Italmobiliare sta studiando la strategia di uscita da alcune società partecipate, in particolare quelle più mature. «Nel 2026 qualcosa dovrebbe succedere», ha dichiarato il ceo Carlo Pesenti
La società a 200 milioni di liquidità, ai quali si aggiungeranno 40 milioni dalla cessione della quota in Mediobanca, ma non sta pensando a nuove acquisizioni, ma semmai a opportunità. Per l’uscita dalle partecipate non sono previste Ipo. Il Ceo Carlo Pesenti non dà indicazioni sulla cedola 2025, ma esclude nuovi dividendi straordinari e buyback. «Mi piacerebbe una politica di dividendi che implichi una distribuzione attorno al 2% del Net Asset Value», salito per altro dagli 1,55 miliardi del 2016 a 3,9 miliardi (di cui 1,7 indirettamente tramite la controllata al 100% Clessidra).
La strategia
Italmobiliare sta studiando la strategia di uscita da alcune società partecipate, in particolare quelle più mature. «Nel 2026 qualcosa dovrebbe succedere», ha dichiarato il ceo Carlo Pesenti ai giornalisti, a margine del
Capital Market Day della società, precisando che non sono in pianificazione nuove acquisizioni, ma se si presentasse un’opportunità, Italmobiliare è pronta a coglierla, forte anche di circa 200 milioni di liquidità. Ai quali si aggiungeranno altri 40 milioni dalla cessione della quota in Mediobanca.
Le mid cap
«Faremmo fatica in questo momento ad aggiungere qualcosa. C’è sempre un limite alla complessità da gestire», ha spiegato, aggiungendo: «Non lo escluderei se troviamo qualcosa che apra una finestra su un settore nuovo». La filosofia, comunque, vede sempre il focus su mid cap italiane private «delle quali cercare tendenzialmente di arrivare al controllo». Ma potrebbero anche essere annunciate piccole operazioni funzionali a far crescere le singole aziende partecipate, tra le quali figurano Tecnica, Caffé Borbone, Officina di Santa Maria Novella, Italgen e Casa della Salute.
Lo stacco della cedola
Nel corso dell’incontro con la stampa Pesenti a più riprese ha sottolineato che dal 2018 al primo semestre del 2025 Italmobiliare ha distribuito ai propri azionisti oltre 400 milioni di euro, come dividendi ordinari e straordinari. Il Ceo non si è sbilanciato sull’entità della cedola del 2026, ma ha escluso la distribuzione di un dividendo straordinario come avvenuto in passato. «Abbiamo imparato che i dividendi straordinari servono a poco: il titolo cresce, ma dopo lo stacco torna al punto di partenza. Preferiremmo definire una politica di dividendi che ad esempio implichi una distribuzione attorno al 2% del Nav-Net asset value della società», ha spiegato.
Il valore del portafoglio
Dal 2016, anno del riposizionamento di Italmobiliare, dopo la vendita della storica partecipazione in Italcementi, il valore del portafoglio di partecipazione «calcolato in modo molto rigoroso – sottolinea la presidente Laura Zanetti – da un esperto indipendente», è cresciuto da 1,55 a 3,9 miliardi, di cui 1,7 indirettamente attraverso Clessidra, controllata al 100%, e 2,2 miliardi di partecipazioni dirette.
Le tematiche Esg
Pesenti ha mostrato cautela anche sul buyback, considerando che «l’ultimo da dieci milioni non lo abbiamo esaurito, siamo arrivati a circa quota sei milioni». Nel corso dell’incontro è stato ricordato che Italmobiliare ha una governance ben strutturata ed è attenta alle tematiche ESG. In più, attraverso Clessidra rilevata nel 2016, ha un’addizionale capacità di investire. Ad oggi il 68% del net asset value di Italmobiliare è determinato dalle partecipazioni detenute in dieci mid-cap italiane.
Le dismissioni
Tornando al tema delle dismissioni, Pesenti ha chiarito che tre sono le possibilità: l’ingresso di una terza parte, il buyback da parte dei proprietari dell’azienda o l’Ipo. Ma quest’ultima via d’uscita è stata esclusa, «considerando la taglia delle nostre aziende. Solamente Tecnica avrebbe le dimensioni da Borsa, ma non è il momento. Ha avuto nell’ultimo periodo un rallentamento», ha spiegato Pesenti. In effetti nel 2024 la società di abbigliamento sportivo ha registrato ricavi per 517 milioni, in lieve calo sull’anno prima e contro i 561 milioni del 2022.
Il titolo
La presidente di Italmobiliare, Laura Zanetti, ha tenuto a evidenziare che la holding è un unicum poiché ha «un background industriale, si pone come partner strategico di lungo termine nei confronti delle partecipate, con le quali dialoga». Per Zanetti il titolo (ieri in rialzo del 3,3% a 32,8 euro) non riflette il valore della società. Così anche l’incontro può servire per riaccendere i riflettori del mercato sull’azienda, considerando per altro, ha sottolineato la manager, che il target price medio indicato dagli analisti è attorno a 37 euro.
Le controllate
All’incontro hanno partecipato anche i Ceo di due controllate, Paolo Schiavon di Caffé Borbone e Marco Fertonani di Casa della Salute. Il primo ha preannunciato che non sarà disattesa nell’intero 2025 la crescita del primo semestre. «Penso che registreremo una crescita a doppia cifra», rispetto ai 334,5 milioni di euro di ricavi del 2024 (+11,4%). Fertonani ha invece detto che il gruppo continuerà nella fase di espansione: già entro fine anno saranno aperti nuovi punti a Torino e Cagliari. «Poi procederemo con l’inaugurazione di circa sei nuovi spazi ogni anno».
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