, sia a infiorescenza verde che viola. La scelta delle varietà è avvenuta in collaborazione con le principali ditte sementiere del settore, alle quali erano state precedentemente illustrate le finalità della sperimentazione e i cicli colturali. I semi sono stati affidati a un vivaio della zona che si è occupato della parte della semina e crescita delle piantine, le cultivar sono state seminate in plateau di polistirolo da 104 fori, per ogni varietà sono stati seminati 100 semi, per evitare eventuali fallanze.

© RI.NOVA Soc. Coop

Per lo svolgimento del progetto si è deciso di effettuare, in accordo con il personale tecnico OP Codma, due trapianti a una distanza di una settimana l’uno dall’altro in modo tale da avere una scalarità nello svolgimento della prova che permettesse un migliore confronto. Le piante messe a dimora in totale sono state 90 per ciascun trapianto e per ciascuna varietà.
Durante l’intero ciclo colturale sono stati eseguiti interventi di concimazione e trattamenti fitosanitari mirati, con l’obiettivo di garantire un corretto sviluppo delle piante, rese e qualità del prodotto.

Parametri utilizzati per le valutazioni
Sono stati numerosi i parametri utilizzati per valutare la resa quantitativa e qualitativa dei prodotti, di questi molti sono stati utilizzati per entrambe le cultivar, ovvero: data di raccolta, peso, compattezza, colore, forma, grana e densità. Inoltre, per il protocollo del cavolfiore è stato considerato anche il calibro e l’eventuale presenza di malattie sul corimbo. Invece, per i broccoli sprouting sono stati esaminati anche il numero e il diametro dei fioretti totali prodotti dalla parcella eliminando lo scarto, il fusto, la peluria, la virescenza.

I giudizi finali relativi alle varietà testate per entrambe le cultivar sono stati espressi utilizzando una scala di valutazione a punteggio così articolata: pessimo (1), scarso (3), medio (5), buono (7) e ottimo (9). Tale scala ha permesso di esprimere in modo sintetico e comparabile le osservazioni qualitative e produttive rilevate durante la prova.

© RI.NOVA Soc. Coop

Conclusione
Il progetto è al primo anno di sperimentazione e le varietà messe a confronto, sia per il cavolfiore che per il broccolo sprouting, hanno sicuramente portato a dei risultati interessanti. In generale entrambe le specie si sono ben adattate all’ambiente di coltivazione marchigiano e hanno mostrato una buona tolleranza alle malattie ma anche alle avversità abiotiche legate al clima. La prova, infatti, è stata caratterizzata da un andamento climatico piuttosto particolare, con forte siccità iniziale (fase del trapianto) e temperature elevate, seguito poi da un periodo di piogge continue: in un mese (settembre) sono caduti più di 200 mm di pioggia, situazione che ha causato un blocco della crescita delle piante a inizio ciclo.

Essendo disponibili solo i risultati del primo anno di sperimentazione, è ancora prematuro trarre conclusioni definitive sulle varietà migliori o meno performanti. Tuttavia, i dati raccolti rappresentano una base utile di osservazioni preliminari, che possono fornire indicazioni pratiche ai tecnici dell’OP Codma e agli agricoltori associati nella fase di scelta varietale, soprattutto in contesti pedoclimatici simili a quelli in cui è stata condotta la prova.

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Le varietà più promettenti
Per questo primo anno, dall’elaborazione dei dati sperimentali si può segnalare che le varietà più produttive sono SGC2894 e Whiton per il cavolfiore e Bob 021 e Burgundy per il broccolo sprouting.

© RI.NOVA Soc. Coop

Dal punto di vista qualitativo però, diverse varietà si sono fatte notare per alcune peculiarità che le caratterizzano: ad esempio, Esperanto per il grado di protezione fogliare, per la vigorosità della pianta e per la densità interna; Cantoria invece per le caratteristiche riguardanti il colore, la grana, la forma e la densità. Tra i broccoli, Cabernet ha mostrato un’ottima qualità della produzione insieme a Broc CLX35984 e Tyrian.

Si tratta ovviamente solo dei primi risultati del progetto, che continuerà fino a dicembre 2026.
L’obiettivo a lungo termine della sperimentazione è quello di raccogliere informazioni utili non solo per l’introduzione di nuove varietà, ma anche per ottimizzare la gestione agronomica di quelle già consolidate. Se per queste ultime le tecniche colturali risultano in gran parte definite, rimane comunque rilevante la variabile meteorologica, oggi sempre più imprevedibile e instabile, che continua a rappresentare un fattore critico per la pianificazione e il successo delle coltivazioni.

Iniziativa realizzata nell’ambito dei progetti di ricerca presentati da Aop gruppo Viva nel programma operativo pluriennale 2023-2029 “Innovazione delle tecniche colturali e miglioramento qualitativo dei prodotti ortofrutticoli dei soci Aop gruppo Vi.Va. – acronimo ricerca Viva”, reg.2021/2115 e successive normative attuative – sotto-progetto n.02 “Valutazione di campo delle caratteristiche quali-quantitative e dell’adattabilità alle condizioni dei territori marchigiani di nuove varietà di brassicacee”.



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