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Addio allo SPID ormai certo, ma CIE nell’App IO è ancora lontana


Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti, ha annunciato gli scenari futuri dell’identità digitale, che riguarderanno il graduale addio allo SPID e l’integrazione definitiva della CIE all’interno dell’App IO (che appare però ancora lontana).

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Lo scenario futuro risulta delineato in Commissione parlamentare per la semplificazione e successivamente confermato da una recente intervista al quotidiano La Repubblica.

Durante l’audizione, Butti ha infatti illustrato le prossime tappe del percorso di digitalizzazione dei rapporti tra cittadini e Pubblica Amministrazione e gli sviluppi in corso riguardo alla Carta d’Identità Elettronica (CIE) e al Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), anticipando tempi e modalità delle prossime integrazioni digitali.

Quale futuro: addio allo SPID e integrazione della CIE su App IO

Al centro del suo intervento, il cosiddetto It-Wallet, l’applicazione già utilizzata da circa cinque milioni di italiani. Si tratta di un portafoglio digitale all’interno dell’app IO che, grazie a un imminente decreto attuativo, sarà arricchito di nuove funzionalità: oltre alla patente di guida – che in versione digitale avrà valore legale come documento d’identità – sarà possibile inserire anche certificazioni come l’Isee, il titolo di studio, la tessera elettorale, il certificato di residenza e altri documenti utili per accedere a servizi pubblici.

Ma la vera novità riguarda il progressivo superamento dello SPID. Secondo Butti, la scelta di puntare tutto sulla CIE come unico strumento di accesso digitale è coerente con l’evoluzione delle normative europee e segue l’esempio di altri Stati membri. “Già nel dicembre 2022 – ha ricordato il sottosegretario – il governo ha avviato un percorso per armonizzare l’identità digitale italiana agli standard internazionali. SPID è stato utile e ha colmato delle lacune, ma ora è tempo di andare avanti”.

La transizione sarà graduale, ha assicurato Butti, e avverrà in collaborazione con i gestori privati che hanno finora amministrato il sistema SPID, i quali verranno coinvolti in ogni fase del cambiamento. L’obiettivo finale è arrivare allo spegnimento completo di SPID, sostituendolo con la CIE come unico strumento di identificazione digitale.

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Per quanto riguarda invece l’integrazione della Carta d’Identità Elettronica all’interno dell’app IO, l’orizzonte temporale indicato da Butti è la fine dell’attuale legislatura, cioè il 2027. Non ci sarebbero, secondo il sottosegretario, ostacoli tecnici veri e propri, ma piuttosto un processo complesso di adeguamento e sviluppo che richiede tempo. “È in corso una fase di valutazione e attuazione – ha spiegato – che non si può abbreviare troppo senza compromettere la sicurezza e l’efficienza del sistema”.

Cosa c’è già su App IO?

Attualmente, l’app IO rappresenta uno dei principali strumenti per l’accesso ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione, consentendo già ai cittadini di caricare e consultare documenti essenziali in formato elettronico. Tra questi figurano la patente di guida – che, una volta digitalizzata, avrà lo stesso valore della carta d’identità – la tessera sanitaria e la carta europea della disabilità, fondamentali per l’accesso a cure mediche e agevolazioni previste per le persone con disabilità.

L’evoluzione dell’app non si ferma qui. Nei prossimi aggiornamenti, infatti, è previsto l’inserimento di ulteriori certificazioni utili nella vita quotidiana e nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Tra queste, la certificazione ISEE – indispensabile per accedere a bonus e prestazioni sociali – il titolo di studio o l’attestazione di iscrizione scolastica, la certificazione anagrafica di residenza e la tessera elettorale. L’obiettivo è creare un vero e proprio portafoglio digitale, consultabile in qualunque momento da smartphone, che semplifichi l’interazione con gli enti pubblici e riduca la necessità di documentazione cartacea.

Quali sono le criticità che restano?

Nel percorso di digitalizzazione dell’identità e dei documenti personali, come illustrato dal sottosegretario Butti, emergono alcune criticità che meritano attenzione, soprattutto in vista dell’integrazione della Carta d’Identità Elettronica nell’app IO e del progressivo abbandono dello SPID.

In sintesi, il progetto di digitalizzazione avviato dal governo punta a rendere l’interazione con la Pubblica Amministrazione più semplice ed efficiente, ma il successo dipenderà dalla capacità di gestire questi nodi critici con attenzione, gradualità e ascolto delle esigenze reali della popolazione.

Ecco i principali punti critici.

Tempi lunghi di implementazione

Sebbene non vi siano ostacoli tecnici insormontabili, lo stesso Butti ha ammesso che l’integrazione della CIE nell’app IO richiede un processo di valutazione e sviluppo complesso, con tempistiche che potrebbero estendersi fino al termine della legislatura, ovvero al 2027. Questo ritardo rischia di rallentare l’adozione completa del nuovo sistema, lasciando per anni una convivenza tra SPID e CIE.

Accessibilità e inclusione digitale

La sostituzione dello SPID con la sola CIE potrebbe penalizzare alcune fasce di popolazione, in particolare gli anziani, le persone meno alfabetizzate digitalmente o chi vive in aree con scarsa infrastruttura tecnologica. SPID, infatti, può essere attivato anche da remoto, mentre il rilascio della CIE richiede la presenza fisica presso gli uffici comunali, con tempi variabili da Comune a Comune.

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Rischio di frammentazione nel breve periodo

Nella fase di transizione, la coesistenza tra sistemi diversi (SPID, CIE, It-Wallet, app IO) può generare confusione tra gli utenti e aumentare la complessità nell’accesso ai servizi digitali. La chiarezza comunicativa e l’uniformità dei percorsi di autenticazione saranno elementi decisivi per evitare disagi.

Ruolo dei gestori privati e sostenibilità del passaggio

Lo SPID è attualmente gestito da soggetti privati, che hanno investito risorse nello sviluppo e nella manutenzione del sistema. La loro graduale uscita dalla scena dovrà essere accompagnata da un piano di transizione chiaro, per evitare attriti e garantire la continuità del servizio fino al completo passaggio alla CIE.

Sicurezza e protezione dei dati

Con l’incremento dei documenti digitalizzati nell’app IO e nel portafoglio It-Wallet, cresce anche la necessità di garantire alti standard di sicurezza informatica. La protezione dei dati personali, la prevenzione di accessi non autorizzati e la trasparenza nella gestione delle informazioni saranno aspetti cruciali per mantenere la fiducia dei cittadini



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