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Le 200 imprese italiane che insieme valgono 300 miliardi: così l’industria resiste


di
Valentina Iorio

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A Gazoldo degli Ippoliti il summit delle Top Companies. Marcegaglia, Danieli e Squinzi: nell’incertezza diversificare

Come sta l’industria italiana? Nel suo insieme appare un po’ in affanno. I dati Istat sulla produzione industriale di venerdì parlano di un calo del 2,4% ad agosto. Numeri che non si vedevano dal 2020, quando eravamo in piena pandemia. Il contesto è difficile, anche a livello europeo. Pesano il venier meno della domanda tedesca e l’incertezza geopolitica, tra dazi e altre tensioni. Tuttavia se si guarda ai singoli settori e ancor di più alle singole imprese, lo scenario appare più articolato: c’è chi ha rallentato, chi ha retto e chi è riuscito addirittura ad accelerare. È il caso delle «Top Italian Companies», imprese che hanno avuto la capacità di rafforzare il patrimonio e trovare soluzioni per continuare a crescere anche in un quadro congiunturale per nulla favorevole.

I 200 campioni

Queste 200 eccellenze nazionali, che rappresentano il 25% delle imprese nazionali che superano i 500 milioni di euro di fatturato, sono state le protagoniste della due giorni organizzata da ItalyPost in collaborazione con L’Economia del Corriere della Sera, che si è svolta nella cornice di Casa Marcegaglia a Gazoldo degli Ippoliti, in provincia di Mantova, il 9 e il 10 ottobre. Parliamo di un gruppo di imprese che nel loro complesso raggiungono quasi i 300 miliardi di fatturato e hanno una marginalità media del 13%.




















































I risultati 

«L’imprenditoria italiana è estremamente vitale, dinamica e abbastanza ottimista. I risultati sono ancora eccellenti, malgrado le difficoltà», ha sottolineato il padrone di casa Antonio Marcegaglia, alla guida insieme alla sorella Emma di un gruppo che nel 2024 ha superato i 7 miliardi di fatturato. «Anche settori come quello dell’acciaio, che hanno davanti a sé sfide esistenziali, sono riusciti a reggere. A parte il caso di Taranto, che assomma una serie di problematiche che tutti conosciamo, il settore in Italia è rappresentato da aziende familiari, un unicum in Europa, che hanno mostrato lungimiranza, malgrado una politica industriale europea che negli ultimi anni ha perso di vista la competitività», ha aggiunto.

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Per compensare il rallentamento del mercato europeo, i big del settore guardano ad altri Paesi. «Per resistere serve avere una visione globale e diversificare i mercati, così da continuare a crescere in alcuni anche quando gli altri crollano. La Cina, per esempio, oggi è in calo, mentre India e Usa tornano a investire e il Messico cresce. Diversificando, ci sarà sempre un Paese che sostiene la crescita», ha evidenziato Giacomo Mareschi Danieli, ad di Danieli & C. Officine Meccaniche.

La crescita per linee esterne

Per crescere le «Top Companies» hanno continuano a investire anche sulle acquisizioni. È il caso di Eusider, azienda fondata da Eufrasio Anghileri, specializzata nella distribuzione e trasformazione di prodotti siderurgici che a gennaio ha acquisito la maggioranza di Snar Laminati e un anno fa aveva completato l’acquisizione del 100% di Profiltubi. In fasi complesse diventa cruciale avere processi efficienti, come ha evidenziato Barbara Beltrame Giacomello, vicepresidente AFV Acciaierie Beltrame.

Internazionalizzazione

Per vincere bisogna conoscere tutti mercati in cui si opera dall’interno, come sa bene Veronica Squinzi, ad di Mapei, azienda chimica specializzata in prodotti per l’edilizia: presente in 59 paesi, con 4,4 miliardi di fatturato e una media di 4 nuovi stabilimenti l’anno. La presenza su altri mercati consente anche di far crescere le competenze interne all’azienda, ha sottolineato Enrico Carraro, presidente del Gruppo Carraro, tra i leader a livello mondiale nei sistemi avanzati di trasmissione e ingranaggi per macchine agricole e movimento terra. L’incertezza è un dato di fatto, con cui le aziende hanno da tempo imparato a fare i conti, ma non può diventare un alibi per fermarsi. Come dice Augusto Cosulich, presidente e ad dell’azienda della logistica marittima Fratelli Cosulich: «Viviamo in un mare in tempesta m la nave deve andare avanti, cogliendo nuove opportunità, mentre si spera nel bel tempo».

Il sostegno delle banche

In un contesto globale in continuo cambiamento, saper leggere i segnali e riuscire a farlo con rapidità fa la differenza. E le Top Companies ne sono la prova. Non farsi scoraggiare dalle difficoltà, non significa però non avere contezza del fatto che oggi per vincere bisogna fare sistema.
Perché servono politiche che consentano alle imprese di rimanere competitive, servono nuove conoscenze e l’apporto del mondo della ricerca e della formazione è fondamentale. E serve il sostegno degli istituti di credito. Il sistema bancario, infatti, come ha sottolineato Hugues Brasseur, ad di Crédit Agricole Italia e Senior Country Officer può giocare un ruolo fondamentale «condividendo la propria esperienza e conoscenza dei mercati per valorizzare il tessuto economico».

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13 ottobre 2025

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