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La Commissione adotta le procedure di infrazione di ottobre


Per aiutare i cittadini e le imprese a beneficiare appieno della legislazione dell’Unione europea, la Commissione mantiene un dialogo costante con gli Stati membri al fine di garantire il rispetto del diritto dell’Unione. Può inoltre avviare procedure di infrazione nei confronti degli Stati membri in caso di inadempienza.

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Le decisioni adottate oggi in relazione alle procedure d’infrazione comprendono 35 lettere di costituzione in mora e 11 pareri motivati. La Commissione ha inoltre deciso di sottoporre 8 casi alla Corte di giustizia dell’Unione europea e di archiviare 59 casi in cui gli Stati membri interessati, in cooperazione con la Commissione, hanno posto fine alle infrazioni e assicurato il rispetto del diritto dell’UE. Le decisioni e i relativi comunicati stampa sono disponibili online. Maggiori informazioni sulle procedure di infrazione dell’UE sono disponibili nella sezione di domande e risposte

Qui di seguito le infrazioni che riguardano l’Italia.

 Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI

La Commissione invita l’ITALIA a rispettare le norme dell’UE in materia di appalti pubblici
La Commissione ha deciso di inviare una terza lettera complementare di costituzione in mora all’Italia (INFR(2018)2273) per il non corretto recepimento nella legislazione nazionale di talune disposizioni delle direttive in materia di appalti pubblici dell’UE (direttiva 2014/23/UE, direttiva 2014/24/UE e direttiva 2014/25/UE). Conformemente alla normativa UE in materia di appalti pubblici, gli appalti pubblici al di sopra di una determinata soglia devono essere oggetto di un bando di gara nel rispetto dei principi di trasparenza, parità di trattamento, libera concorrenza e non discriminazione. Nel garantire che gli Stati membri recepiscano correttamente tali direttive nelle rispettive legislazioni nazionali, la Commissione si adopera per garantire una concorrenza leale, rendere più facile e meno costoso per le piccole e medie imprese (PMI) presentare offerte per appalti pubblici e dare maggior valore al denaro dei contribuenti. La Commissione ritiene che le nuove norme sulle procedure di aggiudicazione del finanziamento dei progetti e sulla divulgazione dei segreti tecnici e commerciali relativi alle offerte nelle gare d’appalto, stabilite nel codice italiano dei contratti pubblici adottato nell’aprile 2023 e modificato nel dicembre 2024, non siano ancora conformi alle direttive UE in materia di appalti pubblici. La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera complementare di costituzione in mora all’Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di emettere un parere motivato.

 

 Mobilità e trasporti

Deferimenti alla Corte di giustizia

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La Commissione decide di deferire l’ITALIA alla Corte di giustizia per l’incompleto recepimento delle norme dell’UE sui pedaggi e i diritti di utenza per l’uso dell’infrastruttura stradale
Oggi la Commissione ha deciso di deferire l’Italia (INFR(2024)0161) alla Corte di giustizia dell’UE per il mancato recepimento delle norme dell’UE sulla tassazione a carico di veicoli per l’uso di alcune infrastrutture (direttiva (UE) 2022/362 che modifica la “direttiva Eurobollo”). Nonostante la lettera di costituzione in mora della Commissione del 23 maggio 2024 e il parere motivato del 16 dicembre 2024, le autorità italiane non hanno notificato alla Commissione il pieno recepimento della direttiva di modifica. Sebbene l’Italia abbia finora notificato due misure di recepimento relative ad alcuni punti della direttiva, la Commissione ritiene che gli sforzi compiuti dalle autorità italiane per adottare le misure necessarie siano stati finora insufficienti e deferisce pertanto l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE, chiedendo di imporre sanzioni pecuniarie. Per ulteriori informazioni consultare il comunicato stampa.

Lavoro e diritti sociali

Lettera di costituzione in mora, lettera complementare di costituzione in mora e deferimento alla Corte di giustizia

La Commissione invita l’ITALIA ad allineare al diritto dell’UE la propria legislazione relativa alle condizioni di lavoro dei magistrati onorari
Oggi la Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia (INFR(2025)2159) inviando una lettera di costituzione in mora per il mancato allineamento della sua legislazione sui magistrati onorari al diritto del lavoro dell’UE. La lettera di costituzione in mora riguarda i magistrati onorari già in servizio al 15 agosto 2017. Poiché il diritto italiano stabilisce norme diverse per i magistrati a seconda che siano stati nominati prima o dopo il 15 agosto 2017, la Commissione ha avviato due procedure di infrazione distinte. Per i magistrati onorari che sono stati assunti dopo tale data, la Commissione ha deciso, sempre oggi, di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE. Per questa categoria, la Commissione ritiene che la legislazione italiana continui a non rispettare le norme dell’UE sul lavoro a tempo determinato, sul lavoro a tempo parziale e sull’orario di lavoro. La Commissione ha avviato la procedura di infrazione in questione a luglio 2021 inviando una lettera di costituzione in mora alle autorità italiane, seguita da una lettera complementare di costituzione in mora a luglio 2022, da un parere motivato a luglio 2023 e da un parere motivato supplementare a ottobre 2024. La Commissione ritiene che gli sforzi compiuti finora dalle autorità siano stati insufficienti e ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE (INFR(2016)4081). Per ulteriori informazioni consultare il comunicato stampa.
Inoltre, ai sensi del diritto italiano, i magistrati onorari nominati prima del 15 agosto 2017 devono rinunciare a determinati diritti garantiti dal diritto dell’UE se vogliono diventare magistrati permanenti o se presentano domanda ma non sono confermati. Tali diritti comprendono, tra l’altro, le indennità per malattia, infortunio e gravidanza, il trattamento fiscale e le ferie annuali retribuite. I magistrati che non hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato ricevono solo una somma basata sugli anni di servizio. Devono rinunciare anche a qualsiasi pretesa ai sensi del diritto dell’UE precedentemente riconosciuta dalla Corte di giustizia dell’UE. La Commissione ritiene che tali norme violino la legislazione dell’UE sul lavoro a tempo determinato (direttiva 1999/70/CE), sul lavoro a tempo parziale (direttiva 1997/81/CE), sull’orario di lavoro (direttiva 2003/88/CE) e sulla protezione delle lavoratrici gestanti (direttiva 89/391/CEE). L’Italia dispone ora di 2 mesi per rispondere e adottare le misure necessarie. In assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di emettere un parere motivato.

 



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