Il panorama dell’intelligenza artificiale si sta rapidamente espandendo, coinvolgendo non solo le grandi aziende tecnologiche ma anche startup e imprese di medie dimensioni. I dati più recenti mostrano un salto impressionante nei capitali investiti e un impatto crescente in molti settori industriali. Questa dinamica rivela una trasformazione profonda con ricadute su economia, tecnologia e innovazione in vari ambiti.
La spinta finanziaria delle big tech sulla diffusione dell’intelligenza artificiale
Le grandi corporation tecnologiche dominano gli investimenti nell’AI, con cifre che riflettono la crescente importanza della tecnologia. Secondo l’ultimo report UNCTAD, il valore del mercato globale dell’intelligenza artificiale passerà da 189 miliardi di dollari nel 2023 fino a sfiorare i 4.800 miliardi entro il 2033, segnando una delle più rapide espansioni mai registrate nel settore tech. Meta ha lanciato l’ambizioso progetto Scale AI. Google, dal canto suo, ha acquisito Wiz, start-up israeliana di cybersecurity, per 32 miliardi, con l’obiettivo di potenziare la sicurezza del cloud e supportare l’ecosistema AI aziendale. La combinazione di investimenti previsti per infrastrutture dati dedicate all’intelligenza artificiale supererà i 320 miliardi di dollari già entro il 2025 solo tra Amazon, Microsoft, Alphabet e Meta. Questo trend evidenzia un’attenzione notevole verso la creazione di basi tecnologiche solide per sostenere lo sviluppo AI. Tra il 2024 e il 2027, il capitale speso dalle grandi aziende tecnologiche per queste tecnologie dovrebbe superare il trilione di dollari, un dato che sottolinea la portata dello sforzo economico.
Non solo i colossi, però, sono protagonisti. Nel 2024 le startup legate all’intelligenza artificiale hanno raccolto 131,5 miliardi di dollari in finanziamenti venture capital, un incremento di oltre il 50% rispetto all’anno precedente. A livello globale, l’AI è stata coinvolta in oltre la metà delle operazioni di investimento, mentre negli Stati Uniti ha attratto il 42% dei capitali VC, contro il 36% del 2023. Anche le imprese di media dimensione entrano nel gioco: un terzo di queste organizzazioni IT ha stanziato oltre un miliardo di dollari per progetti AI, e quasi nove su dieci la considerano una priorità strategica. La partecipazione attiva di diversi attori economici indica che l’intelligenza artificiale non è più confinata al solo ambito tecnologico, ma sta permeando trasversalmente i modelli di business.
Intelligenza artificiale oltre l’hi-tech: Pharma, automotive e finanza in prima linea
Il valore economico e l’applicazione pratica dell’AI si estendono ben oltre il campo tecnologico puro. Secondo McKinsey nel 2024 la spesa privati in intelligenza artificiale ha raggiunto i 180 miliardi di dollari, crescendo ogni anno del 26% dal 2019. Il dato più interessante riguarda l’adozione crescente nelle aziende: il 78% delle imprese utilizza l’AI almeno in una funzione, mentre il 71% ha introdotto sistemi di AI generativa, quasi il doppio rispetto al 2023. Lo Stanford AI Index segnala inoltre che nell’anno scorso l’AI generativa ha attirato quasi 34 miliardi di dollari, con un aumento del 18,7% rispetto al 2023. La riduzione drastica dei costi dell’inferenza, come quella del modello GPT-3.5 che è scesa da 20 a 0,07 dollari per milione di token in due anni, costituisce un elemento chiave per questa espansione.
Nel campo farmaceutico molte aziende hanno investito milioni per sfruttare l’intelligenza artificiale nel disegno molecolare e nello sviluppo di nuovi farmaci. Microsoft ha collaborato con operatori del pharma per costruire laboratori d’innovazione e creare sistemi automatizzati per la documentazione clinica, riducendo il carico amministrativo degli operatori sanitari e migliorando la qualità dei dati. Nell’automotive, produttori importanti puntano a sistemi di guida autonoma e all’ottimizzazione produttiva. La cooperazione con aziende tecnologiche come NVIDIA è decisiva per integrare software AI nei veicoli e negli stabilimenti, mirando ad auto più smart e linee produttive più snelle. Anche la finanza investe miliardi per strumenti di machine learning che affinano la gestione del rischio e la compliance regolatoria, mentre l’AI generativa supporta l’analisi predittiva e l’adattamento alle oscillazioni di mercato. Pictet, per esempio, ha sviluppato una propria infrastruttura tecnologica di calcolo da 10 petaflops per gestire dati complessi e orientare le strategie d’investimento in maniera indipendente.
L’adozione dell’AI in questi settori rende evidente come la tecnologia stia ridefinendo processi, prodotti e servizi, ponendosi come elemento centrale per il cambiamento industriale e competitivo. Questo spostamento richiede investimenti mirati, competenze specifiche e una disciplina gestionale per trasformare le potenzialità artificiali in valore concreto.
La strategia d’investimento di Pictet per intercettare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale
Pictet Asset Management ha annunciato la strategia Multi Solutions-Pictet Smart Road to AI, un fondo che considera l’intelligenza artificiale sia un tema di investimento sia uno strumento per supportare la gestione del portafoglio. Il fondo investe in aziende che guidano lo sviluppo e l’adozione dell’AI, operando in ambiti quali digitale, robotica e cybersecurity. Parallelamente, il team quantitativo di Pictet ha creato un modello proprietario di machine learning in grado di elaborare previsioni sui rendimenti relativi basandosi su oltre 300 parametri tecnico-qualitativi. Il modello ha radici che risalgono al 2011, con una fase operativa dal 2016, giorno in cui la capacità di calcolo ha permesso di svilupparlo efficacemente e sostenerlo durante il boom attuale dell’AI.
Questa doppia applicazione — investire nell’intelligenza artificiale e avvalersi dell’AI per investire — consente di costruire portafogli bilanciati, diversificati sia per settore sia per area geografica, ferri ben posizionati per cogliere le opportunità della trasformazione tecnologica. La soluzione si inserisce nella Sicav Multi Solutions, pensata per promuovere una maggiore partecipazione degli investitori italiani in azioni. Attualmente, solo circa il 7% degli italiani investe in azioni, a fronte del 14% in Germania e del 55% negli Stati Uniti. Lo scenario ha ripercussioni anche sul capitale reale accumulato: mentre questo è cresciuto di oltre il 50% in Germania e più che raddoppiato negli Stati Uniti, in Italia è diminuito del 4% nell’ultimo ventennio.
Pictet Smart Road to AI è strutturato come un prodotto a accumulo azionario, con investimenti progressivi per dare modo agli investitori di distribuire il rischio e sfruttare le oscillazioni di mercato. La strategia prevede un inizio prudente, con il 90% del capitale allocato in strumenti monetari a breve termine che si trasformerà in una completa esposizione azionaria entro circa 30 mesi. Un sistema “smart” di finanza comportamentale applica acquisti e vendite in funzione delle variazioni di mercato, cercando di ottimizzare i momenti migliori per incrementare o consolidare la posizione in titoli legati all’intelligenza artificiale. Questo approccio mira a offrire un modo concreto per investire in un cambiamento epocale destinato a lasciare un segno profondo nell’economia globale.
Ultimo aggiornamento il 20 Luglio 2025 da Luca Moretti
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